Zender • 19/02/08 00:52
Capo scrivano - 47785 interventi Tognazzi, per il film, accettò il minimo sindacale: s'era innamorato della sceneggiatura e aiutò così Avati ad emergere. Per questo Avati, conscio del grande "favore" concessogli da uno degli attori più pagati d'Italia, alla fine di ogni scena con lui, invece di dire stop, diceva "grazie!"
(Pupi Avati a
Magazine 2, 19/2/08)
Come riporta infatti
Pessoa:
Avati, allora ancora poco conosciuto, era andato a portare il copione a
Villaggio, che era ospite a casa di Tognazzi durante uno dei famosi tornei di tennis frequentati dal gotha del cinema italiano. Villaggio aveva continuato a glissare facendosi inseguire per tutta la giornata fino a chiedere ad Avati di lasciare il copione su un mobile assicurandogli che l'avrebbe letto.
Naturalmente il copione rimase lì e finì per errore nella valigia di
Tognazzi (che andava a Parigi a fare
un film di Ferreri) al posto di quello de
L'occhio del gatto di Alberto Bevilacqua (Il libro, vincitore del premio Strega, poi non diventò mai un film).
Tognazzi, incuriosito dal titolo, lesse il copione e se ne innamorò. Dopo dieci giorni chiamò un incredulo Avati chiedendogli di prendere parte al film, accettando un compenso molto al di sotto del suo standard e il film si fece.
Fonte: Dichiarazione di Pupi Avati nel film
Ritratto di mio padre di
Maria Sole Tognazzi.
Ellerre
Deepred89, Luluke
G.Godardi, Hackett, Pigro, Nancy, Marcolino1, Pinhead80, Zampanò
Sabryna, R.f.e., Trivex, Aal, Metuant, Ronax, Victorvega, Paulaster, Pessoa
Homesick, Matalo!, Il Dandi, Qed, Manfrin, Minitina80, Lythops, Il ferrini, Myvincent, Noodles, Marcel M.J. Davinotti jr.
Caesars, Undying, Rebis, B. Legnani, John trent, Maxx g
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