Bussano alla porta - Film (2023)

Bussano alla porta

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La nostra recensione di Bussano alla porta

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Shyamalan ritorna alla sua impronta religioso-filosofica per mettere in scena una sorta di pre-Apocalisse che può contare, almeno nelle prime fasi, su una bella atmosfera di mistero caratteristica delle migliori opere del regista: il nostro sa come spiazzare, come imporre un approccio inedito, molto personale, incuriosendo non poco chi guarda. Prendiamo l'incipit: un omone (Bautista) in un bosco avvicina una bambina (Cui) che sta infilando grilli in un barattolo di vetro. Con grande dolcezza i due conversano fino al momento in cui l'uomo, che le presenta come amici tre sagome in avvicinamento, le dice di avvisare i suoi di aprire, quando busseranno. La piccola torna a casa e i due papà...Leggi tutto di lei (ovvero la coppia gay che l'ha adottata), informati dello strano messaggio, sentono bussare e iniziano a preoccuparsi.

Da dietro la porta l’omone comincia a dire che deve assolutamente entrare insieme alle tre persone che sono con lui (armate di strane lance) perché deve comunicare qualcosa di vitale importanza. Al rifiuto, i quattro assediano il casolare fino ad accedere con la forza e legare i padri a due sedie cominciando (molto lentamente) a spiegare cosa ci fanno lì e il concetto fondamentale: l'Apocalisse sta arrivando e per fermarla esiste un unico modo. Uno di loro tre (bimba compresa quindi) dovrà morire per mano di uno degli altri due. Scambiati per una manica di matti invasati, gli intrusi non vengono creduti e Andrew (Aldridge), il padre meno calmo, comincia a dare in escandescenze. La flemma di chi gli sta davanti è tuttavia disarmante, e si capisce come i quattro siano assolutamente convinti di ciò che dicono. Come dissuaderli? Non è facile, anche perché per ottenere il loro scopo hanno un sistema piuttosto insolito ed efficace...

Lavorando molto sull'atmosfera e servito da un'eccellente fotografia, Shyamalan cerca di prolungare quanto più possibile il clima di mistero. Non carica di banali sfumature di delirio nevrotico gli intrusi riservandole semmai ai prigionieri (a uno solo a dire il vero, perché l'altro padre, Eric/Groff, è decisamente più pacato e tramortito dagli eventi) in un gioco di interessante ribaltamento delle parti; un gioco anche discretamente studiato, con l'introduzione del tema gay che, affrontato con maturità, poteva essere un valore aggiunto, ma poi una quantità di flashback pressoché inutili quanto anonimi dà subito la sensazione di una vicenda che verrà tirata per le lunghe ripetendosi senza grandi idee.

La sceneggiatura infatti ristagna e, capita l'antifona, viene in mente che una situazione per certi versi simile era stata meglio sviluppata nel SACRIFICIO DEL CERVO SACRO. Qui tutto è più semplice e riconducibile alle tipiche religioni alternative di cui Shyamalan aveva testimoniato in film come THE VILLAGE, ma si procede qui senza sussulti fino a quando il tedio prende il sopravvento accompagnandoci verso il solito finale a sorpresa, che in questo caso sa un po' troppo di telefonato. Sarà l'unico ambiente, saranno personaggi scarsamente empatici, saranno gli espedienti narrativi poco fantasiosi ma arrivati ai titoli di coda si rischia di restare assai delusi. Apporto modesto della colonna sonora, recitazione senza guizzi. Siamo dalle parti di E VENNE IL GIORNO, come risultati, e non è una buona notizia...

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Tutti i commenti e le recensioni di Bussano alla porta

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/02/23 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/06/23
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Rambo90 15/02/23 01:38 - 8026 commenti

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Shyamalan cambia radicalmente il tiro rispetto alle ultime prove e ci porta all'interno di una baita in cui lo spettatore deve decidere a chi e a cosa credere. Prima parte tesissima, ben strutturata, in cui si gettano le basi e i semi dei rispettivi dubbi. Seconda leggermente in calo con ovvi tentativi di fuga ma che si apre a un finale che potrebbe anche far commuovere i più sentimentali. Girato bene, con una bella fotografia quasi ottantiana, e ben interpretato da tutto il cast, con Bautista in cima, la cui corporatura fa a pugni con la gentilezza del personaggio. Buono.

Gestarsh99 15/02/23 15:35 - 1395 commenti

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Ambasciatori di ambasce e inflessibili come esattori di Equitalia, quattro Testimoni di Geocalamità, in missione per conto di Dio solo sa chi, recapitano a una famiglia l'ingiunzione di pagamento di tutte le colpe umane. Non aspirano alla polvere eterna ma vorrebbero aspirarla e metterla nel sacco prima del patatrac. La fine del mondo rintocca nel bosco in nomine Shyamalan: suspense golosa, imponderabilità, smania di epifania, la massellanza da triceratopo di Bautista. L'epilogo insignificante azzera però miseramente ogni cosa, smascherando una precaria catastrofiction. La Pocalisse.
MEMORABILE: L'amichevole incontro nel bosco fra il mastodontico Bautista e la piccola Kristen Cui, intenta a raccogliere e imbarattolare grilli tra i fili d'erba.

Nick franc 18/02/23 23:18 - 549 commenti

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Non facile da giudicare: riesce a tenere la tensione e a catturare lo spettatore ma il serioso sermoneggiare di Bautista e compagni annunciatori dell'Apocalisse è sovente a rischio sghignazzo (e le performance allucinate di Grint e Quinn non aiutano). Shyamalan ripercorre sentieri che già conosce con i soliti pregi e difetti, la confezione è di gran classe (la fotografia di Blascke e Grant e le musiche di Herdis Stefansdottir sono formidabili) ma stavolta il twist finale è molto meno sorprendente (anche se ciò non è necessariamente un male). Nel cast bene Aldridge e Groff.

Lupus73 21/02/23 11:54 - 1610 commenti

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Inizia come un home invasion nella casa nel bosco di una coppia gay maschile, padri putativi di una bimba orientale, ma poi si rivela come pellicola mistico-apocalittica in cui la verità rimane incerta fino ad un certo punto. Il soggetto non sarebbe male ma per come viene sviluppato siamo ben lontani dal tenore delle migliori produzioni del regista. Il pathos e la drammaticità sono alti, la tensione è palpabile nella prima parte ma poi tutto scivola via piuttosto innocuo lasciando ben poco di consistente allo spettatore. Sinceramente non se ne sentiva la necessità.

Leandrino 22/02/23 10:08 - 531 commenti

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Con un inizio sorprendente e carico di tensione - tutta incarnata nel contrasto fra il nerboruto e tatuato Bautista e un'atmosfera da fiaba con bambina -, Shyamalan magnetizza l'attenzione e fa ben sperare. Degno lo sviluppo tra mistero, suspense e pericolo, mentre l'attenzione ai personaggi, delineati con pochi e decisi elementi, rende possibile un minimo di empatia. Si perde un po' sulla strada dell'epilogo: tra buoni sentimenti e (neanche troppo) pallidi rimandi alla Fede, il film diventa una specie di summa della precedente filmografia del regista; non che questo sia un difetto.

Herrkinski 22/02/23 14:56 - 8760 commenti

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Rispetto al romanzo da cui è tratto, si smussano gli angoli più scomodi giungendo a un finale più rassicurante che rimane deludente a prescindere; dopo aver fatto montare per tutto il film la tensione e la curiosità di sapere come va a finire, la conclusione arriva scontata e fa assestare il giudizio verso il basso. Si ricorderanno perlopiù l'ottima fotografia (è stato girato con lenti degli anni '90) e la prova convincente di un sempre più bravo Bautista; il resto è fuffa catastrofica con strizzate d'occhio al politically correct in voga ad Hollywood, come ormai d'abitudine.

Daniela 3/03/23 21:25 - 13295 commenti

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Famigliola in vacanza in mezzo al bosco riceve la visita di quattro profeti di sventura che le impongono una scelta: sacrificare uno dei suoi componenti o condannare l'umanità allo stermino... Siamo dalle parti del Vecchio Testamento con tanto di citazione esplicita in una parabola che richiama per un aspetto decisivo Il sacrificio del cervo sacro, film di ben altro spessore. Se Old metteva in scena malamente una bella idea di partenza, qui la messa in scena è eccellente ma è il plot a convincere poco nella sua linearità che non riserva sorprese salvo una, che non si può svelare.
MEMORABILE: Bautista gigante buono maestro in una scuola elementare: ma riuscite a immaginare che gran cosa sarebbe?

Il ferrini 3/05/23 01:59 - 2707 commenti

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Solo Shyamalan poteva girare un film in cui un gay deve uccidere il compagno per salvare il mondo, soprattutto in tempi come questi. E per quanto sia paradossale l'incipit, si tratta di un'opera che funziona magnificamente, con un crescendo tesissimo in cui lo spettatore passa continuamente dall'incredulità al dubbio che l'assurda profezia sia reale, esattamente come accade ai protagonisti, per cui l'immedesimazione è totale e spiazzante. Magnifici i primi piani iniziali del gigante e la bambina in campo e controcampo fuori asse come in Servant. Gran fotografia. Gioiellino.

Kinodrop 18/06/23 19:12 - 3426 commenti

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Una specie di home invasion in cui gli invasori sono o si credono in buona fede e portatori di un messaggio che dovrebbe salvare il mondo da un'apocalisse imminente previo sacrificio di uno dei tre abitanti del casolare. L'idea si mostra subito, da una parte ovvia e risaputa e dall'altra non riesce che a reiterare la contrapposizione tra scetticismo e ricatto morale (ma con minacce fisiche annesse) rivelando la fragilità di un plot che può incuriosire, ma che alla fine snerva per l'indecidibilità che attanaglia la situazione. Cast mediocre, buona la fotografia. Un po' meglio di Old.

Pumpkh75 26/09/23 16:06 - 1901 commenti

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A Shyamalan vien spesso rimproverata la tendenza a sacrificare il film e la sua idea sull’altare di quel twist finale che deve per forza sbalordire: per una volta che esce dal seminato (tra fotografia, costruzione della tensione e, perché no, anche regia c’è di che rallegrarsi), è proprio la chiusura intuibile e biblicamente fiacca a farci storcere il naso. Sufficiente, ma non eccezionale, il resto del listino: l’impacciata buona volontà di Bautista, le morali a buon mercato su famiglia e senso del sacrificio, le sentenze e i flagelli. Diversamente godibile e imperfetto.

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Nando 30/10/23 14:57 - 3911 commenti

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Una pellicola controversa e claustrofobica, nonostante la vista del lago e del bosco circostante. Shyamalan torna all'Antico Testamento e realizza una pellicola ove una famiglia con due padri deve sacrificarsi per salvare il mondo dalla distruzione incalzata da quattro visionari non violenti ma ingombranti (vedi Bautista). Dopo una prima parte interlocutoria si arriva per gradi, non senza qualche lieve fastidio, a un finale quasi memorabile ma comunque di valido impatto. Simpatica la bimba asiatica.

Pinhead80 3/11/23 12:25 - 5469 commenti

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Shyamalan riesce come al solito a creare atmosfere iniziali altamente intriganti, tanto da lasciar presagire sempre di trovarsi di fronte a un film di altissimo livello. Purtroppo, come spesso gli accade, le buone premesse vengono in parte disattese, soprattutto-  in questo caso - per quanto concerne la seconda parte, più scontata e prevedibile. Nonostante ciò l'opera e ben congegnata e si vede che si basa su una sceneggiatura molto solida. Si poteva azzardare di più nel finale, in modo da aggiungere quel qualcosa in più che avrebbe elevato il film da sufficiente a buono.
MEMORABILE: La televisione che via via annuncia le catastrofi nel mondo.

Enzus79 24/11/23 22:10 - 3287 commenti

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Tratto dal romanzo di Paul G. Tremblay: in un cottage nel bosco una famiglia è presa in ostaggio da quattro sconosciuti. Thriller con fattezze apocalittiche discretamente riuscito. La prima parte è quella migliore, con momenti di tensione alti. Poi le dinamiche diventano un po' contorte e spuntano molti interrogativi. Regia di M. Night Shyamalan piuttosto efficace.

Bizzu 27/02/24 13:08 - 218 commenti

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In questo caso la frase fatta "il libro è molto meglio del film" calza a pennello. La storia spigolosa e fortemente destabilizzante narrata nel libro viene filtrata annullando sia il pathos dei momenti precedenti all'invasione, sia il piacevole disorientamento finale, proponendo una conclusione conciliatoria e soprattutto spiattellata che annulla ogni brivido dato dall'incertezza. In generale non un brutto film, ma una minestrina insipida.

Anthonyvm 1/05/24 01:41 - 6589 commenti

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Dopo aver firmato con Old una delle sue prove filmiche più deludenti, Shyamalan si riassesta su valori passabilmente mediocri con un thriller psicologico a sfondo apocalittico, reminiscente di (migliori) opere quali Take shelter o Il sacrificio del cervo sacro. Si apprezzano il look old-style della pellicola, il cast e la discreta gestione della suspense da parte del regista, che catapulta i protagonisti nell'incubo già dalle primissime scene. Convincono un po' meno l'uso di flashback spezza-ritmo e, soprattutto, la soluzione finale, poco fantasiosa e per nulla appagante. Così così.
MEMORABILE: Il segmento home-invasion all'inizio; I sanguinari rituali dei quattro fanatici; Le immagini dei disastri nei notiziari in TV; La pistola in macchina.

Galbo 7/08/24 20:23 - 12670 commenti

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Un buon ritorno per il regista M. Night Shyamalan, alle prese con temi importanti come il determinismo religioso e il significato delle scelte individuali. Il regista adopera la metafora dei cavalieri dell'apocalisse per una storia che "prende" fin dall'inizio e mantiene alta la tensione anche grazie all'uso del flashback che contribuiscono a definire il carattere dei due personaggi principali. Interessante e per certi versi soprendente la scelta di Dave Bautista in un ruolo non facile, che l'attore interpreta egregiamente.

Piero68 9/08/24 13:19 - 2996 commenti

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Costretto ormai addirittura a copiare se stesso per mancanza di idee, il regista indiano propone l'ennesimo film catastrofista piatto e noioso. Pochissime emozioni, zero colpi di scena e una "suspense" che tarda ad arrivare. Decisione bizzarra, inoltre, quella di non mostrare le (pochissime) scene di violenza. Insomma qualche aereo che precipita è il massimo della tensione che la pellicola riesce a offrire. Davvero troppo poco. Da salvare giusto la fotografia (interessante) e la prestazione di Bautista. Come al solito, inoltre, finale a interpretazione.

Katullo 10/08/24 20:19 - 425 commenti

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Si ha il forte sospetto che il buon Shyamalan abbia esaurito già da un paio di occasioni le cartucce-a sorpresa per darsi, sempre con profuso impegno, alle fantasticherie mal interpretate (Old) o ai sermoni biblici per i quali se la recitazione riesce grazie al cast meglio ispirato (anche il giovane Aldridge non è male), è la sceneggiatura che affoga tra tsunami e pandemie di cui si era già belli rigonfi. E dire che qui la fonte letteraria concludeva anche in maniera più decisa, sebbene spietata. Ma se apocalisse deve essere... Probabile che la fama acquisita basti e avanzi. Però.

Giùan 28/08/24 09:23 - 4955 commenti

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Toc toc! Chi è? Son io, son M, Night. E' tornato il cinema di Shyamalan, coi suoi "segni", il suo cottage ai confini del mondo, la sua attesa del giorno che arriverà. Obliata la consapevolezza registica al servizio di un dinamismo finalmente nuovo (corredato anche da una essenziale filigrana ironica), eccoci ripiombati nel millenarismo cacadubbioso che ormai imperversa e che cinematograficamente ha una risibile resilienza (il film non regge una seconda visione). Una elementarità che solo le doti affabulative del nostro fan digerire, impedendoci di urlare "Non c'è nessuno!”.
MEMORABILE: Dave Bautista: grande grosso e straordinario.

Rebis 8/09/24 15:23 - 2480 commenti

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Vengono in pace, ma usano le armi per difendersi: sono i quattro cavalieri dell’Apocalisse. Ogni slancio filosofico (abramitico e kierkegaardiano), rientra dalla porta di servizio del moralismo; l’ovvio spiegone finale indispone e alcune soluzioni (gli aerei) sono al limite del trash post Asylum. Nondimeno, l'ambiguità è ben procrastinata e i due protagonisti rimangono credibili anche di fronte all’improbabile. Soprattutto, Shyamalan abdica finalmente la logica del twist per andare al fondo delle conseguenze. Notevole la presenza scenica di Bautista.

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Pigro 9/10/24 09:41 - 10144 commenti

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Sono quattro cavalieri dell’Apocalisse o solo quattro esaltati, che invitano una coppia gay con figlioletta a scegliere il capro espiatorio per salvare il mondo? Bel dilemma, che rimane aperto per tutto il tempo in un film claustrofobico e inesorabilmente spietato, che incolla alla visione e alla questione della responsabilità nella perenne alternativa tra la credulità (la fede, l’idea) e l’egoismo (il pragmatismo, la ragione). Ritmo perfetto, intercalato da rapidi flashback, con una tensione che non molla.

Gabigol 2/01/25 07:14 - 662 commenti

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Coppia gay con figlia asiatica si arrocca in un cottage per respingere l'intrusione di quattro individui. Da questo soggetto Shyamalan costruisce un esercizio di tensione implacabile, grazie al clima di sospetto tra le due fazioni e la mancanza di "prove" del contesto (interessante la dimensione domestica come espediente di cecità conoscitiva). La mancanza di fede e perdono verso gli altri è, per Shyamalan, la fine della razza umana. Da segnalare una bella fotografia e il solito, accurato, lavoro di regia. Bravo Bautista in un ruolo centrale.
MEMORABILE: L'incipit; La prima esecuzione; La sequenza del bagno; Il telegiornale.

Cotola 14/01/25 19:56 - 9560 commenti

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Solito film di Shyamalan in cui il regista indiano parte bene per poi gradualmente ingolfarsi e impantanarsi in dinamiche narrative e situazioni prevedibili, compreso il prevedibilissimo - presunto - colpo di scena finale. La colpa è di un'idea di partenza fulminante ma poi tirata troppo per le lunghe (per esempio con inutili flashback), tanto che poi la storia si fa pure ripetitiva. L'interesse per capire come andranno le cose c'è, ma pian piano cala e l'epilogo, oltre a essere (come già detto) telefonato, è anche poco coraggioso e poco cattivo, sebbene ci possa stare. Mediocre.

Magerehein 25/02/25 10:54 - 1244 commenti

I gusti di Magerehein

Puro Shyamalan nel bene e nel male; vale a dire che, come spesso s'è visto in altri suoi lavori, un'idea intrigante e ben avviata non viene sviluppata al pieno delle proprie potenzialità facendone risultare un'opera "solo" discreta. Il problema principale del film è che si segue con fisiologico interesse, però non riesce a suscitare troppi dubbi nello spettatore riguardo alle intenzioni degli "invasori"; ciò che dicono è incredibile, eppure, risultando costoro più digeribili della coppia di inquilini, ci si sente presto indotti a crederli nel giusto. Perfettibile ma non malvagio.
MEMORABILE: Leonard (veramente curioso il contrasto tra il suo aspetto fisico e le sue maniere).
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