Leningrad Cowboys go America - Film (1989)

Leningrad Cowboys go America
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Direttamente dalla fredda tundra (in realtà sono un gruppo finlandese che esiste veramente e di cui Kaurismäki ha diretto un paio di clip), la band locale dei Leningrad Cowboys - nove tizi dall'improbabile ciuffo rockabilly - viene convinta a partire per l'America in cerca di successo. L'impatto con New York non è però prevedibilmente dei migliori, e alla prima esibizione chi li ascolta, dopo aver inizalmente proposto Madison Square Garden (!) e Yankee Stadium (!!), ripiega dandogli l'indirizzo di un cugino che si sposa in Messico e necessita di una band per la cerimonia. I Leningrad non fanno una piega, come sempre, e cominciano il loro viaggio attraverso l'America. Si spostano su un auto che non...Leggi tutto solo li deve contenere tutti, ma che sul tettuccio ospita la bara con la salma di uno di loro morto già in Russia! La comicità di Kaurismäki è figlia del suo cinema: a molti può apparire improponibile, ricca com'è di nonsense, di pause, di non-risposte, di battute che giocano in gran parte sull'impassibilità dei protagonisti e sull'inadeguatezza del loro look. Non si può insomma dire sia un film per tutti. Contiene tutto il gusto per l'immagine del grande regista finlandese, propone un umorismo che oggi in pochi avrebbero il coraggio di presentare e che proprio per questo un certo effetto straniante in chi guarda lo produce, ma non sembra che alla base ci sia materiale sufficiente per sostenere un film intero. E difatti arrivano in soccorso le canzoni, con i nostri che dai brani strumentali tradizionali cominciano lentamente a imbastardire il sound fino a darsi definitivamente al rock'n'roll con ottimi esiti e chiudendo con una vigorosa interpretazione della “Born To Be Wild” degli Steppenwolf (l'inno di EASY RIDER). Ma pure quando i Leningrad Cowboys non suonano, la musica riempie spesso i silenzi evidenziando il buon gusto di chi l'ha selezionata. Ci si aggiunga che il film dura appena un'ora e un quarto e si capirà quanto anche il regista si sia reso ampiamente conto della ripetitività dello script. Raramente un sorriso nei protagonisti (e quando c'è appare forzato), scarpe appuntite, occhiali da sole, dialoghi ridotti al minimo e un road-movie che ci porta da un pub di infimo ordine alla galera, da un concessionario dove comprare l'auto (gestito in un caso da Jim Jarmusch) a una spiaggia. Il contrasto tra la pace dei paesaggi e il look chiassoso dei nostri provoca l'effetto voluto, la qualità tecnica del film non si discute, le perfomance “live” del gruppo sono a tratti trascinanti, ma è la sceneggiatura a non poter troppo evolvere ripetendo di fatto le stesse gag (o alcune di molto simili) per l'intera durata.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/01/09 DAL BENEMERITO BLSABBATH POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/01/18
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Soga 19/01/09 17:57 - 125 commenti

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È un road-movie che vede uno svampito gruppo musicale finlandese andare negli USA per ricercare la “grande opportunità”, riproducendo a loro modo un modello musicale americano ormai antiquato ma importato acriticamente, come tutto ciò che viene da oltreoceano. E in attesa che arrivi il sospirato successo, ci permettono di gustare questi settantotto minuti intrisi di comicità malinconica e a tratti grottesca, con molta musica e pochi dialoghi. Una riflessione dolceamara sul mito dell’America.

Pigro 5/06/10 09:15 - 9929 commenti

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Band finlandese va a cercare successo negli Usa. Surreale, demenziale, insomma fuori di testa, a cominciare dal gruppo stesso dall'inconfondibile look, per continuare con la storia che vede i nostri eroi attraversare non solo le città-mito della musica (NY, Memphis, New Orleans) ma anche i generi con assoluta imperturbabilità. Le situazioni nelle quali si calano sono esilaranti, per la stravagante decontestualizzazione dei personaggi in luoghi "alieni" e per l'arguzia dello sguardo del regista che sa cogliere l'assurdo amarognolo delle cose.

Ishiwara 3/05/11 22:07 - 214 commenti

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Una sorta di Blues Brothers d'oltrecortina. I Leningrad Cowboys vanno negli States a cercar successo dopo che il locale impresario musicale li ha definiti commercialmente senza speranze. Un inizio geniale per un film dai risvolti surreali, divertente, musicalmente piacevole. Una comicità che non sempre ha il giusto brio, il che è il maggior difetto: idee ce ne sono e l'originalità non manca. Cover di diversi generi musicali. Con un seguito.
MEMORABILE: Il bassista congelato che si portano dietro perché anche lui veda l'America.

Puppigallo 14/02/12 16:19 - 5390 commenti

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Spinti da un parere e un consiglio "Commercialmente impossibili. Andate in America, là si bevono ogni stronzata", emigrano. Una certa pesantezza non permette alla pellicola di scorrere fluida, nonostante qua e là ci siano lampi quasi geniali e l'originalità, il guizzo facciano capolino proprio quando si sta per sbuffare. Una cosa è certa, i protagonisti, col loro look appuntito, non potranno non rimanere impressi, anche se, a un certo punto, la ripetitività non giocherà a loro favore (il piccolo colpo di stato interno darà però un po' di piacevole ossigeno alla narrazione). Non male.
MEMORABILE: Nostalgici, guardano le foto di madre e fidanzata. Uno invece ha la foto del trattore; Viene nutrito il cane, non la band; Ghiaccio e birre nella bara

Galbo 16/02/12 05:49 - 12535 commenti

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Film dedicato ad un improbabile (ma reale) gruppo musicale che cerca il successo in terra americana. Kaurismaki gioca la carta di una comicità demenziale e surreale che si fa gioco dei luoghi comuni sui film musicali (cambiando continuamente genere di colonna sonora) ma che tenta anche di comunicare un senso di smarrimento esistenziale. Gli obiettivi faticano a centrare il bersaglio e ne deriva un film confuso e con poco ritmo, per fortuna non lungo. In definitiva una prova che non convince.

Mickes2 16/08/12 13:08 - 1672 commenti

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Un Kaurismaki in chiave comico-demenziale: che scoperta! Bizzarro road movie che mette alla berlina il sogno americano all’insegna del rock and roll (e della musica popolare) composto da personaggi eccentrici (capigliatura e scarpe da applausi) trovatisi loro malgrado catapultati negli Stai uniti in cerca di qualcuno che possa comprendere la loro musica. Molte le peripezie a cui vanno incontro e il tocco inconfondibile del maestro si percepisce in ogni fotogramma. La voce sommessa dei perdenti è sempre quella che risuona più forte e coraggiosa.

Delpiero89 2/04/13 19:25 - 263 commenti

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Road-movie musicale dell'irriverente Kaurismaki, il film racconta le stravaganti vicende del gruppo musicale dei Leningrad Cowboys che va a cercare fortuna in America. Tra gag più o meno divertenti ma sicuramente originali il film manca di ritmo e, se non fosse per gli intervalli musicali, si potrebbe tranquillamente catalogare fra i film muti con tanto di sottotitoli a introdurre o spiegare le vicende. La mano di Kaurismaki con vizi e virtù è evidente, anche se chi scrive preferisce altre sue pellicole di maggior spessore.
MEMORABILE: Il look dei gruppo; Il bassista (s)congelato.

Paulaster 5/12/16 10:15 - 4672 commenti

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Dalla tundra al Messico cavalcando a suon di rock'n'roll il sogno del successo musicale. Frammentato da siparietti con variegate canzoni live, descrive nello stile di Kaurismaki la periferia americana prendendola un po' in giro. La banda fa il verso ai Blues Brothers con ciuffo alla Elvis e ispira una genuinità non commerciale rispetto ai canoni americani. Breve durata con conclusione che lascia spiragli per un eventuale seguito.
MEMORABILE: La canzone live "Born to be wild".

Bubobubo 28/12/19 15:41 - 1847 commenti

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L'irresistibile transvolata di una squinternata band finlandese di musica popolare, fuggita dalla tundra verso l'Eldorado americano con membro semicongelato e scemo del villaggio al seguito, è una sottile e più elaborata metafora dello spaesamento esistenziale di chi, all'alba di un cambiamento epocale (i "Leningrad" Cowboys diverranno obsoleti da lì a poco persino nel nome), non sa bene dove mettersi. Non per tutti (i toni perennemente grotteschi possono stranire chi non è avvezzo), ma decisamente divertente e con un finale all'altezza.
MEMORABILE: Funerale bandistico con incarcerazione; Il continuo cambio di repertorio; La performance di "Born To Be Wild"; Peyote al matrimonio messicano.

Cotola 22/06/24 19:50 - 9314 commenti

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Il primo lungometraggio (erano già apparsi in dei corti) in cui compaiono i Leningrad Cowboys è anche il più divertente della "serie" nonché della filmografia di Kaurismäki. Siamo dinanzi a una classica storia on the road ricca di sketch divertenti che fanno ridere e sorridere. Il tutto nello stile del regista finnico, il che rende la pellicola ideale per chi voglia iniziare a conoscere le opere di questo autore. Il tutto condito anche da tanta musica. Indimenticabli gli iconici protagonisti con il loro look improbabile e stralunato.
MEMORABILE: "Andate in America: lì ingoiano qualsiasi stronzata".

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Pinhead80 19/08/24 16:16 - 5161 commenti

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I Leningrad Cowboys sono un gruppo finlandese che vuole emergere nel panorama internazionale. Rifiutati in patria cercheranno di sfondare negli Stati Uniti. Finiranno per arrivare a suonare in Messico a un matrimonio. Realtà e finzione si mescolano in questo film che mostra il grande senso dell'humor di Kaurismäki, il quale condisce di elementi divertenti questo viaggio on the road di una band folk che si converte al rock. Il look dei protagonisti con acconciature sui generis e scarpe a punta definisce il livello generale di follia. Bravissimo Pellonpää nei panni del manager avido.
MEMORABILE: I Leningrad Cowboys che si chiedono da dove Pellonpää tiri fuori tutta quella birra; La musica.
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  • Discussione Blsabbath • 10/01/09 12:20
    Galoppino - 11 interventi
    Incuriosito dai Leningrad Cowboys, band realmente esistente, ho deciso di approfondire.. partendo dalle origini: il film. Ancora non l'ho visto ma ho letto recensioni discrete.. nessuno l'ha visionato?
  • Discussione Zender • 10/01/09 14:38
    Capo scrivano - 48448 interventi
    No, anch'io mi limito alla conoscenza del gruppo musicale.
  • Homevideo Ashay • 27/03/16 21:14
    Galoppino - 43 interventi
    DVD DOLMEN; DvD 5 singolo strato; la qualità dell'immagine è molto buona,con un bit-rate di 8500 Kbps;
    Formato 16:9,con aspect ratio 1.85:1; il comparto audio è molto buono,ed è caratterizzato da un 2 canali stereo da 192 Kbps; come Lingue e Sottotitoli,ci sono le seguenti opzioni: 1)italiano 2.0: 2)italiano 2.0 con sottotitoli in italiano per non udenti; 3)originale 2.0 con sottotitoli in italiano; come EXTRA abbiamo la filmografia di Aki Kaurismaki; durata totale effettiva film 1H 15' 58'';
    P.S.
    peccato che in questo sito non ci sia una sezione tecnica,dove potere mettere a disposizione la mia esperienza in campo supporti ottici,in quanto essendo io stesso un collezionista ed esperto in materia tecnica basata in vent'anni di sperimentazione professionale e personale,sarebbe stato molto bello poterla condividere con tutti voi,per fare in modo che non perdiate più un supporto ottico e cosi potere mantenere i vostri film sempre al sicuro.
    Ultima modifica: 27/03/16 23:07 da Ashay
  • Homevideo Rebis • 28/03/16 01:31
    Compilatore d’emergenza - 4441 interventi
    Carissimo, a me la tua competenza e le tue dritte interessano davvero tanto... forse ne potresti parlare sul Davibook! Chiamo Zender in conversazione e vediamo che ci dice ;)
  • Homevideo Zender • 28/03/16 07:59
    Capo scrivano - 48448 interventi
    Non son sicuro di aver ben capito, Ashay. C'è la sezione homevideo dove puoi fare come ora, cioè segnalare la qualità di un dvd. Per fare discorsi generali c'è il davibook, appunto, dove puoi scrivere quello che vuoi.
  • Homevideo Ashay • 28/03/16 09:12
    Galoppino - 43 interventi
    Probabilmente,non mi sono spiegato bene io; era importante avere una parte tecnica interna al sito,cioè nelle voci sulla sinistra nel menù a tendina con le opzioni; questo perchè le persone,anche nuove,che leggono solo per informazione,non sanno del DaviBook,invece nel menù vedono la voce; poi scrivere le informazioni tecniche,di come mantenere per sempre e curare i vostri supporti,in un unico titolo,come per esempio in questo,non è il caso,in quanto noterebbero il tutto solo le persone che prendono visione di tale film; la mia era un'idea,tutto qua e pensavo interessasse,perchè un collezionista,come lo sono io,tiene molto a non perdere neppure un supporto ottico,che sia DvD,o Blu-Ray.
    Ultima modifica: 28/03/16 10:07 da Ashay