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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si parte: lente riprese d'un viale dall'interno dell'auto dalla quale la protagonista poco dopo scende. Nel silenzio spettrale di una Roma periferica osserva l'eclissi tra gruppi di persone raccolte a fare lo stesso in un clima surreale: sembra di poter riafferrare l'Argento dei giorni migliori, che sapeva rapirti per portarti in un regno denso di magia. Quando l'ennesima prostituta vittima dei killer d'un cinema che fin dall'esordio le ha elette a obiettivo principe, viene trascinata tra le frasche e sgozzata nel buio in una veloce sintesi di TRAUMA...Leggi tutto, sembra ancora di permanere in quello stesso regno. Già però qualche crepa nel muro si apre: l'immagine non ha più i colori accesi o i virtuosi contrasti dei tanti maestri della fotografia che facevano scuola. Il digitale non è la stessa cosa e gestirlo non è facile: una fotografia meno impastata avrebbe arricchito il film di tutt'altro impatto; qui sembra adeguarsi a una storia che purtroppo via via trascolora, rimpicciolisce... parte da un tragico incidente d'auto per togliere la vista a Diana (Pastorelli) e ridurla a una sorta di parodia dell'enigmista a nove code. La volitiva forza, la curiosità attenta di Franco Arnò si fa moderno distacco e insofferenza per una condizione scomoda, mal sopportata da una superficiale prostituta promossa a eroina che farà coppia con il piccolo Chin (Zhang), superstite dell'incidente di cui sopra. L'assassino forse è sulle loro tracce, forse ha altro a cui dedicarsi con quel furgone bianco, unico indizio accertato della sua immancabile onnipresenza. Che poi di simili ne esistano altri mille a Roma sembra particolare di poco conto, per una sceneggiatura che procede incappando in ripetute falle logiche dando l'impressione che anche sotto questo aspetto ci fosse ancora molto da lavorare, per ottenere qualcosa di buono. Argento azzecca qualche valida location (la strada in cui vive Diana, la casa di Rita), sfrutta intelligentemente la colonna sonora di Arnaud Rebotini per caricare di tensione sequenze che altrimenti apparirebbero perlopiù insignificanti, ma poco dice sotto il profilo del “giallo”, al punto che ci accorgiamo presto di aver a che fare con un intreccio minimale: a livello di caccia all'assassino, di indizi da interpretare, di colpi di scena OCCHIALI NERI rasenta il nadir della concezione argentiana nata col capolavoro del 1970. Nessun whodunit sul quale elucubrare, un ispettore di polizia (Pirrello) ininfluente, una Pastorelli mal diretta e decisamente non a suo agio in panni che non le si addicono (i suoi ruoli sono altri, come si era ampiamente capito) e un finale che ti aspetti a quel punto che stravolga la soluzione con un ribaltamento improvviso e invece si spegne ingloriosamente. Asia (è l'istruttrice di Diana), secondo nome in cartellone, partecipa con tre o quattro interventi che non lasciano il segno, il ragazzino tradisce imbarazzo nella recitazione, la lunga sequenza nel bosco insegue lampi di antica poesia che brillano un istante per svanire subito ingoiati da un anonimato impensabile, lo splatter onorevolmente realizzato da Stivaletti è d’ordinanza e senza fantasia. E' un Argento cui mancano gli slanci ambiziosi che negli ultimi anni lo portavano magari sì a sfiorare il ridicolo ma dopo essersi arrampicato in alto, dove pochi arrivano, salutando irridente per poi ricadere. Qui c'è la consapevolezza di chi vola basso accettando compromessi (per via del budget, soprattutto), accontentandosi di non sbracare ricorrendo al mestiere. In questo il film trova la sua dignità, che però è quella di chi rinuncia ad osare rifugiandosi nella mediocrità che non fa male se non a chi certi lampi di genio ancora attendeva.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/02/22 DAL BENEMERITO DIGITAL POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/02/22
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Peter neal 1/03/22 22:11 - 38 commenti

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La protagonista, coinvolta in un incidente mentre fugge da un maniaco, perde la vista, poi si allea con un bimbo che nello stesso scontro ha perso i genitori: insieme sfideranno il persecutore. Da un soggetto non privo di potenziale deriva un plot probabilmente più scarso di un ipotetico tema puerile: risultato avvilente per chiunque, figurarsi per un (ex) maestro come Argento. Piattume e strafalcioni a iosa suggeriscono una riflessione: mentre l'anziano regista naufragava, il resto della troupe cosa faceva?
MEMORABILE: Si sospetta che il killer usi un comunissimo furgone bianco, allora la polizia spara a vista senza identificarne gli occupanti: poi dicono degli USA!

Ultimo 3/03/22 15:18 - 1652 commenti

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Brutto ritorno sul grande schermo per Dario Argento, che non riesce nemmeno lontanamente ad emulare i suoi grandi lavori. Il film sembra anche partire bene, con un omicidio ben realizzato, ma ben presto si capisce che la vicenda avrà poco da dire e, soprattutto, darà scarsi brividi allo spettatore. La Pastorelli ci mette del suo, ma con una sceneggiatura così risicata non può fare molto. C'è anche Asia, che qui pare una copia della madre, ma si vede poco e non lascia il segno. Solo per argentiani convinti.

Deepred89 9/03/22 00:29 - 3701 commenti

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Thriller tutto sommato onesto, penalizzato da un soggetto dal fiato corto e mal sceneggiato, ma dotato di un ritmo snello e di alcune trovate riuscite, a partire da una scena pre-titoli di grande suggestione. Argento valorizza la Pastorelli come nessuno aveva mai fatto in precedenza, ma la dizione vanifica ogni sforzo, nonostante il physique du rôle. Omicidi talvolta sanguinosi, ma lontani dal sapore rituale, con lunghe fasi preparatorie, che caratterizzava l'Argento migliore. Notevole colonna sonora elettronica, sempre presente, tra rave scatenato e tocchi ipnotici.
MEMORABILE: La scena d'apertura.

Zaratozom 28/02/22 07:17 - 63 commenti

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Quindici anni chiusa in un cassetto e viene fuori questa sceneggiatura qui. Argento conclude la sua parabola di artista con qualcosa di peggio di Dracula 3D. Nessuna storia, nessuna paura, nessun buon dialogo, nessuna giustificazione per i crimini commessi, nessuna introspezione (ma quello fa parte di buona parte dell’opera del regista), nessun effetto speciale credibile da parte di Stivaletti. Il nulla in un’ora e mezza.

Digital 24/02/22 20:15 - 1257 commenti

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Argento torna dietro la macchina da presa dopo dieci anni e sforna un thriller sicuramente non esente da difetti ma che riesce comunque a farsi vedere piacevolmente. Le note liete risiedono in una regia attenta, capace di instillare la giusta dose di tensione, centellinandola opportunamente e in un cast che, tutto considerato, svolge diligentemente il proprio compito. Di contro abbiamo una confezione che si avvicina più a un prodotto televisivo, con una fotografia poco ricercata e musiche non esattamente al top. Insomma, un film con luci e ombre: non male, dopotutto.

Lucius 25/02/22 09:30 - 3015 commenti

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il ritorno di Argento dopo le due minori opere precedenti è un giallo Anni Novanta: un primo tempo suggestivo e una seconda parte degna dei migliori thriller americani. I punti deboli del film, musicato egregiamente da Rebotini, sono dati dalla scelta del bimbo cinese (scelta alla quale si sopperisce con il doppiaggio) e da un movente non esplicitato; per il resto la catarsi argentiana è totalizzante, tra omicidi efferati e una fuga che lascia senza fiato. C'è afflato tra Asia e Ilenia: la prima ricorda la Nicolodi, la seconda è alle prese con un ruolo drammatico. Bentornato maestro!
MEMORABILE: L'eclisse; L'attacco dei serpenti; Il primo omicidio; I punti in comune con Tenebre.

Myvincent 25/02/22 20:51 - 3722 commenti

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Un gradito ritorno per il maestro del brivido nostrano, con un thriller/horror ancora una volta giocato su quelle atmosfere che solo Argento sa creare e infondere. La storia è piccola, il serial-killer si palesa a metà film e quindi niente enigmi tenuti in attesa di un finale esplicativo. Protagonista è la tensione, ben distribuita lungo tutto il film, in cui la morale è dare voce ai "diversi" e agli animali, da sempre amici degli uomini. I primi 20' ripropongono la classica eleganza formale a cui ci ha tanto abituati, rintracciabile, poi, negli abiti superlativi della protagonista.
MEMORABILE: Il mondo "cieco" pieno di imprevisti e buio totale di Diana; Le autocitazioni, ancora più esasperate, di sue precedenti scene cult.

Leandrino 26/02/22 13:05 - 506 commenti

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Diana diventa cieca in seguito a un incidente stradale provocato da uno psicopatico che ora la perseguita; insieme a lei Chin, orfanello cinese. La coppia cieco-bambino (che ricorda quella del "gatto") fa simpatia, ma la recitazione (così come tutto il resto) sembra più vicina alla fiction televisiva che al ritorno di un maestro. Ci sono i momenti di tensione e gli omicidi efferati, ma anche una scrittura pigra e una certa scarsezza di idee: un thriller che si fa seguire e poco più, enormemente aiutato dalla visione in sala. La firma di Argento ne aiuta invece la pubblicità.
MEMORABILE: Il prologo; La scazzottata in aperta campagna.

Nick franc 26/02/22 13:30 - 507 commenti

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Film che rappresenta nel bene (poco) e nel male la summa del cinema Argentiano degli ultimi trent'anni: la sceneggiatura è un colabrodo con momenti di comicità involontaria che si sprecano e, inoltre, le spalle della sopravvalutata Pastorelli sono troppo esili per reggere un one woman movie. Questa volta, però, almeno il film è stringato e scorrevole, gli omicidi sono crudeli e come prodotto di intrattenimento filo-trash funziona alla grande. Autocitazioni a manetta (Gatto, Suspiria e Tenebre) fanno rimpiangere il passato, anche se qua e là qualche guizzo del Dario che fu c'è.
MEMORABILE: L'esilarante scena con i cacciatori e il killer; Il primo omicidio; La resa dei conti; L'attacco dei serpenti d'acqua; L'incidente iniziale.

Markus 27/02/22 01:26 - 3680 commenti

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C'eravamo lasciati con la tragicommedia Dracula 3D e ci ritroviamo, dopo dieci anni di niente, con un Argento forse ancor più confuso. La vicenda parte col piede giusto, tanto che pare omaggiare Tenebre senza il fascino del 1982, ma l'incanto si spegne subito: dapprima si trasforma in una fiction delle sfighe Anni '90 (la cecità, la tiritera del bambino cinese), poi in un horrorino con le immancabili corse sul prato, cadendo, con l'assassino che t'insegue e infine con il movente che genera ilarità. La scelta della protagonista Pastorelli, come dire... non è stata una buona idea.

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Buiomega71 27/02/22 03:07 - 2899 commenti

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Dopo un inizio di false speranze (l'eclissi, il delitto della escort tra i cespugli), quest'Argento senile frana terribilmente sotto il peso dell'inutilità e della sciatteria. Tolti l'incipit e il finale che richiama gli animali vendicativi e i pasti canini, rimangono momenti degni di Don Matteo (le esilaranti battute fuori dall'orfanotrofio), scenette che manco Neri Parenti (gli occhiali venduti a 25 euro dal vucumprà), la fuga nel bosco che si risolve in nulla tanto per guadagnar metraggio e patetismo da fiction. Arnò si rivolta nella tomba sperando sia davvero l'ultimo giallognolo.
MEMORABILE: L'entrara in scena della vecchia pazza; La pochezza del body count; Il cliente che puzza (!); Il boschetto che d'improvviso diventa Nudo e selvaggio.

Victorvega 27/02/22 10:50 - 501 commenti

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Non si può fare a meno di rilevare una certa pochezza, principalmente nei dialoghi (a volte proprio disarmanti), nelle situazioni spesso improbabili (quello il momento per rivelare la morte della madre?) e, considerato il genere, nelle motivazioni dell'assassino. La scelta di non cavalcare il whodunit fino alla fine sarebbe stata originale e non penalizzante unicamente nel caso il film si fosse retto da sé e avesse avuto una struttura forte. Invece qui si parte bene (l'eclissi) per poi scendere sempre più. L'autore emerge solo nei begli effetti speciali.

Reeves 27/02/22 20:24 - 2152 commenti

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Ottimo ritorno al thriller per il maestro Dario Argento, che tira dritto con il suo stile, non si fa influenzare dalle mode e racconta una storia a modo suo, nella quale come sempre gli aspetti visivi contano molto più di quelli narrativi. Ilenia Pastorelli è perfetta nel suo ruolo e il talento di Dario inconfondibile in tantissime scene, soprattutto nella prima parte del film.
MEMORABILE: Il commento musicale.

Didda23 28/02/22 10:00 - 2424 commenti

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Terribile thrillerino degno di una seconda serata su Raidue, senza alcun tipo di coinvolgimento emotivo e con una forma che dire anonima è probabilmente fargli un grosso complimento (la poveristica fotografia fa molto effetto cheap). Gli omicidi sono tirati via e nemmeno l'abilità di Stivaletti aiuta (effetti corretti ma poco originali), mentre la sceneggiatura tocca il comico involontario (Asia che inciampa mille volte...) fra dialoghi inesistenti e un movente della serie "se non vedi non ci credi". E' talmente poco riuscito in ogni sua componente da suscitare tenerezza.
MEMORABILE: Il regalo tecnologico della Pastorelli; Il movente; La scritta posticcia "Ente nazionale dighe" (inutile ai fini di ciò che si vede).

Rambo90 2/03/22 00:58 - 7661 commenti

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Argento ritorna ma ahimè in modo inefficace. Oltre a una evidente mala gestione di regia e fotografia in digitale (sfocati, buio pesto, tanto rumore dell'immagine), a mancare è proprio una sceneggiatura valida. Lo script infatti (scritto insieme all'altro grande vecchio Ferrini) fa acqua ovunque ed è una sagra della banalità, a malapena riscattato da qualche momento violento (non male l'incidente). Le parti migliori non sono quelle thriller ma i momenti che ci mostrano la coppia Pastorelli-Argento (poco sfruttata) alle prese con i rudimenti per vivere in cecità. Brutto.

Cotola 2/03/22 18:30 - 8998 commenti

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Difficile, se non impossibile, pensare che potesse tornare l'Argento dei bei tempi almeno sotto il profilo tecnico. E invece dopo l'incipit e una prima parte tutto sommato accettabile, il film corre a perdifiato verso la rovina che si concretizza puntuale e ineluttabile nell'ultimo terzo, sublimato da un finale ultra ridicolo, così come il movente dell'omicida. I difetti sono quelli soliti - sceneggiatura discutibile, con momenti che sfociano nel risibile, e pessima direzione degli attori su tutti - ma non ci si può rassegnare a tanto piattume tecnico di chi è stato grande.

Rebis 2/03/22 18:51 - 2331 commenti

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Se togli tutto - sceneggiatura, personaggi, nessi causali, spinta motivazionale, recitazione, montaggio - rimane solo lo sguardo, che indugia, scruta, sorvola, insinua, si immerge. Lo stile di Argento è inconfondibile e indiscutibile. Ma l'occhio è ormai cieco, incapace di oggettività, anche di fronte all'evidenza: fotografia televisiva, dialoghi irricevibili, spreco di occasioni mancate, di location suggestive, di inverosimiglianze. Assenza di scene madri. Bello o brutto non conta più: è solo un film irrilevante nella sua filmografia.

Blutarsky 7/03/22 23:16 - 360 commenti

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Film anonimo, poco inventivo (partendo dal titolo), sciatto in più di un aspetto della messa in scena. La suggestione di un Argento convincente dura il tempo di un eclissi, poi uno script invecchiato (male) in un cassetto ci accompagna nei territori di un banale film tv da seconda serata, con dialoghi da otorragia e due interpreti principali lasciati allo sbando e dalle spalle troppo esili per sostenere un'operazione sbagliata su troppi fronti. Le musiche, le motiviazioni, il finale, tutto lascia l'amaro in bocca, Asia è una delle poche cose a salvarsi in questo mare di mediocrità.
MEMORABILE: La vicina "urlante"; Il bambino cinese di nome "Chin" (sigh...); "Franchino"...

Claudius 20/03/22 19:52 - 541 commenti

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Il tanto atteso ritorno di Argento avviene con questo buon thriller meno violento del previsto (finale a parte). La storia non è niente di eccezionale, ma sono interessanti l'amicizia tra la ragazza cieca (una Pastorelli accettabile) e il bambino e l'attenzione al mondo dei "diversi" (non vedenti). Buone le musiche e i primi dieci minuti, il resto è scorrevole senza colpi d'ala ma nemmeno troppe cadute di stile. Unico punto debole il movente, ma una visione la vale.
MEMORABILE: I primi dieci minuti; L'attacco dei serpenti.

Siska80 20/03/22 20:34 - 3714 commenti

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Il vero problema non è tanto l'assenza di originalità (di non vedenti con cani al seguito, eclissi fortuite e serial killer di prostitute è pieno il mondo del cinema), quanto l'approssimazione di montaggio e scenografia, oltre alla singolare scelta del regista romano di risparmiare su tutta la linea: violenza, splatter, trucchi ed effetti speciali (esclusi un paio di incidenti discretamente realizzati) sono ridotti all'osso; idem il cast (quattro gatti, compreso l'omicida, comunque facilmente intuibile). Eppure toccante (e grazioso, come la dolce protagonista).
MEMORABILE: I primi e gli ultimi venti minuti; Il furgone bianco che richiama un tristemente noto episodio di cronaca nera; Il finale amaro.

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Corinne 21/03/22 13:40 - 420 commenti

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Argento torna dietro la mdp con un soggetto più nelle sue corde e sforna un thriller quantomeno dignitoso e guardabile. Pare un film TV di discreta fattura, privo di colpi di scena (l'identità del killer la si intuisce subito e forse per questo lo vediamo in faccia ben prima del finale) e soprattutto privo della visionarietà di un tempo. Gli omicidi (pochi) sono sottotono (a parte l'ultimo, che però è un "già visto") e sbrigativi, dettagli macabri e momenti inquietanti latitano, il movente del killer è risibile.

Occhiandre 22/03/22 10:39 - 153 commenti

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Un film che ricorderemo per l'atmosfera che riesce ad evocare. Parla del nostro presente eppure riesce a collocarlo già in un'atmosfera onirica e misteriosa, cogliendone in un certo qual modo lo spirito. Complici in questo la musica di Rebotini e la fotografia di Cocco. L'ipnosi collettiva che spesso si genera ammirando certe scene iniziali argentiane lascia il passo pian piano all'affetto generato dalla protagonista nello spettatore che ne vuole seguire le vicende per scoprirne il destino. Diverse scene sono commoventi, gli omicidi sembrano come incubi ricorrenti.
MEMORABILE: La scena in macchina iniziale; La scena dell'eclissi; Il profilo della Pastorelli.

Bubobubo 26/03/22 19:19 - 1847 commenti

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C'è il protagonista non vedente; l'animale custode in forma messianica; il decapitatore di donne; la coppia di investigatori il cui tatto empatico è pari solamente al loro intuito professionale. Manca tutto il resto: una storia, una regia, buone interpretazioni, una fotografia, un movente, un climax tensivo, un finale degno di questo nome. Pur con tutta la benevolenza dell'aficionados di lunga data è impossibile essere clementi con questo Argento la cui goffaggine farebbe tenerezza, se non fosse la traduzione di una sceneggiatura rimasta inedita per 15 anni (!). A ragione, pare.
MEMORABILE: La terribile dizione della Pastorelli; Bullismo spicciolo al bimbo cinese; Svelamento anticipato del killer (capirai); Il tremendo finale.

Lupus73 27/03/22 15:57 - 1485 commenti

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Ennesimo ritorno al thriller da parte del maestro che dettò gli stilemi italiani del genere. Classicissimo assassino dai guanti in pelle nera che uccide prostitute (che novità), ma una di loro (la protagonista) durante una fuga rimane cieca. Purtroppo il risultato finale è alquanto debole, o meglio fiacco, soprattutto dal punto di vista di una sceneggiatura senza spunti brillanti, molto canonica, con una risoluzione davvero banale. Non mancano i particolari sanguinari e raccapriccianti che hanno contraddistinto lo stile di Argento, i ricicli e le autocitazioni (il cane alla gola).

Paulaster 5/04/22 09:59 - 4375 commenti

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Escort viene presa di mira da un serial killer. Thriller con antefatti fluidi che dall’incidente in poi mostra tutti i limiti. Il cinesino fatica a recitare e le dinamiche omicide son frettolose al punto da non generare pathos (Asia nel bosco, il cane stile Suspiria). I tentativi di dare suggestione col furgone sembrano la parodia di Christine e i richiami canini Dogman. La Pastorelli fa quello che può e il colpevole ha la colpa, non sua, di essere diretto male. Pessimo l’acquisto di notte degli occhiali da sole e l’entrata di forza in casa dei servizi sociali. Buone le musiche.
MEMORABILE: Lo spray al cliente; L’incidente; “Rivediamoci presto (!)”; La madre morta come un brutto sogno; Gli spari al furgone gratuiti; La serpe constrictor.

Caesars 7/04/22 10:30 - 3773 commenti

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Se paragonato agli ultimi film realizzati dal nostro sembra un capolavoro; purtroppo, invece, il valore di questa pellicola è solo sufficiente (forse) e nulla più. Alcuni aspetti meritano attenzione (la colonna sonora, certe inquadrature), ma la maggior parte di essi appartengono al repertorio più negletto del Maestro: recitazione da dimenticare (la migliore è Asia), trama ridotta all'osso, dialoghi imbarazzanti, finale tirato via. Consola il fatto di non essere davanti a uno scempio, ma la magia che sapeva creare Argento è lontana anni luce.

Anthonyvm 24/04/22 02:55 - 5615 commenti

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L'enigmatico proemio, con l'ombra nefasta di un'eclisse di sole che porta il male sul mondo, lasciava ben sperare. E poi il declino: una compilation di citazioni autoreferenziali (il killer su modello Giallo, lo sgozzamento con traumatico filo d'acciaio, la cieca con aiutante di reminiscenze feline, la fuga col bambino in stile Opera nel bosco di Phenomena, il cane suspirioso) diretta con tremenda trascuratezza, ruzzoloni nel ridicolo involontario e un cast inadeguato (Pastorelli in primis). Più che un film di Dario Argento, pare l'omaggio di un fan del Maestro alle prime armi.
MEMORABILE: L'onesta prova di Asia Argento (niente male, in mezzo a tanta mediocrità); Gli irritanti lamenti dell'eroina nel secondo tempo; I serpenti (trash!).

Capannelle 9/05/22 23:02 - 4394 commenti

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I difetti di Argento ci sono tutti e latitano le idee e le scene da ricordare, ma al buon Dario va bene così. Il tappeto musicale di Rebotini non è male ma onnipresente e dietro si sviluppa la fiera delle banalità e dei personaggi triti e ritriti o che si vedono ridotti a compiere azioni senza senso (tra poliziotti e cacciatori è una bella gara). Pastorelli senza infamia e senza lode per il personaggio che le hanno affibbiato, il resto del cast è praticamente nullo. Classificarlo come thriller richiede un atto di fede e come horror non offre motivi per distinguersi.

Herrkinski 16/05/22 15:42 - 8052 commenti

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Un film che rappresenta l'Argento che ci si può aspettare nel 2022; il Dario nazionale, ormai anziano, riesce ancora a dirigere con una certa sicurezza, tuttavia i difetti di cui i suoi lavori soffrono ormai da oltre vent'anni sono tutti presenti; da un cast approssimativo (inadatta la Pastorelli, esornativa la Argento, poco proponibile il bambino, anonimo il villain), fino a uno script debole e a momenti vicini al trash. Molto autocitazionismo e un ritmo piuttosto sostenuto (anche grazie a una buona ost), ma è un thriller generico che potrebbe aver girato qualunque giovane regista.
MEMORABILE: La scena trash dei serpenti d'acqua; Le varie autocitazioni dai film passati di Argento.

Orson 6/06/22 11:03 - 118 commenti

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E' con questo piccolo film che Argento ci regala la sua opera migliore dai tempi di Opera, abbandonando la costruzione del whodunit a favore di un thriller al cardiopalma in stile Alta tensione, quasi tutto in una notte e con un killer che insegue la strana coppia formata da una escort cieca con bambino cinese. Fotografia finalmente non televisiva, bellissime musiche ansiogene e martellanti, attori bravi e in parte (anche Asia stavolta), crudeltà, tutto concorre alla riuscita di un thriller semplice ma che riesce a catturare e che regala anche momenti di poesia (l'eclisse). Promosso.

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Pumpkh75 4/07/22 15:11 - 1736 commenti

I gusti di Pumpkh75

Argento è in pace con sè stesso, sereno: i  suoi demoni sembrano sopiti, paghi di qualche sprazzo di classe (che qui, almeno nell’incipit, è presente) e del comfort dell’autocitazione. La sua più che ventennale colpa è però infischiarsene del resto e contornarsi di inconsci (?) vassalli che in questo lo assecondano: sceneggiatura e dialoghi tra i peggiori mai concepiti, casting e attori, senza scomodare Bucci o Malden, terribili, una sciatteria formale e contenutistica di cui anche un Tulpa qualsiasi si vergognerebbe. Manca la propria storia. Nero, ma perché ossidato.

Metakosmos 28/07/22 01:37 - 300 commenti

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Ennesimo tonfo di Dario Argento, terribile ma non totalmente pessimo. Affascinanti alcune sequenze (l'incipit, il finale), ma altre mostrano evidenti carenze tecniche e di sceneggiatura (la scena dei serpenti, il movente); si sorvoli sulla recitazione e la direzione degli attori dato che non è mai stato il punto di forza di Argento anche nei suoi film migliori. Al di là delle varie autocitazioni ci sarebbe stato del materiale per creare un ottimo film negli anni 70, oggi però anacronistico e improponibile: il tutto sembra quasi un abbozzo di film. Una visione però se la merita.
MEMORABILE: In negativo: Il movente dell'assassino (improbabile ma soprattutto incoerente con gli altri omicidi); Diana spara col fucile.

Nicola81 5/08/22 12:52 - 2831 commenti

I gusti di Nicola81

Nelle battute iniziali sembra di aver ritrovato il miglior Argento, e in effetti il versante thriller funziona, proponendo un ritmo sostenuto e una buona dose di tensione. Affiora anche una certa malinconia, con la protagonista costretta ad affrontare la cecità, il suo legame con il bambino cinese, e un epilogo che nella sua semplicità quasi commuove. Purtroppo latita il versante giallo, con un colpevole che si svela da sé e un movente che oscilla tra l'assurdo e l'incomprensibile. La Pastorelli ha dalla sua la fisicità ma non la dizione, il resto del cast non lascia il segno.

Ira72 7/08/22 14:09 - 1305 commenti

I gusti di Ira72

Argento della tecnologia se ne frega, ed è tangibile fin dai titoli di testa, ancora retrò, un po’ anni ‘80. Tiene molto alle colonne sonore però, che anche in questo caso rendono più incisive le scene cult. Si percepisce, nel corso della visione, il tocco del Maestro (alcune location centrate, determinate riprese, i colori scuri e il rosso sangue a spiccare). Quindi è un bel regalo per i nostalgici. Però. Manca la spinta sull’acceleratore, la recitazione è mediocre, la trama fin troppo sobria. È godibile, ma dopo tanti anni di silenzio le aspettative erano molto alte.
MEMORABILE: “Né il sole, né la morte, si possono guardare fissamente”.

Nando 12/08/22 11:30 - 3806 commenti

I gusti di Nando

Il maestro Argento torna dietro la macchina da presa dopo circa 10 anni; pensare che possa tornare ai grandi fasti dei primi anni 70 appare impossibile. La pellicola, dopo una notevole eclissi e conseguente omicidio, si perde in qualche briciola melodrammatica ma nel complesso mantiene un discreto ritmo. Indubbiamente il motivo omicida appare alquanto labile e la fine appare telefonata, tuttavia l'incalzante colonna sonora e la Pastorelli rendono il lavoro accettabile.

Pinhead80 13/08/22 16:32 - 4715 commenti

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Una giovane escort romana s'imbatte suo malgrado in uno spietato serial killer. Per fuggire da lui rimarrà cieca in seguito a uno spaventoso incidente d'auto. Dopo dieci anni Dario Argento torna a dirigere un film che nelle prime battute promette bene grazie a musiche e immagini ispirate e suggestive. Purtroppo mano a mano che la storia si sviluppa ci si rende conto che il film è pochissima cosa, vittima di una sceneggiatura inconsistente e di attori palesemente fuori ruolo. Ancora una volta le aspettative rispetto a un grande ritorno del regista romano vengono disattese.

Muttl19741 23/10/22 22:46 - 162 commenti

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Bentornato Dario Argento con il suo stile inconfondibile, con la sua città deserta dove il male si cela indisturbato per colpire all'improvviso, con i suoi protagonisti asciutti, meccanici, quasi inanimati, simili a pupazzi, con i suoi omicidi truculenti, secchi, senza fronzoli, con la sua suspense costante, opprimente che non lascia tregua. Tanto aiuta anche una colonna sonora di alta qualità.La recitazione diventa un orpello non indispensabile.

Trivex 7/11/22 10:35 - 1738 commenti

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Un Argento concreto, moderno e sociale, in alcuni tratti efficace e in altri meno. La tecnica del Maestro risalta una vicenda che parla di buio, di sofferenza portata dalla morte diffusa da un assassino che poteva essere chiunque, anche ai fini del risultato complessivo del film. Sceneggiatura ondeggiante, con un tratto centrale non riuscito (accade troppo poco, per una pellicola di questa tipologia). Un film che fa quello che può, ma quello che fa non è poi così male. Ci sta pure qualche emozione che da tempo (da lui), mancava davvero. Forse Dario è tornato, almeno un po’.
MEMORABILE: L'ottima colonna sonora; I primi 15 minuti; "Sei l'unica amica che mi è rimasta".

Magerehein 30/11/22 09:54 - 977 commenti

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Il film recente di Argento che, quantomeno visivamente, più si avvicina al passato; la fotografia, alcune location e certe soggettive sono lì a dimostrarlo. Buone anche le musiche. Tra ciechi e feroci cani guida le autocitazioni sono diverse, ma il vero problema dell'opera è che peggiora strada facendo, smorzando un buon avvio in una storia insipida e ingenua (c'è solo "quel" furgone bianco in tutta Roma?). Se Asia non è male e al pargolo si può perdonare l'età, l'inadatta Pastorelli costa mezzo pallino (se solo l'avessero doppiata...). Pasticciato, sebbene in timida ripresa.
MEMORABILE: L'incipit; L'omicidio dei due poliziotti, in particolare della donna (la mano che cerca la pistola è vero Argento).

Enzus79 17/06/23 22:14 - 2864 commenti

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Una escort di Roma, non vedente, è nel mirino di un serial killer. Flop di Dario Argento. Il ritorno di uno dei maestri dell'horror italiano è segnato da questo film decisamente molto deludente. Storia banale. Se non fosse per qualche buon effetto, una discreta dose di suspense e l'apprezzabile colonna sonora, la pellicola risulterebbe più che insufficiente. Peccato.

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Schramm 19/07/23 13:17 - 3490 commenti

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Il primo omicidio e la sua sonorizzazione ricordano il maestro che Argento è stato e di cui rincresce dover dire il peggio, ché dopo (e fino alla fine) riesce a far peggiorare (e ce ne voleva) la sottostima per Giallo e Cartaio, ed è come se a René Ferretti avessero commissionato un riepilogo della filmografia argentiana grigliata da Gli occhi del cuore. E infatti: regia astigmatica, cardio arrestato, la Pastorelli prende così sul serio il suo ruolo che lo recita alla cieca, credendosi ancora sul set di Verdone. E l'esilarante movente? Lo diceva anche Bates: ma fatevela, una doccia!

Gugly 27/08/23 22:28 - 1184 commenti

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I topoi che hanno reso Argento leggendario vanno almeno rinfrescati, non gettati come briciole di Pollicino qua e là in un thrillerino sciapo con musica elettronica a palla (che rimanda agli anni 80/90) e una protagonista col corpo giusto ma dalla pessima dizione; si salvano occasionali scorci di una Roma iperrealista accompagnati da un movente assurdo, poliziotti più imbranati dell'ispettore Clouseau (chiamare i rinforzi no, visto il furgone?) sicché la frittata indigesta è servita; Asia Argento recita con mestiere una parte che avrebbe potuto interpretare chiunque.
MEMORABILE: Il furgone bianco (l'unico di tutta la città?) che per gli appassionati di cronaca rimanda subito a un celebre caso avvenuto in Lombardia.

Metuant 26/10/23 07:28 - 456 commenti

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Non molto facile valutare questo ultimo lavoro di Argento. Da una parte abbiamo l'immancabile regia senza una sbavatura (anche se meno caratteristica di un tempo) e una storia con ottime potenzialità accompagnata da belle musiche; dall'altra un parco attori non del tutto convincente (brave comunque la Pastorelli e Asia) e uno sviluppo della trama che, dopo un grandioso inizio, va sfilacciandosi a poco a poco, specie verso il finale. Comunque le scene d'effetto non mancano. Resta un film discreto, anche se non certo memorabile.
MEMORABILE: L'eclissi iniziale; Il primo omicidio; L'incidente della protagonista.

Sonoalcine 30/10/23 21:10 - 184 commenti

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Vien da dire il peggiore Argento di sempre. Non che da quest'ultimo, in questi ultimi due decenni, ci si potesse tornare a pretendere più di tanto. Ma dopo la breve risalita con Non ho sonno e Il cartaio, ci si aspettava almeno una pellicola che cercasse quanto meno di ricalcare l'atmosfera delle sue opere anni 70 e 80. Spiace dirlo, ma il regista che ha girato capolavori come L'uccello dalle piume di cristallo, Quattro mosche di velluto grigio e Profondo rosso non sembra il medesimo regista di un film che fa acqua dovunque e comunque
MEMORABILE: Lo schianto iniziale; La fuga nello stagno di serpenti; L'omicidio di Asia Argento; La vendetta canina finale.

Puppigallo 31/10/23 12:30 - 5250 commenti

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Davvero troppo poco per un maestro di tale caratura. Non c'è praticamente nulla che colpisca, o che resti nella memoria a breve termine. Ci si aspetta quel guizzo d'autore, che però non arriva mai. Persino la breve durata non è sufficiente a nascondere le evidenti mancanze, che si palesano in una narrazione che fa della mediocrità la sua costante. E persino la protagonista, pur impegnandosi, non riesce a risollevare le sorti di questo gialletto, che al massimo può mostrare quanto l'essere "permalosi" possa risultare deleterio per se stessi e soprattutto per gli altri. Evitabile.
MEMORABILE: La donna sgozzata muore lentamente davanti ai passanti; L'incidente stradale; Il cane fa uno "spuntino".
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  • Curiosità Zender • 16/05/22 16:44
    Capo scrivano - 47698 interventi
    I temibili "serpenti d'acqua" presenti nel film e opera della factory di Stivaletti sono in mostra al Museo del cinema di Torino (all'interno della Mole Antonelliana) fino al 16 gennaio 2023 per la mostra Dario Argento - The Exhibit:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images60/occhialiner.jpg[/img]
  • Curiosità Lucius • 14/08/22 17:08
    Scrivano - 9063 interventi
    Il modello di occhial Ray-Ban Laramie RB 2201, indossato nel film dall'attrice Ilenia Pastrorelli, esposto di recente alla mostra dedicata a Dario Argento, presso il Museo del Cinema di Torino, omaggia il decennio 1960, con un ciliare a V.  Questi occhiali da sole unisex, abbinati a lenti quadrate dai bordi arrotondati, sono disponibili in una speciale e rara collezione  a tiratura limitata, autografata dal regista Dario Argento, in vendita su Ottica SM. Solo 588 pezzi venduti e prodotti a livello mondiale.
  • Curiosità Lodger • 23/10/22 11:22
    Pulizia ai piani - 1563 interventi
    Il libro che si vede a casa dell'assassino/a è "Sic et simpliciter - Il latino degli avvocati e dei magistrati" di Leonardo Paganelli.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images62/occhia.jpg[/img]
  • Curiosità Magerehein • 30/11/22 08:53
    Call center Davinotti - 73 interventi
    Nella scena in cui la coppia di agenti viene sistemata dal killer sotto casa della protagonista è possibile riconoscere la pistola usata dalla poliziotta (Russo): è una Walther PP.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images63/okla.jpg[/img]
  • Discussione Lucius • 6/03/23 20:13
    Scrivano - 9063 interventi
    Bravissimo Herbie! Ottimo lavoro sul film del maestro.
  • Discussione Gugly • 27/08/23 22:51
    Portaborse - 4711 interventi
    Siska80 ebbe a dire:
    SPOILER
    La cosa meno debole a me pare proprio il movente...

    Concordo su quasi tutto, dissento sull'opinione generalmente positiva: il film mi ha deluso non poco, in alcuni punti rasenta la comicità involontaria (la coppia di poliziotti sembra arrivare da qualche film di parodia) e, come ha scritto qualcuno, la parentesi alla casa famiglia fa molto "episodio di Don Matteo"; non parliamo poi del furgone bianco, citazione smaccata del caso dell'omicidio della povera Yara Gambirasio quando ancora non si conosceva l'identità del soggetto attualmente condannato.

    Ultima modifica: 28/08/23 00:13 da Gugly
  • Discussione Nipo • 28/08/23 20:09
    Galoppino - 97 interventi
    Addirittura... Non ci vedo molto di focalizzato in quello che dici: il parallelismo col furgone dell'assassino della povera Yara... Qui lo dipingono oltretutto di nero... E poi anche in Quattro mosche di velluto grigio, la figura dell'investigatore era palesemente sopra le righe, molto più di questi investigatori, che non si discostano poi tanto da quelli di altri film (vedi Sotto il vestito l'ultima sfilata). Perchè non riconoscere che Argento ha fatto un passo nella giusta direzione e che la Pastorelli è stata decisamente brava? Mah!
  • Discussione Gugly • 28/08/23 20:23
    Portaborse - 4711 interventi
    Nipo ebbe a dire:
    Addirittura... Non ci vedo molto di focalizzato in quello che dici: il parallelismo col furgone dell'assassino della povera Yara... Qui lo dipingono oltretutto di nero... E poi anche in Quattro mosche di velluto grigio, la figura dell'investigatore era palesemente sopra le righe, molto più di questi investigatori, che non si discostano poi tanto da quelli di altri film (vedi Sotto il vestito l'ultima sfilata). Perchè non riconoscere che Argento ha fatto un passo nella giusta direzione e che la Pastorelli è stata decisamente brava? Mah!

    Perché magari è il mio parere e personalmente il film non mi ha dato emozioni o voglia di rivederlo?  :)
    Il mio riferimento al caso di cronaca si spiega soprattutto perché per tutto il film si parla di un furgone bianco, proprio come nel caso della ragazzina bergamasca.
  • Discussione Nipo • 28/08/23 20:29
    Galoppino - 97 interventi
    Capito i tuoi gusti, io l'ho rivisto già 4 volte da quando ho il dvd. :)
  • Discussione Gugly • 28/08/23 20:32
    Portaborse - 4711 interventi
    Nipo ebbe a dire:
    Capito i tuoi gusti, io l'ho rivisto già 4 volte da quando ho il dvd. :)

    Per fortuna i gusti sono vari, magari un altro film che a me piace moltissimo a te non sconfinfera per nulla :)
    Ultima modifica: 28/08/23 20:33 da Gugly