Alcune suggestioni idrofobe affiorano a pelo d'acqua (come gli spettri andati in necrosi che ghermiscono sul fondo, via di mezzo tra la antiestetica CG e il make up prostetico) dove le citazioni si sprecano: dalla possessione di papà
Freeling, alle lacrime fulciane (nel momento migliore del film, l'incontro spiacevole con la madre di Rebecca attaccata alla bombola dell'ossigeno, che idolatra la fonte idrica, ma che deve fare i conti con una parentesi fac simile già vista in
Smile), alle piscine senza fondo
hammeriane e a quelle marcescenti
hooperiane, passando per le vasche da bagno
craveniane fino ad arrivare alle recenti
case in fondo al lago.
Qualche buona intuizione di regia (l'incipit nel 1992 con il motoscafo giocattolo che galleggia, le ciabattine a forma di coniglietto della bimba orientale che fluttuano sull'acqua, le riprese viste dal fondo della piscina/fonte di guarigione che reclama il suo tributo di sangue), il tema prettamente da "malattia movie" (la sclerosi multipla che affligge l'ex campione di baseball-dove non manca una battuta sportiva che nemmeno nel
Migliore-) e strascisci da teen movie caro a Wes Craven e co (la ragazzina in compagnia del suo morosino-di colore, visto i tempi woke-che giocano a "Marco...Polo" nella brezza serale estiva della piscina).
Il tutto, però, affonda (e il caso di dirlo) in un mare magnum di convenzionalità tipica del cinemino "de paura" usa e getta, che tira in ballo il solito j-horror , le solite presenze fantasmatiche (meglio se ragazzine lungocrinite), le solite possessioni a buon mercato, la solita famiglia unita contro gli eventi sovrannaturali, dove non manca il sacrificio finale per sistemare lo stato delle cose demoniache (in una chiusa che, fatti conti con le dovute differenze, non è dissimile da quella del carpenteriano
Christine)
Tutto anestetizzato e prettamente indolore per il pubblico da Multiplex, dove la confezione professionale non va al di là della più trita banalità (le informazioni sull'oscuro passato cercate su internet, lo spiegone sul mistero che si cela dietro la piscina/benessere, tanto per citarne alcune).
Le fondamenta della BlumHuose cominciano a scricchiolare sotto il peso di filmetti inconsistenti e dimenticabili, mentre il fiuto di James Wan annaspa non imbroccandone più una da tempo.