Trash - I rifiuti di New York - Film (1970)

Trash - I rifiuti di New York
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Secondo film della trilogia warholiana di Paul Morrissey, aperta da FLESH e chiusa con CALORE. E’ l'ennesima riprova del concetto warholiano di cinema, cui il regista/fotografo/sceneggiatore Morrissey cerca di dare una forma appena meno amatoriale del consueto. Ciononostante il principio-cardine resta sempre quello della semi-improvvisazione e della libertà espressiva totale, necessario a ottenere l'effetto verità desiderato. Non c'è una vera storia quanto piuttosto una cronaca delle giornate newyorkesi di un tossicodipendente (lo statuario Joe Dallesandro, autentica...Leggi tutto icona warholiana), quasi costantemente “assente”: vive in un sozzo monolocale in disfacimento con la sua “ragazza” (Holly Woodlawn, un travestito, esordiente e bravo) specializzata nel riciclaggio e nella vendita di materiale trovato tra i rifiuti. Insieme trascorrono il tempo vagheggiando del nulla, progettando di ottenere un sussidio statale e provando inutilmente a trovare un'intesa sessuale bloccata dall'impotenza di lui. Durante il giorno c’è invece la ricerca blanda di quattrini da convertire in nuove dosi di eroina, con Joe che conosce personaggi bizzarri e donne regolarmente attratte dal suo indiscutibile fascino. Morrissey mostra tutto: indugia lungamente sulle siringhe che forano le vene, inquadra il corpo nudo di Dallesandro (senza alcun pudore) fino a rasentare la pornografia (il divieto ai 18 anni era il minimo!), tira dentro ragazzini e rapporti con donne incinte. Il risultato è a tratti straniante e sconvolgente, colmo di inevitabile “black humor”. Rallentato nei ritmi come tutti i film di Warhol, ma interessante e autentico. Insolito ma adeguato il doppiaggio “non professionale” di Pasolini.

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Herrkinski 24/06/08 19:09 - 8122 commenti

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Questo secondo capitolo della trilogia di Morrissey l'ho trovato nettamente più interessante di Flesh. Lo svolgimento della storia è meno noioso, seppur sempre molto statico e realista alla maniera tipica del regista. Semi-improvvisato, il film è caratterizzato da una certa crudezza, tant'è vero che la m.d.p. non arretra davanti a nulla: nudi maschili e femminili integrali, siringhe di eroina in vena, sesso e via dicendo. Il clima di sporcizia e degrado è reso in maniera convincente e i dilettanti protagonisti sono più che adatti. Buono.
MEMORABILE: Quando Joe Dallesandro viene accolto in casa da due borghesi pervertiti, che hanno strani progetti per la serata.

Lele Emo 10/08/08 19:21 - 184 commenti

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Lercio. interessante l'approcio di Morrissey ad un mondo che di fondo conosceva già bene nel vissuto personale, devo dire che nonostante la stacità tipica e qualche cosuccia "buttata a caso" il film avvince e fa riflettere pensando all'anno di realizzazione, cioè mostra uno spaccato non proprio popolare per noi a quei tempi. Ottimo Joe Dallesandro che ha la "faccia giusta" esattamente come i nostri in Amore tossico. Difficile da seguire, ma perfetto nelle sensazioni e negli effetti prefissi. Da vedere.

Pigro 10/11/08 09:33 - 9673 commenti

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Scene di vita quotidiana di un tossico impotente tra siringhe e tentativi fallimentari di fare sesso. Dopo il marchettaro di Flesh Morrissey racconta un drogato. Lo fa nel suo solito stile disturbante e comunque magnetico. Un film che sembra negare la tradizione, e invece ci si immerge proponendo scene di pura teatralità (solo dialoghi tra personaggi in stanze), secondo uno sviluppo della trama che segue - nonostante l'apparente anarchia - una precisa escalation. Ancora una volta: più intrigante e profondo di quel che sembra.

Fauno 22/07/09 16:41 - 2212 commenti

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Un'opera a dir poco abominevole che mi ha letteralmente nauseato e schifato. Discorsi da idiota, azioni inesistenti, voci che dopo 10 minuti scarsi mi avevano già imparanoiato. Davanti a un film del genere divento reazionario. Una feccia siffatta, senza alcun rispetto di se stessi, senza alcuna responsabilità e senza alcun desiderio di uscirne non meriterebbe alcun aiuto, se non quello di mandarli a miglior vita più alla svelta... Delle erezioni mancate di Dallesandro non me ne può fregar di meno. Pessimo.

Lucius 1/11/09 17:06 - 3015 commenti

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Realmente interessante questo secondo capitolo della trilogia di Morrisey dopo lo splendido lavoro realizzato in Flesh su di un marchettaro; il regista inquadra in modo impeccabile ed obiettivo la vita di un drogato, "rifiuto" della società. Altra buona prova attoriale di Joe Dallesandro, in un ruolo non solo fisico, nei panni di un eroinomane impotente che si lascia trasportare passivamente in balia degli eventi di una vita al limite.

Capannelle 1/03/10 13:03 - 4412 commenti

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Il pigmalione di Morrisey in paranoia per procurarsi la droga e perché il din-don non gli funziona. Siamo a livelli da Woody Allen di periferia, caratterizzato da dialoghi stucchevoli, sguardi spiritati e immagini da docu-shock che sembrano precorrere le sequenze boyliane. Un letame dell'intelletto che può piacere come originale provocazione o risultare indigesto: io propendo per la seconda ipotesi. Molto azzeccato, in ogni caso, il titolo.

Undying 17/03/10 21:03 - 3807 commenti

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Il movimento NACG (acronimo di New American Cinema Group) nato nel circuito cinematografico underground, aveva come finalità quella di rappresentare l'omosessualità al cinema. Affiliato a tale gruppo, Paul Morrissey si spinge molto più giù, oltre il fondo, e mette in campo l'aspetto meno nobile del gesto sessuale: quello della prostituzione. Gli emarginati newyorkesi, definiti dispregiativamente trash (rifiuti) non hanno morale, né futuro, ma sono invece costretti a (con)vivere in uno "Stato" di precarietà che si estende al sesso come pura conseguenza di una miseria socialmente imposta.

Luchi78 13/06/11 14:53 - 1521 commenti

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Nauseante e a tratti disgustoso, sicuramente riuscito nel suo intento. Non gradisco una regia/sceneggiatura così lenta e indulgente in particolari spesso ripetitivi, ma è evidente in essa la radice dell'ispirazione di Trainspotting (il senso di sporco, ma anche di emarginazione e nullità pervade tutto il film). Il doppiaggio pasoliniano non mi ha convinto: troppo dialettale per un film con personaggi e situazioni così americani.

Ira72 9/03/17 11:33 - 1313 commenti

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La domanda è: siamo sicuri che si tratti di un film? O, semplicemente, la telecamera riprende scene di vita reale del bel Joe Dallesandro (notoriamente, ai tempi, tossico e dedito alla prostituzione per sua stessa ammissione)? Fatto sta che il risultato finale è incredibilmente realistico e sembra non ci siano copioni precisi. Merito, forse, anche del doppiaggio (curato peraltro da Pasolini) spontaneo e naturale che conferisce quel quid in più alla squallida storia. Astenersi romanticoni!

Teddy 4/01/23 23:12 - 832 commenti

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Dentro lo scheletro di una metropoli sovraffollata da reietti annoiati e borghesi allucinati, il nichilismo underground di Morrissey & Co prende vita. “Trash - i rifiuti di New York” è un fanalino di coda ma anche un cavallo vincente, col suo appeal farraginoso, logorroico, poco cinematografico ma di infinito, oltraggioso coraggio. Il cast - Dallesandro e Forth su tutti - è un campionario di feticismo assoluto.

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  • Curiosità Lucius • 21/10/12 21:11
    Scrivano - 9051 interventi
    Il doppiaggio venne curato da Pasolini, che ricorse a voci ruvide di non professionisti.
    Fonte: Mymovies.
  • Discussione Fauno • 21/10/12 21:17
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Lucius ebbe a dire:
    Il doppiaggio venne curato da Pasolini, che ricorse a voci ruvide di non professionisti.
    Fonte: Mymovies.

    E il bello è che ci ha azzeccato in pieno a rendermi odioso il personaggio di Dallessandro: se avessi potuto gli avrei tirato il collo come una gallina...Ciao. FAUNO.
    Ultima modifica: 22/10/12 07:45 da Zender
  • Discussione Capannelle • 21/10/12 21:27
    Scrivano - 3523 interventi
    Anche a me dalessandro sta simpatico come un gatto sui co.... ma stava insieme al regista per riproporlo così tante volte?
  • Discussione Lucius • 21/10/12 21:32
    Scrivano - 9051 interventi
    Faceva parte della cricca di A.Warhol ed era uno dei culturisti più famosi del tempo.Il suo corpo è stato paragonato ad un'opera d'arte.
    Ultima modifica: 22/10/12 07:47 da Zender
  • Discussione Capannelle • 21/10/12 21:54
    Scrivano - 3523 interventi
    Si in effetti non mi pare entrato con un normale casting.. ah ah.
    Io di Morissey ho apprezzato la parodia di Dracula dove per me Kier era grandioso e Dalessandro.. noioso.
  • Discussione Lucius • 21/10/12 22:16
    Scrivano - 9051 interventi
    I cast non tradizionali sono molto ma molto di più di quel che si può pensare e riguardano anche nomi del cinema internazionale.
  • Discussione Zender • 22/10/12 07:47
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Non avevo forse ripetuto abbastanza che della vita privata di attori e registi qui non si parla?
  • Discussione Fauno • 22/10/12 10:11
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Attenzione: parlavo solo di questo film e con questo doppiaggio. Negli altri due girati da Wahrol e su quelli girati in Italia, stile L'ambizioso e Il tempo degli assassini non apro bocca, anche perchè mi son piaciuti. Scusami Mauro, anche se non son stato io, la storia che non si potesse parlare della vita privata di attori e registi non la sapevo.
    Credo che tutti sappiano che Visconti e Berger abbiano avuto una relazione di lunga data, come la Bolkan e Maria Cicogna, e non penso che a ricordarlo, se siamo in tema, sia un peccato. Dammi una risposta e poi cancello questo post. Grazie. FAUNO.
    Ultima modifica: 22/10/12 10:11 da Fauno
  • Discussione Zender • 22/10/12 10:13
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Una cosa è parlare di una relazione, altra scendere nel dettaglio usando termini come marchettaro e che questo si faceva questo e quello.
  • Discussione Lucius • 22/10/12 10:43
    Scrivano - 9051 interventi
    Non sapevo ci fossero dei divieti in tal senso, comunque la parola è di uso comuno e la cosa è di dominio pubblico essendo riportata nella sua biografia ufficiale, basta leggere su wikipedia.Chiedo scusa se ho urtato il comune senso del pudore di qualcuno.