L'ultima missione - Film (2008)

L'ultima missione
Locandina L'ultima missione - Film (2008)
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Titolo originale: MR 73
Anno: 2008
Genere: gangster/noir (colore)

Cast completo di L'ultima missione

Note: E non "RmR-73".

Dove guardare L'ultima missione in streaming

Lo trovi su

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

La nostra recensione di L'ultima missione

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'ex poliziotto Olivier Marchal prende il thriller moderno all'americana e lo tuffa nel nero pece del polar dando vita a un ibrido più stimolante sulla carta che nella realizzazione finale. Chiama Daniel Auteuil, tra i migliori attori di Francia, e gli consegna un personaggio di rara monoliticità: barba lunga, aria sfatta, alcolizzato, occhiali da sole dalle lenti rosate, giaccone lungo scurissimo: pronto a farsi icona, ma senza averne i numeri. Il film è un tale concentrato di luoghi comuni presi da entrambe le sponde dell'oceano da non riuscire ad apparire sincero per un solo attimo.

Poche parole, frasi gravi come sentenze (ma di nuovo senza che se ne trovino...Leggi tutto di particolarmente significative), fotografia desaturata e pioggia (e qui Fincher sta con tutta evidenza a un passo, così come nelle scene del ritrovamento dei cadaveri, nel sangue rappreso che imbratta le scene di morte), un abisso di sofferenza che coinvolge buona parte delle figure al centro della storia. E primo fra tutti lui naturalmente, Louis Schneider (Auteuil), che già nelle prime sequenze troviamo con la pistola in mano a minacciare l'autista di un autobus. Arriva la polizia e lo trascina al distretto, dove scopriamo che pure lui è un agente, in piena depressione dopo aver perso la figlia e quasi la moglie, condannata in stato vegetativo all'ospedale da un incidente di cui ben poco sappiamo. In giro c'è il solito serial killer che incapretta, violenta, sodomizza, pesta a morte e strangola le sue vittime, mentre un altro, che proprio Schneider aveva arrestato molti anni prima, sta uscendo di galera per buona condotta. La figlia (Bonamy) di una delle vittime di quest'ultimo è infuriata, ma non si capisce come la sua storia si incontrerà con quella dell'agente, nel frattempo sollevato dalle indagini che gli sarebbero spettate nella ricerca del nuovo serial killer e pronto a strafarsi di alcool appena possibile.

Un quadro disperato, in linea con il vecchio polar anche per l'assenza di ogni accenno di sorriso o traccia di ironia. Non che questo sia un male, a dire il vero, né si potrebbe troppo condannare il ritmo catatonico in fondo prerogativa di molto cinema francese di qualità a cominciare appunto da certo noir. E quanto alla mano di Marchal in regia si è da un po' capito come la qualità non gli difetti: le riprese sono eleganti, la cupa disperazione in cui versa ogni personaggio facilmente percepibile; ma la costruzione, le sfaccettature caratteriali, le singole scene posizionate precise in una sequenza predeterminata, la stessa ricerca nel nascondere volutamente parti del racconto svelando il meno possibile, contribuiscono a disegnare un quadro di palese artificiosità, in cui deve forzatamente mancare ogni speranza, in cui meno si dice e meno muscoli del viso si muovono meglio è; e se questo si traduce poi in una partecipazione bassa concessa a chi guarda non importa; anzi, la cosa aiuta a pensare che il cinema commerciale è altra cosa, secondo quella strana concezione dell'arte per cui tutto ciò che in apparenza è meno godibile acquisisce automaticamente spessore culturale superiore. Insomma, tutto già visto a cominciare dal titolo originale (MR 73, modello di pistola usato dalla polizia francese) che riecheggia quel MS 45 (il calibro della pistola della protagonista) utilizzato da Ferrara come titolo originale dell'ANGELO DELLA VENDETTA.

Chiudi

Tutti i commenti e le recensioni di L'ultima missione

TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/04/08 DAL BENEMERITO XAMINI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 1/08/23
1
1!
2
2!
3
3!
4
4!
5

Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Gianlux 21/04/08 10:40 - 20 commenti

I gusti di Gianlux

Contorni poco nitidi, abile gioco di contrasti chiaro/scuri che accompagnano una storia fatta a puzzle, i cui tasselli volutamente sparsi, si ricompongono negli ultimi dieci minuti di visione. Buona prova di Auteuil che incarna il poliziotto dannato, in caduta libera verso l'autodistruzione. Sceneggiatura un po' farraginosa ma storia godibile nelle sue atmosfere cupe e tragiche.

Xamini 21/04/08 03:01 - 1294 commenti

I gusti di Xamini

Inchiostro su schermo, tanto la fotografia è contrastata (un po' come il fumettoso Sin City); inchiostro che macchia i lineamenti dell'ottimo Auteuil, poliziotto in libera discesa verso gli inferi. Costruzione macchinosa per una trama semplice e una sceneggiatura dimenticabile; un po' dura da digerire l'assenza di umorismo: ogni scena è gravida di sofferenza, ogni dettaglio (a iniziare dal volto del protagonista) emana dolore. Ed emerge tutta la disperazione delle vittime, categoria nella quale - come ricorda il regista - rientrano anche i poliziotti coinvolti nel caso. Lo spettatore, a sua volta, ne emerge solo nei minuti finali.
MEMORABILE: La scena finale, per costruzione. Tuttavia non toglie nulla alla prevedibilità del film, peccato di cui avremmo fatto a meno.

Galbo 21/04/08 06:01 - 12642 commenti

I gusti di Galbo

Louis è un poliziotto alcolizzato e perseguitato dai fantasmi del suo passato a cui si rivolge una ragazza i cui genitori sono stati massacrati da un uomo che sta per tornare in libertà. Dopo 36 Quai des Orfèvres, Olivier Marchal torna con un poliziesco claustrofobico ambientato in una Marsiglia cupa e degradata in cui non conta tanto la vicenda ma i caratteri dei personaggi che si rivelano tutti a loro modo degli sconfitti senza possibilità di redenzione. Buon noir, girato con grande ritmo e e con un'ottima interpretazione di Daniel Auteil.

Mascherato 14/10/08 14:38 - 583 commenti

I gusti di Mascherato

Olivier Marchal ha talento. Ed un passato. Da poliziotto. Logico che l'erede naturale del polar (e del noir) sia lui, che nel milieu criminale ci ha sguazzato (dalla parte del bene, ma ne siamo sicuri?) un po' come José Giovanni (che scontò 11 anni di prigione). La sincerità dell'approccio, però, lo porta sempre a strafare (il suo lavoro più asciutto è l'esordio, Gangsters, peraltro il meno famoso) ed anche in questo L'ultima missione le tante sottotrame non sempre riescono ad amalgamarsi. Auteuil, comunque, è monumentale.

Bruce 12/01/09 11:23 - 1026 commenti

I gusti di Bruce

Un’altra mazzata, un film durissimo, drammatico ed emozionante. Ispirato ad una storia vera vissuta in prima persona dal regista, ex poliziotto. Prosegue il discorso noir di 36 Quai Des Orfereves con una profondità introspettiva ancor maggiore, specie nell’analisi dei personaggi. Marchall concede poco allo spettacolo e dipinge un dramma umano (che non è solo quello del protagonista) che trova pace solo alla sua fine. Con interpreti giusti, la pellicola è impeccabile. Auteil è eccellente. Validissimo e commovente, al di là del bene e del male.

Soga 23/03/09 19:55 - 125 commenti

I gusti di Soga

Un noir di grande qualità che deve molto all'eccezionale carisma di Daniel Auteuil. La storia si sviluppa in un incrociarsi di eventi drammatici, crudeltà inumane, episodi di corruzione seguendo parallelamente le vicende di un poliziotto ormai distrutto da un passato infernale e di una ragazza sconvolta dal brutale massacro dei genitori da parte di un pazzo assassino. Nulla viene risparmiato allo spettatore, che è letteralmente travolto da una durezza sconvolgente ma mai autocompiaciuta, fino alla conclusione liberatoria e drammatica.
MEMORABILE: La scena in cui sembra che l'assassino abbia raggiunto la ragazza a casa.

Flazich 16/03/09 23:02 - 685 commenti

I gusti di Flazich

Un buon film ma che lascia l'amaro in bocca. L'amaro in bocca per essere un mancato capolavoro. La scelta del regista di far correre su binari paralleli due storie tanto lontane ma accumunate da un medesimo elemento (la violenza) è arduo e riesce solo parzialmente. La sensazione di scollatura è viva per tutto il film e in certi momenti si ha l'impressione che si "esageri" nel mettere in mostra il comun denominatore.

Magnetti 16/03/09 10:29 - 1103 commenti

I gusti di Magnetti

Nella fattura è un clone di 36 Quai Des Orfèvres che sposta l'azione da Parigi a Marsiglia con accentuazione dei toni cupi che non lasciano neanche uno spiraglio di ottimismo. L'interpretazione sofferta di Daniel Auteil rapisce lo spettatore come un gorgo verso la autodistruzione. Comunque Louis Schneider è un personaggio positivo, che sacrifica se stesso in nome della Giustizia. Alla fine si ha l'impressione di aver visto un ottimo film ma con troppi eccessi, fin troppo duro, una sorta di autocompiacimento noir. Ribadisco: ottimo film.

Hackett 28/05/10 07:49 - 1871 commenti

I gusti di Hackett

Noir contemporneo di grande impatto. Il cinema dell'ottimo Marchal ci sta abituando a storie dure, disperate e senza uscita. Questa ricerca della verità da parte del bravissimo Auteuil, poliziotto disperato e fuori controllo, porterà lo spettatore all'inferno, senza ritorno. Buona la fotografia ed intensa l'azione della macchina da presa. Buon cinema.

Harrys 3/02/10 00:46 - 687 commenti

I gusti di Harrys

Olivier Marchal scandaglia nella psicologia dei personaggi, tralasciando per quasi tutta la durata del film quei topoi endemici che caratterizzano il genere: l'azione è portata al minimo, ma la violenza, simbiotica, delle immagini colpisce davvero duro. Rimpianti, scappatoie, rimorsi, ritorsioni, sotterfugi, si fondono in un deliriante crescendo letale che non salverà, in un modo o nell'altro, nessuno. Una discesa negli inferi cupa, torbida e maledetta, "interpretata" dall'eccellente Daniel Auteil. "Dio mi ha voltato le spalle". ****

Gérald Laroche HA RECITATO ANCHE IN...

Spazio vuotoLocandina Love crimeSpazio vuotoLocandina MalefiqueSpazio vuotoLocandina GangstersSpazio vuotoLocandina Dante 01 - Benvenuti all'inferno

Aal 16/09/10 10:49 - 321 commenti

I gusti di Aal

Ottimo noir con un grande Daniel Auteuil. Manieristico ma nel senso buono del termine. Niente di nuovo sotto il sole tra traumi infantili, famiglie distrutte, serial killer e poliziotti dalla dubbia moralità, ma tutto è realizzato con eleganza e senso della misura. Un bel viaggio nel dolore e nell'amarezza con un finale molto ben riuscito dove tutti i conti con il passato vengono chiusi drammaticamente lasciando negli occhi dello spettatore un'ultima immagine di speranza riposta in una nuova vita appena sbocciata.

Lupoprezzo 21/01/11 19:49 - 635 commenti

I gusti di Lupoprezzo

Sicuramente Olivier Marchal è un bravo regista, così come Daniel Auteuil è un attore vero, ma questo film fa il pieno di simbolismi e pessimismo cosmico, sovraccaricando la struttura e appesantendo di conseguenza l'assunto. E la fiammella di speranza nel finale non riesce a mitigare la sfiancante apologia del dolore che pervade tutto il film. Deprimente. Sinceramente faccio fatica ad apprezzare questo regista.

Caesars 2/11/10 09:11 - 3987 commenti

I gusti di Caesars

Buon noir francese, dal taglio assolutamente pessimistico, che pare trarre ispirazione da una storia vera. La trama non è proprio un mostro di originalità, ma il film è ben direttto ed ottimamente interpretato da un grandissimo Daniel Auteuil. Tutta la pellicola è intrisa di disperazione e solo la parola fine permette allo spettatore di tornare a respirare aria più salubre. Non tutto funziona al 100%, però la storia è interessante ed è raccontata con sagacia. Merita la visione.

Lythops 1/05/11 10:40 - 1019 commenti

I gusti di Lythops

Marchal colpisce ancora e con "L'ultima missione" ci va giù ancora più duro. Sarà perché a Marsiglia ci ha fatto servizio, sarà perché si rifà ad un episodio da lui vissuto in prima persona e che gli ha fatto lasciare la Police Française, ma il film trasuda pessimismo, angoscia, cattiveria, insomma realtà nascoste descritte con un realismo che lascia senza fiato a parte qualche compiacimento di troppo nel descrivere il tormento del protagonista. Ottimi interpreti, foto e scenografia.

Zaratozom 7/07/11 01:05 - 64 commenti

I gusti di Zaratozom

La mitologia sola può soccorrere l'ineluttabilità di ciò che accade ai personaggi del film. Abisso, morte, disperazione, impossibilità di sfuggire al proprio destino già segnato da anni. Da spettatore non ho avuto nemmeno la forza di credere che i fili delle marionette si sarebbero potuti tagliare per far fuggire i personaggi dalla fine che li attende. Se noir dev'essere, che lo sia fino in fondo. Tutti memorabili gli interpreti. Una regia superba, una fotografia centratissima, un film che ha il pregio di farci scordare mille storie già viste.
MEMORABILE: L'epilogo. Cosa c'è di più drammatico di ciò che ti resta da fare?

Cangaceiro 7/04/12 14:53 - 982 commenti

I gusti di Cangaceiro

Una lunga e dolorosa via crucis, un'afflizione che trova il suo lenimento nel catartico e perentorio regolamento di conti finale. Se l'intero film fosse stato asciutto e spiccio come l'epilogo saremmo di fronte a un mezzo capolavoro. Marchal, tutto preso nel vivisezionare il dolore e renderlo intimo, si perde in malinconici piagnistei e silenzi assordanti. Le scene d'adrenalina (crudeli i flashback bianconeri) sono dei break graditi ma troppo rari. Auteuil stampa una prova da Actor's Studio, praticamente sotto-recitando, confermandosi un grande interprete.

Rullo 15/04/12 21:56 - 388 commenti

I gusti di Rullo

Una serie di intrighi e poliziotti corrotti, quanto di più classico ci possa essere. Purtroppo infatti la storia è abbastanza prevedibile, ma il regista ovvia al problema proponendo una confezione piuttosto pregiata, con un ottimo Auteuil e una fotografia che è un piacere per gli occhi.

Buiomega71 10/09/12 00:42 - 3103 commenti

I gusti di Buiomega71

Quasi come il Ferrara del Cattivo tenente, duro come i polizieschi di Bill Friedkin, è il cinema impietoso di Marchal, che non risparmia niente e nessuno. Cominciando dai poliziotti corrotti e viscidi, quasi più schifosi dei criminali stessi, da serialkiller in odor di Max Cady, da flashback in b/n di rara violenza e ferocia, corpi devastati e umiliati sino a un finale furente da "revenge movie" montato come la scena del battesimo nel Padrino. Cupo, doloroso e spietato viaggio tra poliziesco nerissimo e psychothriller. Immensa la regia di Marchal!
MEMORABILE: La cattura al serial killer, tra pioggia e cani feroci e reminiscenze dai Guerrieri della palude silenziosa; I dolorosi flashback del massacro in b/n.

Kinodrop 6/04/14 18:29 - 3380 commenti

I gusti di Kinodrop

Noir poliziesco ambientato a Marsiglia che colleziona tanti stereotipi del genere: il poliziotto demotivato, alcolizzato e che agisce al limite della legalità, la corruzione dilagante nella polizia, il serial killer liberato per buona condotta e la giustizia fai da te. Ottima la prova di Auteuil poliziotto off limit e scialbe invece le altre figure, quasi da serial tv. Trama composita e prolissa, troppa carne al fuoco con relativi tempi morti; risultato non proprio coinvolgente. Musica che non lascia traccia, frigida come il film.
MEMORABILE: L'inutile scena finale del parto; Le belle auto usate sul set.

Nicola81 5/09/14 23:23 - 2976 commenti

I gusti di Nicola81

Avvincente, esteticamente curato, ben diretto e ben interpretato, ma di un pessimismo a tratti intollerabile: abbiamo un serial killer in piena attività, un altro che sta per essere scarcerato, un poliziotto che meriterebbe l'Oscar della sfiga attorniato da colleghi non proprio raccomandabili... Francamente un po' troppo sebbene il finale, a suo modo, chiuda perfettamente il cerchio. Comunque un ottimo esempio di noir, che conferma Marchal come uno dei registi di punta del genere.

Olivier Marchal HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina 36 Quai des OrfèvresSpazio vuotoLocandina GangstersSpazio vuotoLocandina A gang storySpazio vuotoLocandina La truffa del secolo

Saintgifts 20/08/16 16:26 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Un nuovo modo di intendere il polar francese, ma senza il senso della misura. Un vero peccato perché il film ha molti meriti, specie nella cura dei particolari, nella fotografia; ma anche nella regia, se non fosse per gli eccessi di autocompiacimento che fanno perdere un ritmo ritrovato solo nel finale, discutibile per i particolari del parto. I dialoghi italiani ostentano un'asciuttezza che sa di fasullo, come altrettanto fasulla risulta la figura del pur bravo Auteuil, figura incoerente con il carattere dipinto e l'eccessivo bisogno della bottiglia.

Alex1988 29/08/18 18:34 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Cupo e senza speranza, se si esclude la straordinaria parte in cui morte e vita si intersecano. E' questa la migliore tradizione del polar francese qui esaltata da Oliver Marchal (ex poliziotto), che trova in Daniel Auteuil un ottimo interprete. Forse un po' forzate (volutamente) alcune parti, ma la confezione finale è di ottima qualità. Un noir non adatto a chi cerca le facili sparatorie.

Tarabas 16/08/19 14:43 - 1888 commenti

I gusti di Tarabas

Commissario in crisi dopo una tragedia familiare rimane invischiato in un brutto caso insieme a colleghi corrotti. Facile immaginare come andrà a finire. Una sottotrama di troppo rende il film meno compatto di quanto avrebbe potuto essere, il che nuoce all'atmosfera cupa e amara ben resa dalla fotografia e dall'interpretazione di Auteuil, il quale forse esagera un po' con le scene da ubriaco. Comunque sempre un film di gran gusto visivo, cui si perdonano un paio di sbavature (quei dettagli delle vittime, da filmaccio serie Z).

Beffardo57 18/08/19 12:24 - 309 commenti

I gusti di Beffardo57

Nulla da obiettare, il film è avvincente sino alla fine. Bella la fotografia, con una Marsiglia livida e gli aspri dintorni. Però è tutto molto eccessivo, specialmente il protagonista, attaccato perennemente alla bottiglia come un salvifico biberon. E il finale apocalittico, con il parto come contrappeso per "dare una speranza"... Nei polar classici (Melville, per fare un nome) l'amarezza e il pessimismo esistenziali erano impliciti, suggeriti sottotraccia, con discrezione, non programmaticamente esibiti come fa il tardo epigono Oliver Marchal.

Minitina80 7/12/19 09:08 - 3210 commenti

I gusti di Minitina80

Non è il solito thriller lineare che dalla scoperta di un omicidio arriva alla risoluzione passando per un'indagine fatta di indizi. La scoperta dell'assassino, infatti, assume quasi un ruolo secondario, solo perché dovuto allo spettatore. Il focus è spostato sul lato umano più che sulla vicenda in sé, riuscendo a staccarsi dalla media. L'interesse, infatti, non scema e la visione d'insieme ne esce rafforzata. L'epilogo poteva rovinare tutto, ma così non è poiché chiude nel migliore dei modi, con gli ultimi fotogrammi dal valore simbolico.

Rufus68 30/08/20 18:15 - 3958 commenti

I gusti di Rufus68

Ben vengano i luoghi comuni: il poliziotto depresso, i fantasmi di un passato terribile, l'alcolismo come fuga dalla realtà. A patto, tuttavia, di non replicarli nello stesso film (i "fantasmi di un passato terribile" della protagonista); in tal modo Marchal dà la netta impressione di voler giocare le carte più facili: L'autocompiacimento autorial-depressivo reca, perciò, il tutto dalle parti del grossolano e del già visto. Restano, alla fine, i pregi d'una buona confezione formale e del mestiere di Auteuil, sin troppo a suo agio nelle vesti di un personaggio ruvido e alla deriva.

Capannelle 21/06/21 22:50 - 4562 commenti

I gusti di Capannelle

Film che scruta a fondo i personaggi, forse fin troppo se si considera che Auteuil percorre buona parte della pellicola con il suo fare perso e trasandato. Da una parte si empatizza con la sua crescente sfortuna, dall'altra si fatica a ritenerla credibile in più di un passaggio. Ma se la concatenazione degli eventi si presta a qualche perplessità, il modo di raccontarli da parte di Marchal rimane vigoroso e di personalità.

Puppigallo 23/08/22 13:19 - 5481 commenti

I gusti di Puppigallo

Quando una pellicola quasi priva di ritmo ha comunque la capacità di mantenere vivo l’interesse dello spettatore significa che il meccanismo funziona e gli attori sono in parte. Ne è questo un chiaro esempio, in cui le strade di due individui devastati dalla vita finiranno per convergere. Ciò che ha dovuto sopportare il protagonista fa sembrare sciocchezze anche i grossi problemi; e grazie alla convincente interpretazione il tutto è reso con un certo realismo. Una film duro che non fa sconti, mostrando il peggio, sia degli assassini psicopatici che degli stessi poliziotti. Riuscito.
MEMORABILE: La "visita" dei colleghi; Un secchio può fare danni; "C'è solo un uomo a pezzi che stiamo per seppellire vivo"; All'obitorio.

Raremirko 17/05/23 23:21 - 578 commenti

I gusti di Raremirko

Ottimo, senza dubbio, esempio di noir francese ai massimi livelli; Auteil bravissimo nel tratteggiare un poliziotto cinico, senza speranza, sfrontato ma comunque non totalmente negativo, visto come ancora mantiene una sua certa moralità. Ritmo, ottimo script, tensione, sequenze al cardiopalma (come l'inizio, nel pulmann). Qualche debito, almeno, verso un certo modo di fare cinema di stampo americano. Da vedere e rivedere.

Piovrone 20/07/23 00:03 - 34 commenti

I gusti di Piovrone

Questo non è "un" polar, questo è "il" polar! Nel puro polar non c'è proprio niente da ridere, quello lo fanno gli americani; non ci sono speranze, non ci sono illusioni, impera la devastazione psicologica, ma la giustizia sommaria di un magistrale Daniel Auteuil ci fa godere, risarcitoria per le sofferenze patite durante il viaggio di Marchal in cui tutto è nero, Marseille e dintorni, la fotografia, i volti, il commento sonoro, e masochisticamente non abbiamo desiderato altro. La maschera di Auteuil è di pietra, indimenticabile, ma anche gli altri interpreti sono eccellenti. Epico!

NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...

Spazio vuotoLocandina 9413Spazio vuotoLocandina Situazione pericolosaSpazio vuotoLocandina Bullets over summerSpazio vuotoLocandina A Moment of romance

Daniela 8/08/23 08:59 - 13271 commenti

I gusti di Daniela

Allontanato dal servizio attivo per l'alcolismo con cui annega il dolore per i grossi guai familiari, un poliziotto continua a indagare per conto proprio su una serie di atroci delitti... Polar con riflessi seventiani che dipinge un quadro desolante della polizia tra sbirri corrotti pronti a insabbiare inchieste scomode e altri che arrivano a derubano le vittime: il risultato, pur interessante, è penalizzato da uno schematismo pessimista che ingarguglia l'intreccio e finisce per ingrigire anche la prova del bravo Auteuil. Troppo meccanico anche il contrasto morte/vita nel finale.

Gold cult 16/09/24 08:14 - 356 commenti

I gusti di Gold cult

Ruvido e destabilizzante polar a venature thriller, ben interpretato dal solito impeccabile Auteuil. Questi ci restituisce un poliziotto alcolizzato, tormentato da drammi familiari, mentre indaga sugli efferati omicidi di un killer particolarmente violento. La messa in scena è cupa ed esplicita, il look del protagonista iconico. Product placement alcolico quasi da poliziottesco nostrano anni 70. Merita una riflessione approfondita il caso di coscienza alla base del finale, abbastanza riuscita la metafora a chiosa. Coraggiosa la Bonamy.
MEMORABILE: Ovviamente la scena del parto, inquadrata in maniera insistita e totalmente esplicita: non lascia indifferenti.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Curiosità Xamini • 21/04/08 03:09
    Call center Davinotti - 559 interventi
    Dichiarazione di intenti iniziale: "tratto da una storia vera"; non è chiaro il limite al quale si spinga la realtà rappresentata sullo schermo.
    Il regista parla di un amico poliziotto, precipitato nell'abisso dell'alcool e dedica la pellicola alle vittime. Suo intento è comunque quello di mettere in scena il dolore degli uomini che vestono l'uniforme e fronteggiano casi di simile ferocia.
  • Discussione Buiomega71 • 10/09/12 09:49
    Consigliere - 27103 interventi
    Nero, nerissimo, disperato, viscerale, un vero e proprio pugno nello stomaco.

    Marchal, dopo anni passati ha dirigere la sezione notturna della criminale parigina, racconta senza peli sullo stomaco la corruzione dilagante nella polizia (e chi meglio di lui), dove non c'è un poliziotto che non abbia la merda fino al collo, forse peggiori dei criminali stessi.

    Come Abel Ferrara nel Cattivo tenente o i polizieschi poco concilianti di William Friedkin, Marchal ci dà giù di brutto in un atmosfera cupa, tetragona, senza speranza dove le cervella imbrattano crocefissi (come nel miglior Ferrara, appunto), schegge di feroce violenza scorsesiana (il corrotto e viscido ispettore Kowalski, massacrato mentre fà sesso con una prostituta), lividi e feroci finali da "revenge movie" con straordinario montaggio alternato che rimanda a quello del battesimo nel Padrino, obitori con corpi carbonizzati, i corpi delle vittime del serial killer esposti oscenamente, villipesi e umiliati, il bellissimo inizio notturno sull'autobus.

    Marchal accosta il poliziesco più nero allo psycho-thriller più intenso (il serial killer di Chris Nahon mette i brividi, una via di mezzo tra il Max Cady di Cape Fear e il Buffalo Bill del Silenzio degli innocenti). E del Silenzio degli innocenti, Marchal, cita anche la dolorosa sequenza di Auteuil che "visita" la cameretta di una vittima del serial killer.

    Di rara ferocia e violenza i flashback virati in b/n del massacro della famiglia Maxence, da parte del serial killer di Chris Nahon, con le sevizie alla donna realmente disturbanti.

    Cinema viscerale, disperato, dove Marchal adotta una regia possente, quasi epica, rifacendosi non solo al suo passato da poliziotto, ma anche a certo cinema americano pessimistico e zozzo.

    Da antologia registica l'inseguimento sotto la pioggia del serial killer delle donne sole, con cani feroci che attaccano, fango e sangue in puro stile I guerrieri della palude silenziosa.

    Il finale con Auteuil armato di pistola (la MR 73 del titolo originale) al capezzale della moglie in coma strazia l'anima e il cuore.

    Gran cinema che credevo esistesse solo nelle mani di Abel Ferrara, Sidney Lumet, Bill Friedkin o Martin Scorsese...Noi, in Italia, film così c'è li sogniamo...
    Ultima modifica: 10/09/12 10:37 da Buiomega71