Agli albori della seconda guerra mondiale, incontro fra lui wasp ricco e bello e lei ebrea bruttoccia e comunista: è amore. La loro storia che si intreccia con la Storia, per 15 anni. Clamoroso melò di Pollack, con tutti gli ingredienti per il successo, che infatti fu enorme. Sicuramente invecchiato, eppure praticamente perfetto nel suo genere. Mitica la canzone "Hamlisch" (Oscar). Il sobrio finale potrebbe commuovere anche chi ha sadicamente sghignazzato su Love story, ma rimane il dubbio su come ci si possa innamorare della Streisand.
Parziale delusione. Da un film di Pollack targato 1973 mi sarei aspettato di più, invece ci troviamo di fronte ad un melò abbastanza scontato che mischia la storia dei due protagonisti con quella degli USA senza però risultare abbastanza incisivo su quest'ultimo fronte. La regia di Pollack è buona, così l'interpretazione di tutti gli attori, anche se personalmente faccio molta fatica a digerire la Streisand. In Italia Scola ha fatto un'operazione analoga con C'eravamo tanto amati ma con risultati decisamente migliori.
Per vederlo mi sono armato di santa pazienza (non è il mio genere)... Film buono soprattutto nell'azzeccato e non superficiale intreccio fra storia di una coppia eterogenea su tutti i fronti e storia degli USA. Film che deve molto alla Streisand, attrice che può piacere soprattutto alle donne (e che invece a me non dice nulla). Redford non si applica molto, ma la sua sola presenza è una garanzia. Storia d'amore non scontata, difficile e con un finale malinconico ma azzeccato.
Film in cui la nostalgia è il sentimento caratterizzante, ora sottile ora fortemente prevaricante ed in cui la storia sentimentale è strettamente intrecciata (caso atipico per un film americano) con il sentimento politico, anche se questo non viene mai veramente approfondito. L'interpretazione della Streisand è decisamente prevaricante su quella di Redford (che non sembra molto "partecipata"). Bella la regia; buone la fotografia "vintage" e le musiche (con il celebre tema "Memories").
Sopravalutato. I migliori risulati di Sydney Pollack sono da cercarsi altrove. La coppia Redford-Streisand è abbastanza affiatata (e quanto a bravura i due si equivalgono), ma la regia non sempre offre guizzi degni. Malinconico, ma eccessivamente tedioso in alcuni punti. Non totalmente disprezzabile, ma c'e di meglio.
Film romantico per eccellenza, Pollack è riuscito a raccontare una storia d'amore in maniera sensibile e realistica, costruendo due personaggi perfettamente caratterizzati che nel rappresentare due mondi e due ideologie opposte ci permettono di gettare uno sguardo sulla Hollywood e sull'america degli anni 40 e 50. Ma il valore aggiunto del film è la chimica straordinaria che si percepisce fra Redford e la Streisand. La colonna sonora (e la canzone) sono da allora inno ufficiale di qualsiasi operazione nostalgia.
Con due protagonisti efficaci, un avvio dinamico e dialoghi movimentati il film mescola sentimenti e tematiche politiche delineando la nascita di un amore concreto e non da romanzo nel quale emergono diversi contrasti di coppia; ma andando avanti inizia ad essere dispersivo e alla fine non tutto risulta organico alla vicenda. Barbra Streisand è convincente e, come Liza Minnelli in Cabaret, si dimostra una "bellissima bruttina". Indovinata la colonna sonora, con la bella canzone "The way we were".
MEMORABILE: "La vita è troppo seria per prenderla seriamente".
Buon cinema classico anni 70, tecnicamente eccellente (bellissima la fotografia, con il colore rosso insegue la Streisand per tutto il film) e ottimamente recitato (pure dalla Streisand, che generalmente non amo, anche le brevi ma folgoranti apparizioni della divina Lois Chiles la fanno scomparire), permeato di un romanticismo che si fa tangibile solo quando realmente sofferto, ovvero solo nella scena finale. Il resto è un piacere per gli occhi e per l'intelligenza, ma in quanto a emozioni si resta ancorati a un livello "hollywoodiano". Buono.
Non mi sembra invecchiare bene questo dramma a cavallo tra il politico e il sentimentale, poco credibile in entrambi i casi. Difficile anche capire cosa voglia mettere in primo piano Pollack: la storia d'amore sembra prevalere, ma sembra anche una scusa per parlare di come era visto il comunismo nella libera America in quegli anni, prima sulla costa est e poi su quella ovest, dove la mecca del cinema era sotto pressione proprio per quel motivo. Forse la brava Streisand è stata imposta, ma ci sono anche altre esigenze che il cinema impone.
Film di ottima fattura, con due attori superlativi come Redford e la Streisand al loro massimo splendore, che racconta la travagliata storia d’amore nell’arco di trent’anni tra un belloccio benestante, ambizioso e opportunista, e una brillante progressista, impegnata politicamente e allergica alla mondanità. Il romanticismo è fortunatamente stemperato dalle tematiche politiche e sociali e dall’evoluzione del contesto storico che fanno da sfondo, ma è il ritmo a essere carente.
Due caratteri diametralmente opposti si amano sullo sfondo dell'America degli anni Trenta e Quaranta. Deludente sia sul versante privato-sentimentale data l'improbabile alchimia tra i due protagonisti, che su quello pubblico-politico con eventi storici appena accennati e piuttosto didascalici (sul tema del maccartismo è preferibile di gran lunga Il prestanome). Improbabile Redford nei panni del giovane studente, Streisand antipatica come sempre. Breve apparizione di un giovane James Wood. L'unica delusione tra i Pollack dei primi anni Settanta.
MEMORABILE: Il malinconico tema musicale di "The Way We Were"; "Tu non molli mai"; "La vita è troppo seria per essere presa seriamente".
Gran bella storia d'amore quella fra la Streisand e Redford, leggibile anche come una riflessione sul declino degli ideali (politici e non solo), soffocati dai compromessi man mano che si entra a far parte del mondo; raggiungere un'illusoria felicità sacrificando la propria natura è una contraddizione in termini. Il contesto storico (il maccartismo) è il guscio perfetto per questa piccola perla. Molti i dialoghi memorabili, bella e nota la colonna sonora, finale indovinatissimo. Qualche lentezza di troppo si fa sentire, ma l'insieme merita.
MEMORABILE: Il discorso della Streisand davanti agli studenti; La prima volta "inconsapevole" fra la Streisand e Redford; Il tenero finale.
Dagli anni 30 fino agli anni 60, la storia d'amore travagliata tra un uomo WASP bello, conservatore e incline ai compromessi ed una donna ebrea meno bella, impegnata in battaglie progressiste e intransigente sui propri principi... Titolo di successo, tra i più citati quando si parla di nostalgia al cinema, forse sopravvalutato ma più interessante rispetto a altri film sentimentali diretti da Pollack. Redford qui è al top del fascino, ma nel confronto attoriale la spunta Streisand, che mette a frutto la tendenza a strafare per meglio caratterizzare il suo personaggio.
MEMORABILE: "Non credo che verrò" - "Lo so" e lei sfiora appena i capelli di lui.
Un cult movie degli anni '70: negli anni '40 del New Deal di Roosevelt una ragazza socialista, studiosa e impegnata, incontra all'università un ragazzo sportivo di bell'aspetto, nasce una romantica storia d'amore che è anche una emozionante carrellata per gli spettatori in decenni di storia americana. Bravissimi Barbra Streisand e Robert Redford, ottimi i costumi e la scenografia, famosa la colonna sonora con la canzone "The Way We Were". La villa sul mare è una delle location più belle mai viste al cinema.
Storia d'amore, dalle origini al tramonto, fra uomo bellissimo (Redford all'apice del fascino) e donna carismatica in grado di conquistarne per sempre il cuore, dalla bellezza non perfetta ma il cui fascino consiste nella forza di carattere. Scontro fra due mondi, quello del benessere raggiunto e quello dell'idealismo a tutti i costi. Al di là dell'ambientazione storica (USA all'epoca del maccartismo) è un apologo sul prezzo da pagare per la rinuncia ai propri sogni in favore di necessari compromessi e una riflessione sull'eterno conflitto dei due opposti che si attraggono.
MEMORABILE: La vita è troppo seria per essere presa sul serio.
Inferiore alle aspettative, alla fine narra la storia di una "sottona" per un belloccio con un approccio alla vita completamente diverso dal suo; la confezione e la prestazione degli attori non si discutono, la Streisand compensa con la volontà i suoi canoni estetici diversi dalla "massa" e Redford si conferma campione di "piacioneria" ma entrambi sono poco plausibili come studenti universitari e in generale tutto rimane in superficie, laccato come le unghie della nostra eroina, che vuole cambiare il mondo e il compagno. Solo per romantici disperati.
Comunista pacifista e scrittore conservatore si innamorano. Commedia sentimentale con forti connotazioni politiche che si snoda lungo vent'anni di vita americana. Gli argomenti importanti si sprecano: si parla di guerre mondiali, disordini razziali, maccartismo e Vietnam, ma ogni volta viene fatta prevalere la relazione d'amore. Ultima parte fin troppo stucchevole, tenuto conto di una nascita. Probabile la scelta della produzione di dare ampio respiro alla vicenda, e di favorire il botteghino. La Streisand domina la scena, Redford fa da spalla.
MEMORABILE: La morte di Roosevelt; La microspia dietro al quadro; La comunicazione della gravidanza.
Gran bella pellicola a cui va riconosciuto il merito di aver saputo raccontare una storia d’amore con profondità e coraggio. La scelta di dare ampio spazio a precisi accadimenti storici trova la giusta collocazione nelle scelte sentimentali dei protagonisti e dona quello spessore di cui si sente la presenza. Nonostante qualche momento di stanca, vale la pena aspettare le vette che è in grado di raggiungere, anche quando è la malinconia a farla da padrona. Impossibile non citare l’interpretazione di Barbra Streisand in “The Way We Were”, davvero superlativa e assai toccante.
Lui è un cadetto, aspirante scrittore. Lei è una scrittrice, aspirante attivista. Lui le insegna che non si può sempre combattere. Lei gli insegna che ogni occasione è giusta per farlo. Credere e (è) sognare. Fuggire il reale per stare al mondo. Siamo Katie e siamo Hubbel, coerenti alla nostra natura e inadeguati. Complementari e inconciliabili. Passano trent'anni di storia, dal Secondo Conflitto Mondiale, al maccartismo, fino alla guerra fredda, senza un vincitore. Nemmeno l'amore, o lui soltanto. Cinema d'altri tempi, nato l'altro ieri.
Stravagante e perciò paradigmatico caso di opera capace di imporsi ai suoi autori (Pollack regista e Laurents sceneggiatore) a causa degli spettatori e del suo successo. Che il film sia "fallato" e incongruente è plateale, quasi quanto i tagli draconiani che ne sincopano il ritmo. Tuttavia sul serio amor omnia vincit, con quel senso di fatalismo che non ha mai nulla però di definitivamente funereo come la nostalgia che avvolge l'idealismo indefettibile di Katie/Streisand e la bellezza di Hubbels/Redford. Nulla si può cambiare: mondo, cinema, ma nemmeno lo struggimento per sé stessi.
MEMORABILE: The way we were.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi & Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 21 gennaio 1985) di Come eravamo:
Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film:
HomevideoRocchiola • 1/03/18 15:59 Call center Davinotti - 1318 interventi
Bluray di ottimo livello, ma il film è uno dei meno interessanti del Pollack di quegli anni. Sarebbe stato meglio avere in BD altre opere di questo regista come ad esempio Corvo Rosso e Yakuza !!!!
DiscussioneGugly • 19/02/23 23:27 Archivista in seconda - 4712 interventi
Vedendo il film mi sono ricordata di un articolo di poche settimane fa su retroscena del set, a quanto pare le dinamiche cinematografiche a cui assistiamo non sono molto diverse tra quanto sarebbe successo davvero tra Redford e la Streisand come riportato a questo link.
"Redford inizialmente non voleva impegnarsi con una donna che non considerava un'"attrice seria" e voleva "proteggersi", essendo un padre di quattro figli felicemente sposato.
La Streisand, invece, era "ipnotizzata" dalla bellezza fisica di Redford e voleva disperatamente fare sesso con lui.
Indossò persino un bikini per la loro scena di sesso, ma Redford raddoppiò le mutande e si assicurò che la scena fosse il meno esplicita possibile..."