Titolo originale preso dal romanzo di Vargas Llosa (da cui trae lo spunto), ma titolo italiano assai più adeguato al prodotto, tra le cose più folli e deliranti mai apparse al cinema. Il protagonista ha perso il pisello da piccolo perchè un cane è entrato nelle docce dove si lavava con gli amichetti dopo una partita di calcio e glielo ha staccato... da grande non può avere una donna e allora reagisce male. Girato in maniera a dir poco sciatta e malamente fotografato in 1.37, saltava spesso fuori dai palinsesti notturni delle tv locali Anni Ottanta.
L'edizione originale non è così terribile: scendendo a compromessi con svariati momenti di stasi narrativa, scelte di montaggio quantomeno discutibili e discrete cadute nel ridicolo (facile, visto l'inebetito protagonista), il film possiede un buono spunto di partenza (purtroppo sviluppato in maniera fin troppo edulcorata), una confezione non indegna e una buona colonna sonora che vede pure (accreditata!) una versione strumentale della lennoniana "Love". Tutt'altro discorso per la delirante edizione italiana, insertata, rimusicata e rimontata.
MEMORABILE: "Così è venuto uno scherzo un po' castrato... stronzo!"
Un buon film drammatico messicano con intenzioni "alte" (da Vargas Llosa) diventa (dopo il "trattamento Lorenzo Artale") un caposaldo di delirio psicotronico ottimo per le sale di terza visione dell'epoca o i palinsesti notturni dell'era selvaggia delle prime tv private. E nonostante tutto, questa apocrifa versione sudicia e malatissima tra psicologia a prezzi stracciati e inserti proto-hard si fa apprezzare per il suo alone morboso che non va via. Operazione scorretta di un sotto-cinema simpaticamente cialtrone che ci manca tanto.
MEMORABILE: L'incipit con la castrazione è un vero trauma.
Dramma messicano che uscì nelle sale nostrane nel 1978 (ben 5 anni dopo) con rinforzi erotici, musiche differenti e dialoghi curati da Lorenzo Artale. Ovviamente tutto ciò non fa che peggiorare la situazione, facendo calare di livello il prodotto (che in principio risultava più valido). L'idea di partenza è interessante ma viene sfruttata male, la recitazione è passabile (in alcuni casi potremmo definirla buona) e anche regia e fotografia non risultano poi così malvagie. Guardabile (sopratutto nella sua versione originale).
MEMORABILE: I vari dialoghi con riferimenti "allusivi" sul problema dello sfortunato protagonista.
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Altri siti riportano come nome del regista "Igor Boryowski ". Ricordo perfettamente che le recensioni dell'epoca riportavano tale nome e non Jorge Fons. Trattasi sicuramente, come spesso succedeva in Italia all'epoca, di un nome fittizio dato al regista (probabilmente per conforderlo col più celebre "Borowczyck). Proporrei di aggiungerlo almeno nelle note.
DiscussioneZender • 22/06/10 14:21 Capo scrivano - 48472 interventi
Tutti i crediti in realtà sono inventati di sana pianta, e gli unici nomi non inventati riguardano coloro che hanno messo mano all'edizione italiana. Più tardi li copio.
EVIRATION BRAMOSIA DEI SENSI
Helen Rampling
Erika Bolkan
Silvia Ross
Stanley Bolsan
Richard Berger
Robert Heston
Una produzione: M.P. Film
Registrazioni sonore: Doppiaggio internazionale
Sincronizzazione eseguita con la partecipazione della S.A.S
Colore della Technospes
Dialoghi italiani e direzione del doppiaggio: Lorenzo Artale
Colonna sonora: Marcello gigante
Produttore esecutivo: Anuar Badin
Direttore della fotografia: Alex Philipps Jr
Prodotto da Leopoldo Silva e Marco Silva
Regia: Igor Boryowski