Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quasi più realistico di CRISTIANA F., l’esordio di Claudio Caligari (premiato a Venezia come miglior opera prima) è un viaggio allucinante nel mondo della droga pesante a Centocelle e Ostia. L'amore del titolo passa in secondo piano (riapparendo prepotentemente solo nel goffo finale), mentre Caligari segue da vicino le storie di un gruppo di amici distrutti dall'eroina. Non c'è però quasi mai l'ansia per una nuova dose così come era presente nel modello tedesco (indubbiamente...Leggi tutto più meditato dal punto di vista tecnico); c'è sì una ricerca costante ma meno spasmodica (esiste anche il metadone, in fondo), che si riflette nel carattere arrendevole dei protagonisti e nel loro modo di parlare. Il dialetto romano viene strascicato, le parole escono a rilento, l'azione annichilente della droga è evidente (anche perché gli attori sono tossici veri, basta vedere la quantità di “pere” che si iniettano, ripresi voyeuristicamente dal regista). Un documento insostituibile su una realtà non da tutti conosciuta, per la maggioranza verificabile solo constatandone gli effetti sulla società. Lo stile distaccato, che non prende posizione, è in un certo senso ammirevole proprio per il suo valore documentaristico. Non esiste una storia vera e propria, è semplicemente la descrizione di giornate come tante altre nella vita dei tossicodipendenti capitolini, trascorse senza una mèta. Un neo-neorealismo affascinante, che guarda a Pasolini (il finale è un chiaro omaggio ad ACCATTONE) e contemporaneamente all’inarrivabile CRISTIANA F. (la stessa quantità di sesso, con un amplesso suggerito e molte parole “forti”). Il primo impatto lascia basiti (il dialetto romano così trattato dà una netta impressione di dilettantismo molto trash), poi ci si abitua e si apprezza.

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Puppigallo 16/03/07 12:39 - 5273 commenti

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E’ il nonplusultra del marcio, ma è tutto particolarmente reale (i protagonisti sono veri tossicodipendenti). Questo dà il tocco finale. Si vede che non sono attori, ma sono clamorosamente veri. Le frasi, spesso farfugliate, gli escono naturalmente; e assistere alla loro giornata tipo (fare qualunque cosa per rimediare la dose) turba parecchio. I loro discorsi sono disarmanti e alcune scene (quando si bucano, tentata in macchina, l’overdose con respirazione) sono pugni nello stomaco. Vite buttate. Riuscito.

Lele Emo 21/03/07 17:40 - 184 commenti

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Secondo me il più reale dei drug-movie mai realizzato, sconvolgente e crudo da insinuare un brivido in qualsiasi soggetto. L'elementarità della regia e la non professionalità degli attori è un pregio per questo film, che volge nella maniera più schietta esistente a raccontare e raccogliere, quasi da documentario, la realtà abberrante e neutralizzante della droga. Senz'altro il più riuscito nel suo genere.

Renato 17/10/07 13:10 - 1648 commenti

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L'impressione di essere a contatto con un mondo "vero" e non ricostruito c'è tutta. Il film procede per accumulo di situazioni, non c'è un vero sviluppo drammatico e paradossalmente questa potrebbe essere la sua forza maggiore... forse qua e là è prevalsa la voglia di strappare, se non la risata, quantomeno il sorriso, anche per alleggerire un po' un film estremamente difficile da sopportare, visti il tema trattato ed il realismo brutale di molte sequenze.

Caesars 19/10/07 12:42 - 3790 commenti

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Estremamente realistico, visto anche l'impiego di attori che sono tutti veri tossicodipendenti (o ex tali). Il colpo nello stomaco Caligari riesce a darlo, facendo vivere sullo schermo le vite vuote dei suoi protagonisti, però a livello cinematografico il film latita parecchio. Operazione coraggiosa che aiuta a capire (anche se non a scusare) il comportamento di una certa fascia di società, è più vicina a un documentario che al cinema di finzione. Un film che non tutti, me compreso, possono avere voglia di vedere.

Homesick 22/10/07 19:00 - 5737 commenti

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Post-pasoliniano e borgataro. Il taglio documentaristico e quasi amatoriale della messa in scena (nonchè l'impiego di veri tossicodipendenti come interpreti) non fa che accentuare l'impressionante realismo della triste vicenda dei disgraziati protagonisti, le cui vite sono state ormai completamente bruciate dalla droga. Un prezioso esempio di cinema-verità dell'Italia dei primi anni Ottanta, che distacca di anni luce il Cocaina hollywoodiano.

Fele 24/12/07 23:01 - 43 commenti

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Secco, pungente, malato, pessimistico, cupo, triste. È un film bandito dalla TV normale, perché piuttosto forte nella sua lucida ricerca del vero e dell'essenza allucinante dell'autodistruzione. Non ci sono orizzonti felici, né stucchevoli pseudo-dannazioni (Christiana F), né trame articolate e modaiole (Trainspotting). Interessante la fotografia che richiama i poliziotteschi degli anni Settanta; stupefacente la recitazione. Non si scende all'inferno perché ci siamo già e quando si muore nessuno se ne accorge perché siamo già morti. Nascosto.

Uomomite 2/06/08 09:41 - 174 commenti

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I giovani di Caligari sono piante appassite, rapidamente passati da una adolescenza adrenalinica a una maturità da morti viventi. Borgatari catapultati negli anni '80 senza il vestito buono. Il film procede di buco in buco, passando da un scenario squallido a uno repellente e a guardarlo purtroppo ci si annoia, è solo una storia di droga, senza sesso e rock'n'roll.
MEMORABILE: A me er limone nun mo danno perchè sanno che me ce drogo.

Maineng 21/06/08 01:21 - 100 commenti

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Un realistico film sulla vita quotidiana di un gruppo di tossicodipendenti. Caligari ha scelto un modo molto forte per rappresentare questa storia. I protagonisti, tutti veri eroinomani, vengono mostrati come soggetti socialmente problematici ma anche come persone con un senso dell'amicizia che dimostrano in un ambiente difficile. Il realismo, con qualche momento d'ironia, porta lo spettatore a entrare in quelli che possono essere i problemi in un particolare tipo di contesto come quello che fa da sfondo alla storia. Unico film di Cesare Ferretti.
MEMORABILE: Il gruppo si reca dall'amica Patrizia, il cui quadro fatto con schizzi di sangue viene completato dai protagonisti: "Questo si che é un vero quadro..."

Cotola 27/07/08 18:35 - 9043 commenti

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La crudezza e la veridicità del film (girato con veri drogati) non sono certo in discussione; quel che lascia perplessi è l'intento del regista nel girare un film del genere. Quanta sincerità c'è dietro? Vuole solo essere una distaccata analisi del rapporto droga-giovani o invece c'è la volontà di lucrare sul fenomeno, suscitando artatamente polemiche e facili sensazionalismi? Giudizio sospeso sotto questo punto di vista, ma cinematograficamente parlando, non ci siamo, troppa noia e piattume. In ogni caso un'occhiata può meritarla.

Matalo! 20/09/08 01:20 - 1378 commenti

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La Roma dell'eroina della banda della magliana; le vie crucis di veri tossici ritratti da Caligari con certo carattere. L'iperrealismo abbonda, ovviamente, ma il film non è così brutto come si disse e si dice. Sotto la canicola romana le piccole vite di morti ambulanti il cui affanno per la ricerca della dose si mescola con il desiderio di affetti. Col patrocinio di Marco Ferreri ma senza la forza iconoclasta de L'imperatore di Roma.

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Daidae 9/03/09 02:23 - 3179 commenti

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Film culto. Se volete vedere a che punto possa ridurre la droga guardate "Amore tossico". Taglio iperrealistico; ovviamente non aspettatevi chissà quale recitazione, gli attori in questione sono quasi tutti ex-tossicodipendenti. Molto bello e decisamente superiore a cose come Trainspotting.

Fabbiu 21/03/09 15:32 - 2144 commenti

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Documentaristico e citazionistico, tra gli sceneggiatori vede il sociologo Guido Blumir. Trasuda in ogni scena inquietudine; una storia tanto tragica poiché in fondo è nella drammatica verità l'aspetto più crudo, nella semplicità dei mezzi (e in fin dei conti non sarà stato facile lavorar con veri tossici); interpretazioni sincere, ambienti azzeccati, musiche calzanti di Detto Mariano. A mio parere più efficace dei frenetici film moderni sul tema, più apprezzati dalla critica.

Harrys 30/03/09 14:11 - 687 commenti

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Sorta di film-documentario su un gruppo di tossicodipenti, con conseguente caccia alla "svolta", amicizie discutibili e, come da titolo, amori tossici. L'aspetto cardine del film è l'assoluta fedeltà dialettica (avrebbe apprezzatto Pasolini); scelta che rischia di limitare la visione ai soli capitolini. Non disprezzabile la recitazione assolutamente amatoriale. Il difetto più rilevante di questa pellicola è il finale, molto prevedibile e forse inevitabile. ***

Kinodrop 3/11/15 20:02 - 2948 commenti

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Giornate di ordinaria, spasmodica ricerca per "svoltare e farsi". Ostia anni '80, Cesare e i suoi compagni di vita, ritratti nelle desolate e anonime periferie tra capannoni e ruderi, tra l'urgenza della dose e la voglia di irraggiungibile normalità. I non attori, ma veri protagonisti di questa tragica realtà, sono il punto di forza, con il loro slang, i loro rituali e una sorta di moralità che rende il gruppo unito e solidale fin dove è possibile. Film realistico, non puro documento ma racconto dallo sguardo umano, talvolta persino ironico.
MEMORABILE: La musicaccia di Detto Mariano che alla fine però è funzionale; L'amletica domanda alle suore; Il quadro di sangue; Lo slang.

Pigro 6/06/09 08:04 - 9666 commenti

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Drogati a Ostia trascinano le loro vite in giornate a vuoto in cerca di eroina. Quasi una tranche de vie verista, perseguita con impeccabile cura sociologica e antropologica: la verità di volti (attori non professionisti), gesti, linguaggio ne è segno fortissimo. Importante l'ascendenza del Pasolini del sottoproletariato: le drammatiche scene conclusive (un po' mélo...) sono non a caso nel luogo del delitto di Pasolini. Commuove la visione della compianta poetessa 'maledetta' Patrizia Vicinelli nella sofferta parte della pittrice.

Herrkinski 18/10/09 22:41 - 8109 commenti

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Interessante film-verità, memore del Trash di Morrissey (che aveva il doppiaggio curato da Pasolini, presenza "occulta" che aleggia anche su questo film), sulla vita di un gruppo di tossici capitolini. Gli attori, drogati anche nella realtà, sono infatti molto spontanei e si segnala la bella prova di Ferretti. Se in principio i dialoghi in romanesco strascicato fanno un po' ridere, col passare dei minuti il film diventa più serio, toccando (forse involontariamente) vette di vuoto esistenziale notevoli. Un bel ritratto di squallore urbano.

Il Dandi 12/02/10 15:03 - 1917 commenti

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Il più grande drug-movie italiano ha la colpa (e insieme il coraggio) di arrivare fuori tempo massimo: i protagonisti sono un po' gli ex-adolescenti del mediocre Roma drogata: la polizia non può intervenire, qui colti dieci anni dopo e messi di fronte al loro fallimento. Sceneggiatura dall'encomiabile operazione linguistica, in gran parte suggerita dagli attori non professionisti. La poetessa Patrizia Vicinelli interpreta la pittrice.
MEMORABILE: La pubblicità citata da Cesare dopo la pera: "Ah... e il giorno dopo, di nuovo in forma!"

Disorder 23/04/10 23:27 - 1416 commenti

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In pratica la versione provinciale de I ragazzi dello zoo di Berlino: al posto dei palazzoni e delle discoteche abbiamo il lungomare di Ostia, ma la sostanza è la stessa (anche se qui i personaggi sono più cresciuti). Nel confronto diretto con l'omologo tedesco però perde, soprattutto per la mancanza di un personaggio centrale, come era Christiane F, su cui costruire la storia. È comunque un lavoro di un certo interesse, iper-realista al limite del documentario e senz'altro riuscito: una visione la merita!

Nando 27/07/10 01:03 - 3814 commenti

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Il lido di Roma, Ostia, è partecipe alle peripezie stupefacenti di un gruppo di tossici all'ultimo stadio. Caligari offre un panorama netto e coraggioso della situazione senza nascondere nulla. Emerge una pellicola priva di orpelli che mostra un grave disagio di alcuni strati della popolazione. Audio carente in alcuni casi, ma decoroso documento di un regista parco nelle sue realizzazioni.

Dengus 20/01/11 17:28 - 361 commenti

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Quando lo vidi la prima volta rimasi colpito dal realismo degli attori, solo dopo venni a sapere che questi erano veri tossicomani. La crudezza delle scene non può che avere in chi vive il dramma della tossicodipendenza, i migliori attori; si vede il degrado morale, fisico dei protagonisti e, a differenza di Christiana F, si entra meglio nel dramma, che altro non è che un documentario sulla tossicodipendenza anni '80, quando l'eroina era la polvere dei poveri e la coca era per "privilegiati"; scolasticamente adatto.

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Pinhead80 26/01/11 12:42 - 4758 commenti

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Film in stile documentaristico che mostra (utilizzando attori che nella realtà sono o erano tossici) come un gruppo di giovani sia schiavo della droga. La parlata dialettale e la naturalezza delle immagini (a parte il finale forzato che si distanzia dallo stile del film) mostrano in maniera cruda, forse come mai prima di allora, il mondo di questi ragazzi che vivono accanto a noi una realtà parallela, dolorosa e triste. Non ci viene risparmiato nulla, dal buco al quadro composto da schizzi di sangue. Da recuperare.

Jandileida 15/04/11 13:18 - 1565 commenti

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Notevole affresco della tossicodipendenza romana composto con sguardo clinico, ma non per questo meno amorevole, da Caligari che gira un film ogni 25 anni ma lo fa in modo molto personale. A colpirmi, a parte la durezza di certe scene, é stato l'accostamento tra le miserie di un mondo che, come si vede nel dejavu di Cesare, si é fatto fregare dal mito della droga anni '70 e l'asprezza del paesaggio urbano romano, pasolinianamente scarno, finalmente lontano dalle cartoline propinateci in ogni salsa e mostratoci con coraggio anche nell'anno di grazia 1983.

Piero68 26/04/11 11:09 - 2957 commenti

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Cinema di nicchia, docu-film o Pasolini-style? Nè l'uno né l'altro! Caligari propone una sorta di Gomorra ante-litteram, facendo diventare attori dei veri tossici di Ostia, per andare dritto al cuore del problema. Senza retorica, fronzoli o falsi moralismi. Con una sceneggiatura molto blanda Caligari snocciola la giornata tipo del drogato con tutti i suoi annessi e connessi. Non credo nell'intento della denuncia sociale o altro. Solo un film come tanti, con un tema molto di moda in quegli anni. Discutibile quanto si vuole ma di grande impatto.

Markus 27/04/11 14:21 - 3687 commenti

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La siringa, il limone, il cucchiaino bruciato, il collant annodato al braccio e naturalmente lei: l'eroina! Il motore che spinge un branco di ragazzi a barcamenarsi per recuperare i soldi per farsi. La pellicola ci catapulta efficacemente nello squallore della vita di alcuni tossicodipendenti evidenziando “usi e costumi” (diciamo così) dei tossici anni ‘80 contestualizzata in una vicenda vagamente amorosa nella cornice di una spoglia e degradata Ostia. Girato con veri drogati.

Mdmaster 1/09/11 02:00 - 802 commenti

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Intelligente la disamina di Caligari sulla giornata tipica del drogato romano negli anni ottanta. Nessuna illusione di salvezza, nessun dialogo con gli "estranei"; semplicemente una continua fuga da una realtà che non offre nessuno stimolo. Il cast, pur nella sua crudezza, è parte essenziale: veri attori avrebbero svuotato del tutto di significato il film. Certo, la sceneggiatura è poca cosa e il finale posto abbastanza a caso, ma son difetti tutto sommato perdonabili. Un "trash" necessario e realizzato con il cuore.
MEMORABILE: Il primo "schizzo" di Cesare e la compagnia; i trans molestano le suore nella stazione.

Giùan 7/10/11 11:06 - 4559 commenti

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Uno dei rari film italiani che meritano senza equivoci l'appellativo di "cult". Ci riesce affrontando con rispetto ed onestà intelletuale uno dei tanti italioti tabù sociali (e di riflesso cinematografici). Caligari con sguardo fenomenologicamente naif costruisce una pellicola tossica, in cui tutto gira attorno alla dose quotidiana e non esiste nessuna realtà che sta al di fuori del circuito venefico. Certo quando decide de "svortà" in senso drammatico, si brucia e va in overdose, ma in fondo si resta in tema. La respingente tenerezza del cast non si scorda.
MEMORABILE: Il gergo tossico; Cesare, Michele, Enzino, Cioppe, Loredana, Michela. Clara, Patrizia; Il monumento a PPP e il suo libro sul tavolino nella casa di Patrizia.

Bisturi 1/12/11 20:38 - 9 commenti

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Pellicola di un realismo sensazionale. Cinema verità senza compromessi, senza fronzoli e clichè di nessun tipo, fotografia di un fenomeno che stava prendendo piede in maniera massiccia nel nostro paese soprattutto nelle periferie delle grandi città. Sicuramente non per tutti; un bel pugno nello stomaco. Attori eccellenti, benchè non professionisti (tra l'altro veri tossicodipendenti).

Errelle 2/06/12 12:39 - 9 commenti

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La sguaiatezza del vernacolo romanesco sciolta in un cucchiaio e aspirato da un'ipodermica. La sfida del regista nel produrre uno scenario postpasoliniano è stata vinta. Drogati veri con siringhe vere nel piccolo mondo antico dei telefoni a gettoni, spianate desolate e desolanti e pinete luride. Tutto è infetto in questa cornice di una foto di quasi trent'anni fa, che ci restituisce la nitida immagine dell'incubo farmacistico vissuto da una generazione che negli anni ottanta di "spade" perì.

Mickes2 14/08/12 12:04 - 1670 commenti

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Film dal taglio profondamente realista con sguardo documentaristico a tratti portato all’eccesso, tanto da scadere nel voyeurismo pleonastico, stonando anche nei ricordi del passato (piuttosto discutibili nell’economia del film) e nel finale (non necessario, inutilmente melodrammatico) ma crudo, diretto, indubbiamente piatto e raffazzonato tra regia e montaggio, ma efficace nel delineare un contesto-verità immerso nel quotidiano di vite (non) vissute ai margini di tutto e tutti, reietti, vagabondi in cerca dell’ennesima dose di droga. **!

Ale nkf 17/09/12 15:35 - 802 commenti

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Oserei definire Amore tossico un vero documentario sul mondo della droga agli inizi degli anni '80. Sicuramente la trama non è avvincente come quella de I ragazzi dello zoo di Berlino, ma certamente un cast di attori non professionisti provenienti da una situazione al limite della legalità alla continua ricerca di una dose di eroina, come in questo caso, contribuisce a rendere la pellicola di un realismo straordinario. Da segnalare la scena in casa della pittrice/poetessa Patrizia Vicinelli, anche lei finita in questo tunnel mortale.
MEMORABILE: Il quadro "dipinto" col sangue.

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Deepred89 1/10/12 22:32 - 3706 commenti

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Idea intrigantissima, film decisamente meno. Si punta al realismo, con fotografia e ambientazioni scarne, veri drogati, vere iniezioni e conseguente antinarratività, ma allo stesso tempo lo stile resta essenzialmente classico, con l'ovvia conseguenza di un'oggettività che appare troppo cinematograficamente artefatta e una cinematograficità che appare troppo realisticamente piatta. Alla fine cosa rimane? Molta curiosità, qualche raro momento folgorante e una notevole dose di noia. Stranianti musiche di Detto Mariano. Così così.

Furetto60 5/03/13 09:01 - 1194 commenti

I gusti di Furetto60

Film di taglio documentaristico, ambientato tra Ostia e Centocelle a Roma, narra del vuoto mentale di una generazione allo sbando, senza futuro. Nei momenti di calma i discorsi vertono sugli sballi passati, quelli ottimi e quelli no. Nel mezzo dello squallore spicca, come un fiore rachitico, l’amore tra due ragazzi e un tiepido desiderio di cambiamento; tra loro e la meta offuscata si frappone solo un’ultima dose… Pellicola senza divi, senza effetti speciali, senza ricerca della fotografia, nudo e crudo, con dialoghi probabilmente non facilmente digeribili per i “forestieri” non romani.
MEMORABILE: A bello su tutte le rote.

Didda23 12/12/14 11:12 - 2426 commenti

I gusti di Didda23

I sogni infranti di una generazione senza speranza, affossata dalle conseguenze letali del mito dell'eroina sono raccontati da Caligari con il giusto piglio real-documentaristico tanto da creare un collegamento con la veridicità del credo cinematografico pasoliniano (in questo caso la scelta di veri drogati è vincente). Si alternano momenti "ingenui" ad altri di una dolcezza e un candore disarmante. Si soprassiede su alcune batture e su qualche scena poco riuscita, perché complessivamente è uno spaccato che sa toccare le corde giuste.

Fauno 14/02/15 21:04 - 2212 commenti

I gusti di Fauno

Ho sempre amato i film sulla droga come fenomeno sociale, ma questo lo stronco completamente per due ragioni: a) si capisce sì e no la metà di quel che i protagonisti dicono, se si vive lontano da Roma b) l'insistere sull'unidirezionalità di tutta la loro vita, tesa a quell'unico istante, con tutte le contaminazioni intermedie che non fanno altro che rendere questo mostro sempre più deforme e contorto; una cosa che sembra suscitare quasi simpatia e tenerezza per il fenomeno e per gli eroinomani stessi, quasi una demistificazione del dramma di tante vite bruciate...
MEMORABILE: L'aggressione alla coppia e il biasimo alle suore.

Andre86 4/01/16 23:20 - 15 commenti

I gusti di Andre86

L'ho visto più di una volta e mi è sembrato uno spaccato di vita - anzi di vite - distrutte dalla droga negli anni '80, una sorta di Cristiana F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino senza però alcun taglio adolescenziale e spostata nelle borgate romane; non un film ma un vero e proprio pugno nello stomaco. Inoltre gran parte degli attori erano verano eroinomani e il taglio quasi documentaristico dona realismo al film, che si può considerare un'appendice neorelista negli anni '80.
MEMORABILE: Ogni dose quotidiana fatta dai protagonisti è un pugno nello stomaco per chiunque guardi il film.

Hackett 12/06/16 19:51 - 1867 commenti

I gusti di Hackett

Film italiano sulla tossicodipendenza che con il tempo è diventato un vero e proprio cult. Sicuramente giocano a favore della pellicola la genuinità degli attori, la leggerezza quasi impalpabile della macchina da presa che spia le vite dei protagonisti e uno sguardo su Roma senza orpelli, tra la desolazione di una periferia pasoliniana citata anche dalla location finale. Dolente testimonianza da rivedere.

Alex1988 10/05/16 18:43 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Esordio col botto (è proprio il caso di dirlo) per il povero Caligari. Seppur pieno di ingenuità, il film è un buon spaccato pasoliniano su un gruppo di sbandati di Ostia, dediti al consumo di droga. Caligari dirige la storia senza spettacolarizzarla, ma mostrando nel modo più realistico possibile (usando attori non professionisti) il rapporto quotidiano tra questi ragazzi e il loro "hobby", fino all'inevitabile tragedia finale. Gran buon esordio.

Paulaster 26/05/16 09:45 - 4417 commenti

I gusti di Paulaster

La vita di ordinarie tossicodipendenze ai margini di Ostia agli inizi dell’80. I veri tossici fan quel che possono come recitazione e, anzi, danno il valore aggiunto col loro linguaggio diretto solo alla ricerca della prossima dose. Momenti iperrealistici a farne come un compendio sugli usi e abusi di una generazione persa. Regìa che poteva girare qualche ripresa in modo migliore e musiche a tratti inascoltabili. Conclusione dove non ho apprezzato l'accostamento a Pasolini e una chiusa sconclusionata di finta tragicità.
MEMORABILE: La fontanella; Gli schizzi di sangue sulla tela.

Azione70 9/06/16 00:33 - 167 commenti

I gusti di Azione70

Docu-film molto interessante, specie per gli amanti dei primi anni 80. Le (vere) storie di droga si svolgono infatti sullo sfondo di una Roma di periferia, sudicia, cupa, senza speranza, una Roma funzionale alla trama, se non vera e propria attrice non protagonista. Molto bravi gli interpreti, da culto la scena della rapina (con bestemmia finale, proprio per sottolinere l'assoluta realtà della pellicola). Anche il commento musicale è pertinente alle scene e alla recitazione. Da vedere (per i romani).

Faggi 11/07/16 16:17 - 1549 commenti

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Cinema crudo e spiacevole, di ispirazione sincera. Contenuti quasi da documentario, linguaggio personale che rivitalizza il neorealismo. Gli attori sono diretti bene, i dialoghi e l'ambientazione colpiscono per capacità naturalistica; la vicenda conta relativamente perché tutto è costruito a frammenti giustapposti (ovvero sequenze di pedinamento dei personaggi). Le scene memorabili si sprecano. Gli si perdonano eventuali sbavature (sempre che ne abbia). Imperdibile.

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Rebis 30/07/16 10:16 - 2337 commenti

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Uno shock, soprattutto se ricollocato nel suo specifico culturale, tra i postumi del cinema civile e d'autore anni '70, l'insorgere del morettismo e il declino della produzione di genere - dalla quale mutua la furia exploitativa che spinge il voyeurismo ad una violenta presa d'atto. Uno shock, non soltanto per la dettagliata ricostruzione dell'imbuto eroinomane - tra spade infilate nella carne, fiotti di sangue e vomito - ma per il paesaggio in cui si raccoglie: un'ecatombe sociale e periferica che fuori dagli scabri stilemi pasoliniani fa pensare al cinema più politico di Walter Hill e Romero.

Bullseye2 29/07/16 21:24 - 396 commenti

I gusti di Bullseye2

Droga-movie "post-atomico" dove l'eroina è la bomba che annienta un'intera generazione e lascia i sopravvissuti come anime dannate, non-morti alla ricerca del buco quotidiano per colmare l'enorme vuoto interiore. La vera protagonista è Ostia assolata, arida e spettrale senza più accattoni pasoliniani ma un coacervo di zombi alla disperata ricerca del buco, al carissimo prezzo della dignità come della vita. Un incubo di puro squallore metropolitano, ma necessario.

Rufus68 1/08/16 19:01 - 3842 commenti

I gusti di Rufus68

La dissoluzione del proletariato pasoliniano genera gli zombi del film: nella prima immagine, infatti, essi incedono senza direzione e scopo proprio sulla spiaggia dell'Idroscalo, dove il poeta fu assassinato. Mai recitato, senza sviluppi narrativi, con un andamento naïf che, a tratti, fa persino sorridere: giusto così; la disperazione dei protagonisti, bloccati in un eterno presente, si trasmette intatta agli spettatori più avvertiti. Per una volta lo status di cult non arriva a sproposito. Adeguate le musiche.

Almicione 9/11/16 02:35 - 764 commenti

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La costante ricerca della "robba", ottenuta "svortando", è l'unico propulsore della vicenda. La regia è piuttosto mediocre – complici le scarse apparecchiature – e anche le interpretazioni degli attori (reali tossicodipendenti) sono scadenti; ma questo è un film che non può inserirsi nel normale flusso degli altri. Sorprende come Caligari riesca a immergere completamente lo spettatore nella situazione, a fargli pesare il disagio dei ragazzi, l'anelito di morte che accompagna ogni pera. A tratti poetico, sarebbe potuto essere un grande film.
MEMORABILE: Il quadro col sangue.

Ira72 31/05/17 15:15 - 1313 commenti

I gusti di Ira72

Pasoliniano o warholiano che sia lo stile, fanno un po' rabbia questi ragazzi che trascorrono le proprie giornate a farsi, a pensare come farsi e a biascicare discorsi in romanesco unicamente sull'eroina. O forse è il copione unidirezionale del regista a limitarli: nonostante i protagonisti interpretino se stessi, risultando realistici, l'insieme è grottesco. Il genere è tra quelli che prediligo e certamente questo film andrebbe rispolverato. Ma è mono tono e monotono (ottima scelta la breve durata).

Luchi78 3/03/18 02:21 - 1521 commenti

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Un romano di periferia nato negli anni 70 che guardi questo film non potrà che sentirlo proprio. C'è ancora tanto di quella parlata, di quell'abbandono, di quella periferia dimenticata... Non si può fare a meno di pensare che si sia tutto solo spostato "più in là", dove oggi regnano campi rom e i nuovi quartieri dormitorio. Il film è uno spaccato vero, che fa male proprio perché le interpretazioni non mentono e i richiami a Pasolini rimediano a una poetica che nel film fatica ad apparire.
MEMORABILE: La mamma e la nonna di Mario che spacciano i ventini tagliandoli ulteriormente.

Myvincent 28/10/18 18:50 - 3741 commenti

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Vita ripresa come dal vivo per un gruppetto di tossicodipendenti reali che resistono a s stessi, tra furtarelli, prostituzione, spaccio e condivisione della roba. Lunga la preparazione al film (con l'aiuto anche di un sociologo) per il regista Caligari che, dopo varie traversie, adotta un linguaggio spontaneo che dà profondità al progetto, senza mai cadere nel retorico. Gran parte degli attori troverà una tragica, inevitabile fine non molti anni dopo.
MEMORABILE: Il salvifico metadone del Sert; L'action painting con gli schizzi di sangue.

Bubobubo 11/12/18 13:35 - 1847 commenti

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Il più puro e sincero dei registi italiani mette mano a uno degli esordi più fulminanti d'ogni tempo, un atto d'amore verso l'iperrealismo che è disarticolato grido di dolore nei confronti della realtà (concetti mai come in questo caso ben distinti). Pasoliniano per molti, anche se, a ben vedere, i punti di contatto sono superficiali e si esauriscono nella scelta del soggetto e nelle ambientazioni periferiche della marcescente Ostia, vuota tomba del casarsese. Le sequenze che attanagliano la bocca dello stomaco non si contano su due mani.
MEMORABILE: "Er mare, er sole, 'na bella pera... Mettece de' violini..."

Noodles 26/08/20 10:02 - 2227 commenti

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Capolavoro del cinema italiano. Film di raro realismo e di terribile crudezza, per il tema delicato che viene trattato e per la veridicità di numerose scene. Regia, recitazione e montaggio sono permeati di un'amatorialità che affascina e che rende il tutto ancora più realistico. Il cast magari non saprà recitare, ma sei lì con loro, ad osservare le loro vite perdute. Un affresco perfetto del periodo, senza bisogno di effetti o sensazionalismi. Splendide alcune trovate e diverse scene, su tutte quella del quadro. Se hai idee, non ti servono grandi nomi o grandi mezzi. Capolavoro.

Mattatore 17/10/23 22:11 - 81 commenti

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Caligari firma con impietosa partecipazione e masochistico voyeurismo una fulgida testimonianza scolpita tra l'eterno dolore e la perduta gente di un'imperturbabile sebbene colpevole Ostia/madre/meretrice dei primi '80, bolgia natale di una manciata di giovani dediti a scintille e conseguenti incendi di tossicodipendenza, qui denudata di qualunque matrice, giustificazione o affettazione intellettuale. La messa in scena è teneramente mortifera, amabilmente lancinante, e il pasoliniano approccio non-recitativo appare gloriosamente invincibile nel suo infantilismo amputato. Lacerante.

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  • Discussione Ruber • 11/12/17 20:28
    Formatore stagisti - 9246 interventi
    Fantastica panoramica di profumi Markus! Sul dbk ti chiederò quale il più raro.
  • Discussione Markus • 11/12/17 20:39
    Scrivano - 4775 interventi
    Ruber ebbe a dire:
    Fantastica panoramica di profumi Markus! Sul dbk ti chiederò quale il più raro.

    Ok ;-)
  • Discussione Il Dandi • 8/05/18 12:49
    Segretario - 1488 interventi
    Luchi78 ebbe a commentare nello speciale location:

    Una domanda al realizzatore di questo stupendo speciale. Ma le location con le casette dei pescatori in legno sul mare dove Cesare e Michela si scambiano battute e promesse? Appaiono almeno in due scene, una dove si dicono la frase riportata ad inizio speciale, un'altra con le onde che si infrangono alla base di queste alte "palafitte"


    Rispondo qui perché nei commenti agli speciali non è possibile "chiamare" (e per questo mi scuso per aver letto in ritardo):

    Dei cosiddetti "bilancioni" (che affacciavano in realtà sulla foce del fiume, e non in mare aperto) si parla nelle tavole 19 e 21, ma non è stato proposto il confronto immagini perché dopo le demolizioni del 2005 non ne è rimasta più traccia. È possibile vederli anche in molti altri film, come La ragazza di via Condotti (solo il primo che mi viene in mente).

    I bilancioni sull'altra sponda del Tevere (cioè a Fiumicino e non a Ostia) hanno invece resistito, tant'è che Caligari per cercare un'ambientazione anni '90 vi ha girato molto più di recente delle scene di Non essere cattivo.
    Ultima modifica: 8/05/18 23:27 da Il Dandi
  • Discussione Raremirko • 1/11/18 22:20
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Sono più d'accordo con chi ha dato al film solo 2 pallini; molto realismo, credo qualche intento di denuncia, ma il film è piatto e decolla poco.

    Attori ok ma il vero capolavoro di Caligari, comunque dotatissimo, come darà a vedere, è L'odore della notte.

    Questo, secondo me, è molto sopravvalutato.
  • Discussione Lodger • 28/02/19 20:14
    Pulizia ai piani - 1563 interventi
    È morto Enzo Di Benedetto di Amore Tossico: il ricordo di chi era nel film

    Uno dei grandi poteri del cinema è sicuramente quello di poter emozionare. Nel corso del tempo e delle visioni di un’opera rispetto ad un’altra, gli attori, i registi e il film stesso diventano quasi argomenti e concetti familiari. Riusciamo a riconoscere una pellicola da un’inquadratura, da una musica, dalla caratterizzazione di un personaggio o da come il regista riesce a muovere la macchina da presa.

    A proposito di Grandi Maestri del cinema, alla voce “ultimi interpreti del neorealismo “ troviamo un certo Claudio Caligari autore indimenticabile e indimenticato di tre capisaldi “di strada” moderni: Amore Tossico, L’odore della notte e Non essere Cattivo. I tre film hanno assunto nel corso tempo un’importanza fondamentale per la straordinaria regia di Caligari, il grande merito di aver costituito l’anello di congiunzione con i giganti del passato (come Visconti e Rossellini), di averne raccolto il testimone e la geniale caratterizzazione dei personaggi.

    In tal senso spostiamo la nostra attenzione su un film; Amore Tossico, probabilmente il più originale e se vogliamo moderno. Il film in sostanza racconta della pericolosa dipendenza dalle droghe pesanti, con protagonisti loro malgrado i palazzoni e le periferie di Ostia nei desolati anni ’80. Il gruppo di ragazzi attori provenienti dalla vita di strada divenne in poco tempo celebre, le loro battute e movenze veri e propri fenomeni iconici e di costume. Cesare, Michela, Roberto detto “Ciopper”, Loredana, il famoso transessuale “Er Donna”, Enzetto, questi i nomi che compongono il cast del film.

    Recentemente è venuto a mancare uno degli interpreti principali del film, Enzetto, al secolo Enzo Di Benedetto. Insieme a Roberto Stani “Ciopper” danno inizio ad un opening memorabile, con l’iconica sequenza del gelato nella quale tra i due nasce un velato contenzioso per riuscire a risparmiare qualche spicciolo sufficiente a prendere qualche dose. Ciopper decide di prendersi un gelato depauperando il già esiguo conto della banda e mandando su tutte le furie Enzetto.


    In questa scena di apertura di Amore Tossico troviamo tutto. Una panoramica descrittiva pregevole che accompagna la corsa di Ciopper verso Enzetto in una delle piazze principali di Ostia. Il linguaggio della strada, le movenze e la disperata realtà della tossicodipendenza trovano nel “gelato” una scusa di pregio assoluto per descrivere l’alienazione e l’indigenza. Le battute ormai iconiche e la magistrale caratterizzazione di Caligari hanno consegnato Amore Tossico e i loro protagonisti alla storia del cinema italiano di genere.

    Tra tutti gli interpreti del film Di Benedetto era quello che aveva deciso di prendere le distanze dal cinema e probabilmente anche dall’opera stessa. Come impone la regola del neorealismo nel cinema, gli attori devono avere contatto con la realtà per esprimere al loro massimo la veridicità dei loro personaggi e Di Benedetto, pur non avendo esperienze da attore (del resto come gli altri), ha avuto il grande merito di aver portato un messaggio, di essere il grande testimone di una generazione e di aver raccontato una realtà, quella delle periferie.

    Sulla scomparsa dell’attore abbiamo intervistato un altro grande tassello di Amore Tossico, Pamela Schettino, ossia “Er Donna”.

    Sono passati molti anni. Eravamo un gruppo molto coeso e unito, durante le riprese al massimo al secondo ciak portavamo a casa la scena. Non avevo molta confidenza con Enzo e nel corso degli anni ho mantenuto i rapporti con Cesare (Cesare Ferretti), Roberto (Roberto Stani, Ciopper) e Michela (Michela Mioni), con la quale sono ancora in ottimi rapporti. È una notizia terribile, sono addolorata

    Questa in sintesi la breve testimonianza di Pamela Schettino, che in Amore Tossico può vagamente ricordare una “Rayon” ante litteram di Dallas Buyers Club, nonostante la leggera distanza attoriale della Schettino rispetto a Jared Leto.

    Oltre al dispiacere da fan di Enzo di Benedetto e di Claudio Caligari, il punto è che probabilmente ad oggi la società ed il costume portano i nuovi protagonisti delle scene (attoriali e musicali) ad indossare un personaggio, più che essere un personaggio. Vere e proprie agenzie che da contratto creano e modellano stereotipi di falsi gangster, falsi emarginati, falsi poeti che millantano forzatamente vite spericolate e innumerevoli tatuaggi. Forse nulla ci sarebbe più da dire, se si pensa che ormai tutto è stato già detto (benissimo, peraltro).

    Ciao Enzo.

    Fonte:
    https://auralcrave.com/2019/02/28/e-morto-enzo-di-amore-tossico-il-ricordo-di-chi-era-nel-film/
  • Discussione Ruber • 28/02/19 22:44
    Formatore stagisti - 9246 interventi
    Praticamente sono quasi tutti morti, direi che il film non gli ha portato bene, peccato perchè tutti si erano ormai disintossicati da anni e lavoravano, avevano completamente cambiato vita.
  • Discussione Il Dandi • 24/10/19 14:52
    Segretario - 1488 interventi
    È oggi in edicola su Leggo (sia cartaceo che online) un articolo firmato da tale Michela Poi che riprende di peso il mio speciale sulle location di Amore tossico pubblicato qui nel 2015.

    Casomai tornasse a leggerci ne approfitto per fare i miei complimenti alla valorosa giornalista, mi rendo conto che ritagliare i fotogrammi per toglierci le nostre date deve essere stato un lavoraccio.


    https://www.leggo.it/italia/roma/amore_tossico_claudio_caligari_location_film_ultime_notizie_oggi_24_ottobre-4816583.html
  • Discussione Ruber • 11/03/22 16:26
    Formatore stagisti - 9246 interventi
    Non so se sia mai stato scritto o detto, ma una scena scritta ma mai girata e scartata in fase di pre produzione, da Caligari e dal suo assistente il sociologo Blumir, per diverse ragioni (per evidenti ritardi nella produzione, il carcere scelto che tardava nel benestare a girare, la scena molto cruda che i due visto il momento storico e il rischio di censura etc.)  La scena era questa:

    Cesare, uno dei protagonisti del film, viene fermato dalle forze dell'ordine e condotto in una cella assieme ad altri eroinomani. Qui trova un giovane ragazzo in crisi di astinenza. I compagni di cella cercano di attirare l'attenzione dei secondini, ma niente, nessuno si reca da loro.
    La mattina seguente il giovane viene trovato impiccato e scatta la protesta. Arrivano dei secondini con il volto coperto da un fazzoletto bianco, prelevano alcuni dei presenti, tra cui Cesare, e li portano in un altra cella dove subiscono un pesante pestaggio. 


    Sarebbe stata una bella scena da inserire nel film, peccato non si stata girata, oltretutto era stata presa come spunto da un fatto di cronaca.


  • Homevideo Buiomega71 • 5/05/22 14:14
    Consigliere - 25998 interventi
    Annunciato il blu ray per Cecchi Gori
  • Homevideo Zender • 28/04/23 19:35
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Grossa delusione il bluray Cecchi Gori restaurato: al di là del fatto che l'alta definizione senza filtri mette in mostra una grana pesantissima, i colori hanno la solita dominante gialla terribile che sta ormai funestando gran parte dei restauri nostrani, purtroppo. Il dvd come colori è nettamente superiore, più vivo. Se avesse una definizione basterebbe di un po' superiore, il dvd sarebbe da preferire. Nessuna sensibile miglioria nemmeno nell'audio, direi, almeno a giudicare dalle prime scene...
    Ultima modifica: 28/04/23 19:45 da Zender