Non è affatto male. Grandi paesaggi meravigliosi, costumi bellissimi e storia discretamente avvincente. Se vi è piaciuto Apocalypto, sappiate che le due pellicole (a mio parere) sono praticamente gemelle. Tantissime situazioni ricordano il film di Gibson (alcune poi sono proprio identiche). Comunque io mi sono divertito ed ho rivisto con piacere uno dei miei cattivi preferiti, il caro Clancy Brown aka Gunnar quale capo vichingo (molto simile al Kurghan delle scene sulle Highlands di Highlander).
Dal regista del primo remake di Non aprite quella porta ci arriva questo ipertrofico film d'avventura. In patria è stato censuratissimo a causa delle troppe scene cruente e questo è forse l'unico motivo per darci un'occhiata se non si è appassionati del genere. Visivamente è confezionato benissimo ed è tecnicamente ineccepibile, ma manca di anima e la storia stenta a decollare. Devono passare parecchi sbadigli prima di arrivare alla fine. Fotografia manierista insopportabile. Quasi un mix tra Apocalypto, Highlander e Il Signore degli anelli.
Un indiano non racconterebbe mai questa storia. Qui sono poco più che carne da macello; e non c'è traccia di fieri guerrieri, a parte il capo. In più, sono poco avveduti (il salto comune in una trappolona nascosta). Ma anche i vichinghi farebbero meglio a sorvolare. Fanno in linea di massima la figura dei bufaloni senza cervello, tutto muscoli e spade, scambiando l'idiozia per coraggio (vedi il lago ghiacciato), facilitando non poco le operazioni al protagonista, vichingo allevato dagli indiani (unendo i due popoli, esce un individuo quasi normale). Vedibile, giusto per gli scontri.
MEMORABILE: La tortura dei cavalli. "Muori, ragazzino lacrimoso!". La scelta dei colori (natura, rocce e uomini hanno praticamente le stesse tonalità).
Remake del bel film norvegese Ofelas di Nils Gaup ed altro pessimo lavoro da parte di Nispel che crede di essere un regista e mischia atmosfere in stile Conan a lotte per la sopravvivenza mutuate da Apocalypto. Scarsissime doti tecniche accentuate da una fotografia artificiosa sempre ai limiti del pacchiano e attori di livello davvero infimo sono lan"ciliegina" sulla torta di questa assurda boiata. Le tanto acclamate scene di violenza accentuata si riducono a qualche schizzo di sangue e ad arti mozzati ma nulla di poi così eclatante. Una farsa.
Curioso cross-over fra il fantasy e le ambientazioni americane pre-colombiane. La fotografia rende le suddette ambientazioni cupe come il bosco di Beowulf e gli scontri sono oltremodo cruenti (anche se mai drammatici a causa di una sceneggiatura che non coinvolge). Tutto qui, il film di Nispel, abile artigiano poco incline ai sofismi, non regala altro (a parte una confezione dark e patinata). Nessun clichè del genere è disatteso ed il film procede stancamente verso il prevedibile epilogo. Solo per i completisti del genere.
MEMORABILE: "Dei due popoli, non apparteneva a nessuno, eppure, apparteneva a entrambi".
Per Nispel ho un debole, visto il capolavoro Non Aprite Quella Porta. E anche qui come in The Lab si coglie il baratro tra un regista assai dotato (soprattutto nella fotografia e scenografia) e la pochezza dei film che gli vengono affidati. Trama banalotta, prevedibile e già vista, attori inespressivi (Karl Urban), bellissimi paesaggi. Per chi ama il Canada si può vedere, per gli altri si può attendere il Conan di Nispel, sperando in meglio...
Ancora oggi, di fronte a cotanta pochezza, ci si interroga sul perché di certi film e su come un produttore decida di finanziarlo. Il nulla assoluto: nella sceneggiatura, nella regia, nelle interpretazioni. Passabili solo la fotografia e qualche scenario. Ed è un peccato! Perché un popolo fiero e misterioso come quello dei Vichinghi meriterebbe tutt'altra attenzione, da parte di Hollywood. Meriterebbe forse una storia e una produzione al pari de Il gladiatore. Speriamo che presto qualcuno se ne accorga e provveda.
Per quanto lo spunto storico (ovvero gli eventuali incontri-scontri fra vichinghi e popoli precolombiani) sia interessante, la realizzazione si rivela un prevedibile derivato di Conan il barbaro, con scene d'azione rozze e una truculenza finta, messa lì per fare notizia. Alla regia Nispel si conferma un mediocre mestierante il cui unico tratto distintivo - già mostrato nel remake di Non aprite quella porta - sembrano essere le ambientazioni e le scenografie. L'unico attore degno di nota è Brown, nei panni del mastodontico capo vichingo.
Un po' Valhalla rising, un po' Predator, un po' Ultimo dei Mohicani... Film che punta tutto sull'immagine, notevole sia per gli scorci panoramici sia per l'ambientazione cupa, ma anche per alcune scene action molto ben fatte. Latitano i dialoghi, com'è giusto che sia considerato che si svolge in un'epoca e tra popoli che neanche conoscevano la scrittura. Un minimo di realismo non guasta... Alla fine il giudizio è positivo e, anche se il lieto fine è sempre dietro l'angolo, ci si arriva attraverso cime impervie e percorsi dolorosi.
MEMORABILE: La fuga tramite l'improvvisato slittino; L'inseguimento nell'inestricabile caverna; Se non hai la forza dell'orso, usa la sua.
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DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 2.0 Surround Dolby Digital: Polacco
5.1 DTS: Italiano
5.1 DTS HD: Inglese
* Sottotitoli Italiano Tedesco Finlandese Norvegese Svedese Polacco Inglese per non udenti
* Extra Commento del regista Marcus Nispel
Scene tagliate
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Trailers Blu-Ray Disc:
- I Fantastici Quattro e Silver Surfer
- Die Hard 4.0
- 28 settimane dopo
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Curiositá
DiscussioneNoncha17 • 5/11/16 12:55 Pulizia ai piani - 1066 interventi
A quanto pare, trattasi di remake..anche se, l'origine dei popoli in contrapposizione non è la stessa!