Che coppia... Lui un ricchissimo tetraplegico annoiato in cerca di un "badante" che sappia in qualche modo stimolarlo, l'altro un perditempo piuttosto rozzo e volgare che sa conquistarsi la simpatia del suo "datore di lavoro" grazie soprattutto all'atteggiamento che sta poi alla base del pensiero maturo di chi soffre: non pietà, ma un trattamento paritetico per dimenticare la condizione d'inferiorità. Da questo mirabile assunto muove i passi la divertente commedia di Nakache e Toledano, scritta con intelligenza e una certa ruffianeria, capace di affrontare il politically incorrect in modo "correct", trovando un bilanciamento non facile che le notevoli partiture di Einaudi contrappuntano con estrema...Leggi tutto grazia. Un cocktail molto vicino al giusto mix ambito da buona parte delle commedie sofisticate, che possono guardare a QUASI AMICI come a un esempio da seguire. Eccellente la prova degli attori, con Omar Sy sulle tracce del primo Eddie Murphy, capace d'incarnare al meglio pregi e difetti dello stereotipo dell'uomo di colore, sui quali si marcia con una certa sfacciataggine quando s'insiste sul ballo o sulla comprensione molto umana per i problemi della giovane figlia del "quasi amico". Che poi perchè quel quasi, se il sentimento che lega i due protagonisti si slancia frequentemente anche oltre la semplice amicizia? Un rapporto cominciato senza troppo interesse da una delle due parti muta radicalmente nel corso della vicenda, con sviluppi ben condotti da una regia spigliata che passa indenne attraverso le trappole di qualche forzatura di maniera (il volo in parapendio) e fa dimenticare un finale telefonato che come spesso capita ha il difetto di prolungarsi senza ragione lasciando affiorare evitabili risvolti familiari. Il meglio il film l'ha già dato nella prima ora, quando la travolgente esplosività di Driss (Sy) ha modo di sconvolgere il paludato mondo di Philippe (François Cluzet) secondo uno schema ampiamente sperimentato. Più di un momento esilarante ricavato all'interno di uno script che si fa apprezzare soprattutto per l'abilità con cui sa annientare la potenziale ripetitività dell'assunto.
Lui, un ricco paraplegico e l'altro, un poveraccio che vive di sussidio per disoccupati. Due personaggi dagli emisferi totalmente opposti che si scontrano formando una mistica nebulosa. Davvero ben riuscito, con gli - ottimi - attori che si scambiano in continuazione battute mai troppo scontate o semplicistiche. Non si fa compatire ed anzi, regala scene stupende accompagnate da una colonna sonora composta dai pezzi più disparati rispecchiando i personaggi che racconta. Bellissimo.
Il film racconta la storia molto semplice di un'amicizia fra un delinquente di colore e un tetraplegico ricchissimo. Per quanto la trama possa sembrare banale e stravista, il film è sviluppato molto bene e ci regala una grande caratterizzazione dei personaggi e due magnifiche recitazioni dei protagonisti. Non cade mai nel patetico (cosa difficile per una film del genere) e dona molte risate. La pecca maggiore sta appunto nell'eccessiva semplicità della storia, ma il prodotto è tutto sommato ottimo.
Ricco borghese parigino, paraplegico a seguito di un incidente col parapendio, assume come badante un ragazzo nero della banlieu, con precedenti penali e una complicata vita familiare. È la storia di una amicizia fra opposti, ma anche quella di un "alieno", portatore di sano buonsenso, nonché degli effetti di una malattia gravemente invalidante. Temi certo non nuovi, ma raccontati con freschezza e senza alcun patetismo, avvalendosi di due attori straordinari: se Cluzet dà l'ennesima conferma del suo talento, Omar Sy conquista. Il risultato è un film che scalda il cuore, diverte e commuove.
MEMORABILE: La discussione sul significato dell'arte - Le prove di rasatura
Un disastro fisico e uno umano si incontrano. Il primo non vuole pietà e il secondo sembra fare al caso suo. Ben diretta, senza pretese di morale, questa pellicola può contare su due ottimi interpreti ben calati nella loro parte. Il badante (un cialtrone pane al pane) ci mette il pepe, con le sue risposte schiette e sincere: "Se succedesse a me, mi sparerei". Mentre il ricco tetraplegico, riflessivo ed equilibrato, completa l'opera facendo uscire il meglio da chi era considerato solo un parassita. Semplice (con però il dono di evitare inutili perepè qua qua verbali) e notevole nel risultato.
MEMORABILE: Il ricco tetraplegico ha dei dubbi sull'appuntamento al buio; e il badante: "Ha passato due mesi a leggere le tue poesie sfrangicoglioni ...ti ama!".
Sebbene il mettere a confronto due personaggi diametralmente opposti sia sempre stato un facile viatico per inscenare sia il comico che il drammatico, stavolta si è mostrato un quadro più ampio. Il sociale come cornice: ricchi e poveri, opulenza e banlieue. Interpretazioni realistiche che fan scorrere il girato con buona alternanza di situazioni, senza scadere nel favolistico o nel pietoso. Un film di largo respiro, difetta nel fornire qualche battuta facile e in un’ultima parte sconclusionata e prevedibile.
Deliziosa storia d’amicizia che contrappone due mondi, due personalità, due vissuti, due modi di affrontare la vita completamente agli antipodi. Attraverso una sceneggiatura dal gran ritmo supportata da dialoghi al fulmicotone, freschi e intelligenti racconta uno spaccato di vita e di società convincente malinconico e frizzante, scorretto quanto basta e lontano anni luce dal chieder pietà. Si ride di gusto grazie a un mattatore assoluto, Omar Sry e il suo posato compagno di (dis)avventura Cluzet.
MEMORABILE: Tutti gli scambi verbali tra i due protagonisti.
Davvero un'ottima commedia questa made in France: mai troppo buona né volgare anche se capace di sciogliere i cuori della gente (e lo si vede dai risultati ai botteghini!). Il titolo originale spiega in sé il film: "Intouchables", gli intoccabili: un tetraplegico e un nero del ghetto sui quali viene fatta continua ironia, quella che comunemente si definirebbe "politically uncorrect"; ma è qui che sta la semplicità e la freschezza del film, non favolistico come il simile e recente Miracolo a Le Havre, ma ugualmente spensierato.
MEMORABILE: Dris che versa acqua bollente sulla gamba di Philippe...
Anche se rischia di trasmettere un immagine un po' edulcorata della difficile realtà dei disabili (e anche di quella degli immigrati africani), è una commedia riuscita. Gran parte del merito va all'assortita coppia di protagonisti, due differenti caratteri ottimamente interpretati e coadiuvati da caratteristi davvero in parte. Buona la prova della regia, e di rilievo una sceneggiatura che riesce ad alternare bene la parte più leggera a momenti che inducono riflessione.
Comico e dramma possono stare assieme, persino in presenza dell'odioso bollino "tratto da una storia vera". Non è solo merito dei due interpreti perfetti nei rispettivi ruoli (su Cluzet non avevo alcun dubbio, ma la vitalità di Omar Sy è stata una bella sorpresa), ma anche di una sceneggiatura e un montaggio misurati, abili nel non cadere in qualche facile buonismo, preferendo la leggerezza di un sorriso (e ne strappa parecchi, anche qualche risata) alla pesantezza di una lacrima scontata.
Trattare un disabile come si trattano tutti gli altri, questo è il punto. È assai difficile, quasi sempre sembra irriverenza, maleducazione, insensibilità. Eppure è quello che cerca il disabile e che riesce a trovare, almeno in questa storia, nell'ingenuità di una persona inesperta, un po' sbandata e socialmente lontanissima da lui. Magnifici i due protagonisti, ottima la sceneggiatura e meravigliosa la colonna sonora di Einaudi. Notevole.
MEMORABILE: "Siamo qui se serve, non ci muoviamo... soprattutto lui!"
Commedia francese che tratta, non con particolare originalità, il tema della disabilità ed il modo in cui gli altri si approcciano ad essa. L’altro “polmone” del film è la storia di amicizia che si instaura tra i due protagonisti: diverte ed emoziona al punto giusto senza mai essere patetica, pur con qualche goccia di ottimismo di troppo. La coppia di attori principali è brava e ben assortita. Omar Sy però è una rivelazione: impossibile non lasciarsi contagiare dalla sua simpatia irresistibile e disarmante.
Simpatica pellicola francese centrata sull'amicizia fra un ricco disabile e il suo tuttofare di colore. Qualche parolaccia di troppo, spesso detta dal nero, è perdonabile, visto che il film fila via che è un piacere. Ottimi gli interpreti, anche quelli secondari, che ci fanno passare due ore in allegria, facendoci anche riflettere sulle cose importanti della vita. Indovinata la scena dove i due interpreti intrattengono una discussione fra la musica rock e quella classica. Buona la colonna sonora, composta da un italiano. Da vedere.
Un film sincero ed equilibrato, una storia di amicizia ispirata da una storia vera, narrata con un buon senso del ritmo, non rasenta il patetico e quando affronta le questioni con i toni da commedia è piu riuscito che non quando vuole essere riflessivo. Non che non ci riesca, ma nemmeno stupisce con qualche nuova riflessione originale; molto piacevole, il duo protagonista è ottimo e in grado di reggere bene la scena fino all'ultimo momento.
Riuscita commedia che racconta la storia vera del rapporto tra un tetraplegico che non vuole pietà e il suo improvvisato badante. A parte un leggero calo nell'ultima parte il film diverte grazie a tutti gli scambi verbali tra i due protagonisti. Gran parte del merito della riuscita del film va però ai due attori: Cluzet e Sy sono perfettamente a loro agio nelle rispettive caratterizzazioni.
MEMORABILE: Sai dove si trova un tetraplegico? Dove lo hai lasciato.
Strana coppia, bianco e nero, ricco e povero, Berlioz e banlieu. E poi carrozzella e Maserati, il parapendio, i ricordi tristi, i cattivi pensieri, un paio di sliding doors. Mi verrebbe da dire "ruffiano". Ma poi penso che ho riso molto, mi sono commosso molto, mi sono divertito moltissimo. Perchè è scritto benissimo, è recitato benissimo, ha un paio di cose che restano (Eleonore che non vedremo praticamente in viso se non nella foto). E allora vabbè, ci andiamo tutti a Dunquerque sul Maserati. Una di quelle volte che se mi hanno fregato non lo voglio sapere.
Una commedia davvero bella, toccante e garbata nel saper suscitare sorrisi (quando non proprio risate) con una storia dal forte impatto drammatico. Non è solo la classica commedia che mette a confronto due caratteri diversi, ma anche due condizioni sociali diverse, dove entrambi i protagonisti riescono a dare qualcosa all'altro. Bravissimi Cluzet e Sy, molto affiatati e davvero naturali, senza mai essere eccessivi. Buona anche la colonna sonora di Einaudi, un po' scontato il finale, ma non è un danno eccessivo. Da non perdere.
Sorprendente commedia francese, Quasi amici stupisce per la genuinità della resa complessiva: l'elegante sceneggiatura mescola con abilità registri diversi, generando sorrisi e riflessioni a profusione. Ottimi i due protagonisti che danno vita a gustosissimi duelli dialettici. Regia grintosa e funzionale ed emozionante colonna sonora arricchiscono ancor di più un plot già notevole in partenza. In Italia una commedia così, purtroppo, ce la sogniamo.
Riuscito e capace di emozionare su più versanti, senza mai prendersi sul serio e fare la morale. Molto è dovuto alla coppia di protagonisti, tremendamente abile nel tradurre un copione intelligente in qualcosa di dirompente, a tratti toccante. Ben coadiuvati dalle figure di contorno (vedi Yvonne), dalle note del nostro Einaudi e dal rombo della nostra Maserati. Una trama troppo da favola che spazia dalle banlieu ai jet per danarosi? Può darsi, ma insomma siamo al cinema e poi in fondo è tratto da una storia vera.
Ispirato a una storia vera, il film, con brillantezza narrativa e sensibilità descrittiva, racconta di uno strano connubbio fra un tetraplegico miliardario e il suo badante di colore che proviene dalla povera periferia parigina, tutto tute da ginnastica e slang. Due mondi lontanissimi, praticamente opposti, trovano punti d'incontro, contaminandosi a vicenda: un po' come conciliare Vivaldi e gli Earth Wind & Fire. Raccomandabile.
Furbissima commedia transalpina, zeppa di trovate divertenti, calore umano e sincero affiatamento tra gli interpreti, lodevole nell'aver abbracciato con positività questioni sociali poco allegre come handicap, disoccupazione, delinquenza minorile, pregiudizio diffuso e difficoltà d'integrazione. La regia e l'accuratezza formale sono insindacabili e i due bicromatici protagonisti un calderone di emozioni e risate ma c'è da riconoscere una leggera sopravvalutazione autoriale da parte di quella fetta di audience più incline all'ottimismo da favoletta ridente che al pessimismo delle cronache reali.
MEMORABILE: La crosta finto-pollockiana venduta all'odioso espertone di famiglia ad una cifra esorbitante; Driss che apostrofa il posteggiato abusivo "Meg Ryan"...
Quando una commedia riesce a fondere perfettamente il lato comico con quello drammatico, facendo sia commuovere che ridere, non si può non parlare di un film ottimamente riuscito. La regia è sobria, l'eleganza ce la mettono Parigi e l'hôtel particulier in cui alloggia il ricco ma tetraplegico protagonista. Accentuato e ben riuscito il contrasto con la banlieue da cui proviene il simpatico ma disadattato Driss: da lì nascono tutte le situazioni comiche che allegeriscono i drammi delle vite così diverse dei due protagonisti.
Sicuramente un po' ruffianello e incline a scansare le situazioni più realistiche e disperanti, il film scivola fresco e godibile sulla vena interpretativa dei due protagonisti, in grado senza troppi artifici di spaziare dal registro comico-esilarante a quello drammatico-riflessivo. Pregio del film sono le basse percentuali di moralismo e sentimentalismo, e di contro l'alto tasso di battute e gag di irresistibile cinismo e poco "politically correct". Per fortuna, aggiungo io.
Filmetto francese gradevole e indolore, assolutamente guardabile e altrettanto dimenticabile. Non si può negare che il film sia furbo se non molto falso: tutti sono buoni nonostante i drammi che hanno ferito le loro vite, sono astuti e vendicativi nei confronti degli antipatici e degli arroganti e mai, proprio mai imprecano contro il destino, anzi insegnano agli altri a vivere. Tutto all'acqua di rose, nonostante handicap, povertà, tessuto sociale, droga, rapporti impossibili.
Ogni tanto è proprio il caso di stare al gioco, come in questo furbissimo film fatto per piacere. Certo, la ruffianeria è evidente, siamo nel multiculturalismo più spinto; però, se si abbandona un po' di senso critico e ci si lascia andare, non ci si può che divertire di fronte alle avventure della strana coppia. I momenti esilaranti (numerosi) convincono comunque molto di più di quelli che vorrebbero essere toccanti, ma nei quali l'operazione si fa un po' troppo grossolana. In generale molto godibile.
Dalla Francia arriva una lezione su come sia possibile fare una commedia divertente e toccante allo stesso tempo, peccato che noi italiani abbiamo dimenticato da tempo come fare questo tipo di cinema. Sicuramente si può addebitare alla pellicola un certo grado di "ruffianeria", ma d'altro canto è innegabile che la sceneggiatura sappia destreggiarsi, anche grazie al notevole contributo degli interpreti principali, abilmente, evitando (quasi) sempre il facile effetto. Ennesima strana coppia che funziona molto bene. ***!
Riuscita commedia malinconica incentrata sull'amicizia fra un ricco parigino tetraplegico e un ragazzo nero delle banlieue che assume come badante. Nonostante qualche tocco di furbizia (l'aspetto sociale viene ampiamente trascurato, ma in casi come questo può essere un pregio) la storia diverte, emoziona e parla dell'invalidità senza scadere nel pietismo o nella ruffianeria. La coppia Cluzet-Sy è decisamente affiatata e sviluppa con abilità il contrasto fra i due protagonisti. Ottima la colonna sonora.
MEMORABILE: Lo scherzo alla polizia stradale; La vendita del quadro "d'autore"; La rasatura.
Forte e sano ma povero e sbandato, ricco e colto ma tetraplegico. Un piatto super ghiotto per non farci su una commedia. Si ha da subito la sensazione di quello che verrà, infatti le cose vanno troppo diritte, senza intoppi, verso un "naturale" svolgimento e, anche se gli interpreti ce la mettono tutta, rimane sempre un che di innaturalmente preparato, dove battute e situazioni sono ampiamente telefonate. Comunque ben confezionato, con personaggi di contorno molto centrati (direi che è proprio merito loro se nasce qualche sorriso spontaneo).
Lo scopo è chiaro ed efficace: criticare il buonismo ipocrita che dilaga attorno alla figura del malato. La forza (anche comica) del film risiede in questo: prendere un eddymurpheggiante e squattrinato Omar Sy e impiegarlo come badante di un paralitico altoborghese, distruggendo i topos di quel mondo e ricordando di come non esista amicizia senza l'accettazione (anche sarcastica, purchè sincera) delle reciproche particolarità. Qualche calo nelle parti più sentimentali, ma il film è ben diretto, divertente e con due ottimi protagonisti.
Una commedia francese che non sembra una commedia francese (per fortuna): al bando la gente che gira per il set con l'aria stralunata inciampando, nessuna musichetta di sottofondo, niente equivoci telefonati. I due dietro la mdp ci propongono invece una storia composta, magari non proprio originale e difettosa sul piano dell'analisi sociale ma che ha il grandissimo pregio di divertire con garbo e di commuovere senza scivolare nella più densa melassa (pregio quest'ultimo non da poco). Ruffiano? Forse, ma per una volta non ci ho fatto caso. Conciliante.
Una completa delusione, una pellicola farlocca che con la scusa del disabile ricco provvisto di accompagnatore nero e mezzo ladro cerca di generare emozioni. Emozioni che latitano totalmente in una narrazione ruffiana che, nonostante i due preparati interpreti, genera pensieri negativi. Bocciato in toto.
Nonostante sia tratto da una storia vera il soggetto non è che brilli per originalità. L'handicap come oggetto da demistificare è stato già portato spesso sugli schermi italiani: da Verdone a Pozzetto e Greggio passando per l'eterno Gassman di Profumo di donna. Gag e battute ciniche e persino all'insegna del politicamente scorretto non mancano e, a tratti, si ride davvero, ma la sceneggiatura piatta e telefonata rende tutto abbastanza estemporaneo. Bravi gli attori, non altrettanto la regia, che a tratti brancola nel buio. Finale ruffiano.
MEMORABILE: Il quadro di Driss valutato 11.000 euro.
Una gran bella storia, che vede due persone provenienti da mondi completamente opposti formare un'amicizia unica e inscindibile. La partenza disorienta un po', ma poi si incominciano a intravedere le linee guida dell'opera. A volte le battute spiazzano un po' e questo conferisce un effetto del tutto particolare all'intero film. Si gioca sull'abbattimento delle convenzioni e del non detto in maniera intelligente e ficcante. Da non perdere.
Film discreto; anche se, al di là dell'umorismo furbescamente e apparentemente uncorrect, offre una visione patinata sia della disabilità che degli immigrati... a partire dalla caratterizzazione dei protagonisti, entrambi esteticamente ineccepibili (un po' troppo appunto). C'è qualche buco di sceneggiatura (quando il badante viene allontanato) e il finale è telefonato. Credo che il grande successo di questo film sia dovuto al fatto di essere francese e di non sembrarlo, al di là dell'ambientazione.
Discreto prodotto che punta su una storia non troppo originale ma che viene raccontata in maniera convincente e non eccessivamente melodrammatica. Il punto di forza della pellicola sta proprio nella genuinità con cui viene presentato il rapporto tra il ricco tetraplegico e l'esuberante e rozzo badante. Il resto del film risulta un po' troppo scontato, forse per la volontà di rimanere fedeli alla storia vera da cui la pellicola è tratta.
Finalmente! Ci voleva la spigliatezza e l'ironia di due registi francesi per poter vedere sul grande schermo un disabile e un immigrato sorridere in modo sincero e genuino: Driss e Philippe sono quanto di più lontano da certi ipocriti e melodrammatici stereotipi si possa immaginare. E rivendicano con orgoglio il loro diritto a essere felici. La loro amicizia sfida regole, convenzioni e pregiudizi, è una panacea, una sana medicina a un mal-de-vivre comunque onnipresente. Sy e Cluzet incredibile coppia mattatore-spalla. Einaudi superbo al piano. Unica nota stonata del film: il brutto finale.
MEMORABILE: L'inizio con la beffa alla polizia; Driss e le battute/gaffe sulla tetraplegia di Philippe; La rasatura.
Buona commedia, non troppo originale ma che fortunatamente diverte e fa sorridere affrontando temi seri come l'immigrazione e le malattie permanenti. Purtroppo non mancano momenti banali che guastano un po' la storia. Ottima la coppia Omar Sy/Francois Cluzet.
Grande successo per un film ben costruito e recitato, che ha il merito di affrontare un tema delicato quale quello della disabilità con un approccio diretto e scanzonato, per nulla pietistico. Tratto da una storia vera, il rapporto che si crea tra il ricco tetraplegico e l’esuberante badante nero è descritto attraverso il sapiente ricorso a scene a effetto, divertenti e commuoventi al tempo stesso. Grande ritmo, suggestiva la musica di Einaudi e ottime le interpretazioni dei due attori principali Cluzet e Sy e dei personaggi di contorno.
Quando i mondi degli angeli custodi si scontrano, compendiandosi/compenetrandosi in un singolare tao si ha l’illuminato sincretismo di un cinema che nel prendere di petto la malattia rifiuta l’ossequio al calligrafico verismo, all’irrigidito realismo e al ricattatorio patetismo, che non vuole saperne di muoversi in punta d’alluci in nome di un'algida e composta oggettività che tutto desatura. Un cinema che tra rabbiosa vitalità, risata e commozione non fa gerarchie né interpone iati, ma che nemmeno edulcora o scade nella volgare consolazione, riassunto nell’acting termonucleare di Cluzet e Sy.
La storia di un ricco paralitico e del suo badante di colore. Il film tratta il tema della disabilità e della malattia in modo diverso dal solito; non ci sono infatti tristi scene di sofferenza ma molte risate e battute in quanto la disabilità viene, molto spesso, presa in giro. Un film che fa riflettere, con tantissime risate e senza un minimo di volgarità. I francesi ci insegnano come dovrebbero essere fatte le commedie.
Commedia francese basata sul rapporto tra un tetraplegico e il suo badante, un ragazzotto di periferia appena uscito di prigione. Il film deve il successo alla perfetta interazione tra i due (Cluzet e Omar Sy); dal loro rapporto nascerà una bella amicizia che porterà a mostrare i pregi, i difetti e le debolezze di entrambi. Non mancano momenti divertenti (la serata a ritmo di danza; driss che ci prova in maniera spudorata con la segretaria), ai quali segue un finale toccante e sincero che eleva il film a grande esempio di cinema.
MEMORABILE: Il posto di blocco all'inizio; Il primo colloquio tra Driss e il tetraplegico; Il taglio della barba.
Prendete una tela e poneteci sopra due colori contrapposti, lasciando spazio per uno sfondo azzurro. Ai due opposti collocate un ricco sulla sedia a rotelle e un colosso nero tanto frenetico quanto povero in canna. Noterete che, a poco a poco, le due entità arriveranno a interagire, confondendosi. La narrazione lascia indecisi sul da farsi: piangere a ritmo sostenuto o ridere alle battute dissacranti di uno scatenato Sy. Meglio se si fanno entrambe le cose, lasciandosi trasportare, come i protagonisti, dal vento delle emozioni. Gran film.
Successo meritato per una bella commedia francese che tratta la disabilità con ironia e delicatezza, abilmente mischiate fra loro. Il merito è da ascrivere senza dubbio ai due attori che formano una strana coppia, ma che sanno recitare in simbiosi perfetta. Sy, ottimamente doppiato da Simone Mori, è senza freni è coinvolge il misurato Cluzet in siparietti estremamente divertenti. Ottima la sceneggiatura. In Francia le commedie le sanno far bene, non c'è che dire!
Se fossi maligno lo chiamerei "il film preferito dagli insegnanti di religione per i loro alunni". Tutti sono "buoni": l'eccentrico e il maleducato cronico si capiscono al volo e i problemi si risolvono facilmente, che bello! Qualche risata il film la strappa, mentre le scene drammatiche non conquistano. Con un aggettivo, definirei il film "ipocrita": l'atmosfera del film è falsa e dà l'idea di artefatto, di qualcosa creato furbescamente ad hoc. Per godersi il film è necessario stare al gioco: ma con queste basi, che emozioni può trasmettere?
MEMORABILE: La scena iniziale in macchina, sulle note di "September"; Andavano così forte che io pensavo: "Toglietegli la patente! Toglietegli la patente!"
Per tutta la sua durata e con una progressione pressoché fagocitante ogni altro senso squisitamente cinematografico, il film di Nakache e Toledano fa leva sulla empatia con gli spettatori determinata dall'istrionismo dei protagonisti e da uno script che, con astuzia mai provocatoria, ripercorre, sostanziandoli e quasi reificandoli, i cliché sulla marginalità. Certo un ottimo lavoro "pubblicitario" sulla valorizzazione ed accettazione delle diversità, dove però tutto, a partire dal rapporto tra Cluzet e Sy, è brutalmente piatto, scolastico, senza conflitto.
Commedia francese di enorme successo, spiegabile forse dal fatto che la maggior parte del pubblico non è abituata al black humor e al politicamente scorretto che invece può avere uno spettatore già abituato a I Griffin e/o South Park. Omar Sy è calato perfettamente nella parte, ruolo difficilissimo per François Cluzet che non può muoversi dal collo in giù. I dialoghi sono brillanti ed è spassosissimo vedere tutte le frecciate e l'assenza totale di compatimento per la condizione paraplegica di Philippe, sottolineata anzi continuamente.
MEMORABILE: La recita al posto di blocco con la polizia.
Buona pellicola che affronta senza paura e con sfrontatezza un tema molto delicato che spesso rientra nel filone del "vietato parlarne". La diversità totale dei due protagonisti è il punto di forza del film e del rapporto unico e speciale che si va a creare tra i due. Ottimo lavoro in quanto non si scade mai nel banale o nel pietoso e anzi, si ride molto.
Film rivelazione di grande successo, giocato sullo schema della strana coppia, dell'attrazione tra gli opposti e dall'avvicinamento a tappe all'amicizia impossibile. È sicuramente un film furbo, molto furbo, ma che comunque sfrutta al meglio la ricetta antica ed è capace, in un finale prevedibile, di emozionare. Merito dell'ottima sceneggiatura e della buona prova dell'intero cast attoriale. Forse un po' sopravvalutato ma, di questi tempi, basta fare bene compiti già eseguiti nel passato per portare a casa il risultato.
Sono molteplici i meriti di questo film: trattare un tema importante con garbo, senza pietismo, in un alternarsi di sorrisi e commozione, la sceneggiatura scorrevole e coinvolgente, due ottimi interpreti e una certa cura per ambientazioni e fotografia. Che dire poi della splendida colonna sonora di Einaudi, che sa dare il giusto risalto alle tante scene importanti? Molto intenso anche il finale, cui seguono i titoli di coda durante i quali si possono vedere i personaggi reali di questa storia che pare quasi una fiaba e che, invece, non lo è affatto.
Il ricco francese tetraplegico e il badante nero, povero, incolto e avanzo di galera: davvero una strana coppia. Rischiosissimo affrontare in una commedia così tanti temi delicati: l’handicap, la disuguaglianza sociale ed etnica, e in un certo senso anche l’amicizia. Eppure qui si compie il miracolo, riuscendo a portare a equilibrio perfetto tutto quanto e nonostante (anzi calcando) gli inevitabili (ma veri) stereotipi di personaggi e situazioni. Si ride al momento giusto, ci si commuove, e intanto i cliché si sciolgono. Emozionante.
Il tema della disabilità e dell'amicizia tra opposti - un burbero borghese tetraplegico e un giovane spaccone di periferia - si combinano in questa pregevole commedia transalpina. La struttura del film, pur nella sua semplicità, è ben calibrata e le prove dei due protagonisti sono convincenti, così come il ritmo impresso dalla regia, che rende scorrevole la pellicola nel suo complesso. Peccato giusto per qualche difetto di realismo e per alcune parti lasciate un po' in sospeso. Comunque da vedere.
Se non fosse tratto da una storia vera sarebbe difficile credere a un legame tanto forte e disinteressato tra due persone con annesso lieto fine per entrambi. Prima parte molto divertente, con netto calo nella seconda in cui ci si concentra sulla "love story" del ricco tetraplegico, oltre che su una serie di rocambolesche quanto poco interessanti disavventure. Lo snodo segue per il resto quello di centinaia di altre pellicole: incontro, scontro, profonda amicizia; bravi Cluzet e Sy, delizioso mix di humor e dramma tipicamente francese.
MEMORABILE: Driss inverte l'uso di shampoo e crema per i piedi.
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devo confessare di non aver granché capito la posizione di nando specie quando dice che "la pellicola genera pensieri negativi". anche perché di minuto in minuto, vuoi per apparato estetico, vuoi per vettorialità dei contenuti, vuoi per poderosa vis comica, a me ha tolto in blocco le negatività degli ultimi 3 mesi almeno. era da tempo che non ridevo e mi emozionavo così. poi magari chiaro che la realtà è meno zuccherosa, come si evince anche dal documentario sui veri personaggi da cui il film estrae la radice quadrata, ma chi ha detto che il cinema deve ossequiare il verismo e il realismo sempre e comunque? e poi chi ha detto che nel parlare di malattia si debba seguire la via opposta che spesso conduce a un ricattatorio patetismo, o peggio a un'algida oggettività insapore?
ma soprattutto, io nella figura quasi sempre dolente di cluzet (grandiosi lui e il personaggio, a voler essere approssimativi), immenso nel trasfigurare il suo volto di amarezza, afflizione e inadeguatezza ci ho letto ben poco di edulcorato e di consolatorio. come che sia, una delle migliori "commedie" degli ultimi 10-15 anni.
chiamato in causa nonostante la mia idiosincrasia verso certi forum, non penso di aggiungere altro rispetto al mio esaustivo commento....ripeto, reputo questo film scadente, ruffiano e per quanto riguarda i pensieri negativi, questi fanno parte del mio ego che, sinceramente, non ho voglia di esprimere e condividere con sconosciuti......tuttavia se a qualcuno ha eliminato la negatività, mi viene da sorridere....., ben venga.........lunga vita al Davinotti......
DiscussioneZender • 18/03/16 07:22 Capo scrivano - 5 interventi
Nando, non è che ti si è chiesto chissà cosa eh, solo di chiarire cosa intendevi con "pensieri negativi". Non è che stai scrivendo nel tuo quaderno di casa. Nel momento in cui rendi pubblico un tuo pensiero non c'è niente di strano se qualcuno ti chiede di chiarirlo (con l'unica speranza di avere semmai una tua risposta e un parere diverso su cui riflettere).
Forse per Nando il film era troppo furbo, ruffiano, concetti devo dire spesi anche in altri commenti che però hanno voluto valutare anche altre componenti filmiche (fattura, livello tecnico, carica espressiva etc.) riconoscendogli dei meriti.
Però dai, ogni film è comunque finzione ed esprime un punto di vista degli autori che modellano la realtà a loro piacimento. Per fortuna mi verrebbe da dire.
Ripeto il film non mi è piaciuto per niente e la generazione di pensieri negativi nasce in questo ambiguo rapporto tra invalido e badante .......tutto qui......comunque non ho il quaderno a casa e sinceramente essere chiamato in causa solo perché sono l'unico che ha giudicato negativo un film considerato da tutti gli altri utenti un quasi capolavoro lascia il tempo che trova.......grazie Capannelle...certo il cinema è finzione e quindi, spesso, altera la realtà ed io in questa pellicola l'ho vista totalmente alterata.......un saluto a tutti......
DiscussioneZender • 18/03/16 17:51 Capo scrivano - 5 interventi
Non volevo certo dire che hai il quaderno a casa, era un paragone per dire che se scrivi in un luogo pubblico non c'è niente di strano che qualcuno ti faccia magari qualche domanda, senza nessuna malizia. Chi ha detto che sei chiamato in causa perché sei l'unico? Sei stato chiamato in causa perché ti si chiedeva se possibile la chiarificazione di una frase. Se qui si dovesse chiamare in causa tutti quelli che mettono un voto negativo a un film hai voglia... Siamo strapieni di voti "controtendenza" in un sacco di film e son sempre stato il primo a sostenere che son contento di questo. Se il voto in controtendenza è dato credendoci è azi la cosa migliore. Vedere tutti voti positivi o negativi in un film di solito mi deprime...
Francamente capita spesso che si chieda qualche chiarificazione per una frase e non certo perché è l'unico parere negativo, non mi pare ci sia niente di strano... E' assolutamente legittimo che tu lo ritenga ruffiano, il film, anche se a me il film è piaciuto lo capisco. Faceva solo strano quel "genera pensieri negativi"
Ho capito tutto.....sono lievemente orso e conseguentemente quando commento cerco di entrare totalmente nell'ottica del film al fine di scrivere una valutazione veritiera.........spero di aver chiarito i pensieri negativi.........
DiscussioneZender • 18/03/16 18:25 Capo scrivano - 5 interventi
Ma sì, va benissimo. Hai chiarito.
HomevideoZender • 27/12/20 18:10 Capo scrivano - 5 interventi
Va segnalato che il bluray, pur di ottima qualità a livello video, ha un grave problema nella traccia audio italiana, che ha il pitch sbagliato (come in Misery non deve morire, per capirsi). In una commedia soprattutto la cosa ha effetti deleteri sulla comicità della stessa, con le voci che sembrano uscire dall'oltretomba. Come si possano ancora commettere errori simili non lo capirò mai! Speriamo che la Warner o la Medusa ne facciano uscire un'edizione decente, perché questa, in italiano almeno, è raccapricciante! Soldi buttati!