Coreografia di un delitto - Film (1990)

Coreografia di un delitto

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La nostra recensione di Coreografia di un delitto

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un'accademia di danza moderna le cui allieve muoiono uccise in modo assai misterioso, anche perché fuori campo: la discendenza è italica, quella che da Argento passa a Fulci, ma i francesi ci tengono a dare un'impronta più personale e così il sangue viene bandito e il focus è tutto sui personaggi, con un intreccio giallo che si regge più a fatica del suo protagonista, un Alain Delon in versione zoppicante che trascina la gamba in seguito a un incidente avvenuto anni prima. Si chiama Alan Wolf ed era un tempo un ballerino...Leggi tutto straordinario, di statura internazionale. Ora non può che limitarsi a dirigere la sua scuola, il cui insegnamento è affidato al prestante Chico (Dupond).

Le musiche dance tipicamente eighties danno ritmo alle numerosissime scene nella sala da ballo delle lezioni collettive, con effetto SARANNO FAMOSI, e insieme a Chico volteggiano sinuose le belle allieve, incuranti del fatto che qualcuno le stia uccidendo. Anche perché a dire il vero la terza vittima vediamo bene come muore: Wolf l'ha appena cacciata dalla scuola per l'ennesimo ritardo e lei si ritrova depressa nella piazza antistante l'edificio. Vede che l'uomo la sta osservando dalla finestra e che fa? Comincia a danzare in strada come una forsennata, con le auto che passano, senza fermarsi finché non stramazza a terra. Morta. Pare che pure le due vittime precedenti siano decedute similmente, il che farebbe presupporre l'assenza di un vero assassino.

Intanto una tra le ragazze più promettenti (Saura) si rivolge al suo vicino di casa, Michel Eparvier (Brasseur), guarda caso un ispettore della polizia, perché cerchi di scoprire cosa stia accadendo. L'uomo è scontroso, scorbutico, un po' montato ma non si nega, e comincia a indagare sulla scuola entrando subito in contatto con Wolf, che quanto a sprezzante megalomania non ha problemi a tenergli testa. I due poco si sopportano e si vede, ma è anche nei loro incontri che il film offre qualcosa di buono, perché per il resto, eliminate le interminabili lezioni di ballo a scuola con la radio ad alto volume e le avance della bella Daphne (Kinzinger) che appena a casa di Wolf si spoglia e se lo porta a letto, non si vede granché.

L'intreccio giallo è minimale: nascosto sotto un gran numero di scene che col genere c'entrano ben poco, incappa in una soluzione magari non facilmente anticipabile ma altamente improbabile. Un po' come tante altre particolarità di un film che vorrebbe in qualche modo sganciarsi dalla norma ma finisce con il tediare presto, privo com'è di dialoghi interessanti, scriteriatamente diluito in troppe parti e recitato senza gran convinzione nemmeno dai due grandi attori i cui cognomi campeggiano sui titoli di testa separati da una barra (proprio così: Delon/Brasseur). Da momento che, per gran parte della durata, dell'indagine ci dicono quattro parole, si arriva alla fine che la spiegazione va concentrata in qualche scena e qualcosa si perde, ma dal momento che non è certo la credibilità la qualità maggiore del film... Delon cerca di far valere il suo fascino anche in vecchiaia, Brasseur innesta qualche traccia d'ironia piuttosto goffamente. Peccato, perché a gestirlo meglio, sfrondandolo delle tante assurdità, il soggetto non era privo di buoni spunti...

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Tutti i commenti e le recensioni di Coreografia di un delitto

TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/06/13 DAL BENEMERITO MEDUSA71 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/02/25
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Medusa71 20/06/13 20:05 - 41 commenti

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Un'ispettore (Brasseur) indaga su alcuni delitti avvenuti in una scuola di ballo diretta da un'ex "etoile" azzoppata e inquietante (Delon). Fiacco thriller povero di suspense ed efferatezze che invece il genere richiederebbe, ma in parte riscattato, dal buon colpo di scena finale e dal carisma di un convincente e ancora magnetico Delon, sebbene incanutito. Possibile che il misconosciuto Gilles Béhat non abbia visto Murderock di Fulci?
MEMORABILE: Delon che si fa un'allieva accompagnato dalle musiche dal Romeo e Giulietta di Prokofiev; Il colpo di scena finale sui tetti.

Maxx g 9/09/13 14:59 - 715 commenti

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Non so quanto assomigli a Murderock ma è un thriller da recuperare assolutamente. Brasseur giganteggia e tutto sommato Delon fa la sua parte. La giovane Tonya Kinzinger è affascinante, anche se poco espressiva. Di puro mestiere gli altri. Uno dei due poliziotti con cui Eparvier (Brasseur) parla è doppiato dall'onnipresente Carlo Valli. Azzeccato il "Romeo e Giulietta" di Prokofiev.

Il Dandi 30/12/19 11:14 - 1917 commenti

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Un coreografo zoppo sembra responsabile di una serie di morti e un coriaceo ispettore teme che voglia uccidere anche la sua nuova pupilla. Un gialletto piatto, che si lascia guardare fino al finale solo perché le apparenze sono così insistite che sia vederle confermate che ribaltate sarebbe stato ugualmente un colpo di scena. Delon, pur imbolsito e con le borse sotto gli occhi, appare così inequivocabilmente innamorato di sé stesso da sembrare lui il vero regista occulto.
MEMORABILE: Il balletto in garage.

Daidae 2/01/20 21:08 - 3370 commenti

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Thriller dal ritmo non proprio intenso, ambientato come Murderock nell'ambiente delle sale da ballo. Lento e parecchio noioso, si risolleva solo nel finale, inspiegabilmente "dinamico" e con scene acrobatiche ben realizzate. Nel cast deludono quasi tutti: Alain Delon e Claude Brasseur, due ottimi attori, qui appaiono stanchi e svogliati, la Kinzinger è inespressiva ma bisogna anche contare che è al suo esordio. Mediocre.

Nicola81 6/01/20 21:02 - 3014 commenti

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Giallo francese apparentemente debitore del fulciano Murderock, rispetto al quale però trascura la componente thriller (gli omicidi non vengono mostrati) in favore dell'approfondimento psicologico dei personaggi e in questo senso funziona anche grazie a dialoghi ben studiati. Un Delon leggermente imbolsito non monopolizza più la scena come in passato facendosela spesso rubare da Brasseur ispettore scontroso e solitario, la Kinzinger nuda è un bel vedere. Globalmente decoroso, ma l'assenza di un vero movente ne smorza parzialmente l'efficacia.

Daniela 10/01/20 00:19 - 13375 commenti

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Coreografo zoppo dirige una scuola di danza dove le allieve muoiono troppo spesso. Un commissario marpione gli sta alle alle costole per incastrarlo... Mediocre thriller a basso livello di tensione infarcito da lunghe e noiose sequenze di balletto moderno, mentre i divi in cartellone sono entrambi alle prese con personaggi ingrati: Delon cerca di cavarsela facendo il bel misterioso, Brasseur è un commissario di polizia di imbarazzante volgarità. Terribile il finale "acrobatico" in cui la sceneggiatura si palesa in tutta la pochezza rinunciando ad una qualsiasi spiegazione congruente.

Digital 11/01/20 21:30 - 1306 commenti

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Prendiamo Murderock, epuriamolo da ogni tipo di delitti e otteniamo questo giallo francese. Non affatto disdicevole, seppur privo di quella stessa spinta ansiogena, qui ridotta ai minimi termini. Il colpo di scena non è poi tanto imprevedibile, ma è utile a rendere meno scontata l'identità del colpevole. Delon gigioneggia, ma alla fine se la cava discretamente nell'ambiguo ruolo del claudicante coreografo; bel campionario di bellezze d'oltralpe. Gli si può dare una chance, chiaramente a patto di non aspettarsi chissà cosa.

Tomastich 5/04/22 19:34 - 1262 commenti

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Un Delon-movie fuori tempo massimo ma che ha dalla sua ottime cartucce. Come film ambientato in una scuole di danza fa sì che il regista possa utilizzare le scene di allenamento come un sistema per "allungare il brodo", anche se qui alcune di esse sono funzionali a capire il meccanismo psicologico del "direttore". Qualche buco di sceneggiatura e faciloneria non danneggiano troppo questo thriller di inizio anni '90 arricchito dalle musiche di Cerrone cantate da Steve Overland e Terry Brock. La costruzione visivamente artificiosa del finale è un "plus".

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