Vickie il vichingo - Serie animata (1973)

Serie che narra le avventure di un bambino vichingo e della sua gente e che ha come peculiarità di essere la prima serie d'animazione giapponese (co-produzione con la Germania) ad essere stata tradotta in italiano. L'animazione non è sufficiente, le storie funzionano poco.

Si strofina il naso, si sprigionano mille stelline, ed ecco l'idea folgorante che risolve ogni problema: così Vicky riesce con il ragionamento e l'intelligenza ad arrivare dove suo padre, capo vichingo, e il resto della squinternata e ottusa ciurma non riescono ad arrivare. Una serie carina, adatta a un pubblico infantile, e perciò elementare, sia nel coloratissimo disegno che nelle facili storie, ma pur sempre graziosa e a suo modo suggestiva. Soprattutto l'identificazione col bambino furbo in opposizione agli adulti funziona bene.

Rigorosamente destinata ad un pubblico infantile, Vickie il vichingo è una serie animata di qualche valenza pedagogica: alla base il concetto che il ragionamento e l'inventiva funzionano più della forza bruta. Per dimostrare l'assunto, storie volutamente semplici sia dal punto di vista concettuale che per quanto riguarda il tratto grafico. Mirata.

Se qualcuno crede che la grande invasione degli anime giapponesi sia cominciata con Goldrake, quel qualcuno ha torto. Prima del robot di Nagai e dell'Heidi di Miyazaki, nelle nostre tv c'era questo simpatico ragazzino vichingo, che la sapeva molto lunga. Un bel ricordo della mia infanzia, un cartone animato per famiglie dove le guerre dei vichinghi si vincevano non con la forza, ma col cervello. Serie che, oggi, manca in tv e che, invece, si meriterebbe una più di un passaggio in chiaro.