Adolescence - Miniserie TV (2025)

Adolescence (miniserie tv)

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La nostra recensione di Adolescence

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quattro lunghi piani sequenza, uno per puntata, conferiscono originale forma a una miniserie inglese dalla doppia faccia: lascia meravigliati per la sublime qualità tecnica che compone una messa in scena straordinaria, lascia interdetti per l'approccio al caso completamente diverso nelle prime due puntate rispetto alle ultime due. L'inizio, in perfetto stile kafkiano, ci porta insieme a una squadra armatissima di poliziotti nella casa di Jamie Miller (Coooper), tredicenne al quale, raggiunto nella sua camera, vengono letti i suoi diritti; invitato a seguirli in Centrale, non gli si spiega nulla. Chi guarda è più stupito del piccolo, anche solo per il fatto di vedere un simile...Leggi tutto gruppo di agenti lanciato contro un ragazzino che pare del tutto inoffensivo.

Arrivati in Centrale, ancora nulla ci viene detto ed entra in scena l'avvocato d'ufficio, mentre i genitori di Jamie cercano di tranquillizzare il ragazzino, chiusi in una stanza in attesa che qualcuno dica loro cosa sta accadendo. Lentamente affiora l'accusa: omicidio. Una coetanea di Jamie è stata uccisa ed esistono filmati di telecamere posizionate sulla strada che mostrano anche il ragazzo, nella zona. Ma le sorprese non finiscono qui e sostanziano una prima puntata all'insegna di un'alta tensione drammatica accresciuta dalle perquisizioni di ogni tipo che l'adolescente deve subire sotto gli occhi del padre (Graham) impotente, dagli interrogatori e da una situazione a dir poco disagevole per l'intera famiglia.

La seconda puntata passa già al terzo giorno dopo il delitto, saltando il secondo e facendoci intuire che, per quanto inevitabilmente lineare (il piano sequenza non si può certo spezzare con flashback o altro tipo di stacchi), la storia verrà raccontata focalizzandosi solo su alcune fasi della vicenda e non necessariamente ravvicinate. Nella seconda puntata protagonista è l'ispettore (Walters) che conduce le indagini insieme alla sergente Frank (Marsay) e il tutto sembra tingersi profondamente di giallo. Si indaga nella scuola dove studiavano Jamie e la vittima, si interrogano alcuni compagni e pare emergere un quadro molto più complesso di quanto ci si attendesse. Poi però la terza puntata salta in avanti di sette mesi e la quarta addirittura di oltre un anno, abbandonando la pista mystery per addentrarsi in quella più psicologica, con Cooper che nella terza ha modo di dimostrare tutto il proprio valore nel lungo colloquio con la psicologa (Doherty), mentre Graham sfoggia una prova recitativa di grandissima intensità nella quarta.

Una miniserie quindi poco omogenea per scelta: varia registro di episodio in episodio senza sviluppare appieno i notevoli spunti iniziali, che promettevano complessi intrecci costruiti magari intorno alla figura degli "incel" (celibi involontari, secondo una definizione moderna in voga tra i giovani), ai messaggi su Instagram e a tutto il mondo sotteso al linguaggio in codice dei social. Philip Barantini, cui bisogna dare atto di aver impostato alcuni tra i piani sequenza più complicati di sempre con perizia sbalorditiva (comprensivi di droni, spostamenti in auto, inseguimenti...), carica le ultime puntate di una grande intensità che sempre più ingigantisce il dramma, infischiandosene di soddisfare chi forse immaginava di potersi tuffare in un enigma più stratificato e trovandosi a dover dare un senso anche alle tante fasi di raccordo tra una scena e l'altra (quelle che di norma vengono tagliate al montaggio). Non facile renderle tutte interessanti e difatti qualche sbandamento, soprattutto nelle ultime puntate, si avverte (si pensi alla lunga rievocazione in auto della gioventù di mamma e papà ai tempi degli A-ha, ad esempio).

Resta comunque un ottimo esempio di come proporre qualcosa di nuovo conciliando personaggi di grande spessore umano, artifici formali spettacolari e arguta indagine psicologica. Lascia qualche dubbio l'aver abbandonato per strada tanti elementi intriganti e aver parzialmente trascurato la chiave tradizionalmente gialla con un ultimo episodio meno “creativo” del previsto.

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Tutti i commenti e le recensioni di Adolescence

TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/03/25 DAL BENEMERITO MUTTL19741 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/04/25
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Muttl19741 17/03/25 17:23 - 180 commenti

I gusti di Muttl19741

Tecnicamente scioccante, è una miniserie composta da quattro lunghi piani sequenza che prende letteralmente lo spettatore e lo scaraventa dentro la scena; una storia volutamente interrotta, priva di qualsiasi giudizio, di forte impatto emotivo, che semplicemente si muove su una cruda realtà della provincia britannica e la spiattella di fronte alla faccia dello spettatore che sembra quasi poter intervenire per modificare il corso degli eventi. Vale una visione in lingua originale per assaporare a fondo la qualità della recitazione.
MEMORABILE: Il finale del secondo episodio con il volo sulla cittadina e l'atterraggio sul parcheggio.

Daniela 18/03/25 15:55 - 13271 commenti

I gusti di Daniela

Di prima mattina, una squadra di poliziotti armati fino ai denti fa irruzione in una villetta di periferia per arrestare il presunto colpevole di un omicidio. Il fatto che si tratti di un tredicenne dall'aspetto ancora infantile aumenta l'impatto emotivo, mentre la capacità di coinvolgimento è rafforzata dall'uso magistrale del piano sequenza (ogni episodio è girato senza stacchi pedinando di volta in volta i vari personaggi), dall'intensità dei dialoghi e dalle prove superlative del cast, a cominciare dal giovanissimo Cooper e da Graham, anche ideatore e sceneggiatore della serie.

Erfonsing. 23/03/25 00:25 - 199 commenti

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L'uso del piano sequenza quale espediente tecnico/drammaturgico rischia di far passare in secondo piano la bontà delle interpretazioni (maiuscole a dir poco) dell'intero cast, la capacità di gestire dialoghi di grande spessore e silenzi assordanti, un comparto musicale non banale e una storia che colpisce sotto la cintura. A ben vedere la perizia tecnica del piano sequenza tende, talvolta, a smontare la tensione narrativa: la stessa storia con tagli e stacchi forse sarebbe stata più asciutta e diretta. Da guardare per sapere come sia possibile che finisca proprio come deve finire.
MEMORABILE: Il padre che mette a letto l'orsacchiotto: una scena tra le più strazianti viste di recente.

Jandileida 25/03/25 16:44 - 1679 commenti

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Barantini ci scapicolla in un inferno che è intorno a noi, in mezzo a noi, dentro di noi: gli adolescenti, i genitori, la scuola, lo smartphone e giù fino all'indicibile. L'utilizzo del solo piano sequenza è forse un po' troppo intrusivo ma la serie sarebbe d'altronde difficilmente immaginabile con un'altra tecnica. Dialoghi scritti con il bisturi, attori più reali del reale, ritmo magicamente tra il forsennato e il sospeso. Si ultima la visione appesantiti da un intenso senso di spossatezza morale, chiedendosi perché l'umanità abbia fatto questa finaccia.
MEMORABILE: La seconda puntata.

Massenzio 30/03/25 03:56 - 5 commenti

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Quattro piani sequenza, uno per ogni puntata. Una qualità di recitazione che raramente si vede così diffusa in tutto ll cast. La trama è una sottile discesa in un dolore e disagio familiare. Scene che come ragnatele ti imprigionato nel disagio, trascinandoti in un fiume in piena fino alle fine, non scontata e con momenti in cui l'empatia verso i personaggi (uno su tutti, il padre) ti affoga. Era tanto che non si vedeva una serie così.

Pigro 29/03/25 10:38 - 10104 commenti

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Come insegna Van Sant adolescenza fa rima con piano sequenza, specie se la prima è fragile e pericolosa e il secondo ammirevole. Ma il tema non è generazionale (nonostante il titolo furbetto) e non riguarda i social o il sessismo, che pure condizionano l’evento criminale motore, ma piuttosto l’inadeguatezza, l’incomunicabilità e la responsabilità: tutti, adulti e ragazzi (attori superlativi), incongrui, fallaci e incapaci nei loro compiti e relazioni. Quattro ore di corda tesa (pure nelle tante sacche di apparente superfluità) che incalzano lo spettatore.

Galbo 31/03/25 08:35 - 12642 commenti

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Assai celebrata perché svela il "dietro le quinte" del mondo adolescenziale, una serie che mostra luci e ombre. Tra le prime l'eccellente prestazione degli attori, la cui prova (dal primo all'ultimo) rimane nella memoria e costituisce il vero valore aggiunto dell'opera. Il tanto celebrato piano sequenza è funzionale e davvero efficace nel primo episodio (il migliore dei quattro) ma appare poco funzionale e a volte fastidioso negli altri; la sceneggiatura appare un po' troppo "manichea" e procede per tesi, fornendo pochi spunti alla riflessione dello spettatore. Sopravvaluata.

Furetto60 31/03/25 20:07 - 1397 commenti

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Miniserie che in modo originale approccia le conseguenze che il bullismo, sia quello fisico sia quello portato avanti sui social, ha sul mondo adolescenziale, così evidenziando una generazione fragile, inconsapevole delle conseguenze delle proprie azioni e chiusa al confronto intergenerazionale. Notevoli i dialoghi, l’interpretazione del cast, in particolare il giovane imputato e la scelta del piano sequenza come mezzo narrativo.
MEMORABILE: La superba terza puntata tutta incentrata sul colloquio tra la psicologa e Jamie.

Fabbiu 2/04/25 22:32 - 2195 commenti

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E' interessante come questa miniserie si concentri sulle turbolenze emotive dell’adolescenza e sul rapporto dei giovanissimi con il mondo degli adulti, con un avvio quasi trhiller (almeno nel primo e più riuscito episodio) che cede spazio al dramma, tra conflitti familiari e sedute di terapia; i dialoghi sono il punto forte e le performance degli attori tutte notevoli. Riesce a distinguersi per originalità e per la scelta stilistica del piano sequenza, rende coinvolgente il trasporto emotivo dei personaggi ma non è sempre necessario. Alcuni personaggi secondari sono poco approfonditi.

Luluke 3/04/25 05:31 - 757 commenti

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Tredicenne di famiglia middle class inglese arrestato all'alba di un giorno qualsiasi con l'accusa di omicidio. L'avvio shock sul piano narrativo ci catapulta quindi in una situazione estrema della delinquenza minorile di oggi. Per poi affrontarla da diversi punti di vista: degli investigatori, della scuola, dello psicologo, della famiglia del giovane assassino. Eccellenti fattura tecnica e interpretazioni in piano sequenza, ma sensazione che alla fine prevalga la necessità di schierarci pro o contro il padre. E che con tagli di parti ridondanti se ne poteva trarre un film migliore.
MEMORABILE: La spiegazione del figlio dell'investigatore al padre sul significato delle emoji, di "incel" e dell'80/20.

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Pinhead80 8/04/25 10:05 - 5411 commenti

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Quattro piano sequenza per altrettanti episodi che raccontano la storia di un ragazzino di tredici anni accusato di aver ucciso in maniera feroce una coetanea. Non si ha un attimo di tregua sin dalle primissime battute, con l'irruzione in casa del bambino da parte delle forze dell'ordine alle prime luci dell'alba. Il ritmo è serratissimo e lo sviluppo della vicenda trascina in un abisso di violenza e disperazione senza fine. Ottima l'interpretazione di tutto il cast, a partire dal giovanissimo Owen Cooper nei panni del figlio e di Stephen Graham in quelli del padre. Da brividi.
MEMORABILE: L'irruzione in casa; L'interrogatorio; Il colloquio con la psicologa; Il pianto del padre.

Kinodrop 8/04/25 19:56 - 3381 commenti

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Il titolo lasciava intravedere la messa a fuoco dei problemi e i disagi degli adolescenti del nostro tempo compressi tra la famiglia e la pseudo libertà fornita dalla comunità e dai social, in realtà solo il primo episodio è coerente con le aspettative e via via il caso individuale vince sull'aspetto sociologico ed etico, per cui il dilemma si restringe tra il giovanissimo accusato e i ripensamenti e le reciproche diffidenze in seno alla famiglia. Apprezzabili, invece, le prove attoriali e qualche bel piano sequenza efficace, specie nel primo episodio. Un po' troppa retorica.

Marmotta 12/04/25 12:01 - 182 commenti

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Come in Bully: il blitz scoperchia il vaso di Pandora. Cura l'iperrealismo (presunto, l'estetizzazione è forte) del quotidiano, come nel dramma giovanile dell'inquietudine (Wij, Sestri, May el-Toukhy) o nello psicodramma americano (Mass). Buon impiego del piano sequenza (altrove però con altro spessore, Victoria), ottimi attori. Ha il merito di presentare l'aberrazione di un periodo storico e della vita: l'adolescenza come l'infanzia di Playground. Rassicurazione per la massa, middlebrow da posts e articoli (con dettagli di forzata inclusività), passato per rivelazione sconvolgente.
MEMORABILE: "Perché nelle scuole c'è sempre questa puzza? Sembra un mix di vomito, cavoli e masturbazione. È orribile".

Cotola 12/04/25 19:12 - 9516 commenti

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L'inizio è di quelli che colpiscono forte e duro, senza dare spiegazioni. Col passare dei minuti le cose iniziano a chiarirsi ma la sensazione di shock e di malessere non scema, anzi. Gli episodi sono solo quattro, ciascuno dei quali ha la sua specificità, ma mettono sul tavolo molte questioni e suscitano, con grande merito, dubbi e riflessioni. Ritmi altalenanti ma le emozioni sono sempre palpitanti. Eccellente la prova dell'intero cast, ottimamente diretto. Regia virtuosistica sicuramente bella da vedere, ma non si sa fino a che punto sempre funzionale al narrato.

Herrkinski 14/04/25 14:57 - 8705 commenti

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Chi non si è accorto del disagio e della violenza insita in tanti giovanissimi è vissuto sotto un sasso per gli scorsi vent'anni (almeno) o non ha visto nessun film di Van Sant o Clark; detto questo, la miniserie non inventa o rivela nulla di nuovo, ma propone uno stile iperrealista con piani sequenza che durano per l'intero episodio e dialoghi ficcanti. A convincere sono soprattutto le prove del cast, su tutti l'esordiente Cooper e Graham, davvero straordinario (ma lo sapevamo già); la ost a hoc sottolinea le atmosfere rarefatte e dolorose. Non una rivelazione, ma un buon prodotto.
MEMORABILE: Il quarto episodio.

Diamond 16/04/25 09:11 - 662 commenti

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Serie tv inglese che superficialmente sembra trattare il tema del bullismo nel periodo adolescenziale ma che in realtà indaga anche e soprattutto sul mondo degli adulti. Il perno sono infatti i rapporti genitori/figli (così come sottolineato anche dalle domande della psicologa) ma narrativamente in realtà non racconta nulla di nuovo. Lo fa però con uno stile immersivo e iper-realista contraddistinto da quattro lunghi piano sequenza registicamente esaltanti ma non sempre funzionali alla narrazione. Eccellente cast con un impressionante Graham. Finale di rara intensità.
MEMORABILE: Il drone che dalla scuola va al parcheggio mentre Graham porta i fiori; Il finale; Graham.

Redeyes 22/04/25 08:42 - 2491 commenti

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Adolescenza Vansantiana ma estremamente prossima a tutti noi in questa miniserie che ha il potere di disturbare e prendere vigore con il suo depositarsi dentro di noi. Il dietro le quinte del rapporto fra adolescenti e fra questi e le famiglie è un pugno allo stomaco che difficilmente cambierà le interazioni dello spettatore ma sicuramente potrà aprire una breccia. In un mondo di rapporti poco genitoriali e molto amichevoli esplode la superficialità delle confidenze intra moenia. Il cast, su tutti uno splendido Graham, è impeccabile. La scena finale in camerina smorza il respiro.
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