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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Che Avati possegga uno stile e una grande capacità di raccontare storie soprattutto quando si torna indietro nel tempo (l’Italia dei Cinquanta) non lo scopriamo oggi; pur tuttavia qui, molto più che in altre occasioni, si sente la mancanza di un soggetto che riesca ad andare oltre un bozzettismo di maniera in cui sono solo le qualità dei singoli attori a salvare talvolta i personaggi. E pure sotto questo punto di vista comunque è necessario fare dei grossi distinguo: Abatantuono sembra meno coinvolto ed efficace del consueto, ripete mille volte “nel mio piccolo” come a voler per forza caratterizzare un personaggio altrimenti evanescente, Cavina nonno piace...Leggi tutto ma la tira spesso per le lunghe, Lo Cascio in versione “linfomane” (sic) abbatte il suo status di bello e riflessivo per trasformarsi in un palermitano arrapato da barzelletta troppo forzato, Botosso e Ippoliti fanno da insipido contorno e così chi ne esce meglio sono gli attori di più recente acquisizione come Marcorè e De Luigi, entrambi dimessi e più in sintonia con le corde avatiane. Il primo è un tenero semiritardato ai limiti dell’autismo (ha la fissazione di contare ogni cosa), il secondo un antennista che sogna di sfondare come cantante. Anche loro alle prese con vicende deboli non in grado di convincere appieno, ma se non altro affrontate con semplicità e gusto. Poi ci sarebbe il narratore (Pierpaolo Zizzi), un ragazzetto minuto con marcato accento bolognese che ha il compito di introdurre tutti e di legare gli stacchi temporali con tono spiritoso e complice (ambisce ad entrare nel “clan” del Margherita e ha una sorta di venerazione per Abatantuono): risulta simpatico nella sua atipica (non per i flm di Avati) monotonia e neutralità, ma conferma l’impressione di un film nato senza la giusta armonia e che appare in più occasioni artificioso e stanco. A sprazzi trova il momento felice e colpisce, ma nella sua globalità non centra il ritratto corale cui ambirebbe. Passa e si conclude senza lasciare segno alcuno.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/09/03 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 15/04/09
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Puppigallo 5/04/09 00:29 - 5274 commenti

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Avati propone quest'onesta cazzatiella amarcord, dove tutti danno il loro piccolo contributo per far passare allo spettatore poco più di 90 minuti col sorriso, con qualche risata un po' più decisa e con la sensazione che, già dopo qualche ora dalla visione della pellicola, a stento si ricorderà un terzo di quello che ha visto. Ma è giusto così. Qui non ci sono particolari pretese da parte del regista. E' la storia di un gruppo di amici da bar, che del locale fanno casa propria, trovando lì una loro identità ben precisa. La vicenda di Marcorè è un po' troppo forzata. Comunque, non male.
MEMORABILE: Il tentativo di suicidio bevendo d'un fiato una bottiglia di cognac; La partita a biliardo col bar rivale; Le lezioni di "pianoforte" del nonno.

Gugly 5/04/09 01:35 - 1187 commenti

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Un misto tra Amarcord ed Amici miei, ma senza la forza dei citati film. La storia si dipana svelta senza un cronologico susseguirsi attraverso un io narrante veramente antipatico, seguito da Abatantuono "nel suo piccolo" e Lo Cascio fuori di testa. Le donne tranne la Ricciarelli fanno una magrissima figura. Salvo Nerì Marcorè, dichiaratamente ispirato a Rain Man, ma se voleva essere un film leggero non ho capito tanta crudeltà e cattiveria gratuita. Visto ad un festival presenti Avati e Cavina in sala.

Ghostship 5/04/09 11:06 - 394 commenti

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Classica Avati-commedia fatta di bozzetti grotteschi e nostalgici. Alcuni personaggi sono ben caratterizzati (vedi Lo Cascio), altri appena tratteggiati. Ciò che sorprende è la negatività di tutti i personaggi femminili e un amaro cinismo di fondo che rende agrodolce un piatto non sempre saporito, ma che conta su un cast tecnico ed artistico affiatatissimo che rende comunque gradevole la visione.

Iochisono 8/04/09 01:00 - 133 commenti

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Purtroppo fiacchissimo film corale che si perde in una manciata di personaggi appena abbozzati e storielle non entusiasmanti. Si ride a denti stretti qua e là, ma le microstorie non acchiappano e il bar Margherita rimane un luogo del tutto marginale rispetto all'opera. La messinscena e la ricostruzione storica appaiono a volte affrettate, ma reggono, e c'è una carrellata di simpatici "freak" avatiani che sono sempre un bel vedere, così come le brevi apparizioni di Dino Cassio, Massimo Bagnato o Gianni Fantoni. Debole Pierpaolo Zizzi, narratore.

G.Godardi 14/04/09 14:52 - 950 commenti

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Frammentario e tirato via, è un divertente brogliaccio d'autore sulla propria giovinezza. Per chi è bolognese come il sottoscritto è praticamente impossibile non divertirsi per tutta la durata del film e di conseguenza essere di parte. Pur ammettando che l'inizio è un po' troppo sbrindellato, con troppi personaggi in scena e spesso poco sviluppati, acquista però strada facendo più coesione narrativa, anche se molti di loro vengono persi per strada. Buono il cast su cui spiccano Marcorè e Cavina. Rimane comunque il dubbio su un film a scadenza da consegnare.
MEMORABILE: L'incontro tra Cavina e Abatantuono al tavolo da biliardo, quasi una parodia di Regalo di natale.

Cif 28/04/09 22:11 - 272 commenti

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Pupi costruisce un Amici miei personale, più lento, un po' retrò, con le note jazz di Lucio Dalla (ovviamente emiliano). Nel complesso i personaggi risultano abbastanza superficiali e ciò è inevitabile visto che sono molti (anzi, direi troppi). E così toccano un paio di scene per ciascuno. Peccato, perché il cast è eccellente e per molti versi sottoutilizzato. Restano soprattutto alcune trovate brillanti come quelle di Abatantuono ("nel suo piccolo"). Fotoricordo personale di Pupi. 2 palle e 1/2.
MEMORABILE: Nota di merito per Gianni Cavina, uno dei classici attori feticcio di Pupi, al fianco dei nuovi immancabili (Marcorè, Ricciarelli). Ottimo Abatantuono.

Galbo 20/09/09 08:10 - 12392 commenti

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Dopo l'intenso e convincente Il papà di Giovanna, Pupi Avati torna a quella parte del suo cinema più dedicata alla memoria e alla rievocazione nostalgica della Bologna del passato. Gli amici del bar Margherita ha il grosso limite di non essere una storia ben strutturata ma di vivere di piccoli episodi dove non si riesce ad andare al di là del bozzetto, gradevole a tratti ma poco cinematografico.

Ikke 28/09/09 18:41 - 19 commenti

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Appare subito più terrigno rispetto al precedente Il papà di Giovanna, ma tra le trame nasconde una leggerezza diabolica che ne fa, anche nel suo essere irrisolto, uno dei più paradigmatici Avati degli ultimi anni. Senza ambire alle vette espressive dei suoi capolavori ne compone una summa - abbozzata ma non meno poetica. A suo modo un film cruciale nell'economia di una carriera. Buona prova di tutti gli attori (Lo Cascio volutamente sopra le righe, Abatantuono a piccoli tocchi ma determinante...) ma è il respiro avatiano che fa la differenza.

Daniela 30/10/09 07:49 - 12662 commenti

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Film programmaticamente minore dalle tematiche felliniane, del resto sempre particolarmente care ad Avati. L'accostamento con Fellini però è solo di superficie, perchè laddove i Vitelloni sono personaggi a tutto tondo, splendidamente caratterizzati ed indimenticabili, gli amici del bar Margherita, filtrati dall'affettuoso amarcord del diciottenne Tatteo, restano ai confini della macchietta e, se lasceranno tracce nella memoria, ciò sarà dovuto soltanto alle virtù di alcuni interpreti, in particolare del patetico De Luigi e del lunare Marcoré.

Belfagor 1/11/09 11:49 - 2690 commenti

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Non convince questo amarcord firmato Avati: il cast è veramente ottimo, ma non viene valorizzato abbastanza da una sceneggiatura con troppe abbozzature e poca profondità. Un vero peccato, perché i personaggi sono interessanti e si muovono con destrezza nelle curate ambientazioni bolognesi, regalandoci dei buoni momenti. I film corali dei nostri tempi sembrano avere tutti lo stesso problema: troppe cose da dire e poca organizzazione. E, per quanto d'autore, questo film non sfugge alla regola. **
MEMORABILE: Maria Pia Timo che legge la lettera d'addio il giorno delle nozze.

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Homesick 3/11/09 12:26 - 5737 commenti

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Quest'amarcord petroniano anni Cinquanta aggrega disparate figure che, pur veritiere - vitelloni, prostitute, ritardati, truffatori, adolescenti disposti ai comportamenti più abbietti - digradano a schizzi generici e privi di quel caloroso, malinconico intimismo da sempre associato alle opere di Avati. A non essere smentita è invece l'abilità registica nell'impostare una recitazione spigliata, spontanea e credibile - lontanissima dalle fiction e da gran parte del cinema italiano odierno - ed una sceneggiatura celere e disinvolta. Sommario.

Enricottta 7/11/09 15:33 - 506 commenti

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Ben raccontato, ben recitato, ben diretto. Dai primi fotogrammi, il film rivela una storia buonista, con vaghe sfumature goliardiche. Il tentativo di narrare su piani diversi una storia molto lineare, assoutamente vietata ai minori di anni 20, andava però tentata, perché i presupposti c'erano. Intendo, approfondire la cattiveria tipica della gioventù di tutte le epoche e non per attualizzarla per "prendere" anche un pubblico più vasto. Mi rendo conto che forse non era negli intenti del buon Avati. Peccato, nel piattume del nostro cinema....
MEMORABILE: La ragazza al nipote a cui è morto il nonno: "Condoglianze!" e lui: "Anche a lei!".

Saintgifts 26/11/09 00:44 - 4098 commenti

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Ennesimo amarcord di Avati. Questa volta sui personaggi di un bar di Bologna ubicato sotto l'abitazione del regista negli anni della sua giovinezza, che, a quanto pare, ha riempito la sua fantasia di adolescente. Avati è bravissimo a tratteggiare figure umane vere e, solo un po', enfatizzate per renderle più "cinematografiche". Un lavoro a tratti divertente che mi sembra però abbia esagerato nel creare macchiette un po' vuote, lasciando poco spazio allo spessore più intimo e fermandosi perciò a una superficialità che diventa fastidiosa.

Zardoz35 21/03/10 15:59 - 290 commenti

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Un Avati decisamente in tono minore, il film ha un incedere lento e non tutti i personaggi si rivelano azzeccati. Ad esempio Abatantuono, con il suo continuo intercalare, finisce per rendersi quasi estraneo al film. Bene De Luigi, che dimostra di saperci fare anche in ruoli non propriamente comici. Maluccio le donne, poco simpatico il narratore. Al di là di tutto, una tipica ambientazione da bar anni Cinquanta nella quale molti non giovanissimi si saranno rivisti.

Rambo90 24/03/10 22:40 - 7697 commenti

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Non un capolavoro, ma una semplice commediola un po' stile Amici miei, fatta di piccoli episodi e di piccoli personaggi che tentano di costruirsi un posto nel "loro piccolo". È un film sostanzialmente di attori, tutti bravissimi e in parte ed è pieno di momenti divertenti e anche commoventi. Non c'è da aspettarsi un Regalo di natale o un Festival, ma è comunque un buon film.

Piero68 9/04/10 14:20 - 2957 commenti

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Ennesimo film di Avati ambientato a metà 900. Come al solito la ricostruzione è impeccabile ma la sceneggiatura latita terribilmente. Dovrebbe proporsi come una sorta di Amici miei dove un gruppo di persone, per esorcizzare i propri fallimenti personali, mette in piedi una sorta di circo goliardico. Nel film però emerge solo l'aspetto fallimentare dei personaggi, vista soprattutto la pochezza delle gag che dovrebbero rendere il film una commedia. Anche il confronto tra il vecchio ed il nuovo fallisce miseramente. Cavina inutilmente "resuscitato".

Vstringer 13/04/10 00:31 - 349 commenti

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Amarcord avatiano (nella solita Bologna d'annata, qui è il '54) piuttosto svagato e con importanti venature di cattiveria, che nella sua coralità frammentata finisce per essere bozzettistico e macchiettistico, superficiale. Passerella di attori avatiani di ogni tipo (Abatantuono, Botosso, Marcorè, anche il vecchio Cavina) narrata dall'inadeguato Zizzi, con una partecizione femminile piuttosto anonima: non è colpa delle attrici, quanto del punto di vista gioiosamente misogino della compagnia di giro del Bar Margherita.

Magnetti 3/05/10 13:58 - 1103 commenti

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Pupi Avati ha realizzato questo film con mano leggera, quasi con il pilota automatico. E allora l'intercalare preferito del personaggio di Abatantuono vale anche per la pellicola: "nel suo piccolo" diverte e si fa vedere. Tutti recitano senza strafare. Tranne un Luigi Lo Cascio malandrino, esagitato e divertente. Quando appare sulla scena con i famigerati "occhiali K" per vedere le donne nude è uno spasso. Insomma un film piacevole ma non memorabile.

Hackett 11/08/10 16:30 - 1867 commenti

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Esercizio di stile avatiano. Sfilata di personaggi così strani da essere veri, in cui il regista bolognese indugia molto, troppo. Si tralascia il racconto vero e proprio per indugiare il più possibile sui coloriti interpreti messi in scena. Come il suo giovane protagonista al momento della foto, il regista resta fuori dalla vicenda e osserva. Film minore ma apprezzabile.

B. Legnani 10/04/11 00:21 - 5532 commenti

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In purissimo stile Avati, ha nel bozzettismo sia il suo dono sia il suo limite. Il film si guarda con piacere ma, più che una trama vera e propria, presenta una serie di vicende che talora si chiudono, talora si riannodano. Gradevole, non impegnativo, calante nella parte finale - eccessiva - col nonno. Lo Cascio è il migliore, Zizzi se la cava, esilarante il duetto Abatantuono-Cavina, non di spessore il personaggio della Chiatti. Lo scherzo sanremese ha un antenato in Voglio vivere così, degli Anni Quaranta...

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Ruber 11/07/11 14:22 - 703 commenti

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È proprio una bella commedia questa di Pupi Avati, fatta di personaggi strampalati, strani, ninfomani, furbi e chi ne ha più ne metta, all'interno del vecchio bar dei portici di via Saragozza nella Bologna anni '50. Sono tutti dei bozzetti e frequentano il locale su una sceneggiatura voluta così proprio da Avati. Con un cast ben assortito, dal sempre bravo Abatantuono ai poliedrici De Luigi e Marcorè, e buoni dialoghi. Qualche pecca nella trama un po' troppo semplicistica.

Modo 7/07/13 23:16 - 949 commenti

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Bologna degli anni cinquanta vista con gli occhi di un bolognese doc non poteva che essere vivace, ruspante e gogliardica... o semplicemente "grassa". Storie che si intrecciano e divertono. A volte certi racconti sono solo accennati, mentre sarebbe stato bello approfondirli. Probabilmente ne sarebbe uscita bene una fiction di 3-4 puntate! Da vedere, anche per il valido cast.

Lythops 16/03/15 20:32 - 1019 commenti

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Ennesimo film dai toni nostalgici del grande Pupi che coi suoi lavori sviluppa il tema, a lui particolarmente caro, dell'amicizia maschile. Ogni film, pure imparentato strettamente all'altro quando viene affrontato questo tema, ha il pregio di dare una visione diversa e di studiare personaggi che, in questo caso, sono vitelloni di città. Un film spontaneo, non un capolavoro, dove ci si diverte perdonando il difetto peggiore visto in una scenografia molto asettica, lucida, che ci lascia individuare immediatamente il girato nel teatro di posa.

Vitgar 24/05/15 11:00 - 586 commenti

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Indiscutibilmente avatiano, non lascia scampo allo spettatore che si trova sommerso di battute con la simpatica inflessione bolognese. La trama è un po' deboluccia e soprattutto non porta niente di nuovo nei confronti del filone "Amarcord" all'emiliana. Si vede comunque volentieri anche grazie a un gruppo di interpreti ben amalgamati e ben rodati nel genere.

Capannelle 12/06/15 23:41 - 4411 commenti

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Diciamolo, è divertimento leggero senza la pretesa di dare troppa profondità alla coralità degli attori o di creare vera suspense, ma nell'insieme tiene e non presenta cadute di stile né pause narrative. Ogni personaggio presenta punti di forza e debolezza e le seconde linee ispirano una genuina simpatia. Vita di Bologna con buone ricostruzioni di ambienti ma girato interamente in quel di Cuneo.

Paulaster 12/06/19 09:52 - 4419 commenti

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Un ragazzo vorrebbe farsi accettare dai frequentatori di un bar bolognese. Rétro nelle musiche, negli ambienti e nei vestiti anni Cinquanta, per descrivere le relazioni ludiche di un gruppo (maschilista) di provincia. Trama che mescola i vari aneddoti con alcune ben riuscite caratterizzazioni: Lo Cascio è il migliore, Cavina è meglio di Abatantuono, la Chiatti è fuori contesto. Un lavoro minore ma comunque onesto, senza forzature da classico bar sport.
MEMORABILE: “Nel mio piccolo”; La maestra di pianoforte; Gli occhiali K; Il balletto delle intrattenitrici.

Lupus73 10/07/23 21:57 - 1494 commenti

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Un affresco particolare della vita quotidiana negli anni '50, con tutti i personaggi che ruotano attorno al bar, luogo di svago comune. Speech on del ragazzo narratore a volte troppo invasivo, storie a tratti simpatiche e pregevoli, altre volte poco significative per un risultato senza infamia né lode. Personaggi ben caratterizzati e interpretati da attori di rilievo (anche se il tormentone di Abatantuono "nel suo piccolo" fa venire l'orticaria), ma su questa linea è preferibile il Bar sport di Martelli, con meno pretese autoriali ma più divertente.
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  • Discussione Zender • 6/04/09 15:39
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Sì, in realtà era Same-Govi.
    Ecco una tipica pagina della famosa ditta:
    http://cioccobloggo.splinder.com/tag/la+ditta+same+govi
  • Discussione G.Godardi • 6/04/09 16:52
    Fotocopista - 663 interventi
    Sì same.....un refuso della mia memoria...:)

    su FB c'è anche un gruppo sulla same-govi
    Ultima modifica: 7/04/09 00:52 da G.Godardi
  • Discussione Gugly • 6/04/09 21:58
    Portaborse - 4710 interventi
    tutti invidiosi di Manuelo, vedo....:p
  • Discussione Undying • 6/04/09 22:02
    Risorse umane - 7574 interventi
    G.Godardi ebbe a dire:
    I mitici prodotti della sami-govi!

    Venduti un po' su tutte le riviste degli anni 70 e 80,a partire da Topolino fino a quelle porno tipo Gin Fizz,in cui erano pubblicizzati fantomatici prodotti erotici come elisir dell'amore,pomate miracolose che facevano crescere peli sul petto(e anche altro...),strumenti da voyeur.....


    I fantomatici occhiali a raggi X (o il rilevatore di suoni, con cui si potevano udire i discorsi dei vicini di casa) facevano la loro bella comparsa anche su riviste meno spartane.
    Ad esempio li ricordo ben presenti nella serie di Diabolik.

    Se ci fosse stato allora Mi manda Rai 3, i titolari della Same-Govi sarebbero stati in TV una settimana sì e una no. Sai che ridere...
    Ultima modifica: 7/04/09 06:04 da Undying
  • Discussione Zender • 7/04/09 01:05
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Undying ebbe a dire:
    I fantomatici occhiali a raggi X (o il rilevatore di suoni, con cui si potevano udire i discorsi dei vicini di casa) facevano la loro bella comparsa anche su riviste meno spartane.
    Ad esempio li ricordo ben presenti nella serie di Diabolik.

    Se ci fosse stato allora Mi manda Rai 3, i titolari della Same-Govi sarebbero stati in TV una settimana sì e una no. Sai che ridere...

    Verissimo. Tra mi manda raitre, le iene e striscia non gli avrebbero dato tregua. E nessuno avrebbe mai potuto avere i propri fantastici occhiali a raggi X.
  • Discussione B. Legnani • 7/04/09 01:20
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    ...le mai dimenticate "Scimmie di mare"

    Ne ho un ricordo nebuloso. Che roba era?
  • Discussione Caesars • 7/04/09 11:18
    Scrivano - 16811 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Caesars ebbe a dire:
    ...le mai dimenticate "Scimmie di mare"

    Ne ho un ricordo nebuloso. Che roba era?


    Bella domanda: solo chi le ha comprate potrebbe rispondere. Nel disegnino che accompagnava la "Proposta di acquisto" veniva rappresentata un'allegra famigliola di "animaletti" che vivevano nell'acqua. In pratica credo che ti vendessero delle larve che messe in acqua sviluppassero piccolissimi crostacei.
    Comunque per rinfrescarti la memoria guarda qua:
    http://www.animamia.net/JANIMA_CONTENTS/JANIMA_COSE/JANIMA_COSE_CONTENTS/scimmiemare.html

    P.S. Ho ricevuto una tua chiamata che mi rimandava alla programmazione tv de "Il generale dorme in piedi", forse invece era destinata qui?
    Ultima modifica: 7/04/09 19:21 da Caesars
  • Discussione G.Godardi • 14/04/09 14:55
    Fotocopista - 663 interventi
    Bè un paio di risate me lo sono fatte,e anche molto gustose,anche se ho avuto spesso la sensazione di un film fatto in fretta e in furia per onorare scadenze di contratto,più che di una vera esigenza immediata di raccontare.....

    Avati non ti costringe mica nessuno a fare per forza due film all'anno.....
  • Discussione Zender • 14/04/09 15:15
    Capo scrivano - 47786 interventi
    G.Godardi ebbe a dire:
    Avati non ti costringe mica nessuno a fare per forza due film all'anno.....
    Io credo che Avati sia uno di quei pochi uomini di cinema (e cito Woody Allen) che di fare un film all'anno ne ha proprio bisogno "fisicamente". E' natuale che poi non tutte le ciambelle riescano col buco (e questo film, perlopiù stroncato dalla critica, pare confermarlo).
  • Discussione G.Godardi • 14/04/09 15:24
    Fotocopista - 663 interventi
    Nel film si rispira sempre un'aria di leggerezza,naturalezza,come di presa diretta della realtà,d'improvvisazione,il che non guasta.E poi è davvero divertente,con alcuni personaggi impagabili.L'inizio è un po' scofortante,pare di vedere Radiofreccia in versione Amarcord,poi come ho detto nel commento,il film acquista spessore.In alcuni momenti mi ha ricordato anche Liquirizia di Samperi.forse il vero problema è che ultimamente siamo sin troppo abituati a vedere Avati con regista serioso e malinconico,per cui un film del genere,fatto per divertire e divertirsi,risulta un po' spiazzante per alcuni spettatori.
    Anche se ribadisco il fatto che con un po' più di cura sarebbe riuscito sicuramente meglio,ma anche così è divertentissimo.

    a proposito di Allen,spesso ricorda Radio Days.

    cmq Avati da un po' di tempo gira due film all'anno,per cuimi sono chiesto,se questo film nascesse davvero da una sua esigenza di raccontare(e in parte sicuramente lo è) o solo per rispettare una scadenza con produttore.....forse la veità sta nel mezzo;)
    Ultima modifica: 14/04/09 23:27 da G.Godardi