Quando ti aspetti di assistere alla solita "sola" trashosa e cafona (con effetto cassa di risonanza del cosidetto cinema extreme che lascia il tempo che trova) che banchetta col grottesco e il delirio demenziale, e invece ti trovi davanti, inaspettatamente, ad un film elegante, raffinato, morbosamente crudele e pregno di fascino malsano, realizzato in modo impeccabile da un autore al massimo del talento narrativo, che dissemina pregevoli omaggi argentiani per tutta la pellicola (
Tenebre, Phenomena e
Suspiria in primis), rende uno straordinario tributo al
Cattivo tenente (il laido e sudaticcio ciccione in canotta che molesta sessualmente le due ragazze in auto) , per ammaliare nella bellissima e suggestiva sequenza della piscina del
Testamento.
Al seguito di quella villa sperduta nel parco, lager degli orrori di chirurgia sperimentale (denti strappati con la tenaglia, esportazioni chirurgiche, una agghiacciante spiegazione della creazione del millepiedi umano che sembra la parodia folle e terrificante del filmato animato di
Jurassic Park) dove un Lance Henriksen sputato dall'inferno con l'ossessione delle
Due sorelle depalmiane si sostituisce a dio, sottospecie di dottor Frankenstein, in simbiosi con Mengele , pervaso da onnipotenza come il dottor Moreau, che, nella sua lucida follia, nasconde buon gusto estetico e eleganza, filosofia spicciola, misantropia e raffinato spirito sadiano.
Six sorvola su inutili orpelli ultragore, si concentra sull'aspetto kammerspiel e sull'atmosfera malatissima e torbida, dove a mettere a disagio sono le defecazioni "digestive" ben poco ortodosse, un'infezione irreversibile che butta pus tra le mostruose cicatrici, le umiliazioni BDSM/animalè, frustate punitive, un larvato piacere sessuale deviato, fino al massacro finale (colpi di bisturi, a morsi nel collo, gole squarciate, sparati in testa in modalità romeriana) che non risparmia niente e nessuno, chiudendo in crudele desolazione e disperazione da lasciare basiti per il suo pessimismo cosmico.
Salò (ri) visto da Brian Yuzna, Cronenberg andato in acido, Miike che rilegge
Storie blu e
Terror blu, a un passo, da millepiedi, dal capolavoro.
A quando
The onania club?