Babadook - Film (2014)

Babadook
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MMJ Davinotti jr
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Toh, chi si rivede... Mamma con figlio problematico a carico, presenza incombente del marito/padre deceduto, progressione decisa della protagonista verso la follia, strane presenze in casa... Si chiamava SHCOCK ed era l'ultimo film del nostro Mario Bava (in una scena, in tv, vediamo passare non a caso tra gli altri anche il suo I TRE VOLTI DELLA PAURA), uno psicothriller che qui viene rivisto e integrato dalla figura del solito babau spaventatutti pronto a spuntar fuori dagli angoli in ombra dell'abitazione: è Mister Babadook, il protagonista di uno di quei...Leggi tutto libri per bambini che quando li apri vanno ad animare figure bizzarre con le pieghe della carta; comincia a perseguitare madre e figlio, con il secondo che scambia passo dopo passo il ruolo con la prima: inizialmente pare che lo squilibrato sia lui, poi invece... Rimestando in un calderone di deja vu decine di spunti da cinefilo incallito (a cominciare da una Essie Davis stravolta che segue le orme di Jack Torrance all'Overlook, con tanto di Danny da perseguitare), la regista Jennifer Kent non inserisce un solo tema nuovo nel suo film preferendo concentrarsi sulle diverse facce della Davis, indubbiamente espressiva e attrice di rango (nel film di Bava il ruolo era della Nicolodi, meno intensa ma alle prese con drammi interiori anche più articolati, dal punto di vista psicologico). Rispetto alla media degli horror attuali si rileva un'attenzione insolita nei confronti di suoni e rumori, che in numerose occasioni si fanno più spaventosi di immagini al contrario appiattite sui canoni tradizionali del genere (pur se rielaborate attraverso la raffinatezza di chi il materiale sa modellarlo con furbizia e talento). Il babadook non è poi così spaventoso, comunque, né invasivo come si potrebbe credere, e fa esattamente ciò a cui si dedicano normalmente gli spettri di casa nell'horror di oggi, genere al quale il film della Kent guarda con decisione, al di là di sviluppi senza dubbio più vicini al thriller. Piace il rapporto madre/figlio, ma anche qui non si va molto oltre a ciò che in tema si è già ampiamente visto e sentito. L'angoscia non manca e la Kent ha gioco facile nel farla montare, ma è soprattutto il realismo nella recitazione della Davis a dare sostanza, la profondità dell'analisi di uno stato mentale variabile che impatta sull'atteggiamento del piccolo modificandolo persino meno di quanto ci si aspetterebbe. Per il resto troppa convenzionalità e una regia fiacca non riescono a coinvolgere granché. Rimarchevoli invece la cura estetica e il montaggio con cui sono realizzati (in più di un'occasione) i primissimi piani sul libro, che ad ogni cambio pagina mostra in alternanza frasi inquietanti e nuovi origami del babadook.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/11/14 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/07/15
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Daniela 24/11/14 08:55 - 12606 commenti

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Samuel è un bimbo di 6 anni dalla fantasia molto vivace che vive con la madre, in difficoltà economiche e depressa dopo essere rimasta vedova anni prima. Una sera, leggono insieme un libro dalle strane illustrazioni... Horror australiano che parte da uno spunto classico sviluppandolo in modo coinvolgente, in bilico fra realtà e fantasia, dato che l'uomo nero nascosto nel buio è/può essere la proiezione dell'angoscia della protagonista, lacerata fra amore materno e mancata accettazione di un figlio a cui inconsciamente addebita di aver causato la morte dell'amato marito. Bello l'epilogo.
MEMORABILE: Il libro a pop-up, che cambia ogni volta che viene sfogliato; il piattino con i vermi

Harrys 24/11/14 12:07 - 687 commenti

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Eccezionale osservare come vi sia ancora qualche autore interessato a realizzare opere che non abbiano assolutamente nulla da dire. Cinema per il gusto del cinema. Intrattenimento d'antan purissimo, che si svincola dai beceri canoni imposti dalle major e, autoproducendosi, riformula la cifra stilistica affidandosi agli spartani e atavici crismi perduti della Paura. La Kent rifugge dalla didascalia e si autoproclama vivaddio regina della parapsicologia, permeando il decorrere degli eventi della giusta dose d'onirica, scriteriata, dissolutezza viscerale.

Viccrowley 1/12/14 11:53 - 814 commenti

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Partendo dal suo folgorante corto "Monster", Jennifer Kent costruisce un'opera livida, viscerale e fiabesca al tempo stesso. Malinconico e disperato, usa i toni da fairytale infantile per discorrere di solitudine, rapporti genitore/figlio ed elaborazione del lutto. I due eccellenti protagonisti cercano di non fare entrare l'uomo nero, ma al contempo non riescono a uscire da una casa prigione che è anche e soprattutto una condizione mentale. Da brividi il montaggio e la scelta di suggerire anzichè mostrare. Più che notevole.
MEMORABILE: Babadook... dook... dook...

Cotola 7/12/14 21:13 - 8998 commenti

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Horror di stampo tradizionale che omaggia più volte ed in diversi modi alcuni classici del genere. Si parte subito, senza fronzoli e chiacchiere inutili e si prosegue senza stupidaggini o baracconate di sorta. Mescolando, ma non troppo, sogno e realtà, la pellicola si mantiene solida fino al termine pur con qualche piccolo cedimento nel finale. Inoltre sa creare la giusta atmosfera ed una tensione che cresce costantemente. Confezione professionale e bravi i due protagonisti ( madre e figlio). Per una volta bello anche il personaggio del "bau bau". Consigliato a chi ama il genere.

Herrkinski 7/02/15 04:39 - 8052 commenti

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Il film della Kent parte da una storia apparentemente già vista ma si sviluppa verso lidi piuttosto originali. La sensibilità femminile in regia si nota dal bel tratteggio psicologico della protagonista (una straordinaria Davis); il pregio/difetto del film sta nel non dare una chiave di lettura unica, lasciando lo spettatore nel dubbio che la vicenda sia psicologica o soprannaturale; l'atmosfera è molto cupa e rarefatta, a tratti onirica e il crescendo di tensione è convincente. Il bambino a tratti è insopportabile, ma credo fosse cosa voluta.

Puppigallo 10/02/15 08:58 - 5251 commenti

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Sola, con un figlio problematico, anziani da accudire e il babadook da “gestire”. Certo, la vita della protagonista non è il massimo. Detto ciò, siamo al cospetto di un onesto horror, che pur non brillando per originalità (di mostri nel buio, o uomini neri è piena la filmogrtafia), riesce comunque a incuriosire lo spettatore, mantenendolo vigile grazie ai multiproblemi dell’infermiera e madre stressata, che a un certo punto fa dubitare del paranormale e pensare più a una terribile conseguenza. Credibile anche il bambino, dall’aria malaticcia e assai poco gestibile. Nel suo genere, riuscito.
MEMORABILE: Il libro modificato; La nuova madre-versione: "Se hai fame, vai a mangiare la m....!". "Tu, lurido maiale, hai 6 anni e te la fai ancora addosso!?".

Hackett 3/03/15 12:25 - 1865 commenti

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Interessante horror australiano che pur partendo da una trama abbastanza ovvia riesce a ritagliarsi uno spazio di originalità e imprevedibilità. Buona la prova degli attori principali, che riescono a far pesare allo spettatore più i silenzi che i colpi a effetto. Tutta la vicenda è sospesa tra paura e dolore, solitudine e angoscia, in un mix che tiene desta l'attenzione fino a un finale poco scontato.

Chimera70 6/04/15 14:10 - 34 commenti

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C'è un'atmosfera tanto livida da farmelo ricordare quasi come un film in bianco e nero, molto riuscito peraltro, dove un semplice libro per bambini può assumere connotazioni fantasmatiche e terrificanti a discapito di un rapporto madre-figlioletto di sei anni già minato dalla morte del marito-papà. Alla fine non si può fare altro che cercare di tenere a bada i propri demoni...

Schramm 10/04/15 21:20 - 3490 commenti

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La Kent si dà come imperativo il presupposto: "Tu artifex sentity libero di mantecare Polanksi (la vedova paranoico-proiettiva con figlio edipico, fobico semi-autistico) e Damiani (la rabbia dell'una e la fobia dell'altro che si concretizzano facendoti esclamare Hooperbacco!), e vai con Dio!". E qui la forza del film diviene suo limite: l'ambiguità data dai brutti scherzi della psiche diventa concreta sfera parapsicologica. La Kent vuole capra e cavoli e li perde ambedue. Peccatissimo, ché i numeri che ha sono tutti vincenti, a partire da finezza e profondità psicologica da applausometro impazzito.

Jandileida 20/06/15 11:52 - 1558 commenti

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Ho respirato aria da favola danese, con il male pronto a spuntare da dentro un armadio e un'atmosfera livida resa benissimo dalla fotografia: il tutto al servizio di una storia non banale sulla valenza salvifica dell'amore e sull'importanza della condivisione del dolore. E poi, sarà che sto invecchiando, ma a un certo punto ho dovuto mettere in pausa perché non reggevo la tensione della parte centrale, costruita veramente bene con il suo inesorabile e claustrofobico avanzamento verso il labile confine tra sogno e realtà. Attori funzionali, ottima regia.

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Maldaurora 6/06/15 10:41 - 2 commenti

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Uno dei migliori horror degli ultimi tempi e definirlo horror è una comoda etichetta per poterlo inserirlo in un genere: sono paure ancestrali, quelle affrontate tra le mura domestiche da una madre e suo figlio. Pochi personaggi, pochi effetti, poco sangue, trama all'osso... eppure questo film trasuda inquietudine, trattando il soprannaturale con la grazia e il rispetto che gli si devono, senza mai sfociare nel ridicolo (come quasi sempre accade invece a chi vi si misura). Quando si dice "less is more".

Taxius 29/07/15 01:32 - 1656 commenti

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Sicuramente il miglior horror dal 2000 in poi e in futuro diventerà certamente uno dei capisaldi di questo genere. A livello estetico e visivo il film è stupendo: la quasi totale assenza di colori crea un'atmosfera molto tetra e forti sono i richiami al Gabinetto del dottor Caligari di Wiene. Bravissimi i due attori protagonisti. Scricchiolii, cigolii e rumori vari sono molto importanti, tuttavia (per fortuna) non bisogna aspettarsi improvvisi sbalzi nell'audio, i cosiddetti "boo" e neanche sangue. Bellissimo il messaggio finale.
MEMORABILE: La scena in cui Amelia imita Jack Torrance cercando di buttare giù la porta a pedate.

Metuant 17/07/15 22:56 - 456 commenti

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A coloro che sostengono che l'horror non sia altro che sangue e balzi sulla sedia dovrebbe essere mostrato questo film che, con relativamente pochi mezzi e tanta testa come si faceva una volta, dice chiaramente come si fa un horror vero. Pochi attori ma tutti in parte (e pure molto inquietanti) e un mostro che forse si vede o forse no, ma spaventa davvero e lo fa senza effettacci o cose simili. Il finale potrebbe risultare straniante ma è comunque azzeccato.
MEMORABILE: Le "apparizioni" del Babadook; Il libro animato; Il risveglio di lei davanti alla tv.

Rambo90 16/07/15 02:00 - 7661 commenti

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Un'occasione in parte mancata di costruire un horror adulto e inquietante. Girato molto bene, con ottime interpretazioni e una storia che non regala spaventi facili ma preferisce giocare sulla psicologia e su paure come la solitudine e quella di sentirsi diverso. Funziona tutto alla perfezione fino agli ultimi venti minuti, dove la storia si sgonfia e la necessità di voler a tutti costi stupire lo spettatore sfocia in un finale quasi ridicolo e decisamente poco accattivante. Nel complesso non male.

Deepred89 17/07/15 14:57 - 3701 commenti

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Thiller psicologico mascherato da horror, forte di un'atmosfera particolarmente plumbea ma con la pecca di una certa discontinuità generale, con un soggetto che sposta il fulcro della tensione da un elemento all'altro proprio quando lo spettatore comincia a stare al gioco. Qualche caduta di stile (la telefonata col Babadook che borbotta il proprio nome stile Pokémon, il fantasma belloccio, certe apparizioni troppo grafiche) non spezza il climax; merito anche del buon cast, con una Davis (e rispettivi slanci vocali alla Diamanda Galas) notevole.

Blutarsky 23/07/15 18:41 - 360 commenti

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Inquietante e a tratti angosciante, non per le scene più canonicamente horror ma per il modo in cui mette in scena la discesa nella nevrosi (?) della protagonista. Registicamente solido, con idee per nulla banali e un lavoro suberbo sul sonoro (sopratutto nell'uso dei rumori). Le atmosfere stranianti creano la giusta tensione, aiutate dall'insopportabile e petulante bimbo; peccato per un finale un po' confuso nei suoi intenti e parzialmente deludente. Palesi alcuni rimandi ad altri film, ma conservando una sua originalità narrativa di fondo.
MEMORABILE: Inquietanti le immagini del libro, soprattutto quelle rivedute e corrette.

Mtine 24/07/15 09:34 - 224 commenti

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Raffinato thriller (para)psicologico che, anziché spaventare con i soliti botti e "buh", cerca di angosciare e far riflettere, utilizzando atmosfere livide, uno script ben studiato e attori molto credibili. Tuttavia, se il lato thriller lascia spesso a bocca aperta, la parte horror con le apparizioni del mostro risultano non paurose, ridicole e fastidiose. Ma questi sono difetti che inficiano relativamente sul risultato finale: sfido qualcuno a trovare al cinema un altro "horror" così profondo e intelligentemente articolato.

Nicola81 25/07/15 13:07 - 2831 commenti

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Tentativo non del tutto riuscito di costruire un horror originale. La Kent ha indubbiamente talento e lo dimostra anche nella direzione dei pochi attori presenti (bravissima la Davis), ma dopo aver saputo costruire gradualmente la tensione partendo da un contesto assolutamente realistico di dolore e solitudine, scivola in una parte conclusiva decisamente sopra le righe e fuori registro. La morale dovrebbe essere che i veri mostri sono quelli che abitano dentro di noi, ma l'ambiguo finale lascia i nodi irrisolti.
MEMORABILE: Il libro animato.

Rebis 27/07/15 11:00 - 2331 commenti

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Girato "come se fosse un horror", il film di Jennifer Kent inerisce senza soluzione di continuità al piano del reale (il conflitto psicologico madre/figlio) scegliendo la strada più impervia: quella di non esplicitare mai direttamente la natura metaforica del narrato, pur lasciandone intuire la valenza e i conseguenti significati. Estremamente coerente in questo, non offre soluzioni visive di rilievo ma ha grande presa sul piano emozionale. Diverse analogie con Nightmare, del quale però sovverte le conclusioni: il sottoscala non è il luogo del rimosso, ma dell'adozione. Eccellente il cast.
MEMORABILE: La prima apparizione del Babdook in camera da letto.

Myvincent 28/07/15 07:48 - 3722 commenti

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Le angosce e l'isolamento di una madre e del figlioletto rimasti soli s'incarnano in Babadook, l'uomo nero che si annida in loro e che va affrontato, addomesticato, relegato. Almeno questa sembra essere l'interpretazione psicologica di un horror di buona fattura, innovativo e di indiscutibile taglio drammatico. Finalmente un film che scava negli orrori reali delle persone di ogni giorno, quelle che facciamo finta di ignorare.

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Didda23 28/07/15 11:06 - 2424 commenti

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Oltremodo sconfortante, soprattutto se ti aspetti un horror classico con annesse inquietudini, angosce e sbalzi sulla poltrona. La Fent sovrastruttura, inutilmente e senza capacità, un drammone familiare (il rapporto madre-figlio) con le peculiarità del thriller-horror-psicologico sbagliando su entrambi i fronti. Si assiste così a un valzer di banalità, con una pochezza di idee allucinante (i richiami a Shining) e con interpretazioni tremendamente sopra le righe. Un film pompatissimo dai più, ma che rischia di deludere gli spettatori che si aspettano un intrattenimento senza velleità autoriali accluse.

Maxx g 1/08/15 20:57 - 631 commenti

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Classico horror estivo che nulla aggiunge al genere, ormai agonizzante da tempo immemorabile. Questa volta il mostro si fa chiamare Babadook e infesta la vita di un bambino e della madre vedova. Sussulti gran pochi se non nel finale, ed espedienti visti e rivisti un migliaio di volte, dal letto che tremola ai lampadari che si spengono. Da vedere e dimenticare in fretta.
MEMORABILE: Quando la bimba cade dalla casa sull'albero, spinta dal cuginetto; Il finale.

Digital 2/08/15 16:18 - 1257 commenti

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Accolto dai più come un horror diverso e ben fatto, è invero nessuna delle due cose. La regista non fa altro che riciclare da pellicole del passato (talvolta anche spudoratamente) senza inventarsi niente di originale, con ambizioni autoriali che vanno però a cozzare con una storia tendenzialmente puerile. La tensione è pressoché bandita, in compenso - specialmente nel finale -, a causa di scene involontariamente comiche, si fatica a non sorridere. La fotografia elegante è probabilmente l’unica cosa veramente valida di questo sopravvalutato film.

Matalo! 6/08/15 22:45 - 1378 commenti

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Una piacevole sorpresa, questo piccolo horror che dice altro. Con qualche paranoia alla Repulsion ricicla l'ennesimo mago Sabbiolino per soffermarsi sulla frustrazione e il faccia a faccia coi personali mostri di un'infermiera con bambino caratteriale che con il magico ci parla normalmente. Ottima fotografia che rende le penombre inquietanti in maniera millimetrica. Protagonisti bravissimi. Forse un minimo di cinefilia di troppo ma in un genere così banalizzato il film fa la sua bella figura.
MEMORABILE: L'incontro col marito in una netta divisione luminosa.

Saintjust 11/08/15 02:53 - 159 commenti

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Credo occorra mettere almeno un paletto: se entro in sala per vedere un horror, pretendo che lo sia! Babadook è un dramma psicologico familiare. Un film dal tocco troppo femminile: l'interesse della Kent è completamente centrato sul rapporto madre - figlio problematico (aspetto che mi ha suscitato zero interesse). L'orrore? Completamente assente. Lovecraft insegna che occorre mostrare poco per spaventare, qui non viene mostrato proprio nulla. Il bimbo è odioso (volutamente?), il finale è imbarazzante. Il più brutto horror dai tempi di Dracula.
MEMORABILE: La ridicola telefonata fatta da Babadook.

Ultimo 11/08/15 10:14 - 1652 commenti

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Buon horror australiano, forse non particolarmente originale ma sicuramente ben girato all'interno di un'abitazione spoglia, inquietante e a tratti claustrofobica. Tra i due interpreti principali il migliore è il bambino, pallido, a tratti malato e visibilmente problematico (sogna perennemente i mostri...). La madre fa quel che può e quando inizia a crede alla storia di Babadook... Tre pallini, ma diretto essenzialmente a un pubblico amante degli horror.
MEMORABILE: La madre dice al figlio: " Vai a mangiare la tua *****" in preda a un attacco di follia.

Ryo 13/08/15 20:33 - 2169 commenti

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Presentato come uno dei più spaventosi horror degli ultimi anni, mi aspettavo il solito clone sulla falsariga de La madre, Boogeyman ecc., invece sono rimasto piacevolmente sorpreso di vedere un ottimo horror che segue i canoni per poi distruggerli. Risvolti inaspettati, finale dall'effetto garantito, regia e montaggio micidiali. Il babadook è sì un mostro, ma è anche una squisita metafora sulla depressione e sul dolore, raccontata in maniera penetrante e disturbante.
MEMORABILE: Il libro; La possessione; La recitazione della protagonista nei momenti più disperati.

Kinodrop 21/09/15 21:25 - 2909 commenti

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Accavallando i registri e moltiplicando le citazioni più o meno volute, non si ricompone l'unità di una storia che fa acqua da tutte le parti. La presenza di un bambino è sempre cosa delicata e, in questo caso, invece di essere catalizzante diventa elemento dispersivo e quasi comico (Mamma, ho perso l'aereo ecc.). L'impianto potrebbe anche reggere, ma le ambiguità tra favoloso, thriller e psichiatria è decisamente confuso, fino a sfiorare il ridicolo nel finale. L'attrice "sopra le righe" cerca di tamponare le falle della sceneggiatura.
MEMORABILE: L'idea del libro coi pop-up; Babadook al telefono!; Lo spirito localizzato nella mascella; Il vomito color nero di seppia; La ciotola coi vermi.

Fabbiu 12/10/15 23:05 - 2133 commenti

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A conti fatti una "storia di fantasmi" che nella trama non ha poi tanto di diverso da offrire a quanto già visto (anche per la filastrocca evocativa, o per il bambino con problemi), ma che nella cura delle atmosfere, della fotografia e nell'interpretazione dei personaggi ottimamente interpretati sotto il profilo psicologico, riesce a essere inquietante e gelido, regalando il giusto coinvolgimento che oggi si cerca in un film horror.

Pumpkh75 9/11/15 21:01 - 1736 commenti

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Tre pallini: il primo per la regia potente ma equilibrata, il secondo per la strepitosa e snervante introspezione psicologica dei due protagonisti, il terzo per l’ardita disarticolazione di due gusci oggettivi dell’individuo quali casa e famiglia. Il castello di paure primordiali, senza quelle classiche del genere sacrificate sull'altare dell’inconscio, però, talvolta scricchiola e lo spettatore vaga per le solitarie stanze senza trovare l’uscita. Chi troppo vuole molto, ma non tutto, stringe.

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Capannelle 10/11/15 20:37 - 4394 commenti

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Aderisce ai canoni dell'horror moderno senza inventarsi strane diavolerie ma è proprio questo, oltre alla bravura degli attori e alla consistenza del girato, a rendere piacevole la visione. Anche il mostriciattolo di turno riesce a guadagnarsi la scena in modo originale e procurare un senso di disagio niente male che si incanala bene nell'atmosfera problematica della famiglia. Atmosfera che sfocia in qualche esagerazione ma ci sta.

Giùan 27/12/15 22:53 - 4528 commenti

I gusti di Giùan

Nulla di disturbante dal punto di vista della rappresentazione né di nuovo sul piano della costruzione cinematografica, eppure il film della Kent fa una certa sconvolgente tenerezza proprio nel suo restar fedele a un'idea "etica" di cinema classico (con sfumature di genere che vanno dal melò all'horror familiare). Così la latenza del malnato rapporto madre/figlio, che sottende la "proiezione" delle paure più riposte, non risulta mai fastidiosa, permettendo peraltro a certa palese succedaneità di esser poco invasiva e di mantenere una sua identità.
MEMORABILE: Le interpretazioni di Essie Davis e del piccolo Noah Wiseman.

Rufus68 6/03/16 09:13 - 3819 commenti

I gusti di Rufus68

Ormai non resta che arrendermi: se anche questo filmino (come apprendo) è stato "acclamato dalla critica internazionale" allora le cose sono due: o sono diventato malato e storto io oppure il cinema horror è bello che finito. Qui manca tutto il necessario al genere: l'atmosfera, la profondità, la storia, la costruzione, persino il mestiere. Son le solite sciocchezzuole con finale perbenistico annesso e col solito odioso moccioso.

Pinhead80 13/05/16 18:07 - 4715 commenti

I gusti di Pinhead80

Dal cortometraggio Monster della stessa regista nasce questo lungometraggio che ci chiarifica molte più cose rispetto a quelle che avevamo capito in precedenza. La storia è la stessa ma i personaggi sono approfonditi come si deve e la regista riesce così a dare un significato profondo alla storia. Lo stato di prostrazione mentale e fisica della protagonista è reso in maniera eccellente ed è a mio parere la cosa migliore del film. Ci sono anche tanti momenti di pura tensione che non guastano affatto.

Emil 3/06/16 09:38 - 22 commenti

I gusti di Emil

Il Babadook: poca cosa, se non fosse che ricorda un certo vampiro calvo e dalle lunghe dita. Il pregio più grande è la crescente tensione tra la madre stressata e il figlio iperattivo e insopportabile. Ciononostante, il film mantiene una gran classe anche durante le fasi finali, quando l'entità del pericolo sembra ormai appurata e si ricorre al paranormale. Sensazionale la Davis.
MEMORABILE: Gli scatti d'ira della protagonista; I suoni "da insetto" del Babadook; L'odioso bambino.

Zaratozom 10/08/16 21:13 - 63 commenti

I gusti di Zaratozom

Di fronte a una sorta di unanime consenso mediatico legato a questo lavoro mi sento di affermare al contrario che il film è noioso, non fa paura e che i due personaggi sono insopportabili per un motivo o per l'altro. L'horror ha chiuso la sua parabola, non ha più nulla da offrire. Quasi quasi si desidera di veder morire il marmocchio dopo la crisi epilettica in auto. Salvo solo la fotografia e la simpatica vecchietta vicina di casa. Se riuscite a sopportare la quinta volta che il bambino urla che ucciderà il mostro vi meritate una visita di Babadook!

Undying 11/08/16 18:52 - 3807 commenti

I gusti di Undying

Ba... ba... ba... Dook Dook D00k. Eh sì, dovrebbe questo far paura. E in parte, almeno per il primo tempo, quasi ci riesce (ri)facendo Jennifer Kent uso di suoni (come nel corto Monster che lo ha ispirato) sapientemente distribuiti a livello ambientale (e il film vale se visionato con apposito dolby). Ma poi son dolori, quando l'isteria femminile prende il sopravvento (e in regia e nel ruolo della depressa protagonista) e la storia svacca in melodramma, deprime la ragione e azzera lo spettacolo per implodere in un finale elementare e buonista.
MEMORABILE: Il libro pop-up animato...

Nancy 2/10/16 11:28 - 774 commenti

I gusti di Nancy

Già dai primi minuti s'intuisce che il film è sulla strada del fighetto: fotografia patinata, scene involontariamente comiche (quella del vibratore), un migliaio di inutili dettagli. Anche la trama, laddove dovrebbe prendere una piega horror, si inceppa su quella del film familiare, per poi scadere in un finale terribile che lascia poco spazio ai dubbi: non abbiamo visto proprio un horror, quanto uno psicodramma spicciolo, con un "mostro" che non si vede mai che fa da metafora alla depressione e allo squilibrio mentale. Da prendere per quello che è.

Minitina80 13/12/16 11:32 - 2976 commenti

I gusti di Minitina80

Da ammirare Jennifer Kent, sceneggiatrice e regista di un film drammatico celato dietro la maschera dell’horror. Perfetto l’utilizzo dell’uomo nero come personificazione del dolore e dell’angoscia che scaturiscono dall’elaborazione di un lutto, a cui le ottime interpretazioni della madre e del figlio danno maggiore profondità. Tante sono le citazioni e i rimandi a classici del passato (emozionanti in particolare quelli a Mario Bava). Tarda qualche minuto a prendere il ritmo, ma non fa rimpiangere l’occasione che gli si concede.
MEMORABILE: I richiami a I tre volti della paura.

Parsifal68 23/01/17 10:05 - 607 commenti

I gusti di Parsifal68

Un libro trovato per casa scatena uno spirito che piano piano si impossessa della vedova che vi abita con il figlio. Horror che oscilla tra l'onirico e il reale, ben recitato dalla convincente protagonista Essie Davis e anche dal bambino, bruttarello e isterico. Le scene sono molto veritiere e omaggiano diversi film di genere senza però cadere nel ridicolo. Il finale, però, è sciocco e fa perdere al film almeno un pallino.
MEMORABILE: Le varie fasi recitative della protagonista, prima normale, poi distrutta dal sonno, quindi posseduta.

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Anthonyvm 8/03/18 09:42 - 5615 commenti

I gusti di Anthonyvm

Parte alla grande con una prima metà all'insegna della disperazione tangibile e realistica di una madre vedova alle prese con un bambino problematico (e che almeno inizialmente vediamo come il vero piccolo mostro del film, mentre compatiamo profondamente la povera donna). Quando fa la comparsa il libro del Babadook si instaura un clima di ambiguità inquietante ed efficace. Il finale rovina tutta questa bontà: l'ambiguità va a farsi benedire e il film diventa una sorta di possession movie con uso di cliché esorcistici. Davvero un gran peccato.
MEMORABILE: Le crisi angoscianti del bambino; Le apparizioni fugaci, spesso solo attraverso sagome e ombre, del Babadook.

Gabigol 11/03/17 18:22 - 569 commenti

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E' una grande lezione di cinema quella della Kent, lucida e spietata nel dare voce al disagio interiore (non metabolizzato) di un rapporto madre-figlio che nella solitudine e sete d'amore soppressa vede la sua principale condanna. Il film volge continuamente lo sguardo al passato - Bava, Murnau, Kubrick, Polanski - e vince nella costruzione di un'atmosfera tanto lenta quanto inesorabile. Sacrificata la scelta di noiosi jumpscares, la storia si arricchisce di un peso psicologico insostenibile e si estingue con un finale metaforico e perfetto.
MEMORABILE: Lo spettacolino di magia di fronte alla foto del padre; La sequenza del telegiornale; Le due scene con il libro pop-up.

Almicione 21/07/17 18:20 - 764 commenti

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La disperazione e la desolazione conseguenti alla perdita di un caro si impossessano della vittima attanagliandola. Audace la scelta di trattare come horror un disagio psicologico, ma in maggior misura colpisce e risulta interessante la regia di questa donna esordiente, sebbene la trama non brilli. Luci e ombre combattono non solo sullo schermo ma anche nel cuore della protagonista, brava. I trucchetti del bambino però sarebbero stati più adatti in un film comico; comunque la voglia di uccidere il bambino prescinde dallo stato della donna.

Luras 23/08/17 09:53 - 146 commenti

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La trama è sempre quella della famiglia in pericolo causa presenze demoniache (tema sfruttatissimo dal cinema), però l'effetto creato è comunque notevole. In alcuni tratti il livello di angoscia raggiunge buoni livelli. Molto brava la mamma protagonista, pallida ed emaciata tanto da sembrare malata davvero. Qualche esagerazione qua e là c'è, le solite scene a volte paradossali atte a spaventare lo spettatore non mancano mai in queste pellicole, però qui non se ne fa un uso esagerato, preferendo puntare sull'atmosfera sinistra.

Jdelarge 7/12/17 12:24 - 1000 commenti

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Dramma psicologico mascherato (non troppo bene) da horror che rispolvera qualche topos classico del genere. La fotografia e la scelta dei colori sono interessanti e conferiscono al film una sua anima ben precisa, ma la trama piuttosto abusata della grave perdita familiare con tutti gli spettri che ne conseguono non fa assolutamente presa. Qualche bella scena c’è, ma nel complesso il film delude.

Jena 8/12/17 20:37 - 1547 commenti

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Bene soprattutto nella prima parte giocata sotto il profilo dell'ambiguità e dove non si palesa se il babadook sia qualcosa di reale o frutto della fantasia malata della madre o del figlio. Si gioca bene qui su paure basilari dei bambini (il mostro nell'armadio ecc.). Nella seconda parte si va più sull'horror tradizionale, avvicinandosi un po' troppo al genere in voga Poltergeist/Insidious. Lascia abbastanza perplessi il finale. Molto bene i due protagonisti.
MEMORABILE: L'inquietante libro delle fiabe; L'armadio oscuro.

Cinecologo 13/03/18 00:05 - 51 commenti

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Bambino, nel tentativo di salvarsi dalle grinfie del genitore, semina per casa trappole di dubbia efficacia: in sostanza un connubio tra Shining e Mamma, ho perso l'aereo. L'horror contemporaneo si sgonfia sempre più nel tentativo autoriale di perlustrare territori che vadano oltre gli elementi storicamente caratterizzanti il genere, cercando una vena più intellettuale (se così si può dire): il problema è che manca l'autorialità sufficiente.

Pesten 16/12/18 15:48 - 785 commenti

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Quando uscì fu uno dei migliori horror degli ultimi anni, capace di creare ottime atmosfere, cupe e orribili, senza dover ricorrere a roba artificiale o chissà quale villain sanguinolento. Visto qualche anno dopo, purtroppo mette in mostra quelle lacune che erano passate in secondo piano. La metafora della pazzia può sì avere senso, ma si nota come il film sia nettamente spaccato a metà, con una prima parte decisamente più corposa e una seconda più forzata e "normale". Rimene comunque un buon lavoro.
MEMORABILE: Il finale, che nonostante tutto nasconde una retorica fin troppo facilona.

Bubobubo 23/01/19 11:24 - 1847 commenti

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Fuori di metafora (l'uomo nero come idealizzazione, anche cromatica, del male del secolo), è abbastanza impressionante la repentina trasformazione cui va incontro il personaggio di Amelia-Davis nell'ultima mezz'ora: da madre depressa e impotente a belva schizoide incapace di controllarsi. Sono passaggi tesi, che compensano il fine psicologismo dell'ora precedente (con il piccolo Wiseman prima insopportabile moccioso, poi vittima sacrificale) e che però vengono vanificati da un finale che, in inconsistenza, supera persino The witch e Hereditary.
MEMORABILE: Scarafaggi nel cubicolo della macchina; I furibondi e immotivati scoppi d'ira verbale di Amelia contro il piccolo Samuel; Caccia al cagnolino di casa.

Kozincev 15/02/19 00:05 - 56 commenti

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Film mediocre, che si regge su una prima parte interessante e crolla miseramente nella seconda, fino all'inverosimile conclusione. Peccato, perché qualcosa di buono c'era e l'impressione che la storia potesse decollare a un certo punto si è anche avuta. Purtroppo non basta una storia torbida e due protagonisti che girano a piedi nudi per la casa per confezionare un vero horror. La suspense è poca, la sceneggiatura modesta, la pretenziosità ingiustificata. Da dimenticare.

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Magerehein 2/02/22 09:40 - 977 commenti

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Le tematiche trattate non sono nuove (madre stressata con figlio particolare, progressivo disgregamento mentale di fronte al progredire della situazione...), ma questo film ha un merito non indifferente: non si appiattisce nella facile ricerca di spaventi gratuiti e si concentra bene sulla componente psicologica della famiglia protagonista. Ottima la poliedrica prova della Davies, capace di mutare radicalmente stato d'animo con naturalezza e bello l'insegnamento dato dal finale (non sempre sconfiggere un mostro ad ogni costo è la soluzione migliore...). Valido.
MEMORABILE: Il libro pop-up; Sotto le lenzuola sente il Babadook avvicinarsi.

Valcanna 6/12/22 10:39 - 32 commenti

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Un horror che fa paura, davvero, una paura reale di ciò che può essere la sottile linea che separa l'immaginato dall'esistente. Quel confine labile che separa il razionale dalle proiezioni dell'inconscio. L'amore dall'odio. L'equilibrio nelle forme. Per una volta non sarà l'amore di una madre a salvare il figlio, ma l'amore di un bimbo a salvare ciò che resta di una madre fatta a pezzi dal dolore. La regia femminile si apprezza in tutta la sua magistrale profondità nel mettere a nudo i sensi di colpa e regalare così, allo spettatore, un piccolo, autentico gioiello cinematografico.
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  • Discussione Didda23 • 26/07/15 13:01
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Spoiler

    Una seconda visione permette di chiarire ogni dubbio: l'unica via di interpretazione attuabile è quella proposta da rebis, ovvero quella metaforica.

    Chiariamo qualche punto.

    1) il figlio vede già "mostri" prima di Babadook, infatti ha gia costruito armi csarecce per difendere sè e la madre. Più volte ripete alla madre che lo la proteggerà (evidente il senso di colpa del piccolo per la morte della madre)

    2) Gli spettatori vedono Babadook solo quando la madre vede Babadook. Il bambino ammonisce la madre di "non farlo entrare" evidentemente sente che le angosce e le paranoie della madre stanno avendo la meglio.

    3) quando il piccolo Samuel ha un attacco, noi babadook non lo vediamo. Il medico chiarisce perfettamente la situazione: tutti i bambini "vedono" dei mostri (infatti Samuel vede il mostro prima di babadook).

    4) la televisione come proiezione dei desideri e delle angosce della madre.
    Evidentissimo nell'ultima parte quando la madre si addormenta davanti alla tv. Vediamo scene di film muti alla Melies con protagonista babaddok e poi vediamo un telegiornale nel quale si sente una notizia di una madre che sgizza il figlio piccolo (nella finestra si vede il volto della madre). Nella televisione si notano numerose scene d'amore con i protagonisti che si scambiano baci passionali. Rappresentano i desideri della madre che dopo la morte del marito non ha saputo rimettersi in sesto.

    5) il finale chiarisce ogni dubbio. Babadook non esite e metaforicamente va tenuto sotto-controllo. Quando la madre sala al piano terra dice al figlio che un giorno lo conoscerà (quindi viene tolta ogni dubbio sul fatto che davvero il figlio non ha mai visto babadook)
  • Discussione Rebis • 26/07/15 13:20
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Grazie Didda, intervento esaustivo e chiarificatore, che credo faccia un favore al film e alla Kent, oltre che a me, visto che rischiavo di passare pure io per pazzo :D mi piacerebbe sapere ora la tua opinione sul film che, mi è sembrato di capire, è negativa in buona sostanza...
    Ultima modifica: 26/07/15 13:24 da Rebis
  • Discussione Zender • 26/07/15 17:48
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Grazie Didda per tutti i chiarimenti, sicuramente utili e molto precisi.

    SPOILER
    Però non ho capito: se il bimbo dice di vederlo dovremmo pur credergli quanto crediamo alla madre, visto che dello stesso mostro si tratta...

    Altra cosa: il libro che si ripresenta da solo sulla siglia di casa dopo esser stato stracciato (altro classico visto in altri mille horror, l'ultimo ANNABELLE, la bambola gettata che si ripresenta). Chi ce l'ha rimesso lì? Lei che è andata da sola a riprenderselo? Questo intendo per ingannevole nei confronti dello spettatore

    Rebis, non so come una mia frase anche frettolosa relativa a un unico film possa farti pensare che ci siano sensibilità e approcci diversi al cinema, ma va bene. Di certo io sono costretto quasi sempre a sveltire i miei interventi, purtroppo, perdendoci in chiarezza e "sensibilità", questo è certo.

    Io credo che debito ci sia e forte con Bava (oltre alla trama, il bambino, la madre che impazzisce, la cantina e com'è fatta, il padre morto, addirittura il primo piano di lei coi capelli scompigliati dall'aria) e appunto la citazione dalla goccia d'acqua lo conferma (mi sono accorto quanto sia sempre più frequente il rubacchiare le idee cercando poi di "salvarsi" citando l'originale; vedi pure l'ultimo Vanzina, in cui i chiari scopiazzamenti da Ritorno al futuro vengono liquidati con un facile "sembra di stare proprio in Ritorno al futuro" o una cosa del genere).

    Detto questo, che non comporta necessariamente l'aver a che fare con un film malriuscito (oltretutto secondo me Babadook non è malriuscito, sia chiaro), non capisco bene che intendi introducendo la parola "metafora". Voglio dire: il mostro è un'illusione creata dalla fantasia della madre, mi par di capire, cosa che è già avvenuta molto spesso nell'horror direi. Perché chiami delle semplici visioni orrorifiche scomodando il termine metafora?
    Ultima modifica: 26/07/15 17:54 da Zender
  • Discussione Rebis • 26/07/15 23:12
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Non scomodo proprio niente, Zender. Quelle che tu chiami visioni, sono ciò che apporta significato al film e hanno una valenza metaforica.

    Semplificando, metaforico è il piano del significato (madre e figlio hanno un conflitto psicologico/emotivo da risolvere), narrativo è il piano del significante (madre e figlio lottano contro il Babadook). In genere questi due livelli sono autonomi e hanno uno loro coerenza interna: Freddy Krueger è il senso di colpa dei genitori che ricade sui figli (piano metaforico o significato); Freddy Krueger è un pedofilo arso vivo dai genitori (piano narrativo o significante). In Nightmare i due piano viaggiano su piani paralleli: lo spettatore può godersi la narrazione horror senza dover chiamare necessariamente in causa la metafora per spiegare ciò che avviene sul piano narrativo.
    Nel film della Kent accade una strana cosa. Sul piano narrativo (significante), la madre distrugge il libro ma esso riappare sulla soglia di casa: come tu stesso hai rilevato, la cosa non è chiara in sé, è incoerente e non ha spiegazioni. Sul piano metaforico (significato) la madre cerca di liberarsi dalla sua rabbia (che sarebbe il libro, sul piano del significante) sopprimendola (compie l'azione di distruggerlo, sul piano narrativo), ma essa riaffiora (il libro riappare sulla soglia di casa). Come vedi, è il piano metaforico a fornire la spiegazione di ciò che avviene sul piano narrativo.
    Più chiaro di così Zender, non so proprio come spiegarmi.
    Ultima modifica: 27/07/15 00:44 da Rebis
  • Discussione Zender • 27/07/15 08:39
    Capo scrivano - 47698 interventi
    SPOILER
    Ok, ho capito quel che intendi e hai spiegato bene. Però così facendo finisci secondo me col poter giustificare qualsiasi azione del Babadook, sul piano metaforico, e a me pare troppo facile. Come quando inscrivendo un'opera in un discorso che l'autore voleva seguire solo parzialmente si riconduce forzatamente tutto a un progetto che inizialmente esisteva solo come idea su cui poi ricamare. E' chiaro che dovrei rivedere il film tenendo conto dell'eventuale ferrea logica del tutto.

    Quel che noto, ad ogni modo, è che il tentativo di spaventare della Kent (e non mi si dica che non ci prova) è fallito e mal si concilia con l'ambizione psicologica del tutto, come se fosse una concessione maldestra a un pubblico che chiede terrore e che si voleva comunque compiacere. Un tenere il piede in due scarpe insomma. Voglio dire che l'aver lavorato sul piano metaforico può anche solleticarmi dal punto di vista del "gioco mentale" per un po', ma poi il film aveva il dovere di trovare qualcosa di meglio per rendere il tutto più fresco anche dal punto di vista registico, della gestione dei meccanismi della paura, della variazione sul tema (dal momento che poi già hai preso così tanto da SHOCK). Perché quelli che si vedono sono in gran parte cliché del genere. Il fatto di ricondurli a quella che secondo me resta una semplicistica lettura del difficile rapporto bambino-madre rischia di diventare solo la legittimazione psicologica per non offrire nulla di nuovo dal punto di vista formale. Il problema mio dipende naturalmente dal fatto che da un film così celebrato mi aspettavo qualcosa di decisamente nuovo e rivoluzionario, e il lavorare sulla metafora non mi basta se poi quel che vedo è il solito horror col mostro e la mamma che dice di vederlo con gli altri che non lo vedono.
    Ultima modifica: 27/07/15 09:03 da Zender
  • Discussione Rebis • 27/07/15 10:45
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Zender ebbe a dire:

    Però così facendo finisci secondo me col poter giustificare qualsiasi azione del Babadook, sul piano metaforico, e a me pare troppo facile.



    Sul piano metaforico non c'è alcun bisogno di giustificare le azioni del Babadook, visto che sul quel piano... semplicemente non esiste.


    Zender ebbe a dire:

    Quel che noto, ad ogni modo, è che il tentativo di spaventare della Kent (e non mi si dica che non ci prova) è fallito e mal si concilia con l'ambizione psicologica del tutto, come se fosse una concessione maldestra a un pubblico che chiede terrore e che si voleva comunque compiacere.


    Che il film sia stato sdoganato dai distributori come l'ennesimo horror più terrificante dell'anno, creando aspettative fuorviati e sbagliate in un pubblico armato di pop corn e cococola, non credo sia responsabilità della Kent. Come scrissi al'inizio della discussione, penso che il film sia vittima proprio della politica dei generi, che ad un'opera come questa calza strettissima. Lo considero in ogni caso un film difficile da promuovere al grande pubblico senza tradirne la natura o rischiare un flop commerciale.


    Zender ebbe a dire:

    Voglio dire che l'aver lavorato sul piano metaforico può anche solleticarmi dal punto di vista del "gioco mentale" per un po', ma poi il film aveva il dovere di trovare qualcosa di meglio per rendere il tutto più fresco anche dal punto di vista registico, della gestione dei meccanismi della paura, della variazione sul tema [...] Perché quelli che si vedono sono in gran parte cliché del genere. Il fatto di ricondurli a quella che secondo me resta una semplicistica lettura del difficile rapporto bambino-madre rischia di diventare solo la legittimazione psicologica per non offrire nulla di nuovo dal punto di vista formale.



    Non ho mai scritto infatti che il film è originale per quello che mostra, ma semmai per come lo racconta, per la sua struttura intrinseca. Poi è gioco forza che se la Kent voleva mostrare come un racconto horror classico e fiabesco sia la trasfigurazione metaforica di una condizione psicologica doveva per forza lavorare sui cliché del genere (e infatti ha scelto il più classico dei racconti horror, quello del babau). Ripeto: non credo sia un film che cerchi l'originalità sul piano delle innovazioni visive ma per come ha deciso di usare il genere horror fino a trasfigurarlo e trascenderlo.


    Zender ebbe a dire:

    Il problema mio dipende naturalmente dal fatto che da un film così celebrato mi aspettavo qualcosa di decisamente nuovo e rivoluzionario, e il lavorare sulla metafora non mi basta se poi quel che vedo è il solito horror col mostro e la mamma che dice di vederlo con gli altri che non lo vedono.



    Se la mettiamo sul piano personale, io è da un po' che ho smesso di aspettarmi da un film horror innovazioni e rivoluzioni, visto che è un genere che lavora sul riciclo, la riproducibilità, la serializzazione, su sentimenti basici e riconoscibili, su archetipi collaudati dalla storia dell'umanità. Ogni film dell'orrore (chi lo diceva, Stephen King?) racconta sempre la stessa storia in fondo. E questo è inscindibile dal piacere che mi procura. Oggi un horror potrà essere originale (come appunto il film della Kent, secondo me) solo nelle strategie narrative che dicide di adottare, e non sul piano della forma, dove al di là di momenti visionari e immaginifici non è che si possa pretendere chissaché... Oppure dimmi tu quali sarebbero questi film horror rivoluzionari di nuova generazione...
    Ultima modifica: 27/07/15 10:50 da Rebis
  • Discussione Zender • 27/07/15 19:35
    Capo scrivano - 47698 interventi
    SPOILER
    Ti rispondo sui 4 punti senza riquotare.

    1) La riscrivo più chiara: così facendo finisci, grazie al piano metaforico, col poter giustificare qualsiasi azione del Babadook, e a me pare troppo facile.

    2) mai detto che sia responsabilità della Kent, ciò non toglie che l'effetto su di me sia lo stesso. Capisco quel che vuoi dire, ma temo che l'incasellamento in un genere, per film così, sia operazione alla quale la grande distribuzione non potrà mai sottrarsi.

    3) Anche qui mi è chiaro il tuo ragionamento, però per quanto mi riguarda non mi ha granché colpito neanche dal punto di vista psicologico (sarà che avevo visto SHOCK da poco, per pura fatalità).

    4) Non so fino a quando vuoi far risalire l'ultima generazione. The ring per me è stato una rivoluzione, per esempio. Nella sua versione giapponese ma ancor più americana. Wan anche formalmente qualcosa di nuovo ha dato, secondo me, pur se non mi han fatto impazzire i suoi film. Perfino Hostel ha avuto i suoi meriti, in un certo senso, aprendo al torture. Il primo Rob Zombie, se rimaniamo sul piano formale. Insomma, a cercare meglio se ne trovano anche molti altri, per quelli che sono i miei canoni.
    Ultima modifica: 27/07/15 20:29 da Zender
  • Discussione Rebis • 28/07/15 10:56
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    1-E' vero quello che dici, però è un risultato più che una furbata. Non mi sembra che la Kent si sia infilata in non so quale ginepraio alla Memento e per uscirne ha deciso di dargli fuoco. Il soggetto è talmente basico che l'idea di mischiare i due livelli a me sembra fatta a monte, è una scelta autoriale, che poi finisca col riassorbire le incoerenze è un altro discorso, anche perchè quelle incoerenze stanno proprio lì a dimostrare la strategia narrativa utilizzata...

    2-Sono d'accordo, è infatti ho scritto "Lo considero in ogni caso un film difficile da promuovere al grande pubblico senza tradirne la natura o rischiare un flop commerciale".

    4-Concordo su Zombi e The Ring, però riconoscerai che sono rivoluzioni stilistiche e non narrative: per altro Zombi non fa altro che riscrivere, riassemblare, reinterpretare (in modo originalissimo, certo) tanto cinema anni '70, la sua è una specie di cover, insomma; mentre The Ring, stringi stringi, è la storia di un fantasma che si vendica sui vivi... capirai l'innovazione :) L'idea della viralità era già tutta e meglio in Cronenberg (un altro rivoluzionario). Personalmente credo che nell'horror l'ultima grande, vera innovazione possa essere ancora fatta risalire a cavallo degli anni '60-'70 quando il gotico (che era la cifra dominate per il genere) è stato mandato in pensione dall'horror selvaggio dei vari Romero, Hooper, Craven e Carpenter e, prima di loro, da Gordon Lewis. Rosemary's baby e L'esorcista sono stati una rivoluzione. Ma il torture porn (per quanto Wan e Roth non mi dispiacciano affatto) si è limitato ad alzare l'asticella del filmabile, spesso citando e reciclando i loro mentori settantini e confermando (tesi vecchia come il cucco, risalente almeno all'espressionismo) che l'horror è un termometro metabolico del diasagio e delle fobie sociali.

    5-Almeno siamo riusciti a spostare la discussione dal Babadook, poverino, gli abbiamo proprio fatto le pulci :D
    Ultima modifica: 28/07/15 17:38 da Rebis
  • Discussione Zender • 28/07/15 17:53
    Capo scrivano - 47698 interventi
    1-Sì, è vero. Però mi piacerebbe rivederlo per fargli le pulci e capire ogni singola scena, per l'appunto :)

    4-Sì certo, son stilistiche, però avevi detto (o così avevo capito) che secondo te le innovazioni non potevano più esserci sul piano formale e mi chiedevi quali fossero a parer mio gli horror "rivoluzionari", così te li ho detti. Parlavo appunto di forma, soprattutto con Zombie ma anche con The ring (tutto il video nel video, l'indagine quasi giallesca che porta sull'isola, quella fotografia dai toni così strani...).

    Secondo me Hostel non si è limitato ad alzare l'asticella, perché nel farlo ha dovuto cambiare proprio i connotati del film. Non è un H.G. Lewis per dire, si porta dietro tutto un marciume scenografico e mentale legato al business che prima non ricordo di aver incontrato e dopo è diventato la regola. In poche parole: di horror ne ho visti veramente a quintali devo dire (e credo tutti i classici o quasi), e questi sono semplicemente quelli che mi hanno fatto dire: "Ah vedi, ecco un horror che per qualche motivo riesce ancora a stupirmi". Poi magari è un'impressione soggettiva e sto solo cercando di oggettivarla, ma d'altronde altro non posso fare...

    5-Beh, se no a che servono i forum? :)
    Ultima modifica: 28/07/15 17:54 da Zender
  • Curiosità Siska80 • 11/02/20 15:58
    Comunicazione esterna - 668 interventi
    Nel film Babadook del 2014 c'è una scena in cui in tv viene trasmesso il film di Bava I tre volti della paura: