S.O.S. Summer of Sam - Panico a New York - Film (1999)

S.O.S. Summer of Sam - Panico a New York
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Summer of Sam
Anno: 1999
Genere: thriller (colore)
Regia: Spike Lee
Note: Aka "SOS summer of Sam".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

New York, estate 1977: un serial killer uccide giovani donne con i capelli neri e lunghi sparando loro con una 44 magnum. Ma resta sullo sfondo. Sì, perché SOS - SUMMER OF SAM non è un thriller e il “figlio di Sam” (così si firma l’assassino) è solo uno dei tanti personaggi che animano questo nuovo “Spike Lee joint” (come da definizione classica dello stesso Lee). In verità il protagonista è Vinnie (John Leguizamo), parrucchiere con velleità da playboy sposato con la deliziosa Dionna (Mira Sorvino, invecchiata e “appiattita”). E’ un po' il bullo della compagnia e catalizza assieme al suo amico Ritchie (Adrien Brody), un punk fanatico degli Who, gran parte dell'attenzione di Spike...Leggi tutto Lee. Il quale poi, ovviamente, vi fa girare attorno mafiosi da barzelletta, ragazzotte “allegre”, omosessuali... Un campionario variegato dà vita a un Bronx inedito, solare, diverso da quello tratteggiato dai grandi registi “di genere”. Grande attenzione per i dialoghi (spesso divertenti, da black comedy in piena regola), regia brillante, montaggio svelto. Spike Lee sa girare bene e lo sappiamo, ma questa volta non è riuscito a trovare quel quid che contraddistingue le sue opere migliori. Probabilmente è colpa di un soggetto povero, che tutto sommato si esaurisce nel ritratto piuttosto scontato di ragazzi senz’arte né parte e relega il killer del titolo a componente secondaria, giusto il collante per poter parlare di persone altrimenti diverse e lontane tra loro. Tant'è che l'identità del “figlio di Sam” non è mai celata: lo vediamo in faccia quasi subito, finendo per collocarlo tra i tanti personaggi bizzarri del film, uno qualunque. Esagerato il divieto ai 18 anni, anche se le rivoltellate in testa lasciano una bella scia di sangue.

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Renato 12/08/07 15:31 - 1648 commenti

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Splendido. L'estate newyorchese del 1977, movimentata dalla presenza di un folle serial killer a piede libero, raccontata attraverso le storie di alcuni personaggi che vivono ai margini della società, chi più, chi meno. Spike Lee ci dice qualcosa di non banale sull'amicizia e sulle scelte che ognuno di noi si trova a dover fare nella vita -che lo voglia o meno- il tutto in due ore tiratissime, con un funzionale uso delle musiche (onnipresenti) e momenti di violenza inaspettati. Strepitoso il cast, il misuratissimo Ben Gazzara su tutti.
MEMORABILE: Il cane parlante una citazione la merita.

Galbo 21/01/08 15:42 - 12372 commenti

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Più che un thriller dedicato alle gesta di un serial killer, nella torrida estate newyorchese del 1977, Summer of Sam è un ritratto benissimo concepito e realizzato di una parte della società italo-americana. Il ritratto impietoso di Lee è quello di una comunità chiusa che cova l'intolleranza e la persecuzione del diverso, spesso dominata da riti tribali. Come spesso accade nei film di Lee, il giudizio morale è un pò forzato ma il film appare tecnicamente e narrativamente pregevole, con buone interpretazioni e un'ottima colonna sonora.

Rocchiola 7/03/16 11:24 - 952 commenti

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Un grande affresco d'epoca scorsesiano in cui la storia vera del serial killer Berkowitz è solo un espediente che Lee usa per mettere ancora in scena la sua amata/odiata New York. Tra musica e locali d'epoca come il CBGB's per i punk e lo Studio54 per i discotecari, il regista si concentra questa volta sulla comunità italo-americana e i suoi rituali cattolico-machisti. Scandita dalle cronache delle partite di baseball la vicenda accumula paura e odio in modo travolgente descrivendo una città che sta per scoppiare. Grande cast di facce giuste.
MEMORABILE: "Ci sono otto milioni di storie nella città nuda"; Il cane che parla all'assassino; Gli omicidi di Berkowitz a suon di musica d'epoca; "Bobby il frocio".

Puppigallo 10/08/09 11:39 - 5250 commenti

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Deludente. Sembra che il serial killer sia solo un pretesto per ammorbare lo spettatore con le beghe sessual-sentimentali dei due protagonisti (marito ultrainfedele e moglie repressa). Il problema è che la solfa va avanti per tutta la pellicola, con contorno di italioti (italiani idioti) e di vittima sacrificale che ha il solo torto di pettinarsi in maniera assurda e di essere piuttosto alternativo. Il vero perchè lo darebbe lo psicopatico, che però ci viene presentato a spizzichi e bocconi, mentre bisogna sorbirsi Spike giornalista (concentrarsi di più sulla regia no è?). Mediocre.
MEMORABILE: Un poliziotto al boss: "Abbiamo bisogno del tuo aiuto". E lui: "E che volete che faccio, che mi arresto da solo?".

Brainiac 13/08/09 10:19 - 1083 commenti

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Sconfortante nell'approccio thrilleristico quanto accurato nella desamina psicologica, questo "Summer of sam". La frustrazione del serial killer è la stessa della società, rappresentata alla grande da Leguziamo, il cui personaggio cerca di barcamenarsi fra impulsi repressi e libertà sessuale appena conquistata. Esemplare la scena dopo l'orgia, quando rabbioso si scaglia contro Mina Sorvino, colpevole di averne accondisceso le fantasie (e di aver così frantumato le sue fantasie machiste). Purtroppo le due parti del film non sono affatto coese: mediocre.

Enzus79 22/07/10 16:27 - 2863 commenti

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Spike Lee è un regista che si ama o si odia, non c'è via di mezzo. Un film dove si intrecciano le storie nei sobborghi di New York durante l'estate del 1977. Sam è una parte secondaria alla trama, ma non interessa, dato che i personaggi di Leguizamo (bravissimo) e Brody (più simpatico che bravo) riempiscono la scena. Ottima la colonna sonora.

Giùan 12/09/11 13:45 - 4528 commenti

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Come sintesi di questa "canna" di Spike, verrebbe da parafrasar il sottotitolo di Mean streets: "Domenica alla disco, lunedì all'inferno". Il capolavoro di Scorsese viene rievocato negli anni (il '77 del caldo bruciante come le pallottole della 44 del serial Killer "Son of Sam"), nell'utilizzo "protagonista" della colonna sonora e nell'analisi della comunità italo-americana, il cui razzismo ipocritamente e paradossalmente "benpensante" prende di mira in primo luogo i "deviati" dall'omologazione. Brody punk ha le phisique, Leguizamo gran Giuda, Mira "tira".
MEMORABILE: L'orgia nella quale la Sorvino, sotto gli occhi del marito, prende coscienza della propria sessualità; gli omicidi di "figlio di Sam": lampi di rosso.

Myvincent 8/11/11 13:47 - 3721 commenti

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Tratto da una vicenda reale, narra la storia di un serial killer psicopatico che uccide a sangue freddo giovani coppie a New York. La vicenda è anche un modo trasversale per raccontare del quartiere italiano nella grande mela durante gli anni '70, dove regna il machismo ottuso e soprattutto il super boss malavitoso. Clima frastornante tra note disco e performance punk, ma gli attori ce la mettono tutta e il tocco colorito di Spike Lee è un marchio di fabbrica.

Buiomega71 20/05/12 11:22 - 2899 commenti

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Spike Lee riprende umori e sapori dello psycho thriller anni 70, con spezie lustighiane, ferrariane e scorsesiane e mischia il tutto in un'atmosfera afosa, laida e fetida. Peccato che si dedichi poco alle gesta del "figlio di Sam" (ma alcuni ottimi momenti lasciano il segno, come i discorsi tra il killer col cane di "satana"), preferendo sondare l'ambiente italoamericano tra: crisi di coppia, sesso "terapeutico", omosessualità, tamarrismo e ballate in disco stile La febbre del sabato sera. Straordinaria la ricostruzione dell'atmosfera degli anni 70.
MEMORABILE: Il figlio di Sam spara negli abitacoli delle auto, il sangue schizza e non può non far venire alla mente echi lustighiani; Il costante turpiloquio.

Pigro 30/09/12 10:06 - 9623 commenti

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La vicenda vera del serial killer Son of Sam dà a Lee l’occasione per un poderoso fermo immagine sulla fatidica estate del 77 (ottimo soundtrack d’annata), ma soprattutto per un nuovo vivace affresco di una comunità newyorkese (nello specifico, quella italiana), attraverso la quale esplorare in vitro le isterie della società moderna. La chiave principale è il sesso, o meglio le schizofrenie ad esso legate e vissute da tutti i personaggi: tutti figli, spuri, di un’America minore. Perché questa è l’estate rovente di Sam, ma dello Zio Sam...

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Fauno 24/03/16 19:02 - 2206 commenti

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Qui, pur non conoscendolo, definirei Spike Lee un Pasolini nero, visto che si addentra nei quartieri e quindi nella psiche in burrasca degli impasticcati di una NY più scorticata che nuda. Il ritmo è buono, ma le reazioni son molto più tipiche dei giorni nostri che del '77 e lì sta il grave errore. Fra l'altro il protagonista è tanto schifoso quanto plateale; idem per la masnada che gli si incolla addosso: la moglie una santa che subisce, il serial killer fa più da sfondo per acuire le paranoie dei loro cervelli malati, ed è un altro punto a sfavore...
MEMORABILE: Le due litigate con la moglie sono grande cinema; Su di un gay sospettato serial killer: "Più ne ammazza, più 'pene' gli daranno".

Pesten 24/03/18 08:12 - 784 commenti

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Interessante approccio di Lee, che usa le gesta di Berkowitz per descrivere la chiusura (e tutto quello che ne comporta) di un ghetto italiano a New York nell'estate del 77. Tra bullismo, ignoranza e cafonaggine, Lee offre uno speccato triste (ma vero) della nostra minoranza che vive i quartieri newyorkesi, mentre sullo sfondo un serial killer, la minoranza (?) di colore e un caldo devastante creano un tappeto pericolo su cui i protagonisti si muovono indefessi. Film che ho sempre apprezzato, tipicamente Spike Lee.

Schramm 25/11/17 15:13 - 3490 commenti

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Lee usa Berkowitz come prisma (della narrazione) di un’epoca e sistema crittografico della finis gloriae mundi, grazie al quale crea crossfades tra il punk e la disco, tra porno e germi delle rivolte razziali, tra droga e true crime, tra il black out di una città e quello antropologico, tra coesione di mafia media e detection e felici ibridazioni di iconicità sportiva e serial killing: dove tocca e ci fa toccare, è sempre il liscio di una summer (of love) di Samarcanda, quale che sia il registro il regista non teme le misure extra large ed extra strong, e tutto il cast gli è conseguente.

Il Dandi 29/01/19 18:41 - 1917 commenti

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Il '77 come crocevia di mondi paralleli destinati a ignorarsi e a non capirsi (la discomusic e il punk) sullo sfondo di piccoli grandi eventi: l'epocale blackout newyorkese, le sommosse urbane, la fine della GoldenAgeOfPorn e ovviamente la psicosi collettiva scatenata dal seriak killer del titolo. Le citazioni metacinematografiche (La febbre del sabato sera e Mean streets su tutte) vengono ricollocate in un contesto più ampio dell'originale perdendo perfino quella minima patina romanzesca che ancora avevano. Capolavoro, sgradevole e necessario.
MEMORABILE: "Che schifo, tu te la scoperesti tua moglie in un film porno?" "La mia no... la tua sì".

Zoltan 30/07/20 14:55 - 201 commenti

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Il grande Spike Lee ha fatto di meglio nella carriera: S.O.S. non è certo un brutto film, ma appare sotto gli standard del regista newyorchese. Alcune scene sono tirate per le lunghe in modo superfluo (su tutte quella dell'orgia) e soprattutto il film ci mette più di un'ora prima di prendere quota, anche se come un diesel si riscatta con una eccellente parte finale. Strepitosa la colonna sonora.
MEMORABILE: L'intensa risoluzione finale sulle note di "Won't Get Fooled Again" degli Who.

Anthonyvm 7/05/21 16:03 - 5612 commenti

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New York, estate del '77: caldo torrido, blackout e un serial killer a piede libero. Spike Lee se ne serve come ingegnoso sfondo per raccontare le vicissitudini dei residenti di un quartiere italoamericano nel Bronx, fra adulteri, mafiosi, punk e spettacoli porno-gay. Quadretto scorsesiano, spesso perfidamente ironico (le liti fra coniugi, le interviste alla comunità afromaericana) e non sempre ben focalizzato (un po' dispersivi i travagli amorosi), più interessato alla follia dei pregiudizi che alla pazzia di Berkowitz (relegato a pochi ma ottimi segmenti visionari). OST eccellente.
MEMORABILE: Le cervella della ragazza sparse a terra; La lista di sospettati in base al grado di "bizzarria"; Il cane parlante; Il killer e i cubi con alfabeto.

Noodles 22/10/22 17:28 - 2196 commenti

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Film a corrente alternata. C'è la bellissima regia di Spike Lee (un'ennesima conferma), ci sono dialoghi degni, e forse migliori, di quelli di Quentin Tarantino, c'è un montaggio che lascia poco tempo per pensare che stia succedendo. Il problema è che il film è esageratamente lungo e, sebbene il ritmo sia veloce, a un certo punto tutto comincia ad annoiare, anche perché la figura del Figlio di Sam è mero sfondo. Ottimo però l'inside del regista nelle varie comunità newyorkesi, in scene ricche di quell'ironia che lo ha sempre caratterizzato. Croce e delizia.

Piero68 16/01/23 10:09 - 2955 commenti

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Il serial killer è solo un pretesto per raccontare uno spaccato della torrida estate newyorchese del 1977. In particolar modo la storia di una comunità di italiani che, a cavallo tra mafia e Saturday night fever, viene travolta da una sorta di isteria collettiva a causa del serial killer Son of Sam. Girato non tanto tempo dopo l'epoca dei fatti, Spike Lee tratteggia comunque molto bene le paure ma anche le aspettative di vita dei ceti medio bassi di NYC. Stranamente Lee mette il sesso quasi al centro di tutto e le scene hard non si risparmiano. Buona la confezione ma nulla di più.
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  • Curiosità Brainiac • 14/08/09 15:15
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Il film fu scritto dall'attore Michael Imperioli, che presentò la sceneggiatura, intitolata Anarchy in the Bronx, a Spike Lee in occasione della prima di Girl 6 - Sesso in linea, nel 1996.

    L'intenzione di Imperioli era quella di dirigere lui il film, così presentò il copione a diverse case di produzione, che rifiutarono. Pensando che il film diventava sempre più impegnativo per essere diretto da lui, Imperioli si rivolse a Spike Lee, offrendogli la regia. Lee accettò, e iniziò a rivedere il copione, aggiungendo alcune scene.

    Fonte:

    Spike Lee, Kaleem Aftab. Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola. Milano, Kowalski editore, 2005.
  • Homevideo Rocchiola • 7/03/16 11:33
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Per ora disponibile solo in DVD della Eagle che però non è anamorfico !!!! Che dire è passabile, però è inconcepibile che un film piuttosto recente sia pubblicato in formato 4/3. per vederlo correttamente bisogna zoomare l'immagine con perdita di qualità dell'immagine, che in questo caso è comunque discreta. Speriamo in un adeguato trasferimento in bluray.