Per film così c'è innanzitutto da fare una marcata distinzione tra prima e seconda parte: la prima, decisamente la più divertente in quanto feroce satira sociale che non ha ancora (se non minimamente) i connotati della favola, è caratterizzata dall’esilarante ritratto familiare che De Vito (regista e attore) dipinge con la cattiveria che gli appartiene fin dai tempi di GETTA LA MAMMA DAL TRENO. Lui e la moglie (Rhea Perlman, sua sposa anche nella realtà) sono una caricatura efficacissima dell’americanismo più becero: teledipendenti, incapaci di comprendere la figlia (che snobbano...Leggi tutto e deridono senza pietà), teorici della truffa ai danni del prossimo (lui vende auto usate rubando i pezzi di ricambio e attaccandoli con la colla), soggiogati dal potere del denaro e schiavi delle apparenze. Matilda in pratica diventa indipendente a due anni e a quattro già frequenta assiduamente la biblioteca. Un piccolo genio, insomma, che a scuola viene in contatto con un mondo ancora più caricaturale, dominato da una preside (Pam Ferris) che scaglia i bambini dalla finestra e li rinchiude nello “strozzatoio” angheriandoli senza tregua. Fin qui MATILDA funziona, ha ritmo e trovate esilaranti. Poi subentra l'anima favolistica dell'autore della storia Roald Dahl (quello di WILLY WONKA e GREMLINS) e tra musiche allegre e poteri paranormali Matilda si vendica dei torti subiti affiancata dalla dolce maestrina che l’ha in pratica presa sotto tutela. Una Carrie in formato ridotto, Matilda si prende le sue rivincite, ma il film si è già trasformato in una commediola per ragazzini avendo perso per strada la sua carica iconoclasta. De Vito e famiglia quando riappaiono (soprattutto nel cinico happy-end) sono ancora travolgenti, ma di fatto scompaiono.
Film che vorrebbe imporsi come favola nera, ma forse il desiderio di piacere anche ai bambini annacqua un po' la carica eversiva che obiettivamente traspare durante il racconto dell'infanzia di Matilda e le punizioni della direttrice. Comunque un plauso a De Vito e signora che, quando compaiono in veste di american family (forse nemmeno tanto lontani dalla realtà) meriterebbero una standing ovation.
Discreta commedia diretta dal simpatico Danny DeVito; pur indirizzato prevalentemente ad un pubblico infantile, il film si segnala per simpatiche caratterizzazione dei personaggi principali volutamente "caricati" ed atti a definire il mondo particolarmente ottuso e gretto in cui si svolge la vita della protagonista. Buono il cast con alcuni caratteristi molto efficaci.
Divertente quando ero piccolo, da ridimensionare un pochino oggi. Non che sia un film brutto diciamolo, c'e anche il bravo Danny De Vito nel ruolo del padre di Matilda. Di tanto in tanto si ride e il livello rimane sul medio-alto. Vedibile, alla fin fine.
È ovviamente un film "formato famiglia" con la solita famiglia stereotipata americana, con un Danny de Vito che non sembra lui (in senso positivo) con la sua sempre buona recitazione, il fratello grasso, l'amico grasso, la preside grassa e la mamma magra. Comunque la sceneggiatura si regge in piedi e, per il pubblico a cui vorrebbe rivolgersi, risulta in alcuni punti anche gradevole. Il film contiene però sempre dei clichè tipici del genere. Un film per far divertire i bambini.
MEMORABILE: La torta mangiata dal bambino preparata dalla "giovane" cuoca.
Commedia che nella prima parte si fa notare per essere particolarmente sui generis (DeVito e la Perlman sono impagabili e a tratti inquietanti nella caricatura della classica famiglia americana), mentre nella seconda parte scivola nel convenzionale. Difficile da classificare: molto "nera" e grottesca per i più piccoli, un po' sdolcinata per i più grandi. La piccola Mara Wilson è perfetta nei panni della geniale protagonista, è un peccato che dopo non sia comparsa tanto sul grande schermo.
Il film vive del contrasto fra la piccola Matilda, buona e dotata di una "particolare" intelligenza, e l'ottuso mondo esterno (al limite della macchietta) ivi inclusi genitori e fratello. Una storia innocente e educativa che rende il film molto adatto per piccoli. Gli adulti potranno divertirsi con i freaks Danny de Vito e Rhea Perlman, che sgridano la bambina perchè legge i libri e non mangia davanti alla televisione.
Filmetto discreto, ma nulla di più. È certamente indirizzato ad un pubblico infantile, ma guardabile anche dagli adulti per le peculiarità dei protagonisti. Danny DeVito appare molto sprecato per interpretare un film di questo genere, infatti riesce a guadagnarsi l'intera scena pur non essendo sfruttato al massimo. Si poteva puntare decisamente più in alto.
Destinata ad un pubblico di bambini e quindi sottovalutata a priori da tutti gli altri, è un'opera tutt'altro che disprezzabile: c'è uno scavo psicologico dei personaggi nient'affatto banale e superficiale, che illustra la progressiva perdita della pazienza della piccola protagonista nei confronti dei suoi poco attenti genitori. Si fa poi con cinismo un ottimo quadro dell'infima (ma tipica) famiglia americana. Ottimi tutti, ma proprio tutti gli attori, dalla protagonista alla preside. Un Lo sguardo di Satana dal target infantile, gran film!
MEMORABILE: Quando Matilda si nasconde in casa della direttrice.
Come già stato detto, finché c'è la famiglia del bravo De Vito la commedia si tiene su alti livelli e le battute sono al vetriolo. Nell'ingresso a scuola ancora regge. Nella disfida con la perfida preside a colpi di telecinesi il tutto diventa noiosetto e abbassa il pallinaggio. Comunque regia buona e dissacrante nel dipingere i vizi della famiglia media (americana? Non solo..) che si disinteressa dell'educazione dei figli.
MEMORABILE: "Un libro? Manco sai cos'è una biblioteca, hai solo 4 anni" "6 e mezzo papà, veramente".
Il titolo italiano sembra allacciare il film al filone dei "bambini pestiferi", in realtà si tratta di una commedia tanto divertente quanto intelligente. DeVito fa centro nel descrivere la società americana (ma vale anche per noi) ormai abbandonata alla mediocrità televisiva; decisamente meglio la prima parte (tra l'altro, molto simile all'incipit del successivo "Harry Potter"), abbastanza superflua anche la componente paranormale. Comunque, una buona commedia nel complesso.
Matilda è una commedia dai toni orrendamente dark e over the top in maniera fastidiosa anche per gli adulti, figuriamoci per i piccoli! Il punto è che non c'è nessun messaggio dietro scene cruente come l'armadietto con i chiodi per punire gli scolaretti cattivi; è dark humour totalmente fine a sè stesso. La trama ha poco senso e i personaggi son totalmente non credibili. Capisco, ripeto, che il target non son più io, ma non è proprio così che dovrebbe essere sviluppato un film per un bimbo. Qui c'è poco che possa far divertire.
MEMORABILE: I continui primi piani sul viso della cattivissima preside.
Giunto alla sua quarta regia, De Vito riesce meritoriamente a riproporre l’anticonformismo del libro di Dahl (da cui il film è tratto) nonché la sua gustosa e rinfrancante cattiveria antiborghese. Ne viene fuori una “favola” nera in cui il mondo adulto, specie quello familiare e quello scolastico, ne escono con le ossa rotte. Dinanzi a tanta idiozia è giusto che la protagonista Matilda scateni tutto il suo spirito ribelle che approda ad un finale coraggioso e per nulla conciliante. Più adatto per un pubblico adulto che per quello dei piccoli.
Uno dei migliori film tratti da libri di Roald Dahl. La magia del libro si percepisce appieno, con tocchi autoriali (la descrizione del personaggio della Trinciabue è da antologia) e raffinatezze inusuali per un film destinato ai bambini. E gli interpreti sono perfetti. Se Mara Wilson, con la dolcezza del suo volto, trasmette simpatia con un solo sguardo, Rhea Perlman e (soprattutto) Pam Ferris sono inarrivabili, di una bravura travolgente. E il DeVito regista riesce (forse per la prima volta) ad offuscare il DeVito attore, comunque bravissimo.
MEMORABILE: Wormouth (DeVito): "Io non ho fatto l'università, ma quei pochi laureati che conosco o sono hippie o sono finiti a pulire le latrine!"
Sono tanti i film della mia infanzia che ricordo con piacere, ma "Matilda sei mitica" non era di certo tra questi. Probabilmente lo vedevo troppo come un film per bambine, ma ora devo ricredermi: è davvero una bomba. A partire dalla buona regia di Danny DeVito passando per le bellissime musiche che alzano la tensione nei momenti migliori. Cast valido, ma la migliore è Pam Ferris nel ruolo della Trinciabue. Non è un film per bambini (anche se è quello il target), ma aiuta a riflettere e a credere in se stessi.
Simpatica commedia destinata a ragazzi di non oltre 14 anni. Personaggi ben delineati e scenette comiche rendono tuttavia piacevole la visione anche per genitori al seguito. Memorabile la parodia della famiglia americana, dove ovviamente spicca De Vito. **!
L’idea della figlia intelligente di genitori cafoni è sfiziosa, mentre è più superficiale l’idea della bambina con super-poteri che si vendica dell’istitutrice demoniaca. Il risultato è un film con buone potenzialità, ma incanalate in percorsi a rischio mediocrità. Ciò che rimane alla fine sono i personaggi più mostruosi e negativi, notevolmente caratterizzati, mentre quelli positivi (protagonista compresa) sono piatti e insipidi. Gli stessi super-poteri sono un escamotage arbitrario che annacqua il piglio gagliardo della narrazione.
Simpatica commedia, riproposta decina di volte in tv e con protagonista una bambina un po' particolare. I personaggi di contorno (la perfida Trinciabue, i genitori di Matilda) assomigliano molto a caricature, ma ciò risulta necessario vista la trama. Un film senza molte pretese, adatto a tutta la famiglia e con qualche momento divertente, specie quando c'è di mezzo Danny De Vito.
Bimba intelligente e sensibile, Matilda ha la disgrazia di avere parenti ottusi e meschini: un padre imbroglione, una madre sciocca, un fratello bullo. Dal più sadico degli autori di libri per bambini, una fiaba deliziosamente cattiva con risvolti horror come nella figura della terribile direttrice della scuola che fa roteare le bambine afferrandole per le trecce. DeVito, anche gustoso interprete, dirige con il piglio delle sue opere più riuscite mentre, considerato il potere misterioso posseduto da Matilda, sembra quasi di assistere ad una versione grottesca ed ilare della Carrie depalmiana.
La pellicola proviene da un libro e la sceneggiatura è fedele a esso, malgrado fosse in realtà necessario più "coraggio" in fase di scrittura: ne consegue che i "cattivi" (ossia i genitori e l'assassina Trinciabue) non ottengono la punizione che ci si aspetta. Inoltre, malgrado non sia un "adesso-chiamo-il-Moige", le punizioni date ai bambini un po' turbano, data anche la loro pericolosità. Ma in fin dei conti come film è riuscito e si lascia vedere allegramente. Come ne La guerra dei Roses, De Vito è regista, narratore e attore.
MEMORABILE: Matilda e la signorina Honey nella casa della Trinciabue: le scene sembrano quasi il livello di un videogioco!
Conflitto familiare in salsa leggera ma con punte qualche volta ruvide (anche se innocue, per quanto sopra le righe). Diverte, ma facendo a volte innervosire lo spettatore che osserva la stoltezza dei genitori, tanto idioti quanto fortunati per il genio di figlia che hanno e che non meritano. Tralasciando l'aspetto dei poteri paranormali, inserito forse per rafforzare il voluto irrealismo complessivo della specifica vicenda, si può anche considerare un generico paragone con alcune situazioni reali, in cui i figli sono già gradini sopra i loro parenti prossimi.
MEMORABILE: L'intelligentissima affermazione di lei sul fatto che se hai bisogno di un medico (che ti salvi la vita) devi rivolgerti a un laureato.
Tratto da un racconto di Roald Dahl: bambina dotata di un'intelligenza fuori dal comune e trascurata dai genitori avrà il suo riscatto a scuola. Pellicola divertente e abbastanza grottesca che convince sia per l'evoluzione della storia che per come è girata: Danny DeVito sa come intrattenere lo spettatore. Colonna sonora non convincente, sembra poco appropriata al film.
Commedia indirizzata principalmente a un pubblico giovane ma che vede alcune trovate tendenti alla cattiveria spiccia che potrebbe generare lieve paura a bimbi più piccoli. Nel complesso piacevole, con la preside malvagia che prevarica sia alunni che docenti 8anche se poi si arriva a un finale con sorpresa). La bimba protagonista è abbastanza appropriata e genera simpatia.
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5 recensioni su 9 parlano di tipica "famiglia americana".
Giusto se pensiamo al contesto del film ma siamo sicuri che le famiglie europee non stiano diventando così?
DiscussioneZender • 16/09/10 12:34 Capo scrivano - 48264 interventi
Mah, bisognerebbe avere una certa conoscenza, di quelle europee. Quelle americane le vediamo in tv tutti i giorni, quele europee molto meno.