Plongeur fantastique - Corto (1905)

L'idea di partenza è davvero buona: vediamo infatti un distinto signore, perfettamente vestito, che si reca al trampolino, si tuffa nel fiume e poi risale dall'acqua, facendo il percorso inverso, per riapparire in costume da bagno, sul trampolino. Poi però il giochetto in questione si fa molto ripetitivo. Guizzo finale, con la riapparizione dell'abbigliamento.

Serie di tuffi con un signore che si butta in un fiume e poi, con il reverse, torna sul trampolino: su e giù più volte, con stili di tuffo sempre diversi, per suscitare un effetto divertente (anche grazie all'iterazione dell'azione), che tuttavia appare alla fine un po' arido. Più una dimostrazione o un esperimento sulla gag ripetuta che non un qualcosa capace di rimanere impresso.

Di certo non il cortometraggio più memorabile del bravo Segundo de Chomon: assistiamo ai tuffi di un distinto signore che torna sul trampolino grazie ad un facile trucco tecnico. Avrà certamente stupito i contemporanei ma per lo smaliziato pubblico odierno è davvero troppo poco oltre ad essere assai ripetitivo.

Una serie infinita di tuffi girati con una tecnica che oramai appare datata, ma che all'epoca poteva funzionare. Il giochetto alla lunga stanca e vedere un minuto intero di tuffi e ritorni seppur con cambio d'abiti, non tiene incollato lo spettatore. Minore.

Un uomo ben vestito si tuffa in acqua; da lì in avanti, grazie anche alla tecnica del reverse, compirà una serie infinita di tuffi nell'acqua per tutta la durata del cortometraggio e senza soluzione di continuità. La ripetitività del soggetto non aiuta l'opera a essere considerata di grande fattura, anche se c'è da dire che è molto simpatico vedere l'uomo cimentarsi in una serie di tuffi simili ma diversi uno dall'altro. Nella filmografia di Chomon quest'opera non spicca certo per originalità e interesse, ma vale comunque la pena di vederla per la tecnica utilizzata.