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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il sequel di un'idea simpatica che tale era rimasta soprattutto sulla carta non migliora le cose. La contaminazione col filone GOMORRA, che porta al trasferimento della banda all'ombra del Vesuvio, crea un poco simpatico bisticcio di dialetti che diventa un florilegio di botta e risposta a doppia lingua talvolta incomprensibili. Questa volta il ritorno al 1982 (anno da cui proviene il Renatino di Di Leo) ha una motivazione chiara: impedire che il padre di un criminale napoletano sosia di Van Gogh (Gargiulo) concepisca il pericolosissimo figlio, responsabile nel presente del sequestro della figlia (Bevilacqua) di un falsario (Buccirosso) e...Leggi tutto dell'uccisione di Gianfranco (Bruno), membro storico della “banda”. Un modo insomma per modificare il passato con lo scopo di risistemare il presente seguendo una logica che si fa come sempre beffe dei paradossi temporali meno elementari. Tanto siamo in una commedia, nessuno pretende rigore scientifico nell'aproccio al tema... E così la banda (Gassmann/Giallini/Tognazzi) torna nuovamente nel 1982 lasciando nel presente Renatino con il falsario, ai quali spetta di rubare un vero Van Gogh che dovrebbe essere custodito nella villa della contessa Roccapadula (Cléry). Per quanto un po' confusa, una trama che nemmeno richiede troppo di conoscere il primo capitolo, per fortuna. Stabiliti però i ruoli, a non ingranare è la storia, ferma a dinamiche poverissime che affidano la riuscita quasi del tutto all'estro del sontuoso cast (ricco nelle seconde linee di caratteristi storici, di attori dal glorioso passato e persino di comparsate illustri come Cabrini, Conti, Paola Ferrari e il trapper Achille Lauro). Dei tre lanciati con disarmante faciloneria nel passato la parte del leone la fa ancora Giallini (resta nella storia la sua risposta in piena sparatoria a chi gli chiede dove abbia mirato per colpire il bersaglio: "Ma che ne so? Sparo così, a cazzo de cane"), con Tognazzi attore di rango a reggere bene la parte e il solo Gassmann un po' in imbarazzo a recitare spesso sopra le righe come un pesce fuor d'acqua. Stavolta i Mondiali di calcio restano molto sullo sfondo, i "Kiss" li si vede in azione ancora nella rapina in banca e le Vele di Scampia fanno da cornice obbligata per quella malavita partenopea salita agli onori delle cronache televisive degli ultimi anni. Ma il tutto appare disordinato, male organizzato, buttato lì senza gran voglia e, quel che è più grave, le battute (buone o cattive che siano) scarseggiano. Quando poi il furto del quadro è organizzato con tecniche da SOLITI IGNOTI, ad attirare l'attenzione sono solo gli ausiliari della banda, fieri caratteristi romani d'altri tempi: Ninetto Davoli, Nicola Pistoia e Roberto Della Casa. Contano in definitiva più le facce che non la storia, con interazioni quasi nulle tra le due epoche e un misero riciclaggio di stanchi spunti abusati dalla nostra commedia, rivitalizzati artificialmente nel finale giusto dalla milionesima riproposizione della "Don't Let Me Be Misunderstood" dei Santa Esmeralda, che soppianta le cantate neomelodiche della festa finale e apre alla fugace sparatoria con tanto di mexican standoff risolto alla buona. Massimiliano Bruno, regista che qui nel ruolo di attore lascia il campo ai colleghi più celebrati rimanendo a lungo steso senza vita, mostra scarsa convinzione suggerendo nell'epilogo un terzo capitolo ambientato nel 1939 alla caccia della Gioconda che – se realizzato - potrebbe sortire la stessa frattura che il terzo capitolo di RITORNO AL FUTURO impose a una mini-saga che aveva già detto tutto. Ma certo lì il numero due era un virtuoso gioiello di incastri temporali anni luce lontano da questo... Poche idee, nessuna memorabile ma un buon affiatamento di gruppo che alla fin fine tiene a galla il tutto permettendo di farci chiudere un occhio sugli evidenti difetti e sulla povertà dell'operazione.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/07/21 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/07/21
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Piero68 22/07/21 11:55 - 2955 commenti

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Inconsistente sequel che ha la peculiarità di essere anche peggiore del primo. In evidenza l'affanno di un Bruno a corto di idee e che sembra davvero andare alla deriva. Gag in cui non si ride per nulla e spostamento della scena in una Napoli che cerca, inutilmente, di parodiare Gomorra. Persino i tre attori principali non riescono a incidere come invece avevano fatto nel primo capitolo. Meno male che almeno qualche risata Buccirosso e "Renatino" Leo, soprattutto al ricevimento della contessa, la riescono a strappare. Speriamo che la serie non continui...

Rambo90 19/07/21 04:12 - 7676 commenti

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Nuove scorribande avanti e indietro nel tempo, orchestrate da un Bruno in evidente affanno di idee che ricorre ancora più che nel prototipo a volgarità e ingenuità assortite per strappare risate. Qua e là affiora l'ottima levatura degli interpreti (a cui si aggiunge un Buccirosso sempre esilarante), ma la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e dopo la prima metà spunta anche la noia di situazioni già viste mille altre volte. La nuova ambientazione napoletana sposta il bersaglio parodistico su Gomorra, ma anche in questo ambito si vedono cose più simpatiche, in giro. Evitabile.

Markus 24/07/21 11:17 - 3682 commenti

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Dal successo del primo capitolo, ecco spuntare un quasi naturale prolungamento. Il film è però una successione di situazioni poco allettanti che non creano alcun entusiasmo né tanto meno la "dovuta" ilarità che ci si attenderebbe. La pellicola sconta un’inefficace scrittura che attinge al già visto, per una serie di contesti senza soluzione di continuità con salti spaziotemporali tra l'oggi e il 1982 (quasi tutto d'interni, peraltro squallidi). Lo scultoreo corpo della Bevilacqua, sul quale peraltro la telecamera indugia e fa bene, risveglierà dal torpore il pubblico maschile.

Galbo 26/07/21 06:58 - 12380 commenti

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Se il precedente, con tutti i suoi limiti, era sembrato un film tutto sommato originale e divertente, il sequel è da bocciare. Il regista sfrutta il pretesto del primo capitolo per un film povero di idee e assai mediocre nella realizzazione, peraltro avvenuta evidentemente in economia, come dimostra la povertà delle location. Si poteva almeno puntare sulla comicità pura, ma anche qui, salvo qualche sparuto momento, la pellicola si dimostra assai debole. Anche gli attori, che nel primo film parevano essersi divertiti, in questo sequel appaiono francamente annoiati. Da evitare. 

Tarabas 21/08/21 19:00 - 1878 commenti

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Mezzo pallino perché i protagonisti sono simpatici, ma questa rimasticatura del primo film non ha niente che funzioni. Tutto troppo esasperato, tirato in lungo, troppe sparatorie (dai, seriamente, i quattro fessacchiotti diventano killer professionisti?). Anche la trasformazione del famigerato Renatino in bravo guaglione suona ridicola e anche un po' irrispettosa. Ma il peggio è la citazione/parodia di Gomorra ambientata a Napoli. Gramo.

Reeves 8/02/22 16:39 - 2172 commenti

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Insomma. Dalla banda della Magliana ci spostiamo alla Napoli divisa nei conflitti di camorra per una storia che è anche ben architettata, ma che non colpisce più di tanto. Come sempre Marco Giallini è quello che se la cava meglio e il regista Max Bruno sa dirigere i personaggi. Qualche idea in più di sceneggiatura non sarebbe stata inutile. Loretta Goggi sempre piacevole.

Lupus73 29/05/22 15:36 - 1487 commenti

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Continua l'esperimento alla Ritorno al futuro versione commedia amatriciana/poliziottesca e stavolta si torna ancora nell'82, però in una Napoli violenta. E' sempre molto interessante vedere come vengono caratterizzati grossi nomi realmente esistiti nella malavita storica (abbiamo addirittura Escobar) e piegati alla sceneggiatura o trasformati in macchiette. Si aggiungono al cast addirittura Ninetto Davoli, Nicola Pistoia e la Goggi, ma emergono ancora una volta Giallini e Leo. Rispetto al primo probabilmente si è persa un po' di freschezza (problema generale di quasi ogni sequel).

Anthonyvm 27/11/22 17:40 - 5637 commenti

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Il prototipo metteva sulla tavola una trovata simpatica senza applicarla col necessario sprint; col sequel, dettate già le regole, si può invece spaziare incrementando gli sketch, i comprimari e gli intrecci di eventi (ci si aggiunge la criminalità organizzata partenopea). Ne risulta uno script di maggior respiro che fa sorridere spesso, a dispetto di gag ancora alquanto basiche; fa comunque eccezione il watersiano amplesso fra un cocainato Gassman e l'abbondante moglie del temibile Gianfranco Gallo. L'ascesa sempre più consapevolmente criminosa dei protagonisti comincia a divertire.
MEMORABILE: La performance artistica di Renatino; Il furto della Gioconda; Giallini ritrova la barista nel futuro; La sparatoria finale alla festa di compleanno.

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