Bill Murray, nella parte dell'anziano padre, salta fuori dopo una ventina di minuti ma si capisce che è lui il personaggio centrale attorno al quale ruota il senso della storia. Sua figlia Laura (Jones) è semplicemente una delle tante mogli che sospettano dell'infedeltà del marito. Dean (Wayans) lavora in un'azienda in piena ascesa e presenzia a serate, convegni, riunioni fino a tardi. Naturale che al primo indizio sospetto, nello specifico un beauty case femminile trovato nella sua valigia dopo un viaggio, non possa che immaginarlo accanto a un'altra. Si sente trascurata, il regalo che lui le fa per il suo compleanno è un frullatore superaccessoriato e l'unica...Leggi tutto amica più che consolarla le parla incessantemente delle proprie avventure amorose e non. In questa situazione tutt'altro che rosea arriva allora papà, filibustiere che ha lasciato la madre di Laura per un'altra donna: al solo sentire che il marito di sua figlia le potrebbe essere infedele pensa inevitabilmmente al peggio e a scoprire se è vero o meno. Lei non vorrebbe (non usando certi metodi, almeno), ma lentamente si lascia coinvolgere nella caccia organizzata dall'eccentrico genitore, sempre vestito di tutto punto e pieno di charme. Nonostante si potesse spingere sul versante della commedia, Sofia Coppola sceglie la via più soft: non punta all'azione o alla pochade quanto piuttosto al film intimista, sentimentale senza mai essere mieloso, coltivando quello stile che ha in fondo sempre saputo gestire con una certa sapienza. Specialmente quando ha avuto tra le mani un attore capace anche con la sola espressività di alzare la componente ironica necessaria a salvarsi dalle paludi del melodramma sterile. Non si ride granché ma spesso si sorride, per quel gusto sopraffino di Murray nel caratterizzare certi personaggi, come è evidente in scene davvero ben concertate quali l'incontro coi poliziotti che lo fermano in auto per multarlo: la disinvoltura con cui gestisce il rapporto con l'agente è straordinaria e anima uno dei momenti più alti del film. Che invece quando deve lasciare la scena ai due coniugi non trova né la stessa verve né la capacità di staccarsi dalla medietà. Wayans, abituato a copioni ben più volgari e sguaiati, fa il suo senza potersi esprimere in ciò che meglio conosce e di conseguenza adeguandosi alla superficialità del personaggio, la Jones regge da protagonista o coprotagonista buona parte delle scene e s'immedesima bene nella sua Laura, sempre nel dubbio se il marito la tradisca o meno. Poco significativa la presenza delle due figlie della coppia (con prevedibile valanga di "Ti amo" sulle bocche di tutti), ma serve a descrivere con maggiore realismo e varietà il quotidiano della protagonista. Due intervalli musicali cantati da Murray paiono francamente troppi...
New York, Laura comincia ad avere sospetti sulla fedeltà del marito sempre impegnato con la nuova società e ogni minimo indizio sembra confermarli. Insieme al padre, un ricco mercante d'arte e dongiovanni a oltranza, si mettono a cercare prove inconfutabili. Commedia dal sapore classico e con un tocco di eleganza sofisticata nell'ambientazione, nei dialoghi e nella fluidità delle riprese, che conferma ancora una volta l'abilità e la maturità della regista. Grande merito della riuscita è indubbiamente dato anche dall'impeccabile prova di Murray e Jones. Scorre via che è un piacere.
MEMORABILE: La OST (Chet Baker, l'allusione mozartiana); L'appostamento in Giulietta spider e la "chiacchierata" col poliziotto; La gaffe dei due in Messico.
Di suocere impiccione ne abbiamo a bizzeffe, mentre più rari sono i suoceri che si mettono nel mezzo tra moglie e marito. Qui si tratta d un ricco farfallone bon viveur che si improvvisa detective quando la figlia gli confida i suoi dubbi sulla fedeltà del marito troppo preso dal lavoro. Commedia diretta da Sophia Coppola con una certa eleganza alleniana, non priva di punti deboli come una sceneggiatura un poco risaputa e la scarsa definizione della figura del marito, che risultano però ampiamente riscattati dalla presenza di Murray con la sua caratteristica vena ironica.
MEMORABILE: Fermato da due poliziotti per guida spericolata, Murray se la cava alla grande; All'asilo, la conoscente logorroica inarrestabile.
Commedia sofisticata, diretta con eleganza da Sofia Coppola. Lo spunto è quello di un presunto tradimento coniugale ma il cuore del film è il rapporto tra un padre ”ingombrante” e una figlia che ne ha sofferto assenze e mancanze. Duettano con grazia la brava RashIda Jones e l’ottimo (come sempre) Bill Murrray, vero motore pulsante della pellicola. Sullo sfondo una New York spettacolare, ripresa con classe da una bella fotografia. Un buon film penalizzato da un finale un po’ “monco”.
Moglie sospetta l'infedeltà del marito e lo spia. Partenza che cerca di essere una commedia sofisticata mentre invece assomiglia più a un film indipendente. Con l'entrata in scena di un suadente Murray sembra si possa passare quasi al comico tra spionaggi e congetture, ma in queste situazioni la piega vira invece sul sentimentale. Alla Coppola mancano i dialoghi in stile Woody Allen, una migliore fotografia di New York. Nel finale ci si aspetterebbe succedesse qualcosa, non una sbrodolata mielosa.
MEMORABILE: I complimenti di Murray alle donne; Murray che si fa spingere l'auto dai poliziotti.
Buona commedia della Coppola con un ritrovato Bill Murray nei panni del padre-padrone che controlla in modo asfissiante la relazione tra la figlia e il suo compagno. Ne emerge un prodotto di qualità che riesce a differenziarsi dalle classiche storie di banali intrighi sentimentali. Tutto è presentato con estremo garbo e racchiuso in un velo di malinconico paternalismo, fino a rivelare il vero tema della storia ossia il rapporto tra padre e figlia.
Una buona opera in cui la Coppola fa quello che sa fare meglio: raccontare storie quotidiane con un approccio personale che, seppur risaputo, si fa forte di una eleganza stilistica e di un garbo narrativo che fanno sempre piacere. Figlia di cotanto padre non poteva esimersi dall'analizzare l'amore filiale (perché questo è il nocciolo del film): l'eterno enigma viene risolto forse mielosamente, ma d'altronde un sempre tenero Bill Murray (anche quando fa il padre assente) può difficilmente suscitare sentimenti di discordia. Niente di nuovo, insomma, ma scorrevole e ben fatto.
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