Le tentazioni sono quelle a cui rischia pesantemente di cedere Edward Norton (qui regista all'esordio nonché produttore e co-protagonista), prete cattolico a New York che rincontra dopo molti anni l'amica d'infanzia, sexy e spregiudicata. La quale tuttavia pare preferirgli il rabbino Ben Stiller, il terzo di quello che da giovanissimi era stato un trio inseparabile. Una sorta di JULES E JIM con la religione di mezzo, nel tentativo di elevare la commedia classica attraverso una sceneggiatura più ricercata della media. Purtroppo gli sforzi si fermano in superficie, alla raffinatezza senz'anima, alla "carineria"...Leggi tutto da sostanziare magari attraverso qualche sorpresa nel cast (Eli Wallach, Anne Bancroft). Non si ride quasi mai perché non era questo l'intento, ma il modo di affrontare l'argomento è quantomai fiacco, con risvolti prevedibili affidati comunque a due buoni interpreti come Norton e Stiller (il personaggio di Jenna Elfman è invece alquanto stereotipato, la giovane in carriera tutta lavoro, telefonino e impulsività). Si nota una certa grazia nel dirigere anche il cast, nel mantenere un' apprezzabile misura, ma la durata decisamente eccessiva (si superano le due ore!) e la povertà del soggetto cozzano generando un film che scivola via senza lasciar traccia, diluito inutilmente e con una New York canonica (le passeggiate a Central Park) accompagnata da musiche ancor più scontate.
Brian, prete cattolico molto ligio, e Jake, rabbino dalle idee anticonformiste, incontrano dopo dieci anni Anna, una loro amica d'infanzia e, innamoratisi entrambi di lei, entrano in competizione l'uno con l'altro. Norton, divenuto celebre per ruoli drammatici, sceglie per il suo esordio alla regia una commedia sentimentale sofisticata di elegante ambientazione newyorkese. Il risultato è piuttosto piacevole ed anche originale (per lo spazio riservato alle questioni religiose), anche se di durata eccessiva per il genere.
Non mi è piaciuto. Stiller è davvero poca cosa, meglio Edward Norton. Per quanto riguarda la storia, non mi ha particolarmente coinvolto, né lo ha fatto la confezione. La regia è abbastanza svogliata e il film risulta (almeno a me) prevedibile e poco divertente.
L’esordio del talentuoso attore americano Edward Norton come regista è una gradevole commedia originalmente incentrata su due pastori di differenti comunità religiose (un prete e un rabbino) molto amici tra loro e in competizione per la stessa donna (una vecchia amica di entrambi). Norton sceglie la chiave della commedia sentimentale e la porta avanti in modo efficace grazie ad una sceneggiatura valida che mescola efficacemente diversi temi e grazie ad una buona prova del cast con un Ben Stiller più misurato del solito.
Inserire problematiche serie, potenzialmente drammatiche, come quella del celibato cattolico e della tradizione ebraica all'interno della rosea e romantica cornice del classico triangolo amoroso? Sì, ma allora facciamolo con convinzione! Purtroppo, mentre la dinamica di Jake (Stiller) con la famiglia e con l'ambiente yiddish è abbastanza ben delineata, il conflitto di Brian con la propria vocazione sacerdotale e superficiale e inconsistente e, nell'insieme, non c'è grande ritmo, né grinta nelle interpretazioni. Triangolo sbilenco, mediocre.
L’idea è carina: un prete, un rabbino e una donna in carriera, amici dall’infanzia e ora alle prese con i rispettivi (e intrecciati) turbamenti d’amore. Carina anche perché il senso portante è quello di uno spirito umanistico ed ecumenico (e molto newyorkese), con una tonalità leggera ma non per questo sciatta. Norton, al debutto registico, va su binari scontati, ma a sminuire il film è la descrizione di personaggi trentenni con sentimenti e comportamenti adolescenziali, finendo per dar vita a un teen-movie mascherato da commedia per adulti.
Jake e Brian sono rispettivamente un rabbino e un prete e, dopo dieci anni di assenza, incontrano una loro amica d'infanzia, Anna, che farà innamorare entrambi Una commedia che parte bene ma che, anche a causa dell'eccessiva lunghezza, perde efficacia con il prosieguo della storia. Discreto esordio alla regia di Edward Norton, buon trio di attori e alcuni comprimari di lusso (Anne Bancroft e Eli Wallach).
MEMORABILE: A volte ci sono cose che non vediamo finché non siamo pronte a vederle.
Brillante commedia sentimentale su un ménage à trois molto particolare, che vede la bella Anna (Elfman) contesa nientemeno che da un prete e un rabbino (i tre sono amici d'infanzia). Il confronto tra le due differenti culture e religioni rende curioso un film altrimenti piuttosto scontato nello svolgimento e nelle classiche situazioni ricche di equivoci e sotterfugi. I due protagonisti esprimono bene il loro dilemma, facendo i simpatici senza eccedere, anche se Stiller come rabbino è piuttosto improbabile.
Un film discreto, che parte sicuramente da uno spunto interessante ma che in effetti è tradito dalla sua stessa sceneggiatura che non offre niente che non possa essere previsto in anticipo. Però il cast è buono e Norton sa dirigere sé stesso e i suoi coprotagonisti con il giusto tocco, senza mai farli scadere in una facile comicità, anzi mantenendo apprezzabili toni realistici. Durata francamente eccessiva.
C’erano un prete, un rabbino e una bionda in carriera. Quello che sembrerebbe esordire come un brillante film romantico, si rivela nei fatti, prima noioso, poi moraleggiante e infine telefonato come una produzione televisiva natalizia. Dopo un’introduzione con voce narrante durata un quarto d’ora, si tenta d’intrecciare i fili con un umorismo prevedibile che, impregnandosi di religione e ambientazioni newyorkesi, pretendeva forse di essere percepito come sofisticato e originale, ma in realtà resta piatto senza trasmettere emozioni. Ad aggravare il tutto un’inutile vebosità.
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Vedi Zender che avevo ragione..Ricordavo giusto! Non è vero che il sommo maestro ha visto tutti i Ben Stiller, a meno che non faccia parte del famoso "periodo oscuro"..
DiscussioneZender • 26/09/11 20:37 Capo scrivano - 48839 interventi
Ah, affari del "Sommo". Lui mi aveva detto così, ma evidentemente mi ha preso in giro come fa spesso. Bah, grazie, gli dirò di recuperarselo. Può essere che il titolo l'abbia dissuaso vista la sua nota idiosincrasia al sentimentale...
Per fortuna da quasi un anno c'è il Davinotti ..Ho visto una valangata di film e mi ricordo ben poco.Dovrò recuperare..
MusicheZender • 26/10/11 20:10 Capo scrivano - 48839 interventi
La canzone che il commesso orientale nel negozio di elettronica canta (malissimo) per cercare di vendere ai due protagonisti un piccolo impianto di karaoke è "Jessie's girl" di Rick Springfield, raro esempio di attore televisivo (faceva "General hospital") che seppe ottenere successo anche come cantante.
DiscussioneRaremirko • 25/10/19 23:27 Call center Davinotti - 3863 interventi
Nulla di trascendentale, ma perlomeno un attore dotato come Norton si è cimentato in una regia, con una vicenda lineare e tranquilla, pure con qualche idea (la religione, i contrasti, un cast interessante, la presenza della Bancroft, ecc.).
Un pò statico e prolisso (2 ore eccessive), ma pieno di sincerità e di buone intenzioni, si lascia vedere.