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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Prendendo come spunto le nuove generazioni che sfidano la morte per un selfie, arrampicandosi nei punti più impensabili per mostrarsi ai loro follower in posizioni rischiosissime, il film di Scott Mann si impone come action adrenalinico portando le due protagoniste, Becky Connor (Currey) e Shiloh Hunter detta "Danger D" (Gardner), in cima a una torre tv alta oltre 600 metri posizionata nel deserto. Un'impresa terrificante fin dalla partenza e ideata da Shiloh non solo per far salire il numero dei suoi follower ma anche per liberare l'amica dall'apatia di cui soffre da quando suo marito, 51 settimane prima, è precipitato dalle rocce durante un'escursione in montagna...Leggi tutto con loro.

Becky sulle prime non accetta, poi capisce che è il momento di riprendersi e si'imbarca nella spaventosa avventura: la torre è strettissima, malconcia, si erge verso il cielo senza quasi mostrare la sua cima e offre, a chi vi voglia salire, una scaletta i cui bulloni saltano troppo spesso. Ma le due sono impavide (più Shiloh a dire il vero, Becky ci mette un bel po' per decidersi a mettere il piede sul primo gradino) e legate tra loro da una corda cominciano l'arrampicata. Dove arriveranno? In che condizioni? Lo si vedrà, e c'è anche da capire come pensa la sceneggiatura di gestire la vicenda sapendo che la tensione dovrà salire sempre di più, per coinvolgere chi guarda. Nessun problema: provvederà comunque la regia a far provare il massimo della vertigine allo spettatore, con riprese altamente spettacolari che sfruttano una location indubbiamente azzeccata.

La precarietà della torre è visivamente restituita dalla sua incredibile struttura, un semplice traliccio a forma triangolare di circa due metri per lato che si proietta verso l'alto fino a raggiungere una minuscola terrazzetta sulla quale svetta un palo culminante in una lampada che di notte s'illumina a intermittenza. Con le potenzialità offerte dalla computergrafica di oggi l'effetto è sovente da brividi, con i droni a fare il resto per riprendere al meglio la torre dall'alto. Stabilita la location, che fa la metà del film, la sceneggiatura sa di dover rendere interessante l'avventura puntellandola di un bel numero di imprevisti. Che non mancano, a onor del vero, perché il regista, insieme a Jonathan Frank, l'ha pensata piuttosto bene, infilando nell'ultima parte pure un colpo di scena che forse non tutti s'aspettano.

La fantasia delle due, che certo non partono guadagnandosi il massimo della simpatia, considerata l'intenzione di mettere a repentaglio la propria vita per scattare quattro foto (d'altra parte c'è chi purtroppo è morto davvero, tentando imprese simili), non è a gran livelli ma qualcosa combinano. E se è vero che quanto accade loro non è granché differente da quello che siamo abituati a vedere nei tanti survivor-movie passati al cinema, l'effetto vertigine è garantito e tanto basta, agli amanti del brivido. Chiudiamo pure un occhio sui dialoghi tra le due, sugli ammonimenti di papà prima della partenza e su molto altro, perché la vera originalità sta nella location scelta come teatro di questo thriller d'alta quota, in cui riecheggia più volte la "Cherry pie" dei Warrant, inno americano di fine Ottanta. Bei movimenti di macchina, ritmo agile. Un B-movie solido che mantiene quanto promesso.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/09/22 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/03/23
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Herrkinski 4/09/22 02:24 - 7454 commenti

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Esperta di free-climbing si fa convincere dall'amica a scalare un'altissima torre radio in disuso. Survival-movie di buona fattura, riesce a mantenere alta la tensione in virtù del realismo delle scene più spettacolari, che riescono veramente a dare le vertigini; anche i momenti di primo acchito meno credibili, vengono riscattati da uno script ben studiato. Non particolarmente simpatiche le due protagoniste, ma funzionali al ruolo e autrici di una prova fisica di buon livello; finale forse un po' sottotono ma nel complesso un film piuttosto emozionante, tra l'altro ben fotografato.

Schramm 20/09/22 15:43 - 3238 commenti

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Il destino di chi troppo in alto sale. Chi dice che il cielo toccato con un dito non soffra il solletico o non detesti il contatto fisico? E di quanto la superbia di Icaro renda permalosa la forza di gravità, ne riparliamo? I seh-vabbè che decollano dalla bocca lungo questa salita al monte Carmelo (un traliccio tenuto su dalla ruggine che promette male) quale shock-therapy al lutto pietrificante si sommano a dozzine, prontamente soffocati dal buon mestiere. Per gli acrofobici, palmi discretamente sudati e ascelle commosse sono garantiti. Gli altri non rimarranno granché estorrefatti.
MEMORABILE: Gli avvoltoi presentati con l' "arrivederci a presto!" negli occhi; La (scontatella, eh) agnizione discendente; Twist finale niente male davvero.

Viccrowley 4/10/22 20:34 - 814 commenti

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Peccato davvero per il palese debito concettuale e simbolico con The Descent con tanto di twist abbastanza telefonato, perché i sudori freddi sono assicurati. Due ragazze, una fissata con le sfide estreme e l'altra con trauma familiare annesso (dicevamo del film di Marshall?) decidono di tentare una scalata che farebbe prendere un coccolone a chiunque, restando intrappolate e senza apparente via di scampo. Dopo un breve prologo si viaggia a tentativi, sempre più fantasiosi, di trarsi d'impaccio rischiando la buccia in ogni istante. Finale forse un po' sbrigativo, ma ansia garantita.

Rambo90 9/11/22 16:59 - 7385 commenti

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Survival costruito secondo i canoni del genere. Dall'incidente iniziale che serve a costruire la psicologia della protagonista e la motivazione fino alla serie di tentativi di chiamare aiuto più o meno ingegnosi. Il film intrattiene il giusto, pur con alcune cadute di ritmo, e sa creare alcuni momenti di buona tensione. Certo è tutto prevedibile, compreso il twist verso la fine, ma per chi ama il genere può rivelarsi un intrattenimento accettabile. Non male.

Daniela 22/12/22 08:54 - 12213 commenti

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Bizzarre forme di elaborazione del lutto: c'è chi si caccia in un buco brulicante di esseri malevoli e chi si lascia convincere da un'amica a scalare una torre radio abbandonata alta alcune centinaia di metri. Premesso che è difficile empatizzare con due tizie poco simpatiche imbarcate in una impresa rischiosissima per scopi esibizionistici, quando iniziano i prevedibili guai l'effetto vertigini è assicurato grazie all'abilità delle riprese. Una sceneggiatura meno esile e caratterizzazioni meno stereotipate sarebbero state gradite, ma come survival basico ci si può accontentare.

Markus 27/12/22 10:54 - 3600 commenti

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Un film ovviamente destinato a chi soffre di vertigini; d'altronde si sa che, paradossalmente, certe fobie sono spesso irresistibili se viste... comodamente seduti sulla poltrona. Un film ben congegnato che ci fa vivere l'azzardo di due graziose fanciulle con la spasmodica voglia di giocare con la vita arrampicandosi su una torre radio di ferro marcio, tanto è vecchia e decadente. Il genere "survival" viene così ben rinverdito con questa operina complessivamente avvincente e con qualche buona intuizione in fase di scrittura.

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  • Homevideo Digital • 17/12/22 20:00
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    Ultima modifica: 17/12/22 20:02 da Digital