South Park - Serie animata (1997)

Qui si va ben oltre l’irriverenza, la parodia, il politicamente scorretto. South Park è il nonplusultra del bastardo dentro e fuori, del violento gratuito, sottolineando l’inutilità della morale in un mondo marcio alle fondamenta. Gli autori hanno deciso di colpire tutto e tutti, senza riserve, utilizzando quattro bambini (su tutti il ciccione carogna Cartman), che ne vedranno di tutti i colori. Si aggiungeranno anche due bambini portatori di handicap. Unica costante: gli adulti si comportano regolarmente da idioti. Nota di merito per Chef.

Personalmente li ritengo inferiori ai Simpson ma superiori ai Griffin. In Italia arrivano in seconda serata e zeppi di bip, raramente con il loro vero linguaggio scurrile. Terrorismo, eutanasia, aborti, omosessualità, droga e tutti i problemi delle tematiche d'attualità vengono affrontati comicamente con sano sarcasmo ed effervescente satira politically-incorrect anche piuttosto intelligente. Prendono di mira la pateticità delle istituzioni, si vendicano sulle critiche e non guardano in faccia nessuno (tantomeno Dio). Meno male che esistono!

In una puntata Eric Cartman incontra Bart Simpson, il quale gli racconta le sue malefatte e gli dice di aver fatto mangiare a un suo amico della carne umana (Scott Tenorman deve morire!). Bart saluta, si alza e se ne va. Ecco, questo è il riassunto di South park, che supera in ferocia e in satira sociale I Simpson (ai quali però deve moltissimo, è chiaro). In quella stessa puntata Eric cerca di far chiudere I Griffin, serie colpevole di fare una comicità gratuita, basata su un succedersi di scene che non partono dalla realtà. Anch'io la penso così!

Il "dark side" dei Simpson, questo può essere considerato South Park, l'elogio cioè del politicamente scorretto, molto di più della serie dedicata alla celebre famiglia di Springfield. Il motivo conduttore di questa serie è la totale assenza di regole e di ogni limite al cattivo gusto che viene profuso a piene mani che che può disturbare alcuni spettatori. Non per tutti quindi ma tematicamente molto efficace.

Definire irriverente questa serie animata è riduttivo. Gli inventori del cartoon più politicamente scorretto affondano provocatoriamente le mani nell'osceno e nel rivoltante, raccontando di bambini che vivono nello splendido scenario del Colorado. Sesso, violenza, razzismo portano in evidenza la scurrilità dell'intera società perbenista e moralista che circonda i piccoli protagonisti. E allora South Park è metafora di un mondo devastato dall'abiezione dei rapporti umani ed economici all'insegna del trionfo dei disvalori. Illuminante.

Dissacrante, ma alla lunga stanca. L'animazione è più che discreta, ma la serie non mi ha mai entusiasmato troppo, devo dire. Per carità, qualche risata la strappa, ma dello stesso genere preferisco gli Happy tree friends. In definitiva si può vedere.

A partire dalla sigla (censurata sulle reti generaliste), si può ben intendere quale sarà il tenore di uno dei cult dell'animazione degli ultimi decenni. Ogni puntata è uno sfottò a qualche istituzione, a sgretolare quel mito che gli americani si portano orgogliosamente dentro da quando sono nati. Nessuno è risparmiato e nessuno è escluso. La morte è vissuta come compagna di vita quotidiana, come la dipartita ad ogni episodio del povero Kenny dimostra. Eccellente!

Tra le più geniali derivazioni dei Simpson, un volgare serial che sa coniugare benissimo tra loro irriverenza e sarcasmo con un vero e proprio bisogno ci criticare la società americana, il perbenismo, aspetti generali della società, religione ecc. Parker e Stone han lavorato spesso con la Troma e si vede. Son usciti pure tanti videogiochi ispirati alla serie, tutti medi o mediocri comunque. Indistinguibile il suo stile di realizzazione, che permette agli autori di realizzare gli episodi in modo più veloce rispetto ai già citati Simpsons.

Non riesco a dare un giudizio unitario su questa serie. Se da un lato ci sono degli episodi dvvero spassosi (quelli della prima stagione erano memorabili, soprattutto se visti dopo anni di divieto) con delle punte di satira memorabili, dall'altro il pretesto "prendiamocela con tutto e tutti" ha portato gli autori a fare delle tirate reazionarie e qualunquiste non da poco. Dovrei recensire ogni episodio singolarmente, ma in questo caso metterò 3 pallini come media.

Notevole animazione (per adulti) che fa del politicamente scorretto il suo punto di forza. Tratta tutti quegli argomenti (sesso, droga, omosessualità e soprattutto razzismo) che in una serie animata non si vedrebbero mai (salvo forse per I Griffin) con una giusta dose di sarcasmo. La prima stagione è, a mio avviso, la meglio riuscita di tutte con dei momenti comici spassosissimi.

Gustosissimo frullato di cinismo, cattivo gusto, blasfemia, razzismo, trivialità e scorrettezza politica: una delizia, fosse anche solo per ciò che ha da offrire nel concetto, dove, come v'ho lasciato immaginare, non va certo molto per il sottile. Pompa all'ennesima potenza, parossisticamente (mai termine fu più azzeccato!), la blandissima ironia satirico/razzista di quella (per me) scemenza dei Simpson senza guardare in faccia a nessuno, ma ha la colpa di farlo con una (volutamente) penosa realizzazione grafica e d'animazione, difetto non da poco...

Difficile parlare di una serie come South Park: il disincantanto e (forse un po' troppo) cinico popolo del web la elogia, i benpensanti la disprezzano. E' indubbio che abbia rappresentato una nuova frontiera nel non potically correct formato cartoon e di questo dobbiamo rendergli onore e merito. D'altra parte a volte si ha come la sensazione che, non volendo risparmiare assolutamente nessuno, qualche puntata scada sovente nel cattivo gusto fine a sé stesso. Da guardare, senza però dare troppo peso alle (pseudo)denunce che contiene.

I personaggi non hanno una grafica bellissima; anzi, sono disegnati con "la zappa", perché gli autori ritengono che per i temi trattati non ci sia bisogno di un disegno particolare o alla Simpsons. A parte i bambini sboccati, la serie non risparmia nessuno, nemmeno i diversamente abili, i transessuali e la religione. Una vera e propra fiera del cattivo gusto che, però, piace. Serie animata politicamente scorretta d'indubbio fascino, è vero, ma anche un po' troppo ardita e americana. Per palati forti, alla Beavis and Butthead.

Serie molto apprezzata dai fans, che però non ho mai retto troppo. Dissacrante allo stato puro, direi geniale nella rappresentazione di un mondo permeato da cinismo e finto buonismo. L'animazione, all'apparenza elementare, è concepita in giunzione alla mediocrità del mondo dipinto, ma alla lunga logora. Le risate non mancano, ma a puntate quasi memorabili si accompagnano episodi meno che discreti, per un risultato un po' altalenante. La sensazione è che l'ardita satira (smorzata nel doppiaggio italiano) diventi ben presto di maniera. Non male.

Opera totale, densa di drammaturgia, capace di farsi specchio dissacrante dell'attualità occidentale negli anni Novanta e Duemila. Con il suo parodistico catalogo d'icone pop, personaggi storici e figure immaginarie forgiate su misura dei quattro archetipi, riesce ad assimilare qualsiasi soggetto/evento storico e politico con analisi, spesso spietate e surreali, ma mai banali e moralizzanti. Talentuosa nel reinventarsi con leggeri cambi di rotta nei grafismi e nei dialoghi, vince anteponendo valori d'integrazione, solidarietà e amicizia, ai facili paternalismi di altri TV show.