Disobedience - Film (2018)

Disobedience
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/18 DAL BENEMERITO DEEPRED89
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Deepred89 7/08/18 23:34 - 3706 commenti

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Fotografa quarantenne con vita notturna stile In cerca di mr. Goodbar si ritrova ospite, in seguito alla morte del padre, di una famiglia di ebrei ortodossi. Un bel contesto di maniacalità religiosa (l'aria è quella della combriccola di Rosemary's baby) che calza perfettamente con le tentazioni saffiche sulle quali verterà l'intera narrazione, sorretta da una regia robusta e dalla livida fotografia. Il film però si perde però in esiti accomodanti che fanno sfumare le sottili morbosità e le latenti tensioni. Ottima la scelta dei protagonisti.
MEMORABILE: I corposi scambi di saliva durante il momento tanto atteso (anche dallo spettatore).

Myvincent 28/10/18 19:06 - 3741 commenti

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La solita critica agli ambienti ortodossi di una comunità ebraica negli U.S.A. non poteva sottrarsi al tema dell'omosessualità, per di più femminile. Lo sconvolgimento delle regole è totale, dal momento in cui si apprende che il ritorno della pecora nera all'ovile, causa il funerale di un amato rabbino, è proprio a causa di tutto ciò. Purtroppo la retorica prende il sopravvento da allora ed esplode in un finale che più costruito non si poteva proprio. Gli atteggiamenti saffici delle protagoniste sono davvero poco credibili.

Bubobubo 18/11/18 15:29 - 1847 commenti

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Radici e trasgressione. Una falla autogenerante in un sistema chiuso, autoreferenziale: un ricordo obliato a forza che riemerge con prepotenza; la forza dirompente di una donna indipendente di fronte a fragili simboli di potere maschile. Il modo in cui viene approcciata la storia (con uno sguardo intrigante sulle dinamiche interne alla comunità ebraica londinese) è decisamente interessante e perfetta è la scelta delle protagoniste (incantevoli sia Weisz che McAdams), la cui intesa è totale aldilà dell'erotismo. Un po' di retorica sul finale.
MEMORABILE: Ronit e Esti, nella casa vuota e disordinata del Rav, ascoltando "Lovesong" dei Cure da una vecchia radio; La travolgente scena d'amore.

Daniela 4/04/19 10:12 - 12661 commenti

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In occasione della morte del padre rabbino, una fotografa ritorna nella comunità londinese di ebrei ortodossi da cui si era allontanata anni prima... Lelio racconta un ritorno alle radici soffermandosi da un lato sul quadro ambientale di soffocante conformismo e tutto declinato al maschile, dall'altro sul riaccendersi della passione fra la protagonista ed una amica d'infanzia, ora moglie rassegnata di un rabbino. Ne risulta un film interessante e ben recitato ma non del tutto convincente, a tratti ridondante, per un bilanciamento tra le due parti faticoso e non privo di forzature.

Galbo 15/05/19 17:12 - 12392 commenti

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Il regista Lelio continua ad occuparsi di figure femminili più o meno irrisolte, come nei suoi film precedenti. In questa pellicola entrano preponderanti anche le motivazioni etico religiose e il clima morale opprimente legato alle comunità fortemente conservatrici a cui si contrappone l’intenso legame passionale delle due protagoniste. Il tutto descritto in modo realistico ma troppo distaccato per essere emotivamente coinvolgente, nonostante l’impeccabile prova delle due interpreti principali.

Ira72 24/02/20 14:55 - 1313 commenti

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Un film manieristico oltre misura, in cui gli orpelli grandi come macigni finiscono per schiacciare l'unico brivido di interesse che poteva derivare dalla storia saffica (peraltro interpretata così cosà). La trama è abusata (il peccato che giunge in una comunità religiosa bigotta), lo sviluppo è soporifero e l'ambizione del regista è eclissata da un calderone di cliché che davvero nulla aggiungono alla cinematografia americana degli ultimi anni. Il finale, poi, è sintetico come la parrucca di McAdams.

Giùan 23/01/22 10:55 - 4559 commenti

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Non che si sentisse il bisogno di un ennesimo ritorno in case ammantate di dogmatiche ipocrisie, dalle quali si fugge ma che evitare è impossibile, tuttavia il film di Lelio si salva dal(l'anti)conformismo cinematografico nel quale (per lo spettatore soprattutto) è troppo semplice scegliere il giusto e lo sbagliato, grazie all'innesto di un contraddittorio (la figura di David) e d'una appassionata (per quanto fisiologicamente forzata) ansia di riconciliazione (e forsanche redenzione). Il resto lo fa la tensione (anche erotica) tra le due protagoniste con la Weisz che effonde palpiti.
MEMORABILE: Il desiderio fisico irrefrenabile che coglie Ronit e Etsi; Il continuo ripetere il nome Ronit, che sembra palesare un omaggio alla grande Elkabetz.

Cotola 9/06/22 10:52 - 9043 commenti

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Tornata a casa dopo tanti anni per la morte del padre, la protagonista si scontra nuovamente con l'ortodossia da cui si era allontanata in passato. Lelio continua a proporre allo spettatore il suo cinema fatto di donne che resistono o provano a farlo. Stavolta però i risultati sono più sbiaditi, forse perché il personaggio principale non ha la forza, a causa di una certa banalità, che dovrebbe avere. Oltre alla prevedibilità del plot ci sono anche delle ingenuità narrative, ma non mancano alcune notazioni interessanti sulla condizione della donna nel mondo che viene rappresentato.

Enzus79 10/06/23 22:07 - 2895 commenti

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Tratto dal romanzo di Naomi Alderman: il ritorno a Londra, nella comunità ebraica, di una donna per il funerale del padre, abbandonato molti anni prima. Dramma piatto, se si esclude la cosiddetta scena hot. Pochi i momenti degni da sottolineare. Il finale, piuttosto prevedibile, non dà o toglie nulla a una storia che rasenta l'insipido. Nonostante ciò, apprezzabile il cast.

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