Viaggio in coppia da Torino a Napoli (con soste a Genova e Roma) per un ufficiale cieco senza una mano (Gassman) e il suo giovanissimo attendente (Momo). Tra i due si stabilisce uno strano rapporto: l'ufficiale è intrattabile, scorbutico, cinico ma furbo e a suo modo saggio, il ragazzino è servile, cortese, inevitabilmente stanco di esser trattato come un cretino da chi non perde occasione per sottolinearne l'ingenuità e la scarsa conoscenza del mondo. Eppure i due si completano bene, pur se naturalmente al centro dell'attenzione sta sempre il primo (non a caso Gassman, gigantesco, si guadagnò la Palma d'oro). E' in particolare nell'approccio all'altro...Leggi tutto sesso che si manifestano le maggiori differenze: l’esuberanza dell'ufficiale lo porta a dominare in ogni occasione, mettendo in costante imbarazzo il soldato. Ed è proprio sull’incontinenza verbale del protagonista che fa perno Dino Risi, più in difficoltà del previsto a coinvolgere, forse per la ripetitività delle situazioni e per le poche variabili offerte da una sceneggiatura più attenta al messaggio che non allo sviluppo delle singole scene. Agostina Belli è bellissima, non del tutto in grado però di sostenere un personaggio così sfaccettato. A raddrizzare il film è insomma soprattutto Gassman, senza la cui verve Risi avrebbe faticato a convincere.
Ottima regìa. Gassman immenso pur quando gigioneggia, il povero Momo bravino, la Belli (non credibile come napoletana) di una bellezza e di una freschezza tanto note quanto notevoli. Ci sono pure Alvaro Vitali e Di Pinto. Vernon Dobtcheff, non accreditato, è un ottimo Don Carlo. L'unica cosa che stona è il finale, diverso rispetto al libro, che in molti passi è seguito parola per parola. Commedia drammatica che sfocia nel lacrimoso, ma di alto livello. Ruffianamente bella la musica di Trovajoli.
Successone, e vetrina per un formidabile (e incontenibile) Gassman, che si mangia a merenda tutto il cast (però Momo è perfetto per la parte, poverino). Amaro, poco consolatorio, non un Risi capitale, ma comunque eccellente e superiore - nonostante la superlativa prova di Pacino - al pur valido remake. La Belli ha recentemente confessato pessimi ricordi del clima sul set, che a suo dire la videro spesso presa nel mezzo fra i due Grandi Cinici.
Commedia amara diretta da Dino Risi e ottimamente interpretata da Vittorio Gassman; non riuscita al 100%, comunque molto interessante e ben più valida del remake americano (interpretato da Al Pacino). Anche Alessandro Momo è ben addentro alla parte e Agostina Belli, sempre bellissima, se la cava, anche se improponibile come napoletana. Un buon esempio di drammatico che sfiora il melenso, ma che sa rimanere su buoni livelli. Da vedere.
Grossa delusione. La partenza è in grande stile, all'insegna dell'istrionismo di un grandissimo Gassman, che nasconde la propria debolezza dietro una scorza di cinismo ed arroganza; poi, pian piano, tutto precipita verso un finale melenso e stucchevole, complice l'insopportabile personaggio della Belli, folle di un assurdo amore dettato da libidinosa pietà. C'è pure Alvaro Vitali, orribilmente (e imperdonabilmente) doppiato. Molto meglio il più vigoroso remake a stelle e strisce.
Bellissimo film in cui il protagonista emerge con il suo cinismo che cela la disperazione per una realtà non accettata; Momo fa da contraltare come Trintignant nel Sorpasso (ma è ancor più giovane ed inesperto). Dolce la Belli, anche se non si comprende fino in fondo perché si innamori di una canaglia simile. Da ricordare il cameo di Moira Orfei. Il remake è proprio un altro film.
Bel film di Dino Risi, decisamente superiore al remake americano, che tuttavia si avvale della presenza di Pacino. Il film, la cui buona sceneggiatura è tratta da un romanzo di Arpino, è dominato dalla figura del protagonista, interpretato da un Gassman che giganteggia sul resto del cast, dando vita a una figura che è nel contempo esplosiva, ma anche cinica e tragica, per un film dal retrogusto amaro.
Discreto film di Risi dominato dalla grandissima prova di Gassman, l'assoluto protagonista di una bella storia che, grazie alla sua comicità spesso nera ed abbastanza cattiva (e nonostante qualche cedimento ad un po' di patetismo), coinvolge e diverte non poco lo spettatore. Decisamente superiore allo scialbo rifacimento di Brest.
Timido militare di leva deve accompagnare in viaggio un ufficiale cieco. Un film bellissimo sulla storia potente di un vecchio allupato, esuberante e loquace, che umilia un ragazzo spalancandogli però le porte a un mondo diverso e conturbante. I toni da commedia all'italiana, che accompagnano tutto il lavoro riservando molte occasioni di riso o sorriso, sottolineano questo divario, ma soprattutto l'amaro baratro della solitudine in cui sta il protagonista (un grandissimo Gassman), rivelandoci la sua intima fragilità dietro la corazza di macho.
Fino all'arrivo a Napoli un mezzo capolavoro, imperniato sia sul vivace road-movie intrapreso dall'austero comandante che tiene sotto schiaffo il timido cadetto sia, soprattutto, sulla figura di Gassman, che con una prova sontuosa si rilancia in grande stile dopo qualche anno di stanca. La tappa partenopea rallenta tutto il film, che si sposta troppo sul sentimentale, focalizzandosi sull'infelice personaggio incarnato dall'insipida Belli. Momo invece è molto credibile. Eccedono nel melò le belle note di Trovajoli. Diverso, ma non migliore del suo remake.
MEMORABILE: La comparsata di Moira Orfei (fa la prostituta), ai tempi ancora una bella donna.
Sopra ogni cosa un film dei ricordi. Come si facciano film così carichi di sentimenti, è difficile da sapere, a noi comuni mortali il compito di saperli leggere. Il Gassman di questo film è inarrivabile: recitazione, contemplazione del proprio ego, sublimazione dei movimenti. Nei paraggi il resto del cast, ammira. Tutto funziona a meraviglia grande Risi. La Napoli piena di sole e incorniciata va bene così.
Melanconico a partire dal tema musicale che apre e chiude, ma con quella risata cinica che tra Risi e Gassman trova la sua naturale collocazione. Si perde talora in eccessi ma la sua bellezza sta di gran lunga nell'interpretazione del mattatore, qualcosa che spazza via il resto del cast: beffardo, drammatico, istrionico, cinico (appunto), fornisce una fotografia più che umana dell'uomo (non dimenticandosi di farlo notare tra i dialoghi finali). Da vedere.
MEMORABILE: "Ciccio... lo sai chi sono io?" - "No" - "L'undici di picche" - "Ma non esiste" - "Appunto... la carta che non sta nel mazzo. Buona per nessun gioco"
Un Gassman memorabile tratteggia ed interpreta un altezzoso ufficiale dell'Esercito non vedente a causa di un incidente sul campo. Dopo una valida prima parte, incentrata su un lungo viaggio in treno, la narrazione approda a Napoli, dove tra feste e riflessioni si rischia il tragico epilogo. Una splendida Belli ed un promettente ma sfortunato Momo, accompagnano il Mattatore in questa digressione sulla vita e sulla morte.
Gassmann in una forma a dir poco strepitosa. Location tutte azzeccate. Paragonata all'interpretazione di Al Pacino che con questo film ha vinto l'Oscar, Gassman lo meriterebbe a maggior ragione postumo. Agostina Belli in questo film appare bella e affascinante come non mai.
Sarebbe stato da 3 pallini, ma rovina tutto l'entrata in scena di Agostina Belli qui in una delle sue parti peggiori (non che reciti male.. ma il personaggio è veramente una lagna fuoriposto). Ottimi Momo e Gassman (uno dei nostri migliori attori di sempre), da dimenticare la Belli. Passabile nonostante le musiche tristi e la parentesi sentimentale.
Un film celebre, non perfetto anche se migliore dell'assai più buonista remake americano. Parte bene e durante tutto il viaggio la dinamica del rapporto tra l'estroverso, debordante ufficiale cieco e il timido soldatino che lo accompagna è ricco di notazioni curiose e non banali. Poi, come in tutti i road movie, quando il viaggio giunge a compimento (ma al film manca ancora un bel po') iniziano i problemi: tutta la parte napoletana è abbastanza noiosa e il personaggio femminile schematico e stucchevole. Ma va visto almeno per un glorioso Gassman.
Gran film, infinitamente superiore al remake americano, dove Pacino non regge minimamente il confronto con Vittorio Gassman, lui sì da Oscar con la sua vena malinconicamente depressa che sfocia drammaticamente in un cinismo che non gli permette di godere del sentimento della giovane Agostina Belli che lo ama sin da bambina. Il giovane attendente è una spalla ideale a dar potenza al personaggio dello sfortunato ufficiale, ma ne è anche bastone. Potente, tragico, profondamente coinvolgente.
MEMORABILE: La scena che dà il titolo al film, quando Gassman rimane solo nella camera con la Belli e ne percepisc, l'odore, sente il "profumo di donna"...
Buon prodotto di Dino Risi che vede su tutti e tutto dominare la figura di un gigantesco Gassman. Non sempre però il film riesce a coinvolgere e appassionare, sebbene sia molto divertente in diverse occasioni. Allla lunga probabilmente il ripetersi di alcune situazioni non riesce a sbloccare del tutto il racconto, che ha un risveglio al colpo di scena finale. Buone le musiche, tra cui spunta anche "Champagne" di Peppino di Capri.
MEMORABILE: Il personaggio di Gassman; Il "tour" Torino-Genova-Roma-Napoli; La ricerca delle prostitute; "Hai visto come è fatto un uomo".
Stupenda, indimenticabile commedia che alterna momenti spiritosi ad altri struggenti. L'interpretazione del protagonista offerta da Gassmann è semplicemente epocale, un misto di ironia dissacrante e cattiveria. Bravo Alessandro Momo (morirà pochi mesi dopo la fine delle riprese) nei panni del soldatino e deliziosa la presenza di una giovanissima Agostina Belli. Bel cameo per Moira Orfei. Da non perdere.
Una delle più grandi interpretazioni di Gassman, che da solo sa far trasparire il dolore diventato cinismo di un uomo che si sente inutile, di gran lunga superiore al Pacino del remake americano. La trama decresce nel ritmo ma cresce per quanto riguarda i personaggi, che arrivano al grande finale diretti da un Risi a una delle sue prove migliori. Momo è una buona spalla, la Belli raggiante. Notevole anche la colonna sonora. Imperdibile.
Non è un capolavoro, ma ci va tanto, tanto vicino. Risi dirige ottimamente e con molti spunti visivi un Gassman estremo, unico vero protagonista della storia; tutto il resto è noia, ma funzionale a una storia che dipinge con estremo realismo il disadattamento sociale. Con qualche arricchimento di trama in più la pellicola si sarebbe avvicinata maggiormente a un vago concetto di perfezione. Anni luce superiore all'appena passabile remake con Al Pacino.
Avendo negli occhi la versione con Pacino, che mi era piaciuta molto pur nella sua diversità, diventava difficile scrivere qualcosa su questo film; ma la straordinaria bravura di Gassman, autentica bestia da palcoscenico, mi ha agevolato il compito. Se con Pacino avevamo uno (splendido) paranoico che saliva e scendeva di umore come una mongolfiera, qui Gassman rende il personaggio labirintico, un prisma dalle molte facce che impediscono di inquadrare l'uomo. Bravo Momo che, a differenza del terrorizzato O'Donnell, va solo in confusione.
MEMORABILE: La bastardata sul treno; Lo sguardo di Gassman perso chissà dove!; La musica un po' meretricia di Trovajoli.
Un eccezionale Gassman impersonifica un uomo con profonde ferite fisiche e morali che con fare cinico attacca la società; in realtà, questo si dimostra solo un modo per proteggersi dal suo stesso dolore, dalla sua solitudine. Nonostante la trama non sia niente di speciale, la pellicola procede bene grazie alla personalità del non vedente; tuttavia, con l'arrivo a Napoli e l'entrata in scena di Sara, il film diviene sempre meno interessante, fino a infastidire quasi lo spettatore. Buona la caratterizzazione del protagonista (il film è solo lui).
MEMORABILE: Il cieco Fausto guida Giovanni per le scale immerse nell'oscurità.
Un film dall'indubbio, solido impianto, destinato a generare tre anni dopo il sorprendentemente simile Anima persa; con la sua casa enorme, il ragazzo giovane contrapposto alla maturità recitativa e di vita di un Gassman che presta accuratamente la propria figura e recitazione al servizio del capitano Consolo e/o di Fabio Stolz più avanti. Film sulla solitudine acquisita da tempo alla quale solo apparentemente ci si può assuefare, solo leggermente disturbato da una Agostina Belli poco credibile, fa comunque la sua figura e regala emozioni.
Simpatica commedia all'italiana, forse il miglior Risi, con Gassman al top delle sue capacità attoriali, drammatico e ironico allo stesso tempo. La sceneggiatura, ispirata da un romanzo di Arpino, è ben congegnata e non annoia mai pur cadendo in alcuni casi nel picaresco. Molto graziosa la Belli ma niente di più. Buona la colonna sonora di Trovajoli.
Uno dei «road movie» di Dino Risi con Gassman. Qui L'attore è in gran forma, come ai tempi del Sorpasso, ma senza la grazia dell'uomo più giovane. Il suo attendente è un personaggo complementare perfetto. Torino, Genova, Roma, Napoli sono presentate ciascuna con la sua anima da un Risi pure lui in gran forma. L'amarezza di fondo, che non abbandona mai il film, ne fa una mistura tutta italiana di drammatico e commedia. Ritmo superbo, finale romanzesco ma, dopo tanta amarezza, benvenuto.
MEMORABILE: La serata al nigh club, con l'attendente che scopre la vera natura della sua ragazza e con Gassman alle prese con la mig-notta tedesca.
Bel film di Risi che poggia sulla prova di Gassman, istrionico ma anche fragile e autodistruttivo. La storia del militare cieco e donnaiolo che "inizia" l'ingenuo sottoposto al proprio mondo è fatta per strappare sorrisi amari e funziona meglio nella prima parte, mentre nel finale cede al buonismo. Cast di contorno non male, che include anche Vitali e il non accreditato Dobtcheff. Anche se stucchevole in alcuni punti, la musica di Trovajoli è un buon accompagnamento.
MEMORABILE: La Orfei nel ruolo della prostituta; Sul treno, Fausto manda nel panico un altro passeggero.
Mi piacciono le notevoli analogie con Il sorpasso: film on the road in cui a un cinico e disincantato Gassman fa da contraltare un timido e ingenuo Momo. Si ripropone la coppia Gassman/ Trintignant con la stessa complementarità, ma stavolta un grave handicap fisico mette a nudo l'occulta fragilità e disperazione del personaggio di Gassman, in fondo destinato a interpretare, in questo e tanti altri film, le molteplici evoluzioni di quel Bruno Cortona che solo lui ha potuto rappresentare con tanta aderenza.
Viaggio di formazione per un imberbe attendente assegnato al servizio di un colonnello divenuto cieco. Gassman è immenso nel disegno decadente dell'ex militare cinico e donnaiolo sempre in cerca dell'ultima occasione di sentirsi uomo, dell'ultima rissa, l'ultimo orgasmo, l'ultima risata che per tutto il film gli resta impressa sul volto sotto la forma di un ghigno patetico e feroce. Peccato che non convincano altri personaggi e che il finale inceda pur tardivamente al sentimentalismo, perché Risi non è mai stato così cattivo.
MEMORABILE: Gassman (cieco) accusato da un invividuo di aver guardato sua moglie e rispondere: "Sì, infatti, perché credo di averla già vista in un bordello..."
Una storia, quella di Arpino, che ha permesso a Gassman di vincere l'unico Leone d'Oro della carriera e frutterà a Pacino l'unico Oscar, oltre che una serie di altri premi prestigiosi per entrambi. Qui il Mattatore mena le danze con la solita, superba superioritá. Dino Risi forse era l'unico che poteva ricondurne l'esuberante energia creativa nei binari di una sceneggiatura tanto lineare. Piú che buono il cast di contorno. Un grande prodotto del cinema italiano che gli stranieri ancora imitavano. Merita senz'altro la visione.
Meritevole di ammirazione, se non altro per la grande caratura di Vittorio Gassman, capace di far trasparire le tante sfaccettature della sofferenza interiore del Capitano Consolo. Bravo anche Momo che riesce a ritagliarsi i suoi spazi a spalleggiare dignitosamente Gassman. Con il passare dei minuti crescono la malinconia e la drammaticità della situazione, accentuate dalle musiche struggenti di Trovajoli. Può avere diverse chiavi di lettura che non fanno altro che conferirgli spessore.
Superba interpretazione di Gassmann che, come sempre, si trova perfettamente a suo agio nel dare il volto a persone al limite della pazzia o della "bipolarità". Epilogo dramamtico (come prevedibile). Pruriginose alcune sequenze e buoni attimi di comicità nera o politicamente scorretta. Ottima commedia nera nel complesso, più cinica della controparte americana. Si segnala anche una piccola presenza di Alvaro Vitali, purtroppo doppiato (!)
Aver visto prima il film di Brest con Pacino forse influenza il mio giudizio su questa pellicola, di cui tanto avevo sentito parlare ma che mi ha un po' deluso. Gassman riesce a dare interesse e fascino al proprio personaggio, ma lz trama mi è parsa meno convincente rispetto al parziale remake degli Anni Novanta. Il protagonista riesce egualmente a rendere molto efficacemente il proprio personaggio, sornione ma profondamente dolente.
Un Gassman in ottima forma (in tutte le salse: comico, patetico, psicolabile) fa da mattatore in quella che è forse la miglior commedia risiana del decennio. Il lunatico carattere del suo personaggio è trattato con lodevole finezza ed è apprezzabile la maestria nel passare da un genere all'altro (commedia, dramma sentimentale) senza tentennamenti né stucchevolezze, nonostante la totale adesione ai lati più viscerali (dalla lacrima alla battuta sboccata) dei singoli registri. Qualche leggera perplessità sul "fattaccio" e sulla voce over.
MEMORABILE: Il dialogo tra Gassman e l'amico prete.
Celebre film di Risi tratto da un romanzo di Arpino come il gotico Anima persa. Gassman domina il film nel ruolo dell'ex capitano cieco accompagnato da un giovane militare, che verrà ripreso da Al Pacino nel remake americano. Cameo della Orfei come prostituta. Buona la prima parte mentre il finale a Napoli cade un po' nel facile patetismo. Musiche struggenti di Trovajoli.
MEMORABILE: Il cameo della Orfei; Lo sguardo fisso di Gassman.
In superficie una gradevole commedia all'italiana con momenti di divertimento (gli scontri Gassman-Momo) e con dialoghi sempre brillanti; in profondità un'indagine verosimile dell'animo umano che cela - dietro a una maschera cinica e maschilista - un disperato bisogno di aiuto, aiuto che non vorrebbe essere mosso solo dallo spirito crocerossino di compassione. Gassman giganteggia in un ruolo dai svariati registri, Risi è perfetto nella confezione e nel districarsi tra i vari mutamenti della trama. Purtroppo il film cala nelle scene con la Belli.
MEMORABILE: L'incontro con la prostituta a Genova; L'incontro fra Gassman e Momo; Il finale.
Film agrodolce diretto bene da Risi ma meglio ancora recitato da Gassman. Introspezione di un uomo che non vede nella cecità un limite ma una sfida. Personalità complessa, dura, nostalgica e apparentemente scanzonata. Poi pian piano affiora la drammaticità di un'esistenza estremamente difficile e complicata. Momo ottima spalla mentre la Belli appare un po' troppo mesta e a tratti noiosetta.
Uno straripante Gassman e un altrettanto bravo Momo sono gli assoluti protagonisti di questa sorta di road movie, che parte da Torino e giunge a Napoli facendo tappa a Genova e a Roma. Il film è molto divertente e il ritmo è sostenuto, almeno per la prima ora, merito anche dei tanti caratteristi, fra i quali Moira Orfei nei panni di una prostituta. La giovane Agostina Belli conquista la scena nella seconda metà del film, francamente meno interessante della prima. Nel complesso comunque godibile, ben diretto e recitato. Da vedere.
Probabilmente uno dei primi film in cui viene trattato il tema della disabilità. Risi lo fa con disinibita franchezza e il necessario cinismo che la circostanza richiede. Resta il problema che questo film senza Gassman non avrebbe alcun senso. Perché è la sua prova maiuscola che rende interessante una pellicola che, altrimenti, sarebbe stata noia allo stato puro. La narrazione infatti è poco fluida e il tono drammatico prevale quasi sempre su quello da commedia. Il finale poi viene lasciato solo intendere.
MEMORABILE: Le scene che si svolgono quasi sempre su terrazze con ampia vista sulla città, sia che si tratti di Genova sia di Roma che di Napoli.
Commedia amara che ripropone temi cari a Risi come il viaggio e il confronto tra personaggi dal carattere opposto. La contrapposizione tra un Gassman cinico e cialtrone (meritatamente premiato a Cannes) e il giovane Momo timido e sincero (morto al termine delle riprese) rimanda ai protagonisti del Sorpasso. Meglio la prima parte on the road venata di un umorismo greve, mentre la seconda si affloscia in un finale eccessivamente melodrammatico. L'amore disperato della bella giovane verso un uomo anziano e menomato non è del tutto credibile.
MEMORABILE: “Sai cos'è un'amico? Uno che ti conosce a fondo e nonostante ciò ti vuole bene”; “Il sesso, le cosce, due belle chiappe: ecco la sola religione".
Ancora una indagine cinica di Risi mascherata da commedia (commedia nera, però). Gassman replica il Cortona de Il sorpasso, strafottente, irresponsabile e demistificatore della realtà spicciola nei confronti del giovane (come quando rivela a Momo la nulla virtù della fidanzata). Stavolta, però, il personaggio risulta meno intenso: non riesce comunicare, infatti, l'interna carica disperante e autodistruttiva che lo anima al di sotto delle smargiassate. Anche il cast di contorno è meno rilevante. Gassman, in ogni caso, è grande.
Da uno dei romanzi più belli di Arpino, un film on-the-road con due protagonisti opposti e complementari come il maturo militare cieco, aggressivo e cinico per autodifesa, e la giovane recluta timida, costretta ad un corso accelerato di educazione sentimentale. Grandioso Gassman in un ruolo sfaccettato in cui può dare sfogo al proprio sublime istrionismo, efficace il povero Momo, funzionale anche se meno convincente Belli. Film non esente da difetti ma superiore al remake USA non solo come regia ma anche a livello attoriale, nonostante il grande successo ottenuto da Al Pacino.
Ex militare verrà accompagnato a Napoli da un attendente. Breve viaggio per descrivere attraverso la cecità l'allegoria di una storia d'amore. Sceneggiatura imperniata sul cinismo di un Gassman di gran presenza e carisma, raggiunge ottimi momenti quando cala nell'introspezione dei personaggi. Tratteggiate a grandi linee anche le differenze geosociali dell'Italia del periodo. Conclusione altamente drammatica che non fa comunque scadere nella pietà.
MEMORABILE: Le prostitute di Genova; La benedizione a Roma; La pistola in valigia; La caduta finale.
Il ruolo della vita per Gassman, come il Borghese lo sarà per Sordi. La parabola del grande attore, in carriera osannato e nei suoi ultimi anni incupito, s'accosta al cieco scritto da Arpino, in apparenza vitale e in realtà pronto a farla finita. Risi rende molto bene lo stridore della più paradisiaca faccia di Napoli - le terrazze a Posillipo e Coroglio - con la nuvolaglia incombente. Il soldatino "Ciccio" (Alessandro Momo, che morirà fatalmente pochi mesi dopo le riprese) è l'innocente che attraversa la tragedia umana senza capirne i codici. Meno efficace la Belli, brava la Orfei.
MEMORABILE: L'incontro con la prostituta Mirka; Il gioco a mosca cieca con le ragazze
Film costruito, incentrato, sull'attore protagonista, sul suo carisma: lo si vede in ogni scena in cui è presente, in come la "riempie". Tutto il resto passa volutamente in second'ordine, per quanto Momo regga bene l'urto e giustamente lo assecondi. Per il resto si parla di un film che si adegua e scorre gradevole fino alla svolta finale (peraltro abbastanza scontata). Curioso è come, in questo road movie, le città siano rappresentate prevalentemente viste da belle terrazze. Un plauso alle idee e ai film apprezzati negli Stati Uniti e per questo rifatti.
Tratto dal famoso romanzo di Arpino. Storia drammatica che, pur avendo sfumature da commedia, risulta abbastanza desolante e amara (soprattutto nel finale). Uno dei migliori film di Dino Risi (qui anche cosceneggiatore) e indubbiamente una delle migliori interpretazioni di Vittorio Gassman, in un ruolo istrionico e difficile da non comprendere. Discreta la colonna sonora.
Chiaro esempio di come parte della commedia all'italiana, anche autoriale, sia sprofondata negli anni '70 in un cinema scadente dalla morale rancida e onanistica, qui interessato a raggranellare i soldi della pubblicità delle sigarette e a far vedere qualche nudo femminile. Uno di primi casi di ritratto dell'invalidità dalle tinte giulebbose, con un Gassman a cui in fondo si perdona tutto, anche di essere disgustoso. Vuoto e noioso, esasperante.
L'accoppiata Risi-Gassman fa di nuovo centro in questa commedia dal sapore tragico on the road da Torino a Napoli, in cui un giovane assistente militare deve fare da guida al cieco capitano, intrepretato magistralmente dal grande attore italiano. Buona la sceneggiatura, che fissa determinati punti del carattere del protagonista e li mette in luce nella azioni più importanti della pellicola, che tutto sommato rimane solida e compatta anche grazie all'aiuto delle splendide location cittadine italiane. Un buon film da vedere per ripassare la grande storia del nostro cinema.
Opera fortemente sopravvalutata, sostenuta unicamente dalla mastodontica e istrionica presenza di un Gassman capace di oscurare, qui in maniera terribilmente palese, tutto ciò che lo circonda. Prima parte incentrata unicamente su scambi di volgarità gratuite e costanti appuntamenti con prostitute. Nulla di più. Nella seconda, invece, subentra un carico melodrammatico, esasperato dall'inverosimile amore non corrisposto della Belli coadiuvato da esecrabili trovate comiche anni '70. Costantemente altalenante, musiche di Trovajoli ruffianamente belle, ma un Risi decisamente bolso.
Un buon film firmato Dino Risi, grazie soprattutto alla grande prova di Vittorio Gassman, molto bravo a interpretare il generale cieco che vive una vita a metà tra apparente euforia e depressione. Il giovane Momo è una discreta spalla, ma senza la grande prova di Gassman la pellicola rasenterebbe a fatica la sufficienza. Molto bene il primo tempo, mentre nella seconda c'è qualche pausa di troppo, compreso il finale, intenso senza dubbio ma forse non completamente riuscito. Non un capolavoro, ma un film valido da annoverare tra i classici del nostro cinema.
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L'attore che interpreta Vincenzo, Franco Ricci, era in realtà un apprezzatissimo cantante napoletano, vincitore del 1 Festival di Napoli nel 1951 con la canzone "Desiderio 'e sole". Voce tenorile, stile classico.
C'è un errore nella descrizione dell'ultima location verificata, Vincenzo è interpretato da Franco Ricci ( vedi curiosità)
DiscussioneZender • 22/09/10 10:11 Capo scrivano - 48839 interventi
Grazie MacBeth55, mi pare di aver corretto giusto, sia nelle verificate che nel radar.
CuriositàNeapolis • 14/04/11 16:37 Call center Davinotti - 3259 interventi
Gassman pronuncia una sola volta nel film l'espressione "Sento un Profumo di Donna.." e precisamente nella scena ambientata a Nisida quando grazie al suo fiuto riesce a trovare, in un angolo della stanza del ristorante, Agostina Belli nuda. In quella occasione c'è anche l'unico bacio che i due si scambiano nel film.
E' l'ultimo film interpretato dal giovane attore Alessandro Momo, che scompare in un incidente con la moto qualche settimana dopo la fine delle riprese.
CuriositàZender • 4/01/17 18:36 Capo scrivano - 48839 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" un altro flano del film che riporta la messe di premi ricevuti:
HomevideoRocchiola • 9/04/18 09:42 Call center Davinotti - 1318 interventi
Confermo la qualità veramente pessima del DVD italico RAI/01 che sembra la versione trasmessa in TV dalla RAI, piena di graffi ed imperfezioni ed inoltre presentata nel solito formato errato in 4:3 anziché panoramico.
Però c'è una valida alternativa nel Bluray della spagnola Divisa/Mercury Films intitolato "Perfume de mujer". Questo prodotto da me posseduto presenta un video pulito senza imperfezioni nel corretto formato anamorfico 1.85, migliorabile solo a livello di definizione. Infatti le immagini, soprattutto quelle iniziali a Torino sono diciamo un po' deboli in fase di dettaglio.
Audio italiano mono e 5.1 (sia per lo spagnolo che per l'italiano) più che buono. In ogni caso ho confrontato le due tracce audio italiane e preferisco quella mono sicuramente più potente di quella in 5.1 che è stata riscostruita partendo dalla fonte originale mono.
Insomma nell'insieme un buon prodotto, sicuramente migliorabile, ma per ora resta la miglior versione di questo film disponibile.