Il blackjack, ovvero il più diffuso gioco di carte del mondo (almeno a quanto si dice nel film) può non basarsi esclusivamente sulla fortuna ma anche sul ragionamento e la memoria. Vincere studiando il mazzo e le carte uscite può sembrare un'utopia, ma Kevin Spacey (professore di statistica) e il suo sparuto gruppo di giovani e agguerriti studenti non la pensano così. Elaborato un sistema che parte dal conteggio delle carte estratte dal mazzo, i nostri puntano a sbancare Las Vegas e, organizzandosi bene, dimostrano che la cosa non è impossibile. Noi dovremmo credere e appassionarci alla favola del giovinetto povero ma brillante che mette in atto gli insegnamenti...Leggi tutto del maestro e, anche con l'aiuto della solista (e antipatica) biondina di turno, raggiunge il successo. Naturalmente non tutto è così facile e ancora più ovviamente si scoprirà (ma va) che ogni medaglia ha il suo rovescio. Non c'è insomma una sola idea nuova, in 21, e il gigionismo del pur sempre bravo Spacey alla fine stucca, confermando l'impressione di un film costruito a tavolino incapace di sfruttare a dovere la discreta mano del regista. La sceneggiatura è povera, il cast (Spacey a parte) anonimo, le riprese a Las Vegas che alternano inquadrature di tavoli da gioco, fiches, volti raggianti, sguardi complici montati con musiche tambureggianti le abbiamo viste mille volte, la “guardia” Laurence Fishburne è personaggio a dir poco stereotipato. Peccato, perché il ritmo c’era e il tema prometteva bene.
Non malaccio questo esordio del regista Luketic in un film che non è una commedia dopo ben 3 film che appunto alla commedia si rifanno (La rivincita delle bionde, Quel mostro di suocera, Appuntamento da sogno). Luketic se la cava abbastanza bene con un film ambientato a Las Vegas in cui il protagonista assoluto è il gioco del Blackjack. Buono il colpo di scena finale e a loro agio i protagonisti.
E’ la ricostruzione più o meno vera di ciò che dovrebbe essere avvenuto nel periodo in cui un gruppo di ragazzi istruiti da un professore (matematico) riuscivano a ripulire i Casinò al tavolo del Blackjack, utilizzando schemi mentali prestabiliti ma aiutandosi anche con nomi memorizzati per far filare al massimo il meccanismo già ben oliato dei loro neuroni. Ben confezionato, non possiede però quella spinta (gli attori non aiutano, a parte Spacey) per farlo decollare e il finale convince poco (sembra un rattoppo). Ripetitivo, ma vedibile.
MEMORABILE: L'uomo del Casinò (di grande mole) per terrorizzare il ragazzo lo fa legare a una sedia e, prima di dargli un pugno, si infila dei grossi anelli.
Un discreto film, anche se le caratterizzazioni dei personaggi sono decisamente stereotipate. Forse il film ha il torto di concentrarsi troppo sulla parte di Las Vegas, visto che a un certo punto le scene a Boston sono ridotte a ben poco significative parentesi di 30 secondi l'una, ma comunque la logica del film funziona bene e lo si segue con piacere. L'ottimo Spacey, che coproduce, si limita qui al suo minimo sindacale.
Come sia finito Spacey in un film del genere è un mistero. Duole sempre vedere grandi attori sprecare il loro immenso talento in filmetti con poca qualità. C'è da dire, però, che nonostante 21 sia sicuramente un film banale è una pellicola che si lascia guardare e che nella sua sceneggiatura preconfezionata a tavolino si possono trovare poche lacune.
Se dicessi che è orribile mentirei ma non posso esimermi dal ritenerlo banalotto. Si naviga su luoghi comuni: i nerd genialoidi che agognano un po' di pelo, il professore onnipotente che può tutto e vuole tutto, il genietto che abusa dei propri poteri e s'innamora della gnoccolona; insomma potrebbe esser "Spider-man" di Raimi. Nonostante la lunghezza si arriva alla fine senza fatica, ma certi, viste le premesse, di un certo tipo di finale. Spacey nella media così come Fishburne. Niente di che!
Ennesima storia dedicata al gioco d'azzardo vista stavolta dalla prospettiva di studenti molto abili che sfruttano le loro capacità intellettuali per sbancare i casinò di Las Vegas. Il film sebbene realizzato con impegno, è abbastanza prevedibile e ripetitivo con un finale per nulla sorprendente ma anzi abbastanza scontato. Cast non eccezionale, fatta eccezione per il grande Kevin Spacey.
Film ben girato con buona idea e un discreto colpo di scena finale. I pregi più o meno finiscono qui. Troppo anonimo, manca infatti di brillantezza e non riesce a capitalizzare l'appeal cinematografico del gioco di azzardo (il blackjack). Gli attori non lasciano il segno e anche Kevin Spacey, che ne è anche produttore, non fa bella figura (sigh). Laurence Fishburne, un pò imbolsito e massiccio, interpreta l'unico personaggio degno di nota. Banale la fotografia di quel delirio di città nota come Las Vegas. Si può comunque vedere.
Tratto da una storia vera, quella di un ragazzo abile matematico che, con la complicità di alcuni compagni e di un prof-mentore, sfiderà i casinò di Las Vegas con l'oramai famoso "conteggio delle carte" del Black-Jack. Il film adempie al suo sporco compitino, senza pregi registici da tramandare e senza particolari interpretazioni (sprecato Spacey). La sceneggiatura rispetta i topoi hollywoodiani, con tanto di plurimo colpo di scena finale (azzeccato, per la verità), che stuzzica e risolleva dal piattume generale. **1/2
Sulla carta prometteva qualcosa in più, nella pratica la realizzazione è dignitosa ma senza troppa verve. Non tanto per l'originalità poco dilagante o la scopiazzatura di alcuni leit-motiv di Ocean's eleven, quanto per la ripetitività dei passaggi e per l'aver poggiato molto della proiezione sulle (esili) spalle dei ragazzi. Fishburne mi è piaciuto nell'ultima inquadratura, con camicia hawaiana.
Il gioco d’azzardo, argomento centrale in rinomati classici del passato - da La stangata a Casino, non trascurando l’exploit di Dustin Hoffman in una sequenza di Rain Man - torna in abiti accademici in questo debutto registico di Luketic, che in una confezione sfavillante di luci e locali notturni di Las Vegas incanala una sceneggiatura tanto rapida e scorrevole quanto meccanica e manierata in frangenti e personaggi. Degli attori lascia il segno solo Spacey, con il consueto ottimo doppiaggio di Roberto Pedicini.
Nonostante una storia risaputissima e banale (compresi i vari tira e molla finali), il film riesce ad essere un buon passatempo, divertente e veloce. Sturgess è una sorpresa, ma ovviamente la parte dei leoni la fanno un ottimo Kevin Spacey e un altrettanto bravo Laurence Fishburne, entrambi azzeccatissimi per i loro ruoli. Per il resto nulla di particolarmente nuovo ma non un film disprezzabile.
Il maggior pregio del film è il ritmo davvero serrato e intrigante, per il resto 21 è ben poca cosa, soprattutto a causa di una sceneggiatura scarna e prevedibile e per un cast abbastanza anonimo. Emergono evidenti limiti dovuti soprattutto ai personaggi stereotipati. Nonostante tutto questo il film si fa guardare. Mediocre, si poteva fare meglio aggiungendo qualche elemento di originalità.
21 segue la scia di altri film di successo dedicati allo sbanco dei casinò (vedi Rain Man - l'uomo della pioggia, che ho trovato di gran lunga superiore). La prima parte risulta abbastanza piacevole e si fa ben vedere, la seconda cade un po' spesso nel superficiale e in troppi luoghi comuni. Buona la regia di Luketic, ma per quanto riguarda il cast è meglio sorvolare.
Ennesima storia ambientata a Las Vegas. La sensazione è quella che si volesse proporre un film di qualità e il regista si è impegnato tanto in questo, ma purtroppo il risultato è troppo incostante. Gli attori, eccezion fatta per il sempreverde Spacey, non sembrano troppo ispirati (o perlomeno non forniscono prestazioni convincenti). Tuttavia sufficienti la fotografia e la colonna sonora.
Studente di matematica diventa campione di Black Jack, ne nasce un film di quasi due ore in cui si sprecano noia e banalità. Trama prevedibile, dialoghi patetici; non manca nemmeno la solita morale da favoletta. Pochissimi i guizzi. Non ci siamo proprio.
Ha dei momenti carini: l'amico ciccione, il conteggio a mente della spesa dei clienti del negozio, il problema delle capre ( http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_di_Monty_Hall ) e altri. Peccato che, dopo una prima ora niente male, il film si snodi meno bene, con eventi illogici (il protagonista non sa che esistono i conti correnti bancari?), sospetti (la nuova alleanza), non totalmente sorprendenti (la chiusura). Spacey non dà il massimo, i due giovani funzionano abbastanza bene (i tre complici molto meno). Molto buono il montaggio.
Il rutilante mondo di Las Vegas attraverso gli occhi di un gruppo di studenti che credono di toccare il cielo con un dito. Francamente troppo puerile per convincere con una sceneggiatura che, nelle migliori ipotesi, è tirata per la giacca in una serie di situazioni impossibili Ai confini della realtà. Cast al limite dell'inespressivo catatonico con la sola eccezione di Spacey che, con un parterre così, facilmente giganteggia. Si salva e dà un senso a tutto, solo la fotografia e il buon montaggio delle scene Vegasiane. Per diciottenni sognatori.
MEMORABILE: "21 vittoria, grande baldoria!"; Il "teorema" di Stupininsky.
Studente viene cooptato da suo insegnante di matematica perché insieme ad altri compagni iper-dotati sbanchi i casinò di Las Vegas, grazie alla capacità di memorizzare le carte sul banco. Tanti soldi, ma la nemesi è in agguato... Commedia che scorre via piuttosto liscia, senza lasciare residui di sorta, con due protagonisti carucci, ma piuttosto anonimi, e due spalle di lusso che fanno coscienziosamente il loro dovere. Tutto ben oliato, come spesso accade nei film made in USA incentrati su truffe, ma anche tutto prevedibile, compreso il doppio colpo di scena nel finale. Dimenticabile.
Gruppo di studenti dotati punta ad arricchirsi ai tavoli di blackjack. Essendo un gioco da tavolo con poche varianti Luketic si concentra sul ritmo e fino all’arrivo a Las Vegas mantiene alta l’attenzione. Scoperto il trucco per vincere, si eccede (e due inseguimenti nelle sale sembrano troppi). Sturgess non ha il carisma per un ruolo da giocatore (la scena allo specchio è terrificante) e, almeno all’inizio, Spacey ha più presenza. Finalino moralista.
MEMORABILE: I conteggi degli sconti al negozio; Il quiz delle tre porte.
Niente di memorabile; vale solo per le location nei casino e a Las Vegas e per la presenza del mostro sacro Kevin Spacey (che è già al terzo film insieme a Kate Bosworth). Magari troppo adolescenziale, sicuramente un po' già visto, paga i suoi limiti soprattutto per via di uno script non troppo articolato. Comunque nella media, anche dopo più visioni.
Un film davvero povero di originalità, con poco ritmo e senza brio. Di solito la sola presenza di Kevin Spacey basta a salvare la baracca, ma questa volta gli scricchiolii sono davvero troppi (inclusa la recitazione assai scialba dei giovani protagonisti); inoltre il finale banale e telefonato non fa che peggiorare ulteriormente le cose. Assolutamente evitabile!
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Renato ebbe a dire: Ad Ammiraglio, che si chiedeva come Kevin Spacey fosse finito a recitare in un film del genere, rispondo con semplicità: è uno dei tre produttori... :)
hehe si lo sapevo, in effetti la domanda sarebbe dovuta essere "come sia finito a produrre e recitare un film del genere"
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Sony Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio Dolby TrueHD 5.1: Italiano Inglese Spagnolo
* Sottotitoli Italiano Inglese Spagnolo Portoghese
* Extra Commento del regista e dei produttori
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DiscussioneAle nkf • 28/08/11 11:25 Contatti col mondo - 14031 interventi
Zender, è più di una settimana che ho commentato il film, ma rimane la scritta: "annunciato a breve un nuovo commento" senza la data.
DiscussioneZender • 28/08/11 12:01 Capo scrivano - 48839 interventi
Hai ragione, per insondabili motivi era rimasto indietro. Ogni tanto capita. Tutto sistemato, grazie.