Un remake tutto considerato soddisfacente, anche se la selvaggia e brutale carica dell'originale di Craven viene stemperata da un compiacimento poco adeguato, decisamente fuori luogo per un film in cui l'attenzione - per la riuscita dello stesso - dovrebbe essere concentrata soprattutto sull’immediatezza, la semplicità. Craven lo sapeva, e il primo LAST HOUSE ON THE LEFT era davvero un film senza fronzoli, rozzo quanto efficace. Qui invece, pur non rinunciando alle necessarie efferatezze, tutto è più laccato, anestetizzato e rientra...Leggi tutto in quella nuova corrente horror americana che vede il genere come terreno fertile in cui lasciare ai registi la possibilità di sfogare il proprio talento visivo. Ad ogni modo non si possono negare a questo remake l'efficacia, un’ottima gestione della tensione nella seconda parte (quella della "revenge", dopo che il "rape" era stato affrontato più anonimamente), una discreta resa del cast (per quanto manchi un personaggio "forte" quanto quello a cui diede vita in modo indimenticabile David Hess). Qualche riserva sulla sceneggiatura e i dialoghi (non certo esaltanti), ma iI soggetto - scarno a dir poco - non offriva molto spazio a gran voli pindarici. Si poteva studiare meglio la prima parte, soprattutto nella fase che precede l'assalto nel bosco. Particolare la cura riposta nella resa degli incidenti stradali, evidentemente una fissa del regista.
La middle-class americana come specchio dell'illogica reazione (la guerra) voluta da Bush? L'ultima casa a sinistra, versione 2009, supera per brutalità psicologica (ma pure fisica: lame che penetrano corpi, pallottole nella faccia, teste nel forno a microonde) quella del buon vecchio Craven. Qui i poliziotti, simbolo dell'ironia nel film di riferimento, vengono trucidati nel teso e spettacolare incipit. Pure la storia, fedele ma con qualche trovata (su Mari, che meglio è non svelare), si lascia seguire d'un fiato. Siamo oltre gli anni '70 e pure oltre i '90: oggi "Beautiful meets Leatherface"!
MEMORABILE: L'operazione improvvisata al naso; uno dei killer sfigurato nel tritarifiuti e definitivamente eliminato con un martello!
Pur non aggiungendo nulla alla storia del cinema, un film che riesce nel suo intento ansiogeno. Non tanto nel pur spiacevole segmento Rape quanto nella brutalità dell'escrescenza Revenge (vedere l'ultima, agghiacciante sequenza). Due famiglie, a loro modo speculari, si affrontano in una battaglia brutale e sconsiderata, scaturita dalle malefatte dei villains ma perpetrata anche e soprattutto dai buoni (e qui il film assume una forte connotazione metaforica). Bello truce l'incipit tarantiniano, costruito con dialoghi lucidi nella loro ovvia mediocrità.
And the road of remake leads to nowhere: e potrei fermarmi qui, tanto il film è un inutilissimo nulla di (ri)fatto. E quasi quasi mi fermo qui. Tanto anche il film lo fa, e di chilometri: davanti al capostipite (non basta svecchiarlo superficialmente di due-tre elementi formali e sostanziali per andare dignitosamente in pari o superare il maestro), davanti all'eccesso (arriva tardi e anche spompato dopo l'indigestione di torture-porn che ci è toccato incassare) e davanti al cinema mostra un'inettitudine che ha pochi eguali. Finirà straight-to, e nessuno lo piangerà.
Purtroppo ho visto questo film perché dovevo passare una bella serata. Non vale i soldi del biglietto. È un'offesa a Craven e a chi l'ha scritto. Pur avendo delle buone intenzioni, questo remake si fa odiare per un'ipocrisia che nel "vecchio" era assente. Scene splatter ce ne sono e sono l'unica cosa che tiene svegli...
Uno dei rarissimi casi in cui il remake supera il prototipo. Rimossa l'ironia di fondo e inasprita la dose di violenza, questo rifacimento del classico "rape & revenge" di Craven è un gran bel film. Le lievi variazioni nella storia riescono a migliorare alcuni punti deboli dell'originale e gli interpreti (pressoché sconosciuti) se la cavano bene. Non viene risparmiato nulla allo sventurato spettatore: tra stupri, brutalità assortite e omicidi sanguinosi il film farà la gioia dei fruitori più estremi. Gli altri lo troveranno volgare.
Violento e inutile rifacimento del film di Craven che al reazionarismo e ravanchismo dell'originale aggiunge e in parte sostituisce una massiccia dose di ipocrisia. Varie le novità che nulla aggiungono ma anzi peggiorano la situazione. Peccato perché nel finale, ultima scena a parte, riesce anche a funzionare abbastanza come film di genere creando, a tratti, una buona tensione.
In questo millennio pieno di Enigmisti malati che insegnano che la vita è santa, fantocci assassini, fantasmi, videocassette, cellulari assassini & inettitudini simili c'è ancora un piccolo posto (in questo caso l'homevideo) per i remake dignitosi. In questa, purtroppo piccola, nicchia di film tra gli ultimi Venerdì 13, Non Aprite Quella Porta e Nightmare (2010) c'è anche "L'ultima casa a sinistra", remake del classicissimo di Craven. Sceneggiatura e splatter si fondono grazie ad una fotografia e ad alcune scenografie ottime. Da vedere più volte.
MEMORABILE: L'incipit con la sigla nel bosco e i poliziotti "Porkys", il finale, Sweet Child of Mine del trailer.
Niente affatto male, questo remake del classico/cult del rape & revenge di Craven (qui in veste di produttore). La sceneggiatura dell'originale è rimaneggiata solo in pochissimi passaggi (vengono eliminati i momenti pseudo-comici) e tutto è spinto sul lato della violenza. In questo senso il film non lesina colpi bassi e brutalità assortite e lascia il segno. Gli interpreti se la cavano, anche se i cattivi avrebbero meritato un pizzico in più di caratterizzazione. Ad ogni modo, buono.
Volevo vedere Craven e mi sono ritrovato in Iliadis col suo remake. Mi baserò sulle impressioni ricevute, non avendo visto l'originale. Rape and revenge riuscito, con attori sconosciuti tuttavia bravissimi ognuno nel proprio ruolo, regia solida, sceneggiatura che rimaneggia l'originale e lo traspone ai giorni nostri con successo, dialoghi non stupidi (a differenza della media dei film di genere), bella la fotografia (il che non guasta), alcune scene splatter di grande impatto. Prodotto complessivamente buono, un buon film, consigliato.
Remake, poco Rape e molto Revenge, dell'omonimo cult realizzato nel 1972 da Wes Craven, il film del greco Dennis Iliadis è un'onesta pellicola senza infamia e senza lode. Lungometraggio che dovrebbe ridare nuova linfa al genere "Rape &revenge" (infatti è già in cantiere il remake di Non Violentate Jennifer), il rifacimento de L'ultima a casa a sinistra preferisce concentrarsi sulla più moralmente accettabile vendetta rispetto alla violenza sessuale che ha sempre caratterizzato tale riprorevole (sotto) genere. Più inutile che brutto.
Aggiornare ai tempi di oggi il clima dei mitici settanta è impossibile. Qui si assiste ad una grande mattanza, che non ci fa inorridire più di tanto. Il film, la cui storia anche nel capostipite non era davvero originale, è una cavalcata del gore moderno, siamo dalle parti di Captivity per intendersi. Per fortuna che però c'è un po' di adrenalina e anche se si assiste alla fine delle speranze che in un horror moderno si possa avere coerenza, visto che a volte il film va su territori improbabili, ci si diverte abbastanza. Hess e soci erano meglio però.
MEMORABILE: Monica Potter, è una delle attrici pù belle eppure non si vede quasi mai: non sarà intensa ma è veramente una bomba!
L'originale di Craven è un film a mio parere sopravvalutato, anche se ha avuto un'importanza storica innegabile come paradigma del filone rape & revenge. Questo rifacimento mescola un po' le carte e in una certa misura ammorbidisce gli aspetti più malati e disturbanti del capostipite, Scomparsa l'atmosfera "seventies", resta un lavoro senza infamia e senza lode, con qualche sequenza riuscita e qualche "buonismo" di troppo rispetto alla sceneggiatura originaria. Il finale, a dir la verità, è bizzarro e contraddittorio.
Classico esempio di remake intelligente, che innova e per certi versi migliora il pur valido ma datato originale. Colpisce la regia simile a quella di Funny games, la tensione sempre presente dai primissimi fotogrammi, la cupa fotografia e ovviamente la sceneggiatura alla Eden lake. La extreme extended edition è notevole. Co-prodotta da Sean Cunningham (Venerdi 13) una pellicola valida e non anonima come molti remake.
Lo stratagemma impiegato da Iliadis per il suo lussuoso e ben curato remake è ingegnoso quanto ingenuo: basare il livello di estremismo non più sulla violenza psicologica (difficilmente digeribile nell'originale di Craven) ma su quella splatter da tipico torture-porn del nuovo millennio. Un giochetto adattissimo ad infinocchiare le anime pie, ovviando all'impossibilità di ripercorrere certi tracciati oltraggiosi irripetibili (quelli degli anarchici anni '70) tramite l'innalzamento del gore ai massimi livelli. Lo spettatore medio si sazia ma le pancine più scafate e robuste continuano a brontolare.
MEMORABILE: L'inaspettata sequenza finale, davvero ultra-sadica ed iper-gratuita.
Se anche l'originale è invecchiato molto male, almeno in qualcosa all'epoca dell'uscita nelle sale era innovativo. Qui invece c'è poco che colpiscea veramente. Segue fedelmente i canoni del thriller contemporaneo senza offrire nulla di nuovo. Sorvolando sul livello medio basso della recitazione, la sceneggiatura funziona bene. Esteticamente è un po' squilibrato, tra la fotografia quasi patinata di alcune scene e lo splatter di altre. Abbastanza diverso nello sviluppo della vicenda è più un'opera a sè che non un remake. Una visione la merita.
MEMORABILE: La fuga nel lago; l'inverosimile fine.
Assieme a Nightmare e Le colline hanno gli occhi, uno dei rari remake che non offendono gli originali. A tratti meno ironico, a tratti più feroce (la violenza carnale, assai più lunga e cruda di quella originale, o la vendetta dei genitori, molto più spietata). Non esente da difetti però: Dillahunt, per quanto bravo, non riesce ad essere luciferino e animalesco quanto l'indimenticabile Hess e talvolta il film è edulcorato rispetto all'originale (la vendetta tramite fellatio ad esempio, non viene riproposta). Non male, malgrado tutto.
MEMORABILE: Mary supplica Justin mentre viene stuprata da Krug.
Persa la sorpresa dell'illustre predecessore, sarebbe stato necessario concentrarsi sugli aspetti più crudi e brutali, senza andare tanto per il sottile (la censura avrebbe punito comunque). E invece manca un po' tutto (dov'è la motosega?), i personaggi sono scialbi, senza cattiveria, ed il finale è da cancellare. Insomma, una dose di violenza che ti scorre giù liscia come un bicchier d'acqua. Molto meglio il Craven originale.
Non amo troppo i thriller sanguinolenti (non ho mai considerato horror un film dove non c'è nulla di soprannaturale) dove la violenza e il disagio non vengono mai diluite da parentesi umoristiche o da cose rasserenanti perché a mio parere ci vuole un giusto mix... Passabile questo film (non ho visto l'originale, sia chiaro) scene forti ce ne sono ma gli attori non offrono una grande prova, non sembrano molto convinti. Nonostante non sia un film da disprezzare si poteva fare di meglio
Remake ottimamente girato che sfrutta molto bene gli effetti in HD: le ferite, la pelle sporca di fango e umida... tutto fatto alla perfezione e, malgrado la storia sia già vista, riesce a creare molta suspence; in più sembra essere un conflitto di due famiglie, quindi un riadattamento che vale la pena di vedere, come altri prodotti dallo stesso Wes Craven. Alcune violenze mi sembrano inserite a caso, mentre altre sequenze sono straordinarie (la più riuscita è quella dell'ombra che esce dall'acqua nella notte di tempesta).
Discretamente credibile e violenza meno fine a se stessa che in altri film, sebbene l'ultima scena mi abbia fatto morire dal ridere. Almeno questi sono tre ergastolani o quantomeno aspiranti tali, ma a parte la nuotata con tiro al piccione, le cure mediche da battagia e la manipolazione del setto nasale c'è ben poco. Quasi meglio il 164° episodio di Jason contro Mandingo, anche se non esiste!
L'epos della vittima che si fa carnefice già ce lo aveva raccontato, con ben altra impetuosa foga, il vecchio Bloody Sam: di Craven non so perché non ho mai visto l'originale. Comunque questo remake si fa gustare perché la tensione è costruita in maniera alquanto riuscita e si fa palpabile mentre lo splatter è abbastanza funzionale al racconto (tranne l'ultima scena che non si capisce a cosa serva). Nella media il lavoro degli attori, anzi per questo genere di film la sceneggiatura è quasi di lusso perché solida e compatta, senza fronzoli. Non male.
Remake abbastanza mediocre dell'opera prima di Wes Craven. Il film parte bene e lascia presagire la possibilità di trovarsi davanti un ottimo thriller. Presto però si cade nello scontato e, nonostante l'impegno di alcuni attori (su tutti il capo banda e il padre della giovane) si arriva alla fine giusto grazie alle scene di lotta. Nulla di eccezionale.
Non avendo visto l'originale non posso fare confronti. Nauseato dal rape, inutilmente lungo, ho apprezzato il revenge, che è nato e cresciuto in me nel corso del film. Ho gustato molto l'atmosfera che si respira nella casa quando i "buoni" hanno ormai preso consapevolezza della presenza e vicinanza dei "cattivi". Nel complesso un buon film, che consiglio.
MEMORABILE: L'uso degli elettrodomestici: tritarifiuti e microonde.
Un remake tecnicamente corretto e ben fatto, anche più dell'originale, ma il contenuto è lontano anni luce dalla sporcizia e dal degrado del film di Craven. C'è una timidezza insopportabile quando si tratta di violenza carnale nel cinema americano recente, quando invece nei '70 sbattevano in faccia al pubblico nudi integrali a iosa. In un rape and revenge questo è un grave difetto. Se non si può osare sul sesso, si osa sul gore e il sangue scorre a fiumi. Attori troppo belli, tutto troppo "pulitino". Un horror decente come se ne vedono tanti.
MEMORABILE: Gli omicidi spesso violentissimi, degni di una deriva del torture porn.
Remake all'altezza, con veste rinnovata, un'ottima fotografia e "aggiustamenti" personali della regia che non deludono. Siamo sul revenge-thriller ad alta tensione (talmente fitta da potersi affettare) che però non rinuncia a punte di brutalità o addirittura splatter efferato e un po' scalibrato (il finale). Cambi di atmosfera e ambiente ben curati e riusciti (la foresta, il lago, la pioggia torrenziale, il temporale), interpreti sicuramente all'altezza per una sceneggiatura equilibrata e senza troppi fronzoli. Molto nervoso e godibile.
Ottimo remake del cult anni 70 di Wes Craven che vede il ritorno dello stesso non come regista ma come produttore. Uno dei rari casi in cui il remake è non migliore ma almeno equivalente all'originale. La trama è più o meno la stessa ma sono stati apportati un po' di cambiamenti giusto per rendere più appetibile al pubblico di oggi la storia. Chi sperava in un qualcosa di molto violento non resterà deluso in quanto le scene forti non mancano. Per amanti del genere.
Girata con un certo mestiere, questa pellicola alla fine offre ciò che promette, ovvero violenza, naturalmente gratuita e un po' di suspense, soprattutto nell'ultima parte. Certo, come remake non offre quasi nulla di nuovo, a parte lo svecchiamento e, negli ultimi minuti, la gara tra buoni e cattivi a chi è più violento. Comunque, il giusto minutaggio permette allo spettatore di non perdere troppo interesse nei momenti di stasi prima dell'esplosione di violenza. Non male dopotutto.
MEMORABILE: Il ciondolo rivelatore; Seppur ferita mena di brutto; Tritarifiuti e martellata; "Ti farà "bene".
Qui non è la casa a essere “sinistra”, bensì le persone che ci andranno. Il gruppo di sociopatici è formato da attori credibili, tutti al posto giusto. La vicenda è risaputa, trattata in modo “moderno” e con un finale troppo lungo e troppo “action”. I momenti forti ci sono, ma lo spirito iper-oltraggioso e super provocatorio del cinema anni 70 è il grande assente. Il “disturbante” è limitato a poche scene nella prima parte, poi si passa alla violenza, sostenuta ma “consueta”, della cinematografia contemporanea del “thriller-dramma” del tipo, una volta, denominato “rape & revenge”.
Per quanto realizzato con le tecniche di oggi e interpreti più adeguati per capacità recitative e nonostante la presenza dello stesso Craven alla produzione, è un remake che fallisce dal punto di vista narrativo. Perché decontestualizzato dal clima culturale dei primi anni '70, in cui la libertà di costumi portava giovani donne a essere facili prede di stupratori e killer. Si riduce a una storia con presupposti e sviluppo forzati, arricchita solo di momenti splatter. D'altra parte la figlia dei padroni della casa neppure è morta: più guest movie che revenge, insomma.
Un remake che lascia un po' di amaro in bocca in quanto sì violento e intrattenente, ma privo dell'alone "sporco" e contemporaneamente tragicomico che caratterizzava l'originale (nel quale le perversioni iniziali erano più esplicite e i responsabili meglio tratteggiati). Lo sviluppo si fa paradossale; sotto certi aspetti sembra infatti si sia cercato di indorare una pillola che sarebbe stato meglio non toccare (sopravvive più gente e non se ne capisce il perché) e, per contrappasso, la vendetta conclusiva appare talvolta sproporzionata (vedasi il microonde). "Solamente" onesto.
MEMORABILE: Tritarifiuti più martello; Il microonde, paradossalmente gratuito.
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Fauno ebbe a scrivere:
Quasi meglio il 164° episodio di Jason contro Mandingo, anche se non esiste!
Sai che come ideuzza grindhouse da sviluppare non sarebbe affatto male...?
Sarebbe uno scontro titanico all'arma dura: Jason col suo enorme machete affilato e Mandingo col suo enorm... No, forse ripensandoci non è affatto una buona idea :D
Se l'ho fatto arrivare al 164° episodio si vede che Mandingo si sarà attrezzato bene, ma mi è venuta spontanea come battuta visto che la scena del forno al micronde che gli fa scoppiare la faccia mi ha fatto solo ridere...Interessante invece il drenaggio toracico, che riducendo il liquido siero-emorragico nel torace permette quantomeno una migliore respirazione. Infatti un mezzo pallino in più gliel'ho dato, mentre Funny Games R non ha davvero niente da salvare. FAUNO.
Si sa che versione è? Ho letto che al cinema ha avuto problemi per il V.C previsto VM 18.
Per la verità non ho capito nemmeno se è uscito al cinema.
Il dvd, a quanto si vede in figura (chiedo a chi l'ha comprato), non presenterebbe un visto censura cinematografico ma solo un consiglio per la visione.
Questo fatto dovrebbe indicare che il film è privo di visto censura e quindi non è uscito al cinema.
Trivex ebbe a dire: Vedo che stasera lo trasmettono.
Si sa che versione è? Ho letto che al cinema ha avuto problemi per il V.C previsto VM 18.
Per la verità non ho capito nemmeno se è uscito al cinema.
Il dvd, a quanto si vede in figura (chiedo a chi l'ha comprato), non presenterebbe un visto censura cinematografico ma solo un consiglio per la visione.
Questo fatto dovrebbe indicare che il film è privo di visto censura e quindi non è uscito al cinema.
Grazie
No, al cinema, da noi, non e uscito ma editato direttamente in home video (comunque, sul retro cover del dvd, se ne consiglia la visione ai minori di 18 anni, sprovvisto di visto censura, in quanto opera audiovisiva non destinata alla sala cinematografica)