Regista un tempo pregevole e mordace, Samperi si cimenta in un patinatissimo psuedo-porno da autore, riciclando tutta una serie di elementi già ampiamente mostrati (da lui stesso e dai colleghi) negli anni '70: peli al vento, lesbismo, rapporti morbosi e perversi, sopraffazioni sessuali, mogli insoddisfatte, suocere fasciste, mariti filocomunisti e via di seguito. Dietro tutto, si cela la decrepita, stantìa critica antiborghese... Ottima comunque la fotografia di Camillo Bazzoni.
MEMORABILE: Il bagno della Guérin e della Michelsen che si guardano il pube riflesso nell'acqua.
Melenso filmetto girato nel periodo dell'opprimente mania dell'eros patinato: del (meno) vedo e (più) non vedo. Vittima di una sceneggiatura ad effetto sedativo, il bravo Salvatore Samperi gira un'inutile pellicola vanificata dalla frustrazione dello spettatore, scatenata da immagini che definire soft è un eufemismo. Di prove attoriali manco a parlarne, essendo della partita le "ginfizziane" Florence Guérin e Katrine Michelsen. I nudi, su cui una simile operazione dovrebbe porre cardine, appaiono troppo falsati. Titolo più idoneo: Bonne nuit!
Io credo che il film non sia male, benchè tra i minori del regista veneto: ben fotografato, è diretto con uno stile kitch indovinato e una malizia erotica efficace. La Guerin è imbalsamata ma la LarsVontrierana Michelsen è bravetta.
Bello questo erotico di Samperi, lontano dalla volgarità e dalla esageratezza di certi altri. Belle le due attrici, sopratutto la danese che in versione acqua e sapone è ancora meglio. Non è certo un capolavoro, la critica antiborghese è ridicola, ma come film si lascia apprezzare. Evitate come la peste la versione che ogni tanto passa su mediaset: da quanto è tagliata falsa addirittura la trama!
Samperi all'ultimo tentativo di rilancio prima del baratro: conciliare l'eros patinato degli anni '80 con la critica antiborghese dei bei tempi, quest'ultima abbandonata nel disastroso Fotografando Patrizia. "La Bonne" vorrebbe quindi essere uno studio sulla corruzione morale della borghesia nell'Italia degli anni '50, coadiuvato dalle grazie del duo Guerin-Michelsen e da una confezione elegante. Il risultato non è all'altezza delle intenzioni: il film rimane confuso e non proprio indimenticabile. Buona l'idea, ma eravamo fuori tempo massimo.
Non mi sembra per niente brutto. La parentesi agreste a casa di Angela ha qualcosa di magico, è piacevolmente retorica (visivamente); lo squallore dell'ambiente familiare di Anna è mostrato con dettagli eloquenti, tipo la suocera che insiste a farsi leggere gli annunci funebri! Ridicole invece le beghe politiche del marito, messe lì a dare una patina d'impegno: ma se invece che avvocato fosse stato dentista, era lo stesso! Eroticamente accettabile: ma Angela è secca e slavata, e anche viziosa: soprattutto, ha il vizio di spaccare i piatti per terra!
MEMORABILE: L'orgetta col farmacista non è né mal pensata e assolutamente non è mal filmata, però lui è tristissimo, e poi quella musica magniloquente...
Film eroticamente torbido ambientato nella provincia italiana in cui si affrontano scene lesbo con risultati non certo esaltanti. Tuttavia lo spaccato borghesuccio anni 50 non è del tutto sbagliato, anzi presenta qualche spunto narrativo interessante.
La provincia bianca è sempre un bersaglio comodo; perbenismo, ossessioni, vizi nascosti nei salotti pieni di buone cose di pessimo gusto. Samperi si trovava più a suo agio nella sulfurea Sicilia, la polverosa Vicenza degli anni 50 finisce con l'impolverare anche il regista. Tecnicamente il film non è male, ben fotografato e tutto sommato il rapporto serva-padrona è descritto bene nei suoi ribaltamenti di prospettiva. Certo, ci sarebbero volute attrici migliori.
Samperi indovina solo qualche scena di fantasioso erotismo ma per il resto il film non ha nulla da offrire, è monotono ed al suo interno manca anche la basilare coesione tra i cambi di scena. Riesce persino a far rimpiangere il peggior Brass. Fallito anche il tentativo di inserire un po' di tensione. Vale la pena di vederlo solo per ammirare Florence Guerin e Katrine Michelsen (loro sì che sono davvero “bon(n)e”) nei loro giochetti lesbo. Come al solito distensive e piacevoli le musiche di Riz Ortolani. *!
Film girato all'epoca del soft-core patinato anni 80. Il risultato potrebbe essere migliore, il film stenta parecchio a decollare con la Guerin borghese finta moglie perbene e la servetta Michelsen finta ingeua, intenta a stuzzicarle i sensi. Gli uomini fanno la figura dei pollastri, marito politicante di sinistra (in Veneto?) e farmacista in vena di sniffate e perversioni. Risultato: alcune scene erotiche pittosto prevedibili, ma da Samperi ci si aspetterebbe qualcosina di più.
MEMORABILE: La suocera della Guerin che si fa leggere il giornale dalla nuora: "Solo gli annunci dei morti, il resto non mi interessa! "
Che Samperi ci sappia fare alla regia era cosa già risaputa e con La bonne ne dà ulteriore conferma. Sin dalle prime battute il regista spinge sul pedale dell'acceleratore in quanto a eros. Rispetto alle atmosfere "casalinghe" e semplici di Malizia, qui abbiamo un pout pourri di elementi agresti/sofisticati, di povertà/ricchezza che rimandano a un erotismo d'altri tempi carico però di una perversione dirompente e voyeuristica. Molto interessante.
MEMORABILE: La Guérin che spia eccitata la Michelsen...
Volgare softcore lontano decenni, nonostante l'argomento pruriginoso trattato, da alcune ottime opere del regista che qui fa un evidente scivolone nel cattivo gusto, trattando il rapporto lesbo affettivo come fosse uno squallido gioco erotico. Il titolo azzeccato richiama nella sua ritondanza la patinata e disinibita pellicola. E non bastano alcuni guizzi di regia per ovviare al cattivo gusto che permea gran parte del film. Inaccettabile l'accostamento ad una pièce di Genet.
MEMORABILE: La masturbazione delle due donne sullo specchio d'acqua che sembra uscita da un film hard.
Storia non originalissima, ma qui proposta in chiave piuttosto realistica sia dal punto di vista borghese che da quello proletario. La parte forte è quella erotica, in cui Samperi regala momenti che non è giusto classificare softcore e tantomeno patinature: è erotismo lasciato in libertà, o meglio libido che si manifesta a livelli diversi, legati alle diverse posizioni sociali e ai tabù dell'epoca. Quella del farmacista, avanti anni luce rispetto alla bonne (che non è quella che sembrava) e alla signora che chiede solo di essere accesa.
MEMORABILE: Le masturbazioni riflesse nell'accqua, un pezzo da antologia; Il sesso in auto, ovvero come risolvere una situazione in discesa.
Samperi spara a salve girando questo softcore patinato e innocuo; assimilabile, più o meno, a qualche filmino di Playboy dei più edulcorati e stucchevoli. Il ritmo è da colpo di sonno e l'avvenenza delle primedonne rischia di non poter essere gustata perché tra un passaggio inerte e l'altro intanto ci si è addormentati. Se si è riusciti nell'impresa di restare desti e arrivare sino ai titoli di coda sorgerà, probabilmente, il dubbio che solo se si fosse scelto di realizzare un hard l'operazione avrebbe avuto un minimo di senso.
“La bonne”: il trionfo della mediocrità (marito indaffaratissimo nella carriera e dunque assente, moglie assai piacente rinchiusa con la suocera... che dir suocera è un eufemismo, “serva” quantomai pruriginosa che, tra un servizio e l’altro, si apparta in casa con qualche giovane libidinoso). Eppure. Trattasi, comunque, di un film curato in cui le protagoniste meteore ammiccano morbide alle telecamere con grande nonchalance. Non male il finale.
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Io tra gli attori accreditati trovo anche Eva Grimaldi. Ma non so dove sia, non l'ho riconosciuta. Vabbé che a quei tempi doveva essere abbastanza giovane... Sicuramente non è la nuova domestica che compare nell'ultima inquadratura, perché mi dicono sia Antonella Ponziani. Chi ha visto Eva Grimaldi?
Scusa Zender se riprendo il discorso, ma visto che oggi è il Grimaldi day, giornata della riabilitazione della Grimaldi... (Ho letto post su "L'educazione fisica delle fanciulle"). Ti confermo che la suddetta compare tra gli attori accreditati in questo film, puoi eventualmente verificare anche tu ed aggiungerla? Io credo si debba rispetto al lavoro di qualunque attore;)
DiscussioneZender • 18/08/10 09:38 Capo scrivano - 48958 interventi
Sai Stefania, non è che qui nei cast abbiamo tutti i cast accreditati di tutti i film. Se ne mettono di solito una decina, quindi spesso rischian di rimanere fuori anche nomi imortanti. Poi le aggiunte si fanno "ad personam", come in questo caso. Vado ad aggiungerla.