Non è tua figlia - Film (2022)

Non è tua figlia
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Brutto thriller televisivo carente sotto quasi ogni punto di vista, a cominciare da un soggetto che – sfruttando un’idea già comunissima a troppi tv movie analoghi – non si evolve in nulla che possa offrire una lettura appena un po’ differente da quella che ci si aspetta. E facciamo pur finta di non vedere il solito prologo col solito criminale vestito di nero che entra nella casa delle sue probabili prossime vittime…

La storia vede subito il trio familiare più tipico di questi film (marito/moglie/figlia) impegnato a battere il nuovo record di “Ti voglio bene” “Anch’io” “Ti amo” in un concentrato di smancerie...Leggi tutto che si sublima nel faccia a faccia moglie/marito in cui lei lo guarda sdilinquendosi e partendo con un monologo sull’importanza del momento da far venire il latte alle ginocchia. Poco dopo finalmente si parte e scopriamo - via lettera anonima fatta avere privatamente al padre - che, come da titolo, May (Topper) non è sua figlia. Lui comincia a contattare altre persone, ma non ci vorrà molto a capire che dietro a quella frase qualcosa di vero c’è. Anzi, tutto, perché Bob (Briddell) ha la coda di paglia: sa benissimo che sua moglie Kathy (Willis) aveva partorito un bimbo morto. Lui, per non provocarle un altro trauma dopo che la poveretta già aveva dovuto sopportare un aborto, aveva prelevato la bimba di una donna non in grado di crescerla (Chesna) e l’aveva presentata a Kathy come la loro May.

Ora che la verità torna a galla Bob deve accollarsi responsabilità inattese, non avendo mai rivelato nulla della sostituzione né alla moglie né tantomeno alla figlia. Ma il rendez-vous non può tardare, e nemmeno la comparsa in scena di chi dal ricatto via lettera passerà alle vie di fatto. Si configura insomma una trama che vede contrapposta la famiglia in pieno delirio - dopo le confessioni di papà - a qualcuno che ha intenzione di procurarsi un bel po’ di quattrini a loro spese. Un minimo di tensione c’è, ma i personaggi sono decisamente deboli, di cartapesta, e se la svolta improvvisa degli eventi li trattiene per un po’ dallo scambiarsi sdolcinature reciproche, appena possibile riprenderanno.

L’assenza di colpi di scena, di qualcosa insomma che possa dare una forma in qualche modo minimamente autonoma al film non permette di sorvolare troppo sui difetti di altro tipo, come un cast lì a fare quel che deve senza aggiungervi niente di proprio. Non che da film del genere ci si aspetti molto di più, ma di fronte a una piattezza che al plot principale aggiunge giusto il fidanzato di lei e il cugino “hacker” che dà saggi consigli, c’è ben poco da aggiungere. Il villain di turno (una donna, visto che in fondo si tratta quasi sempre di film femminocentrici) presenta pesanti tracce di umorismo involontario, a completare un quadro da salvare appena per la professionalità con cui l’operazione è condotta dal regista Jeff Hare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/09/24 DAL DAVINOTTI
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