La prima scena ci mostra una ricostruzione del finale del primo indimenticato capitolo della saga di Jason, in cui a uccidere non era ancora lui ma sua madre. Il salto temporale successivo ci fa quindi capire che non di remake si tratta quanto piuttosto di sequel, che per il risultato ottenuto avrebbe potuto tranquillamente chiamarsi parte XI, XII o quel che toccava. Farlo rientrare nel novero dei recenti remake costringe all’impietoso paragone con il NON APRITE QUELLA PORTA che lo stesso Nispel diresse pochi anni fa impressionando per tecnica, stile e ferocia. Qui invece già...Leggi tutto il lunghissimo prologo che precede il titolo (quasi mezz’ora!) ci fa capire quanto la fantasia non sia proprio di casa a Crystal Lake (non che non si sapesse...): nell’avventura dei soliti ragazzetti massacrati dall’omone col machete (ancora senza maschera da hockey) non c’è alcuna creatività negli omicidi (unico vero punto forte dei migliori capitoli della serie) e al momento dell’apparizione di Jason tutto si risolve in confuse riprese notturne che fanno presagire la mancanza d’idee destinata a caratterizzare il film. Certo, in NON APRITE QUELLA PORTA la matrice era infinitamente superiore ed era stato più facile trovare la chiave giusta per dar vita a un grande horror, ma qui era lecito pretendere uno studio migliore su scenografie, luci, inquadrature... sulle componenti che insomma sembravano essere il marchio di fabbrica di Nispel e che ci avevano permesso di ammirare stupefatti la magnificenza del remake precedente. Qualità riscontrabili invece qui solo in minima parte, perché la sensazione è che si sia lavorato principalmente sul ritmo e lo spavento di base; ma Jason compare quasi sempre alle spalle poco spettacolarmente (si ricorda solo un bell’omicidio: ragazza tirata fuori dall’acqua col machete impiantato in testa), lo splatter è piuttosto contenuto (considerate le medie attuali) e la noia fa presto capolino. Personaggi poco interessanti, qualche dovuta concessione a grosse tette e sesso, dialoghi scadenti o comunque troppo anonimi. Che senso ha girare un film che si confonde nella desolante media dei capitoli precedenti deficitando persino in quelle che erano le uniche attrattive della serie (splatter e coreografie di morte deliranti)? Due o tre buone scene non possono bastare a giustificare la povertà di spunti sottesa a questa fallimentare “operazione rilancio”. Se nemmeno Nispel, sotto gli occhi del produttore Sean S. Cunningham (che diresse il primo storico capitolo), riesce a cavar fuori qualcosa di buono da Crystal Lake vuol probabilmente dire che Jason era meglio morisse per sempre molti capitoli fa.
Questo film mi ha riconciliato con lo slasher. L'ho visto alla prima, errore che il fan non dovrebbe mai commettere, vista la tassativa presenza di post-adolescenti che sottolineano ogni scena con risate isteriche comunque non in grado di distruggere la tensione che Nispel crea (complice un audio a livelli parossistici) con insostenibile continuità. I personaggi e i dialoghi incisivi, l'escalation di omicidi brutali (che non calano dal primo in poi come molti altri slasher) fanno il resto. Furioso e riuscito il lungo incipit. Il miglior Venerdì 13 di sempre, a parer mio.
MEMORABILE: L'amico coi soldi che ha paura che gli si rovini lo chalet; l'incipit; la scena dello scuola-bus che nasconde uno dei cunicoli; il sacco a pelo.
E’ stato conservato il clima da “teen-movie” in chiave horror e l’ambientazione originaria: questo è un fatto positivo, ma al film manca purtroppo mordente. La sensazione è che il prodotto è un mero sfruttamento commerciale; su questo nulla di male, ma si poteva e si doveva pretendere di più da questo tentativo ufficiale di rilancio, dopo innumerevoli capitoli di serie B. Piuttosto superficiale la varietà dei personaggi, che si distinguono in maniera irritante tra belli e bravi e brutti “sfigati”. Un messaggio diseducativo.
Debole tentativo di rinvigorire una serie ormai agonizzante. Come remake fallisce del tutto: nessuna innovazione (le poche presenti, tipo la "tana" sotterranea di Jason, sono assurde e improbabili), splatter ai minimi sindacali (ce n'era di più in certi episodi precedenti!), dialoghi penosi, sceneggiatura beota, ritmo non pervenuto (una noia), regia piatta come poche, musiche pressochè nulle. Intendiamoci, il film si eleva sugli ultimi 5 capitoli della serie e qualche scena truce è meritevole, ma le aspettative sono state ampiamente deluse.
Ennesimo pasticciato affronto ai miti dell'horror da parte del furbo Michael Bay. Dopo aver rigirato (modificando terribilmente il finale) il classico di Tobe Hopper eccolo concentrarsi su uno degli ultimi horror senza remake. Patinato, con situazioni prevedibili e fiacche, omicidi improbabili o "copiati" ed un gruppo di protagonisti mal delineati e irritanti. Il finale non riserva alcuna sorpresa, resta solo la tristezza per un'ennesima operazione unicamente commerciale. Bay ha già parlato di un remake di Nightmare... prepariamoci.
Domanda retorica: era necessario girare il remake di uno dei capisaldi del genere horror? Ovviamente no. Il film di Nispel, infatti, nulla aggiunge di nuovo alla saga di Jason e sotto certi aspetti non è un remake ma quasi una fotocopia visto che riprende dall'originale non poche cose (e ciò per alcuni può essere un merito per altri un errore) pur essendo ormai cambiati notevolmente tempi e gusti dello spettatore. Una regia un po' troppo esangue e una sceneggiatura sconfortante fanno capire il perché di risultati così modesti.
Il remake più corto di tutta la storia del cinema: appena due minuti! E finiti i titoli di testa comincia il film, che è ovviamente un'altro film... Dopo altri 23 minuti una scritta ci avvisa che comicia adesso il film! Ma non è nemmeno questo il nostro film! È un episodio di Supernatural! E l'assassino non è Jason ma Leatherface che si traveste da Jason in una truffa ordita da Nispel e Bay! Sarebbe stato molto più onesto un altro sequel di Non aprite quella porta che questa porcheria! Nispel l'abbiamo capito che ti piace di più Leatherface...
Questa volta la casa di produzione Platinum Dunes, già responsabile, assieme a Marcus Nispel, dell'ottimo remake di Texas Chainsaw si perde dietro una pellicola che non azzarda più di tanto, mostrandosi troppo fedele al modello originale. Il remake, che poi tale non è, segue un percorso minato dall'inverosimile assunto: per oltre 10 anni Jason è stato libero di compiere mattanze a Crystal Lake (figuriamoci!). A parte il buon incipit e qualche (rara) scena truculenta, predomina la ripetitività del ciclo: i soliti teen-agers, capeggiati da un bullo capitalista, meritano d'incappare nel maniaco.
MEMORABILE: La scena in barca con bionda in topless, improvvisatasi surfista: metàfora buona a chiarire quanto Jason detesti i capitalisti...
Jason torna nel 2009... ed è mattanza! Questa la premessa del film di Nispel (cui io attribuisco gran merito nel remake di Texas Chaisaw Massacre). Uno dei prologhi più lunghi mai visti dà il la ad uno slasher in piena regola. Il regista sa girare e ama il sesso (tette a profusione per tutto il film, ma da oscar quelle della Guill in vena di cavalcata da videoregistrare), tanto quanto il gore (eccellente l'omicidio di Aaron Yoo nel capanno attrezzi). Non eccezionale ma un sano body count ci voleva...
Non così male come tutti credono, ma sotto alcuni aspetti deludente. La regia di Nispel è buona: lo aveva già dimostrato in Non aprite quella porta dove, però, c'erano una sceneggiatura e degli effetti speciali. Remake creato (molto probabilmente) a scopi prettamente commerciali, con una sceneggiatura tutta sesso & alcool che pare soffermarsi solo su questi due argomenti. Effetti speciali nella media, anche se si poteva osare di più, scenografia credibile, colonna sonora (quasi) impercettibile. C'è Amanda Righetti di The Mentalist... almeno...
MEMORABILE: La solita vagonata di sesso gratuito, droga & alcool tipici dello slasher americano del XXI secolo. Jason riemerge nel finale...
Jason massacra qua e là chi gli capita sotto tiro comodamente alloggiato in una casetta sul lago. Davvero poco da dire: qualsiasi patos orrorifico si esaurisce nel prologo, il resto appare un'appendice tonitruante di inseguimenti e ammazzamenti. I soliti cliché: i giovani infoiati di sesso e droga, il nero (indovinate che fine farà?), il ricco arrogante, il nerd, la vecchietta... Ma la cosa che trovo più fastidiosa è la solita sessuofobica e castrante associazione sesso-morte. Basta! A' ridateci l'eversione di Yuzna e lo strutturalismo di Carpenter!
Con il materiale a disposizione non si poteva fare di più. L'originale del 1980 è pessimo (effetti di Savini a parte), mentre questo remake/sequel è il miglior film della serie. Jason spaventa: è veloce, gigantesco e inarrestabile. La parata di teens è un omaggio allo slasher movie inventato proprio dal capostipite. Un filo d'ironia e la pellicola scorre senza annoiare, con un ottimo montaggio e una prima mezz'ora davvero esaltante. Ben vengano remake migliori dell'originale.
Bellissimo Venerdi 13, non c'è che dire! La maggior parte dei remake contemporanei a mio giudizio sono davvero pessimi (Il presagio, Amityville per citarne alcuni), mentre devo dire che questo di Jason è ottimo, ben girato, con colpi di scena che si susseguono, splatter al punto giusto ed un bel finale tipico del genere. Non era facile, complimenti a Nispel! Per chi si è perso i mitici horror anni 80 ecco una buona occasione per rifarsi.
Compararsi con un mito è difficile e qui siamo lontani. Il film cerca di innovare il pilot della serie di Friday the 13rd e ci riesce solo in minima (anche se apprezzabile) parte, mostrandoci altri ambienti della "casa" di Jason (particolarmente suggestiva la sequenza del tunnel con il bus rovesciato). Per il resto, a parte una buona soundtrack, ci viene riproposto il solito tran tran di boschi e uccisioni.
Sequel più che remake e nemmeno troppo fatto male, anzi. Gli ingredienti dello slasher classico ci sono proprio tutti e, fortunatamente, la pellicola si eleva al di sopra di quelli che erano stati gli ultimi capitoli di una saga protrattasi troppo a lungo. Certo, coppia di protagonisti a parte, gli altri teenager sono talmente antipatici che si finisce per parteggiare per Jason e invocare la loro morte, possibilmente truculenta, ma almeno il film non scade mai nella stupidità.
MEMORABILE: Jason che indossa per la prima volta la maschera.
Coerentemente con lo spirito della saga Nispel gira uno slasher mediamente stupido e banale ma almeno tecnicamente al passo con i tempi, e a pensarci bene era l'unica cosa che gli si poteva chiedere. Ancora una volta il tasso di splatter è al di sotto del potenziale nonostante il bodycount indichi 12 omicidi (ma a rimanere impressi sono solo un paio), per quanto a sprazzi ci sia una buona costruzione delle scene che compensa il sangue risparmiato. La parola d'ordine a Crystal Lake è sempre stata "mediocrità" e qui non si fa eccezione.
Rispetto ad altri (Freddie, Michael, Leatherface) Jason è quello in possesso del background (genesi e sviluppo del personaggio) più debole, sebbene risulti il piu "simpatico" per via di quel suo impassibile incedere delittuoso mitizzato dalla geniale maschera da hockey. La logica commerciale elimina a tradimento (se di remake trattasi) "la mamma" come autrice della mattanza, vanificando possibili nuovi scenari per essere un reboot; a Nispel non rimane altro che autocitarsi: Non aprite quella porta, mutuandone lo stile, la tecnica, le scenografie (il sotterraneo).
MEMORABILE: La vittima incastrata nella tagliola attende che Jason gli faccia passare il "mal di testa".
Nispel sfodera ancora una volta una tecnica registica davvero invidiabile: la consapevolezza raggiunta lo porta ad utilizzare il mezzo con naturalezza, offrendo allo spettatore una serie inquantificabile di scene gustosissime. Peccato per la povertà della sceneggiatura evidenziata dalla stucchevolezza indescrivibile dei dialoghi. Fotografia di livello.
Più sequel che remake, visto che non vengono fornite le spiegazioni su Jason e il suo mondo ma ci si limita a tornare per massacrare i soliti ragazzi. Nispel in regia è una scelta molto buona perchè riesce, senza raggiungere le vette del suo Non aprite quella porta, a riportare il buio e la tensione nella saga, eliminando quasi tutta l'ironia degli ultimi capitoli. Belli alcuni omicidi, splatter abbondante, interpretazioni decenti e la bella idea del tunnel sotterraneo. Un buon riavvio.
Certo non era pensabile che si facesse un vero e proprio remake del primo film di Cunningham (che qui co-produce), perché in quel caso non ci sarebbe stata scena per l'icona da tutti attesa. Però sarebbe stato più interessante, per il valore storico di quel film, per la possibilità concreta di aggiornarlo efficacemente e perché da lì si poteva più propriamente riavviare una modernizzazione della saga. Nispel, invece, parte come Miner nel secondo film, seguendo poi uno script che, ancor più per chi è a digiuno del mito, suona bislacco.
MEMORABILE: Il tunnel e l'autobus abbandonato; Le tette della Guill, raro esempio di naturale perfezione; Gesta di Jason al buio e sesso illuminato: mah...
Non è un remake ma un sequel, di fatto: non segue il sottile collegamento tra i vari episodi e vede Jason passare dal "sacchetto in testa" alla più nota maschera da hockey in modo diverso rispetto alla saga originale. Un sequel che fa strada, come da tradizione, all'ennesimo capitolo e non brilla per inventiva né a livello narrativo né nelle scene cruente (spesso solo accennate e solitamente al buio). Insipido, anche se intrattiene come tanti slasher. Nispel aveva fatto decisamente di meglio con l'allegra famigliola hooperiana.
Difficile giudicarlo. Se si confronta con la classica iconografia jasoniana ne esce distrutto, dato che di uno dei boogeyman principi degli anni 80 ne rimane, in fondo, solo la maschera. Se si prende il film in sè è ben girato, violento, molto ammiccante al contemporaneo target giovanile; resta quindi una pellicola ibrida e non riuscitissima. Non ho molto ben digerito il frullato dei primi capitoli della saga originaria propinatoci nei primi minuti; se discontinuità deve essere, lo sia fino in fondo.
Non mancano gli ingredienti amati dal pubblico (sesso, droga, adolescenti odiosi) ma senza le morti spettacolari e lo humor nero (a volte involontario) dei vecchi tempi. Jason che corre, scava tunnel e rapisce guadagna in realismo, ma perde la “tenerezza” da automa decerebrato. L’unico motivo d’essere di questo reboot (secondo per inutilità solo a quello di Nightmare) è vederlo in azione e con la maschera da hockey già dal primo capitolo (invece che dal terzo come nella serie originale). Ma non basta...
C'era da sperare in un remake del primo Venerdì 13, che poteva avere oggi un qualcosa di originale; invece, sin dal prologo che ricalca il finale del suddetto, si capisce che sarà un ennesimo seguito. Dalle prima scene si poteva sperare in un lieve cambio di look di Jason, ma ecco che dopo un po' rispunta la ormai immancabile maschera da hockey. Niente di nuovo neanche per quello che riguarda i protagonisti adolescenti, l'atmosfera e le location.
Certo è che per dieci capitoli si è cavato sangue dalle rape: cosa pretendere allora da un remake con istanze filologiche? Un impianto visivo rifinito e attualizzato, per esempio (e qui Nispel ci sa fare); dinamiche di assedio adrenaliniche (ma non c'è molto per cui sussultare); ingegneria splatter nell'era del torture-porn (i guizzi però sono rari e sfrondati al montaggio); eros e disinibizione (nulla per cui scaldarsi). Tra un lungo incipit d'effetto, citazioni a profusione dall'intera saga, lo spirito rozzo del modello è colto: sarebbe un Venerdì 13 come tanti altri ma… no sequel no party.
Noon così pessimo come lo descrivono quasi tutti. C'è però da dire che non si tratta di un remake ma di uno dei tanti capitoli che prende spunto dai primi tre film della saga (io almeno lo considero così). E' scorrevole e si lascia guardare, la regia di Nispel è curata e la fotografia ottima. Jason non si è mai visto così in forma e i suoi omicidi non sono molto fantasiosi ma, grazie agli ottimi effetti speciali, sono godibili. Alla fine un buon film che ha le sue uniche pecche nelle troppe scene di nudo e nel pessimo finale.
MEMORABILE: L'omicidio del ragazzo incastrato nella tagliola.
Remake di uno dei capisaldi del genere horror che comunque non aggiunge nulla di nuovo. La confezione è sicuramente patinata e alimentata dal fiume della tensione con scene splatter e terrore ben evidenziato, tuttavia si assiste al classico risultato fotocopia. Cast nella media e solito arcinoto dubbio finale.
Nispel, dopo aver partorito un inutile quanto commerciale e antitetico remake di "Non aprite quella porta", decide di dedicarsi a una sorta di reboot della saga Jasoniana, buttando alle ortiche ogni implicazione sul rapporto Jason/Mrs Voorhees ma limitandosi a scatenare il gigante con la maschera da hockey contro un gruppo di teenager più decerebrati del solito. La confezione è buona, il budget c'è e si vede e gli attori non fanno poi così pietà. Ma ogni singolo fotogramma strilla una sola domanda: se ne sentiva davvero il bisogno? No. Inutile.
Senza paragoni col Venerdì del 1980, nel senso che quello vecchio non lo ricordo. Questo alterna momenti abbastanza riusciti ad altri noiosi o improbabili per un risultato appena oltre la sufficienza e che quantifico in modo largo (**!). Patinato e moderno, violento ma senza eccessi splatter, "giovanilistico"; contiene anche qualche accenno di sexploitation, ma senza "infastidire" il rating commerciale americano (quello R). Insomma un film scontato ma alla fine non da buttare (che comunque se non visto non produrrà alcuna recriminazione).
MEMORABILE: L'omicidio col coltello, sotto il pontile.
Remake necessario, data la moda del 2000 di reebotare i grandi cult. Jason compare in una nuova veste per le giovani generazioni. Il film è un concentrato dei primi tre capitoli di venerdi 13: compare la madre di Jason, compare la maschera-sacco e circa a metà film Jason indossa la mitica maschera da hockey. Il film non aggiunge e non toglie nulla alla vecchia serie, è soltanto un esercizio di restyling, fatto benissimo, con stesse tematiche, stesse atmosfere e stesso tipo di uccisioni. Anche il finale è preso tale e quale dal primo film.
MEMORABILE: Coltello in testa alla ragazza che viene tirata su e sbatte contro il molo in legno.
Scorrevole e (a suo modo) divertente, nulla da dire; se si pretende una costruzione maggiore del villain e qualche novità circa il "brand" di Venerdì 13, allora forse è meglio passare ad altro. Il famigerato assassino, comunque, gode di un'apprezzabile presenza scenica e il sangue non è timido a mostrarsi. Da segnalare, come difetto non indifferente, una fotografia troppo pulita e accesa per rendere inquietante il Cristal Lake, il quale trasmette tutto fuorché tensione.
Non ricordando assolutamente l’originale, è come se vedessi il film per la prima volta. Decisamente teen e pieno di luoghi comuni - poco edificanti - sugli adolescenti; si finisce per parteggiare per Jason, tanto questi sono starnazzanti, amorfi, inutili e sballati. Il ritmo è serrato, non si finisce di assistere a uno sgozzamento che la mannaia decapita qualcun’altro in maniera, ahimè, assolutamente prevedibile (come il finale). Che dire? Splatter è splatter e la storia in sé non sarebbe male. Avrei gradito un remake rivolto a un pubblico più adulto.
Nispel abile con motoseghe s'impantana in questo abbandonato campeggio. Già l'originale non brillava per idee: qui niente si aggiunge se non il solito manipolo di imberbi mascelloni e poppone. Tutto va esattamente nella direzione che ci aspetteremmo, completamente scevro di adrenalina e scarico di sangue. Nel tedio più assoluto anche il jumpscare finale risulta fiacchissimo.
Non ci siamo: Nispel non bissa l'ottimo risultato del remake di Non aprite quella porta e sforna un'opera inutile e fiacca. Si parte anche bene con il primo massacro dei teenager attorno al lago. Poi però bisogna sorbirsi un'oretta di bulletti americani, belli, ricchi, patinati di un'odiosità insuperabile. Poi entra in campo Jason: inventiva pari a zero coi soliti omicidi visti negli 11 film precedenti, senza però la grezza e divertente efficacia di quelli e anche più soft. Stile patinato di Nispel, attori mediocri o insulsi, zero suspense.
Reo di aver spietatamente massacrato a colpi di motosega gli illustri princìpi del caposaldo massimo della rednexploitation americana, l'innominato Nispel va a "insegnar la modestia" al fanciullone Jason, anonimizzando e ingaglioffando ancor più il già di suo scarsetto Venerdì ottantiano. Dalle acque maledette di Crystal Lake torna a galla per la dodicesima volta l'iconico hockeista-killer, pronto come da tradizione a far bubu-settete alle spalle dei "nuovi" malcapitati - l'invariabile comitiva di gallinelle siliconate e fustacchioni erotomani. In soldoni, una chitarronata senz'arte né parte.
MEMORABILE: Jason che infilza il pugnale nel cranio della ragazza nascosta sotto il molo lacustre, tirandola poi su tutta intera attraverso le assi di legno...
Nonostante una confezione dignitosa merita il monopallino per la cronica mancanza di idee e la pavidità nel proporsi. Inutile stuzzicare i (presunti) santi se non si ha nemmeno il mestiere di lucidarne l'aureola. Solita carne adolescenziale da macello filmata in modo meccanico, da compitino di scuola-cinema senza l'aura misantropa del cinema che fu (l'originale Venerdì 13, peraltro, non era certo un buon film). Attori buoni per farsi infilzare uno dietro l'altro (e dimenticare in fretta).
Non il remake del primo Venerdì 13, visto che inizia con la sua conclusione e la fine della madre di Jason, il quale nel lungo prologo indossa il sacco come nel secondo film e poi la celebre hockey mask. Nispel gioca un po' al reboot, un po' al sequel in una sorta di condensato che vuole riassumere il meglio della saga aggiungendo particolari atmosferici (casa di Jason) e psicologici (la prigioniera). Confezione moderna, non lesina su gore, tette e sesso, ma purtroppo è un'operazione che non ha la stessa motivazione e vitalità di quanto fatto da Rob Zombie con i suoi due Halloween.
MEMORABILE: La perlustrazione della casa di Jason e sua madre.
Reboot che ripropone le origini del mito, compattando parte degli avvenimenti dei primi tre capitoli della saga. Di per sé non un film malvagio: tecnicamente curato, violento quanto basta, un Jason Voorhees cattivo e spaventoso come non si vedeva da anni. L'attenzione ai dettagli putridi e decadenti dello squallore campagnolo lo avvicinano al Non aprite quella porta del 2003: efficace sulle prime, un po' snaturante a ripensarci. La totale assenza di originalità sul versante del plot e la pretenziosa seriosità della confezione finiscono per irritare. Ben fatto, ma del tutto superfluo.
MEMORABILE: La ragazza messa ad arrostire nel sacco a pelo; La gamba nella tagliola; La freccia in testa; La bevuta dalla scarpa; Omicidio con corna di cervo.
C'era davvero bisogno di girare l'ennesimo reboot/remake/sequel di una saga horror che ormai ha fatto il suo tempo? Oltretutto senza nessuna novità o pieghe nello script degne di nota? Soliti ragazzotti sciocchi, solite tette al vento, solite scelte sbagliate delle vittime. Persino gli ammazzamenti sono tutto sommato "regolari". Senza contare che per colpa di un montaggio frenetico e una fotografia modesta alcuni omicidi sono, odiosamente, tra il vedo e il non/vedo. Evitabile
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussionePol • 29/01/12 10:20 Servizio caffè - 185 interventi
@Buio: no, infatti, la sufficienza la porta a casa tranquilla soprattutto in virtù del lungo prologo, decisamente la parte migliore. Ma solo a me la scena in cui trovano il cadavere di mammà nel muro ha ricordato istantaneamente Profondo rosso?
@Zender: perchè non fai un bel "Jason vs Nosferatu" a Venezia? Conosci le location, Nosferatu è già di casa e permette di buttarci dentro un pò di vampirismo che tira sempre, Jason che riemerge direttamente in piazza San Marco è una perfetta immagine da teaser trailer, il tutto ambientato a carnevale così possono passare inosservati e con milioni di turisti il bodycount è virtualmente infinito... Pensaci :)
Dubito che Zombie possa essere interessato ad un remake di Venersì 13, mi sembra fuori dalla sua poetica... Halloween ha ben altra statura rispetto a Jason: Carpenter gli ha conferito un potenziale notevole, e lo dimostra il fatto che gli sceneggiatori di Myers si sono spremuti almeno un pò le meningi per procedere con la saga, e a tratti hanno pure azzardato non poco. Quelli di Jason hanno lavorato su carta carbone, se si escludono gli ultimi capitoli (comunque discutibili). Venerdì 13 è solo uno "schema narrativo" senza complessità, puro e anche divertente, ma comunque meccanico: basta buttarci dentro un pò di benzina e va avanti da solo :)
Rebis ebbe a dire: Dubito che Zombie possa essere interessato ad un remake di Venersì 13, mi sembra fuori dalla sua poetica... Halloween ha ben altra statura rispetto a Jason: Carpenter gli ha conferito un potenziale notevole, e lo dimostra il fatto che gli sceneggiatori di Myers si sono spremuti almeno un pò le meningi per procedere con la saga, e a tratti hanno pure azzardato non poco. Quelli di Jason hanno lavorato su carta carbone, se si escludono gli ultimi capitoli (comunque discutibili). Venerdì 13 è solo uno "schema narrativo" senza complessità, puro e anche divertente, ma comunque meccanico: basta buttarci dentro un pò di benzina e va avanti da solo :)
Quoto Rebis. Anche perchè quando nella saga di Jas hanno tentato qualcosa di completamente diverso (vedi Jason vaall'inferno), il pubblico (e soprattutto i fan) hanno detto no.
DiscussionePol • 29/01/12 14:08 Servizio caffè - 185 interventi
Il mio era più che altro un sogno ipotetico, SE non avesse già dato con i remake di Halloween e SE Nispel non avesse già fatto questo, secondo me lui era il regista perfetto. Ho ancora negli occhi gli omicidi di HW2 e come li gira lui non li gira nessuno, cattivi e potenti: calcolando che in questo remake ce ne sono 12, sarebbe stata una pacchia. E' vero che tolto questo non ci sarebbe stato nulla su cui lavorare, ma anche in HW2 tutto quello che non è pura brutalità è na mezza ciofeca pure un pò pretenziosa (parere personale, ovvio) quindi a questo punto meglio lo "schema narrativo senza complessità" dove poter fare quello che gli viene meglio :)
DiscussioneZender • 29/01/12 19:51 Capo scrivano - 47726 interventi
Ci penserò Pol, in effetti Nosferatu vs Jason sarebbe fantastico :). Quanto a Zombie continuo a ritenerlo parecchio sopravvalutato (frase butatta lì giusto per farsi amare dal nipotino Buio :)
HomevideoDidda23 • 11/04/12 11:12 Contatti col mondo - 5798 interventi
Gestarsh99 ebbe a dire: Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Paramount/Universal:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Tedesco Spagnolo Francese Spagnolo
Dolby TrueHD 5.1: Inglese
* Sottotitoli Spagnolo Francese Olandese Italiano Portoghese Inglese Spagnolo
* Extra La Rinascita di Jason Voorhees
Squarci in Avanti / Fendenti all’Indietro
Scene Alternative
La qualità del video è più che discreta: regge molte bene nelle scene notturne ed evidenzia i colori caldi ed avvolgenti della fotografia. I contenuti speciali sono interessanti. Tutto sommato un buon blu-ray
DiscussioneCaveman • 10/12/18 11:03 Servizio caffè - 403 interventi
Remake che raggruppa per forza di cose i primi film; era impossibile rifare solo il primo capitolo, dato che
SPOILER
Jason non compare, se non nel finale e la maschera farà capolino nel numero 3. E lo spettatore medio con Jason identifica un omacionne mascherato
FINE SPOILER
A me tutto sommano non ha dato troppa noia, certo il film è tecnicamente patinato e differente dal remake di NAQP (di ben altro spessore) ma gli attori a parte Amanda Righetti sono tutti insopportabili. Non male, ma resta pellicola mediocre e di scarso interesse storico all’interno della saga.