Ottimo vampirico con una ragazza perseguitata da un vampiro dal quale era sfuggita 18 anni prima. Il film nella sua versione italiana ha un ottimo doppiaggio e Yamamoto dirige con gran classe, sapendo usare le scenografie della casa del vampiro e creando buoni momenti orrorifici. Da citare l'inquadratura della bocca sanguinante del mostro e i suoi ringhi nella parte finale, che nella versione giapponese sono davvero inquietanti. Da vedere assolutamente!
Interessante horror giapponese, che trova nella regia e nel colore validi punto di forza. Suggestiva l'ambientazione autunnale nel bosco e la scenografia essenziale, che trasporta lo spettatore in una storia senza tempo, collocabile ovunque e in nessun luogo. Superiore rispetto a diversi altri film vampirici del periodo. Consigliato.
Il ritmo arranca coma una Cinquecento in salita col freno a mano tirato, Dracula non è pervenuto, gli attori sono così così e però una certa aria trasognata induce a guardare il filmino con attenta condiscendenza. I colori, notevoli, vanno a generare una sorta di languida atmosfera psichedelica che rende il tutto fluido e godibile, al di là delle suddette lungaggini e inadeguatezze. Più bislacco che rilevante: merita un'occhiata, tuttavia.
In trasferta dalla Transilvania in un altrettanto inquietante villaggio sulla costa del Sol Levante, il noto conte non perde le sue consolidate abitudini e inizia a nutrirsi del sangue delle graziose giapponesine che gli capitano a tiro, con tutte le conseguenze del caso. Modesto ma non spregevole, questo horror nipponico si fa apprezzare, più che per la puerilità della vicenda, per la suggestione del contesto naturale in cui si svolge, ben valorizzato da una fotografia dai colori vividi. Piuttosto ridicolo il Dracula dagli occhi a mandorla.
MEMORABILE: La fatiscente villa dove si nasconde il vampiro.
Trasportare il vampiro della Transilvania in Giappone poteva essere interessante, poiché i processi imitativi ed emulatori dei nipponici spesso sono fonte creativa. Qui Vlad Tepes si riduce a una figura monodimensionale ricalcata con la carta carbone dai modelli arcinoti la cui dinamicità, oltre a un perenne fotogramma incollato allo schermo, si limita a qualche blando corpo a corpo con i protagonisti. L'onirismo dei flashback, unico potenziale stimolo, si risolve nell'ovvietà. Ci si aspettava un più alto livello rielaborativo e non una brutta copia.
Michio Yamamoto conferisce al mito del vampirismo un’ascendenza psichica e ipnotica, delineando il male prima nel subconscio femminile, poi nel tessuto sociale. Canovaccio di partenza sul quale diffondere una regia camp, visionaria e dalle forti suggestioni visive. Cupo e barocco l’incipit di stampo baviano; straordinarie le location lacustri. Bellissima Midori Fujita. Sottostimato.
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Kiosaku amico di Akiko è doppiato da
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L'infermiera è doppiata da
Germana Dominici
Il dottore all'ospedale e il padre del vampiro sono doppiati da
Gualtiero De Angelis
Il film, quando uscì in Italia, aveva come si usava all'epoca tutti i nomi americanizzati. Addirittura il regista venne accreditato come Stuart Rosenberg (!?!).
Fonte: "Il dizionario dei film Horror" di Rudy Salvagnini.
Sotto una locandina d'epoca che prova la cosa:
HomevideoXtron • 28/02/19 14:58 Servizio caffè - 2218 interventi
Il dvd SINISTER
Audio italiano e giapponese
Sottotitoli in italiano
Formato video 2.35:1 anamorfico
Durata 1h18m17s
Extra: Galleria fotografica, trailer, mini poster
Peccato che in Italia abbiano deciso di distribuire soltanto questo film (il secondo) della trilogia dei vampiri targata Toho. Gli altri due sono The vampire doll (1971) e Evil of Dracula - La rosa che succhia il sangue (1974), sempre diretti da Michio Yamamoto.