Visite: 2025 Punteggio: 59 Commenti: 52 Affinità con il Davinotti: 65% Iscritto da: 12/03/18 23:44 Ultima volta online: 27/03/25 23:47 Generi preferiti: Commedia - Drammatico - Horror Film inseriti in database dal benemerito utente: 9
A pochi minuti dall'inizio del film, successivamente alla scena in cui Thorn (Gregory Peck) consegna nelle braccia della moglie il figlio segretamente adottato, vediamo l'auto del diplomatico entrare nel "esoterico" Quartiere Coppedé a Roma: dopo essere passata sotto l'arco
Il film non è "basato su" ma è liberamente ispirato a Fame di Hamsun, a testimoniarlo è il discorso che il protagonista del film fa all'amata nel momento in cui a quest'ultima restano alcuni capelli di lui tra le dita delle mani. Discorso che parafrasa un passo
Uscita l'OST by Zombie Zombie. Ascoltabile qua. i brani Free Money e Pissing in a River contenuti nella colonna sonora sono riprese di omonimi e bellissimi pezzi di Patty Smith
Macy: "Però ci sono delle regole, [la lettera]va scritta a qualcuno di cui ti fidi, con cui ti senti davvero di parlare, quindi niente genitori, niente professori. Scrivila a un amico, scrivila a me". Per gli adolescenti di GVS l'adultità è chiaramente un orizzonte
Lo vidi tempo fa, molto interessante sul piano formale - la "grande suggestione visiva e sonora" di cui scrive Daniela è indubbia - mi deluse però per la povertà contenutistica (o almeno io non vi ho scorto nulla di significativo in tal senso, magari limite mio, chi sa):
Cara Daniela purtroppo questa è regista che ho conosciuto recentemente e dunque i suoi film più vecchi - hai citato la sua opera prima che vorrei tanto vedere! - mi risultano ormai introvabili (di Suzaku ho solo un file sub-ita al quale sono riuscito ad abbinare unicamente una versione
Per rispondere a Daniela sulle sue perplessità relative al finale, e credo che ella si riferisca al momento in cui, morendo Maria, il fratellino pronuncia le prime parole. Ebbene io credo che nelle intenzioni del regista potesse esserci certo una critica, anche feroce (per quanto algida), a certe
Una cosa non capisco nel commento al film di Greymouser, la frase: "Figli di Refn crescono, insomma, ma sulle proprie gambe". Vinterberg sarebbe un "figlio di Refn", quando mai?! Vinterberg ha iniziato a dirigere ben prima di Refn (ricordiamo peraltro che fu suo il primo film Dogma)
Sì, anche io ho visto e commentato tutta la sua cinematografia. Dico di più, per il livello complessivo della sua opera lo ritengo uno dei migliori (se non il migliore) registi contemporanei: ha diretto solo sei film, è vero, ma non ha sbagliato un colpo: vanno tutti dal bello al
Molto bella tutta la colonna sonora del film. Tanto che ne è stato prodotto un album. Al momento in cui scrivo lo si può ascoltare integralmente su Youtube cercando "Peppermint Candy OST"
Grazie a tutti dello scambio. Concludo concordando comunque con bubo circa il fatto che un leggero passo avanti rispetto alle streghe qui Eggers lo abbia fatto: il precedente è davvero poca, poca cosa sotto ogni aspetto
Rido. S. ma come, non l'hai nemmeno visto il Faro?? Neon guardalo che sono curioso di sapere la tua... Sono anche curioso di leggere il commento di Daniela su questo di Eggers
Schramm, ammetto che molto di ciò che scrivi fatico a comprenderlo; quel poco che posso risponderti è che in linea di massima io ritengo che un segno debba possedere un significato, che il dada e affini è roba tramontata da tempo. Peraltro ho l'impressione che parlare di puro segno sia totalmente
Concludo sul discorso del patch citazionistico aggiungendo che a me piace la nutella, la pizza e le banane; ma non una pizza spalmata di nutella e condita da fette di banana.E' certo legittimo che a qualcuno piacciano i mappazzoni cinematografici, ma al di là dei gusti personali la domanda è: Perché?
Scusate ma vado di fretta e dunque sarò breve. Concordo in larga misura sul discorso di Schramm circa il citazionismo palese. Sul fatto che ciò possa a taluni piacere nulla da dire, continuo a non capire perché, dato che nessuno mi convincerà serva del genio per riuscirvi: quale manca appunto ad
Comunque al di là del mio personale giudizio sul film e sul regista e sul fatto che mi sembra evidente che abbia prodotto un patch di idee e stilemi rubati un po' qua un po' là - c'è Bergman e Polanski, ci sono i riferimenti ai miti greci con cui ci ha già abbondantemente sfasteriato i co..ni Lanthimos
sì hai perfettamente ragione sul "maniacalmente curata la messa in scena". forse questo che per te è un pregio per me non lo è, l'ho avvertita a tal punto misurata che mi è risultata un pelo artificiosa. sul discorso della portata poetica di Burning devo ammettere che io ho un debole per
Oddio, bel film eh, ma capolavoro assoluto no dai, Daniela non esageriamo. Personalmente, per es., lo trovo un gradino o due sotto Burning (per citarne un'altro coreano recentissimo). Ciò detto, a mio parere il cinema asiatico ultimamente sta comunque decisamente facendo mangiare la polvere a quello
Sì, unica cosa che non abbiamo detto è che quell'inafferrabilità che il regista fa esperire per tutto il film è chiaramente espressione della impalpabilità, impersonalità, direi quasi ineffabilità del "nemico". Il film direi riflette centralmente proprio su questo: il sentimento di disagio
Ad una prima visione, ammetto, non mi aveva convinto, l'avevo percepita come un'opera incompiuta: molto tesa e ben realizzata la prima parte, per poi perdersi in un loop (quello della seconda parte) che mi era sembrato inaridirsi di idee. Nei giorni successivi, però, mi rendevo conto che qualcosa, di
In questa ottima prova del vecchio Lars non c’è solo, semplicisticamente, la "civilizzazione" – non richiesta – del "selvaggio" tipica dei processi di colonizzazione culturale (l’Ameriga viene subito in mente), c’è molto di più. C’è, giocoforza, il ruolo di superiorità
Se il tema centrale che informa il film non sembra particolarmente originale, il modo in cui viene svolto - dipanando le sottotrame, i risvolti psicologici, le dinamiche relazionali - evidenzia una profondità e una complessità della riflessione non comuni. C’è, evidentemente, un’urgenza del sé;
Petri è regista intellettualmente superiore a un po' tutti i colleghi che, a differenza di lui, si sono occupati prevalentemente di cinema di genere (al quale Elio strizza l'occhio con questa direzione). L'impegno politico nelle sue opere emerge sempre; politica che qui, criticamente, si rivolge alla
2024: Civil war (Civil War)
2012: Boy eating the bird's food (To agori troei to fagito tou pouliou)
1994: Una pura formalità
2020: Red post on Escher Street (Escher dori no akai posuto)
2006: Invisible waves (Invisible Waves)
2015: Le ricette della signora Toku (An)
2018: L'ultima ora (L'heure de la sortie)
2007: Paranoid Park (Paranoid Park)
2011: Shame (Shame)
2011: Hanezu (Hanezu no tsuki)