Note: Sequel apocrifo di "Halloween", aka "Halloween 3". Soggetto e sceneggiatura originali di Nigel Kneale (non accreditato), poi riscritta da Wallace.
Benché prodotto, come al solito, dal duo John Carpenter (co-autore con Alan Howarth delle musiche)/Debra Hill, il terzo capitolo della lunga saga di Michael Myers si distingue dagli altri per un particolare fondamentale: Michael Myers non c'entra nulla! Già: il regista Tommy Lee Wallace (un fedelissimo di Carpenter fin dai tempi di DISTRETTO 13) sostituisce il previsto Joe Dante in regia e riscrive la sceneggiatura originale del grande Nigel Kneale (il quale, visti i risultati, decide di far togliere il suo nome) aggiungendo poco alla traccia originale, ma cambiando gran parte dei dialoghi. Il film è...Leggi tutto quasi una versione horror di WILLY WONKA e racconta di un oscuro fabbricante di maschere di Halloween la cui ditta “Silver Shamrock” (Trifoglio d'argento”), nel paesino di Santa Mira, ha in mente loschi piani per il giorno di Ognissanti. Sulle sue tracce finisce casualmente il dottor Daniel Challis (Tom Atkins, doppiato da Stefano Satta Flores!), deciso a scoprire tutto. Ma ciò che Conal Cohran e la sua fabbrica nascondono va oltre ogni immaginazione: si parla dei misteri di Stonehenge (e curiosamente tutta la vicenda relativa è opera di Wallace, contrariamente a quanto si potrebbe credere considerando come il tema fosse presente in QUATERMASS CONCLUSION: LA TERRA ESPLODE, scritto da Kneale tre anni prima), di strani automi in giacca e cravatta (anch'essi un'aggiunta di Wallace, inseriti probabilmente per riavvicinarsi in qualche modo alla maschera apatica di Myers)... Wallace sa creare atmosfere inquietanti, dirige bene una storia con molte frecce al suo arco, ma tende spesso a prolungare troppo le scene, esagerando con le fughe e lasciandosi scappare qualche frase poco credibile. Comunque nel complesso, grazie anche alla tipica fotografia “carpenteriana” dai toni neri, blu, scuri ma accesi e ad alcuni effetti splatter particolarmente riusciti (anche se non eccessivamente sanguinario nella realizzazione) come una doppia ditata negli occhi, una testa staccata di netto, un raggio laser che squarcia una bocca, una trapanata in viso (si intuisce solo), Wallace si stacca dalla saga. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Niente a che fare coi precedenti. Indimenticabile il ritornello, che ti entra nella testa e ti perseguita per tutto il film; e la colonna sonora non è da meno (aumenta la tensione). C’è molto buio (quasi irritante, perchè si vorrebbe vedere di più) e il ritmo non è costante. Ma l’atmosfera è quella giusta e l’adrenalina sale fino all’epilogo. In più, gli attori sono in parte (bravo il direttore della fabbrica dove tutto, cose e persone, non è come sembra). Il risultato è una pellicola piuttosto cinica (l’uomo ricoveRato; l'ubriaco), che lascia ben poche speranze. Riuscito.
MEMORABILE: La donna (purtroppo per lei) armeggia col microchip; Il piccolo Buddy prova la maschera...ahiahi piccolo Buddy.
Molto interessante, decisamente il miglior degli Halloween, prototipo escluso. Tommy Lee Wallace riesce a impostare, richiamare, gestire cose che non era facile mescolare senza sbagliare la giusta mistura degli ingredienti. Un bel film. Simpaticissima la citazione toponomastica da L'invasione degli ultracorpi: anche qui il "caput mundi" si chiama Santa Mira. Deliziosa l'indimenticabile canzoncina.
Halloween III rimane l'unico episodio del tutto estraneo al resto della saga e per questo potrebbe risultare fuorviante il suo titolo (che stranamente non è stato scelto da scaltri distributori nostrani per sfruttare il successo dei primi due film). La mano di Carpenter si limita alla produzione e alla musica ma il risultato finale è ben lontano dai tonfi dei sequel delle gesta di Michael Myers. Qui, sfruttando una storia diversissima dal resto del ciclo, Tommy Lee Wallace riesce ad intrattenere lo spettatore in modo intelligente. Non male.
Episodio emancipato della serie, che dirotta il ciclo (solo per questo capitolo) su atmosfere magiche (i druidi e Stonehenge) facendo ricorso alle convincenti interpretazioni di Tom Atkins, Stacey Nelkin e Dan O'Herlihy, quest'ultimo nei panni dell'enigmatico Cochran, costruttore di maschere per bambini molto (ma molto) particolari. Il tentativo di impostare la storia su un piano narrativo così ostico gli è costato molto in termini di pubblico, ma con il passare del tempo il film ha acquisito la meritata riconoscenza critica. Occultato.
Curiosa divagazione, che mantiene il nome sull'insegna, ma lascia da parte il buon vecchio Mike (avrà parecchio lavoro in futuro) per proporre una storia interessante ma un po' ingarbugliata, scandita dall'ipnotico motivetto di una celebrrima (nei paesi anglosassoni) filastrocca infantile, "London Bridge is falling down". Ha il suo perché, come si usa dire, ma coinvolge il giusto. Comunque da vedere.
Carpenter, nella sua sua lungimiranza, aveva capito che la saga si era già esaurita col secondo capitolo (il quale paradossalmente ricalcava troppo la serie di Jason). Ma i produttori volevano un sequel, così ecco l'idea di fare un film parallelo alla serie originale, una specie di spin-off che con i film precedenti condividesse solo l'atmosfera. Infatti qui siamo nella sci-fi più classica anni 50, quella dello spauracchio comunista de L'invasione degli ultracorpi. Un film divertente e godibile. Purtroppo il pubblico lo bocciò. E il resto è storia.
Erodiade para-orwelliana, carpenteriana fino all'ultima stilla (atmosfere algide, cinismo di fondo, apocalittico finale anticatartico, commento sonoro), forse un po' ingessato sul fronte attoriale, ma capace di sobillare l'attenzione e la tensione fino all'ultimo rullo. Malgrado i suoi quasi 30 anni, non mostra ancora mezza ruga. Migliore, e di tantissimo, della schiatta di sequel meyersiani. Per cattiveria, preferibile anche al primo antenato della progenie. Non ci son santi, Cochran batte Meyers 10 a 0.
Un fabbricante di giocattoli ordisce un piano diabolico per uccidere milioni di bambini durante la notte delle streghe. Bizzarro e divertente film che prende in prestito il titolo del film di Carprenter pur non avendo nulla da spartire con lui. Il regista è bravo nel girare un gustoso horror, di ambientazione notturna, più che dignitoso che tiene bene la tensione e che può contare su degli ottimi effetti speciali. Da riscoprire.
Il buon Michael Myers è accantonato per questo terzo capitolo, che della serie originale mantiene solo il titolo, le musiche e un certo gusto carpenteriano. Ma questo è comunque un ottimo horror, con attori dignitosi, validi effetti speciali e un eccellente crescendo di tensione. La storia è originale e il film possiede un'atmosfera di ineluttabilità e un cinismo di fondo agghiaccianti (da brividi la scena del bambino a cui si squaglia la testa nella maschera). In definitiva, un film molto sottovalutato, che merita di essere riscoperto.
Bel film che si mette in scia alla serie creata da Carpenter ma, appena può, prende decisamente la propria strada. La pellicola di Wallace è davvero interessante e quello di Halloween è solo un pretesto. La storia pare più richiamare quel genere che soprattutto negli Anni Settanta riguardava complotti ed esperimenti portati avanti da multinazionali senza scrupoli (vedi il Cronenberg di Scanners). Film che può spaesare chi si aspetta un altro capitolo di Myers, ma che poi finisce con il conquistare lo spettatore.
MEMORABILE: Il bambino guarda la tv con la maschera e...
La saga di Halloween sforna un capitolo atipico, senza Michael Meyers e il dr. Loomis, ma con un altro individuo, ben più pericoloso. La storia è molto interessante, non mancano buoni effetti speciali e un finale choccante; notevole tensione e un'ottima prova degli attori. Da vedere, anche senza Michael.
Dignitosissima pellicola horror Anni Ottanta, che con il franchise "Halloween" ha ben poco a che fare, se non per lo zampino di Carpenter in veste produttiva e come scrittore dello score. Il nuovo villain, Cochran, è un personaggio ottimamente scritto ed interpretato e, in quanto a cinismo e cattiveria, non ha nulla da invidiare a Meyers, qui totalmente accantonato. Non sempre all'altezza il ritmo narrativo, benché il canovaccio risulti sempre piuttosto godibile e coinvolgente. Non male!
MEMORABILE: Il finale è davvero potente e nerissimo.
L'inserimento un po' forzato di questo film nella saga di Halloween, voluto per garantire un maggiore riscontro commerciale (che fu molto inferiore alle attese), lo ha invece danneggiato. Spiazzati i fans per l'assenza di Myers, fece pure storcere il naso a gran parte della critica del tempo. Invece, a parte i flebili rinvii all'opera di Carpenter (qui produttore ed autore delle musiche), si tratta di un film originale, non appartenente al genere slasher ma al fanta-horror, teso e angosciante. Opera imperfetta, ma decisamente da rivalutare.
MEMORABILE: Con la maschera davanti alla tv: la conferma che certi programmi fanno squagliare il cervello.
L'apocrifo più bello della storia dell'horror Anni Ottanta. Atmosfera da George Orwell mischiata con una fotografia da '80-horror: un connubio in un certo modo particolare ed affascinante. Più angosciante di tutti i Michael Myers messi insieme. Peccato per la scelta degli attori.
Incerto, ma tutto sommato gradevole teen-horror come usava nell'America degli Anni Ottanta, con abuso di cliché quali il risvolto "esoterico" e zucche varie. La prima parte è senz'altro la più appetibile ai fan dell'horror, la seconda si ramifica citando - in maniera un po' maldestra - Stephen King e Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, garantendo un sicuro intrattenimento ma poca sostanza. Dopo tutto, per essere un apocrifo è migliore (e premonitore!) rispetto a certi sequel "ufficiali"...
Incombe la notte d'Ognissanti e in tv, tra gli spot ghignanti delle maschere, fa capolino il trailer del prototipo: «Un classico del cinema!». Trovata metanarrativa con cui Carpenter - che qui produce, musica (benissimo) e impone il clima specifico - mette le cose in chiaro: Myers, per quel che lo riguarda, è ormai archiviato e dato in pasto al mito. Livido e senza ironia, il film di Wallace (che avrebbe dovuto avviare una serie di apocrifi) è un fanta-horror "vintage", dalla messa in scena ineccepibile e rigorosa. Ben articolato nella narrazione, riserva un tasso gore cospicuo e spiazzante.
Dopo il finale risolutivo del secondo capitolo, gli autori cambiano rotta e ci presentano una storia del tutto nuova. La cosa, per quanto azzardata, funziona molto meglio del previsto: il regista riesce a creare un senso di inquietudine e di tensione non indifferente e la pubblicità "mortale" è sicuramente l'idea vincente di un film ampiamente riuscito. Peccato che dopo questo film la serie tornerà a parlare di Michael Myers. Ottimo Atkins.
Strano, imperfetto film, questo "Halloween 3" che non ha nulla a che fare con la saga di Michael Myers; un po' confuso e involuto nella sceneggiatura, basato su un soggetto mistico-delirante (fusione di magia celtico-druidica e tecnologia), possiede un fascino sinistro che me lo rende caro. Forse perchè ci ritrovo uno di quei rarissimi squarci di terrore cosmico che sono così difficili da trovare, come perle preziose, nella cinematografia di genere. Strano, perchè Lee Wallace non ha mai offerto altre prove di rilievo nella sua carriera.
Cambio completo di soggetto per questo secondo (finto) sequel di Halloween. Ma nonostante questa volta il film abbia almeno una sceneggiatura di base, seppure modesta, è lo stesso una "inaccettabile vaccata". Le movenze dei robot poi ricordano molto gli umanoidi dell'invasione degli ultracorpi. Gli do mezzo voto in più solo per la professionalità di Atkins il quale, nonostante la consapevolezza del fiasco in cui si trova, non si risparmia andando sicuramente oltre il richiesto. Autoreferenziale: nel film si vedono scene di Halloween 1 e 2.
Bello questo terzo capitolo della saga di Halloween, in cui Michael Myers non c'è; onestamente non ho sentito la sua mancanza, dato che la storia risulta comunque interessante. La suspence c'è ed il finale non poteva essere che quello. Wallace non ha fatto di meglio.
Si respira una minaccia incombente, che carica di tensione gran parte della visione. Il pericolo è antico e il connubbio magia/tecnologia è conseguente alle due epoche. Il tema musicale è perfetto, sottotono, ma non ti lascia mai tranquillo, contribuendo ad alimentare l'inquieto evolversi della storia che, ciclica, ritorna: "e le colline si tinsero di rosso, del sangue di animali e di bambini" (citazione dal film). Forse la pellicola sarebbe stata più completa con qualche decina di minuti in più, meritava proprio. Davvero, davvero notevole. ***!
Siamo al capitolo 3 di Halloween ma questa volta non ci troviamo di fronte al classico slasher che dovrebbe avere come protagonista Michael Myers, bensì a un produttore di giocattoli (maschere di Halloween) dai cattivissimi propositi. Il film è ben confezionato, con atmosfere inquietanti e un buon ritmo che lo accompagna dall'inizio alla fine. La musichetta rimarrà a lungo nella memoria dello spettatore.
Il terrore corre sul video, pubblicizzando l'acquisto di tre sinistre maschere e dando appuntamento per un ipnotico, mortale Halloween. Il film, influenzato da John Carpenter (che è anche produttore e autore delle musiche) lancia una critica al consumismo americano e all'orrore delle multinazionali rifacendosi allo stile dei vecchi film di fantascienza stile "Quatermass". Atmosfere cupe e luci notturne creano un clima giusto dall'inizio sino alla fine dove tutto finisce arrosto. Non illudetevi, non c'è lieto fine...
Una piacevole sorpresa, un'opera che va apprezzata e giudicata come pellicola a sè stante, autonoma dalla saga di Michael Myers. Nondimeno Wallace - antico collaboratore di Carpenter - riesce a calibrare e ad armonizzare al punto giusto suspense, tensione e truculenza al servizio di una favola terrorizzante e sospesa sapientemente fra fantastico, fantascienza, horror, thrilling, thriller e giallo. Lo spirito carpenteriano (il carattere arcano e "invisibile" del Male) viene pienamente rispettato. Troppo caricaturali i personaggi secondari...
Colabrodo dal gusto squisitamente retrò, nonchè celebre "falla" nella longeva saga di Michael Myers, avulso com'è da qualsivoglia richiamo ai due precedenti slasher. Parebbe in tutto e per tutto un film di Carpenter, un Essi vivono cinico nei confronti delle multinazionali e della dilagante smania consumistica. Halloween non è altro che un pretesto per inveire contro la perdita del focus; pur sconfinando in arringhe talmente stereotipate da rasentare il ridicolo, pur racimolando falle su falle, colpisce inaspettatamente nel segno. Finale niente male. ***
Piccola gemma del fantahorror che si tinge di arcaico e da favola nerissima. Originale e a tratti sorprendente, coadiuvato dalla fotografia tenebrosa di Dean Cundey che imprime al film un tocco carpenteriano notevole e dagli stupefacenti sfx di sua mestà Tom Burman. Wallace dimostra di conoscere la tempistica della paura e ha un tocco visionario non indifferente. I killer droidi in giacca e cravatta anticipano, in qualche modo, quelli di Matrix. La chiusa finale e davvero terrifica e senza speranza. Un piccolo cult ancora sottovalutato.
MEMORABILE: Il killer droide che si dà fuoco; Atkins guarda il primo Halloween in tv; La maschera della zucca con conseguenze nefaste; Il finale.
Con il terzo capitolo della saga d'Ognissanti i produttori cercano di staccarsi dal personaggio di Michael Myers per presentare una vicenda che con Halloween ha a che spartire solamente il periodo dell'anno. Il risultato è un film che, se da una parte risulta inevitabilmente più originale degli altri sequel, dall'altra non convince del tutto. Il regista riesce a creare un'efficace ed oscura atmosfera, ma alcuni snodi della sceneggiatura risultano, almeno ad un occhio moderno, un po' ingenui e forzati. Comunque piuttosto piacevole. **½
Primo e unico film non connesso con la storia di Michael Myers. Qui si dà più valore al titolo costruendo una vicenda meno thriller sovrannaturale e più horror. Nel film è presente anche una critica al consumismo, che ci rende schiavi, ma è un concetto solo accennato, come d'altronde la sceneggiatura, che non chiarisce alcuni aspetti verso la fine. "Halloween III - Il signore della notte" è abbastanza godibile, ma è condito anche dalle fantastiche musiche di Carpenter, che lo rendono intrigante.
Morto un Myers di solito se ne fa sempre un altro... ma un'eccezione alla regola doveva pur scappare. Questo terzo Halloween infatti fa storia a sè e insabbia temporaneamente i misfatti ecatombali dell'imperituro boogeyman inespressivo per inalvearsi nella più sinistra fantascienza complottistica. Partendo dalla citazione del Samhain gaelico presente nel secondo capitolo ci si aggancia qui alle antiche credenze magico-pagane di tradizione celtica (Stonehenge), confezionando un plot insospettabilmente ansiogeno e metaforicamente distopico. A suo modo "politico" e in anticipo sui tempi.
MEMORABILE: La testa staccata a mani nude; Lo squadrone di automi pre-matrixiani; Il finale fanta-mediatico (della serie "una reclame ci seppellirà"...)
Terzo capitolo della saga che abbandona completamente la storyline di Myers. La trama si concentra sulla Silver Shamrock, fabbrica che produce maschere che uccidono chi le indossa. Un fanta-horror che si scaglia apertamente contro le multinazionali, il consumismo, la pubblicità. Parecchi i momenti raccapriccianti: teste strappate e trapanate, serpenti e insetti schifosi che escono dal cranio decomposto di un bambino...
Il più eccentrico e conturbante della saga di Halloween. Sette ancestrali agiscono nell'ombra contro l'umanità, giocando con le sicurezze più innocenti, tramutando il balocco in incubo. La fabbrica non è più del cioccolato, ma dell'orrore; i simpatici nani diventano freddi automi inumani. Sci-fi, fantasy e horror si fondono in questo delirante complotto malefico e sociale. Notevole lo spunto della pubblicità come veicolo del male. Diverse le scene imperdibili e di buona fattura (l'uccisione nell'ospedale; la decapitazione di un barbone). Mitico.
Distaccandosi dalla saga di Micheal Myers (ma allora perché intitolarlo cosi?) il nuovo capitolo vira verso un horror fantascientifico lanciando frecciate contro la commercializzazione della festa di Halloween. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti: varie incongruenze e scene con dialoghi privi di stile che scadono nel grottesco (involontario?). Rimangono comunque un paio di scene orride e splatter degne di nota.
MEMORABILE: I serpenti e gli insetti che fuoriescono dalla zucca; L'androide finale; Il jingle pubblicitario.
Si discosta completamente dai primi due e come se non bastasse ne esce un film assolutamente superbo. Qui siamo ai livelli di fantascienza alla John Carpenter, gli uomini-cyborg e il direttore pazzo che vogliono dominare sulla nazione ricordano molto Essi vivono, sempre di Carpenter. Spaventosi gli omicidi, alcuni anche molto splatter. Un film assolutamente da avere nella propria teca. Memorabile la colonna sonora.
Terzo capitolo slegato dalla saga di Myers. La storia incentrata su una setta di maniaci adoratori della notte di ognissanti è interessante, attraversata da un'ironia strisciante e non banale nel modo in cui rielabora strade già battute. Gli attori sono discreti ma senza grande carisma, la regia è funzionale nel creare una discreta atmosfera di tensione e la canzoncina pubblicitaria ti si pianta in testa durante la visione. Ritmo non eccelso ed effetti speciali invecchiati male. Buon film.
È un mistero che uno dei capolavori horror degli anni 80 sia stato realizzato da tal Tommy L. Wallace, autore di brutture come It o Ammazzavampiri 2. Continuo a pensare che il divino John (Carpenter) non sia solo il produttore, in Halloween III... Capolavoro: l'incredibile sceneggiatura che sprizza originalità (l'idea del sacrificio di milioni di bambini mediante maschere micidiali), le scene terrificanti, l'atmosfera tenebrosa costruita dalle eccellenti musiche del Maestro, la sublime performance di Dan O'Herlihy. Per me cult assoluto.
MEMORABILE: L'omicidio del vecchio in ospedale; La morte della venditrice; L'esperimento sulla famigliola con vermi e serpenti; Il racconto di Herlihy; Il finale.
Terzo e unico capitolo della saga di Halloween dove non compare Michael Myers. Pure la storia è molto differente in quanto ci si sposta verso il tema della magia (o maledizione) accantonando completamente l'idea del serial killer. Tutto il film regge benissimo e riesce a creare una splendida atmosfera grazie anche all'inquietante canzonzoncina (che si ripete spesso). Sicuramente il migliore della saga (dopo il primo).
L'unico Halloween senza Myers è farina del sacco di Kneale (n.c.), che con Wallace rilegge in chiave horror i suoi Vampiri dello spazio: la fabbrica di maschere di Santa Mira sostituisce quella di cibo sintetico e i nuovi operai asserviti sono robot in giacca e cravatta. Il nostro amico Tom indaga (e copula), la regia s'appisola; ma ci pensano fotografia e musiche ad affogare nella pece la storia: cupa, malsana, diversa. Tracce di sangue sparse e Conal Cochran nuovo demone in terra: ragiona su più ampia scala rispetto a Myers e prepara un finale feroce... a intermittenza!
MEMORABILE: La zucca/testa rattrappita che libera serpenti dal collo; Dita ferme negli occhi; La martellante pubblicità delle maschere in tv.
Filmone incautamente danneggiato, anziché avvantaggiato, dal suo essere spurio nella famiglia di Micheal Myers. Peccato mortale, perché elementi disparati (la biomeccanica, i culti celtici, lo splatter inatteso) si allineano come pianeti e regalano una storia strepitosa, d’atmosfera, con finale pessimista da ko. Grande cast (Atkins, la splendida Nelkin e lo strepitoso O’Herlihy), musiche carpenteriane come cacio sui maccheroni, miglior regia di Wallace in carriera. Trascurabile quache sventatezza nella seconda parte. Delizioso.
Forse l’unico tentativo sensato di proporre qualcosa di diverso e allo stesso tempo significativo, evitando inutili sequele di minestre riscaldate. Impossibile non riconoscere l’influenza di Carpenter nelle atmosfere cupe e claustrofobiche nella città di Santa Mira e la stoccata anticapitalista al sistema logorato dal consumismo incontrollato. Il condizionamento psicologico attraverso la pubblicità e il potere mediatico perpetrato dalle industrie anticipano quello che vedrà in Essi vivono. Un film sottovalutato da riscoprire a tutti i costi.
Scheggia impazzita nella saga di Halloween, che al terzo capitolo accantona la sicurezza del "caso Myers" (visto lo scarso atto II pareva scelta saggia ma... il resto è storia) per avventurarsi in uno straordinario viaggio degli orrori in un'inedita California divisa tra antico e moderno. Da una parte il film denuncia l'intorpidimento dei cervelli di fronte a una furiosa era consumistica, dall'altra robot-killer travestiti da impiegati di banca ci riportano alla sci-fi anni Cinquanta. OST e fotografia molto ben realizzate. Da riscoprire!
Una storia da Halloween, che sfrutta il titolo della serie iniziata da Carpenter, ma che in realtà non rientra nella serie di Michael Meyers. Si tratta di un film dell'orrore genuinamente americano, che al di là della vicenda del medico che per caso scopre gli intenti di un ricco criminale, sottintende una critica verso le manie della società, consumistica e sempre più dipendente dai mezzi di comunicazione di massa. Ben realizzato e girato, si perde tuttavia verso il finale.
Un tappeto musicale dalle sonorità ossessive e pungenti ci accompagna in questo viaggio psichedelico, che prende in prestito la parola “Halloween” dal maestro ma che sfocia verso orizzonti ben diversi; il consumismo, il cinismo e il fantascientifico. Ne esce fuori un ibrido, un meraviglioso ibrido dove orrore e denuncia sociale si fondono alla perfezione. Davvero impressionanti alcuni momenti splatter. Un piccolo capolavoro.
Pur non avendo nulla a che fare con Myers, si tratta di un ottimo film a tema Halloween, migliore di molti sequel "fedeli". Anche se la regia passa a Wallace, la presenza di Carpenter (qui in sede di scrittura) è palpabile, dalle ottime (e sottovalutate) musiche alle sequenze di persecuzione e accerchiamento tipiche di John, unite a un'atmosfera da fantahorror complottistico (ripresa poi in Essi vivono). Satira anti-consumistica che mescola riti druidici e robot assassini, divertente e originale. Con un altro titolo avrebbe avuto più fortuna.
MEMORABILE: La canzoncina in TV; Cochran visto come un malvagio Willy Wonka; La testa strappata a mani nude; Il massacro della famiglia; Il finale apocalittico.
Brillante idea ahimè non portata avanti, quella di iniziare una nuova serie ambientata nel periodo di Halloween (purtroppo, dal capitolo successivo si tornerà invece all'antipaticissimo personaggio di Mayers). Ritmo, tensione, buon cast, trama originale e fantascientifica (probabilmente i robot malefici hanno ispirato MDC), sadico e ironicamente ossessivo il jingle della pubblicità delle maschere Silver Shamrock, finale che non delude le aspettative. Esaltante, il migliore della saga.
MEMORABILE: La famigliola in visita alla fabbrica.
Il terzo capitolo della serie di Halloween rappresenta un caso raro, forse unico: un film inserito in una saga che non ha niente a che fare con gli altri film della stessa saga. Si potrebbe pensare che un regista di B-movie si sia inserito nella serie per sfruttarne il successo; invece no, a renderlo ancora più unico c'è il fatto che Carpenter stesso è coinvolto. Chi si aspetta omicidi ed efferatezze a raffica rimarrà deluso, ma in questo frangente la svolta porta ossigeno, virando su un horror fantastico e onirico, costruito con intelligenza e perizia. Cast in ottima forma.
MEMORABILE: Il motivetto pubblicitario; La "dimostrazione".
Conclusa la storia di Michael Myers, Carpenter continua con le sue produzioni a tema Halloween (che però finiranno qui). Complottismo neo-celtico (presente anche nei sequel su Myers della saga della runa) con riscontro nelle radici pagane della festività e con uso di elementi sci-fi (gli automi, la malvagia tecnologia a distanza col microcip). Buona la sceneggiatura, SFX low-budget (arruffata la fine della fabbrica) e di cattivo gusto la trovata della maschera che fa uscire dalla testa insetti e serpi (collegabili anch'esse al folk irlandese e confluite nella figura di S. Patrizio).
MEMORABILE: Il jingle della Silver Shamrock, poi ripreso dalla metal band Helloween e nell'album Halloween dei Tjolgtjar; Halloween (il primo) in tv.
Un buon film che esula dalla serie di Michael Myers, anche come genere, inserendovi elementi fantascientifici in cui il cattivo è un folle irlandese che vuole riportare la festa di Halloween all'antico Samhain della tradizione celtica con tanto di sacrifici di bambini. Ci sono rimandi all'Invasione degli ultracorpi, come il nome della cittadina americana nel quale il film è ambientato, Santa Mira, e in certi momenti della trama; il ruolo di Tom Atkins ricorda quello che fu di Kevin McCarthy. Ottime le maschere e la canzoncina dello spot televisivo.
Brutto ma soprattutto inutile terzo capitolo della saga che, oltre ad essere totalmente avulso dagli eventi fin qui raccontati, si basa su un'idea nata male e realizzata peggio. Non si capisce il motivo per cui un fabbricante di maschere dovrebbe voler sterminare i bambini, suoi principali clienti, ma soprattutto perché dalle teste appena esplose debbano uscire blatte o serpenti. Vista la critica (poco chiara ma intuibile) alla televisione, forse nelle intenzioni del regista voleva essere un Essi vivono, ma il risultato è un gran pasticcio.
Wallace è ben consapevole di avere al proprio fianco l’ombra di Carpenter, ma non la ignora, anzi, la usa appieno nel potenziale terrifico, surreale e mitologico. Capitolo amorfo e caratterizzato da un'estrema consunzione politica: il consumismo come demolitore familiare, l’industrializzazione come estinzione sociale. Folgorante e sensoriale il sound design, funzionale il comparto gore. Un gioiello.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
G.Godardi ebbe a dire nella sezione CURIOSITA': Dopo aver fatto morire Michael Myers nel secondo capitolo,era intenzione di Carpenter di produrre un film all'anno con una serie di storie inedite, che si riallacciavano alla serie pur discontandosi da quelle raccontate nei primi due film.Purtroppo il flop del film ai botteghini indusse i produttori a resuscitare Myers nei film successivi,estromettendo anche Carpenter da tali film....
anche se per vie differenti, la cosa diventa finalmente carne filmica. il ritorno di carpenter dopo 7 anni di silenzio dall'ultima prova registica, sarà costitutivo di ben due serie tv per la universal cable. la prima delle due, tales for a halloween night, sarà per l'appunto la messa in pratica di questo vecchio intento. evviviamoci!
Il prossimo Halloween IX (con l'ennesimo ritorno di Jamie Lee Curtis) prodotto dalla Blumhouse si avvale della supervisione massiccia del grande John, quindi diciamo che anche se non per ora non torna alla regia cinematografica almeno torna in qualche modo al grande schermo.
La gioia è che comunque pare di nuovo parecchio attivo...
Certo che un ritorno al cinema sarebbe esaltante ... ma per me è già tanto sapere che per lui si sta aprendo una nuova fase creativa: le sue condizioni di salute non sono buone e ultimamente trovare un produttore non è stata impresa facile.
Le musiche (totalmente elettroniche) del film sono composte ed eseguite da John Carpenter e Alan Howarth. Nel 1982, oltre all'LP, uscì anche il compact disc.
MusicheLupus73 • 1/11/20 15:27 Call center Davinotti - 55 interventi
Il gingle "Eight more days to Halloween" della Silver Shamrock alla tv è stato ripreso nell'intro del mini album (1985) della metal band tedesca Helloween.