Un cadavere viene ritrovato, disteso, nei boschi vicini al paesino di Highwater, nel New England. Vi ci passano accanto un po' tutti, ma sembra non interessare nessuno. Raramente la morte era stata rappresentata con tanta freddezza: è lo spunto per imbastire una black comedy dal puro spirito inglese, a cui Hitchcock ha sempre guardato. THE TROUBLE WITH HARRY, celebrato da più parti ed esordio eccellente per la dolcissima Shirley MacLaine (nonché prima collaborazione del maestro col musicista fidato Bernard Herrmann), è formalmente ineccepibile. Non una parola fuori posto, mai una caduta di gusto, una concessione volgare al cinema commerciale. Attori diretti con maestria, un paesaggio autunnale di...Leggi tutto rara suggestione e un finale coerentemente perfetto. Eppure, nonostante le indubbie qualità, THE TROUBLE WITH HARRY è una commedia datata, con un ritmo a dir poco sonnacchioso. Senza picchi, piatta nella sua confezione impeccabile, poco umorale, testimonianza di un modo di intendere l'umorismo ormai scomparso (un po' come era avvenuto per un'altra commedia hitchcockiana, IL SIGNORE E LA SIGNORA SMITH). Insomma, un cinema per spettatori d'altri tempi, oggigiorno solo una graziosa reliquia sorpassata, a differenza della produzione hitchcockiana di genere “giallo”, tutt'ora moderna e in alcuni casi insuperata. Se il Maestro di commedie ne ha girate pochissime (nonostante il suo dichiarato amore per l'umorismo e le notazioni ironiche che arricchiscono i dialoghi) un motivo ci dev’essere: evidentemente si accorgeva che senza suspense, senza colpi di scena, senza “intrigo internazionale”, il suo cinema ne risentiva. E molto.
Più un commedia che altro, con ibridanti commistioni giallistiche e drammatiche, per un Hitchcock decisamente minore. È un film freddo, in cui le persone ragionano e parlano quasi in modo impersonale. Ho trovato che Truffaut ha definito questo film come fatto "di una flemma esagerata". Come dargli torto? Certamente non fra i migliori del Maestro.
Commedia nera che a buon diritto si può inserire tra i classici del Maestro inglese. Tratto da un romanzo inglese, Hitchcock dirige una vicenda intrigata, ricca di colpi di scena e del suo tipico humor inglese. Bella la fotografia autunnal, alcuni momenti indimenticabili. Bellissimo esordio della giovane, bella e bravissima MacLaine; tra gli altri, i grandissimi Gwenn e la Natwick. Un film da riscoprire.
MEMORABILE: Le varie sepolture e dissotteramenti di Harry; il finale.
Episodio insolito nella filmografia del grande regista inglese, che può essere definito un noir di ambientazione bucolica; il film è in gran parte "giocato" sul contrasto tra il contesto idilliaco di un piccolo villaggio della provincia americana e la vicenda grottesca di un misterioso cadavere sotterrato e disotterrato più volte. Il regista tende a mescolare le carte in modo bizzarro, con colpi di scena dalle conseguenze imprevedibili. La bella fotografia fa da contorno al film. Non un capolavoro, ma molto godibile.
Gradevole commedia nera, che ha il suo punto di forza nelle interpretazioni dei protagonisti. Oltre alla brava protagonista Shirley Mac Laine, vanno segnalati due ottimi caratteristi: Edmund Gwenn e Mildred Natwick. Ottime le musiche, davvero riuscito: un piccolo gioiellino.
Un morto sconosciuto in un bosco: chi lo trova, chi lo nasconde... Il genio di Hitchcock riesce a colpire anche con un film decisamente impregnato di umorismo e ironia, costruito praticamente sul nulla. Fotografia azzeccata e cromatismi leziosi che rendono ancor più surreale tutta la vicenda. Un divertissement che tuttavia ha il segno inconfondibile del maestro e che avvince e convince.
Commedia nera di ambientazione insolita (la campagna del Vermont dagli incantevoli colori autunnali) e con un'idea divertente (il morto seppellito e disseppellito più volte, con una girandola di equivoci) ma dal ritmo molto, troppo rilassato, che lascia affiorare la noia. Oltretutto anche gli interpreti sembrano non prendere sul serio i rispettivi ruoli, il che non aiuta a trovare interessante la vicenda. Non brutto ma certamente minore nell'ambito della sua opera, è uno dei pochissimi film di Hitchcock che ho visto una sola volta e non penso di rivedere ancora.
Assistere ad un film di Hitchcock privo di vera tensione sembra una cacofonia cinematografica. Se da un lato la sua voglia di percorrere altre vie si dimostra comunque una tappa interessante per gli appassionati del re del brivido, non si può negare che a questo film manca quel qualcosa, identificabile nel crescendo di pathos, che lo rende minore nella filmografia hitchcockiana. Il regista si diverte ad analizzare i comportamenti umani di fronte ad un evento insolito, con una leggerezza piacevole ma che non lascia il segno. **!
MEMORABILE: "Beato chi non si aspetta niente perché non sarà mai deluso".
C'è il cadavere (è sempre al centro della scena), c'è l'assassino (o gli assassini), ma non è un giallo. I protagonisti, tutti intellettualmente elevati, anche il bambino (superarmato), sembra però non provino sentimenti, emozioni, che non siano quelli dell'amore (e del sesso). La morte è solo un disagio, un imbarazzo (The trouble with Harry), un qualcosa da sistemare in fretta e scordarsene. Dialoghi sofisticati, fotografia con caldi colori autunnali, tutto ordinato e lindo e firmato Hitchcock. Cosa è che non funziona allora? Il ritmo, blando.
Hitchcock non delude mai. E lo dimostra con questa briosa black-comedy, dove mescola il thriller (suo genere prediletto) con la commedia. Il risultato è una peculiare commedia degli equivoci, giocata intorno a un cadavere del quale non se ne conosce l'assassino (almeno fino al colpo di scena finale.) I personaggi sono ben disegnati e perfino le macchiette giocano un ruolo decisivo per lo svolgimento dell'intreccio. Forse non un capolavoro, ma sicuramente un film degno di nota.
MEMORABILE: "Il matrimonio è un magnifico sistema per passare l'inverno".
Ottimo esempio di umorismo nero targato Hitchcock che, pur lontano dalle vette dei suoi capolavori, confeziona una pellicola di alto livello, di gran lunga superiore alla media. Divertente ed intelligente, l’idea centrale del film viene ben sfruttata dalla sceneggiatura. Il tutto è corroborato dalla prova del cast (la MacLaine era al debutto) e da una confezione impeccabile in cui spicca una bellissima fotografia che sfrutta appieno i cromatismi autunnali.
Un cadavere che è solo un impiccio è al centro di una commedia nera con divertenti svisate grottesche, un cast esiguo e affiatato per un atipico film di Hitchcock che convince per il ritmo e la sceneggiatura tanto assurda quanto divertente. La regia non è delle più funamboliche ma la fotografia è ottima (specie nelle scene notturne). Questo è anche il primo film del Maestro con le musiche di Bernard Hermann, bellissime e fondamentali per dare il giusto ritmo e la corretta chiave di lettura delle scene più strampalate. Da rivalutare.
Commedia dai toni grotteschi dove un gruppo di personaggi disparati crede di aver provocato la morte di un uomo, poco amato dai più, mentre invece il decesso è avvenuto per cause naturali. Humour e paradossi all'insegna di un Hitchcock prima maniera, dove l'ironia fa la parte del leone, a discapito della suspense e dei colpi di scena, praticamente assenti. Noiosamente bello e a tratti piatto.
Lo strapiombo su cui è tesa la fune lungo il quale il film procede, in mirabile equilibrio, è la farsa. E non ne viene attratto, perché la stralunante compostezza emotiva dei personaggi, il loro inossidabile raziocinio (che li lega, in un formidabile unicum, ai ritmi adagiati della storia) sono elementi che portano a declinare la narrazione con la commedia misurata, a fronte, si badi, di reiterati quanto ridicoli maneggi di un cadavere e con grottesco balletto umano che vi si agita attorno. Sprazzi di calibrata suspense (la porta che non chiude).
MEMORABILE: Quando tutti i personaggi principali sono riuniti in una stanza, ove la sola luce di un abat-jour a terra ne allunga le ombre sulla carta da parati.
Un film insolito per Hitchcock ma contemporaneamente molto inglese nello spirito. Una black comedy dal ritmo flemmatico e ricca di umorismo understatement, ambientata nel bucolico Vermont nel periodo autunnale quando le foglie esplodono in una sinfonia di mille colori. Tutti gli abitanti di un piccolo villaggio credono di aver ammazzato un vecchio nel bosco ma tutti parlano del cadavere in modo banale, come se fosse un pacco, sminuendo la gravità del fatto sotto i limiti della verosimiglianza e creando un effetto comico paradossale per contrasto.
Strepitosa commedia nera ai limiti dell’assurdo, seppur composta e dotata di rigoroso quanto straniante raziocinio, vanta molti dei tratti distintivi del suo geniale creatore. Girandola di incomprensioni, autoindulgenze, colpe, luciferina contentezza. Divertissement invisibilmente sadico e sottilmente macabro, spaventosamente reale e sorprendentemente intelligente in quanto le reazioni dei protagonisti sono spesso e volentieri ciò che meno ci si aspetta. Pochi elementi, tantissima inventiva. Angelica l’abbagliante bellezza di Shirley MacLaine.
Quattro innocenti che si ritrovano a fare una congiura per sotterrare e dissotterrare un morto. Ma l'assurdità non si ferma alla trama e ogni elemento della pellicola ne è intriso, diviene quasi un indizio, un simbolo che lo spettatore dovrebbe cogliere. La paradossalità completa risiede nel fatto che, dopo tanto movimento, si ritorna alla situazione iniziale come se non ci fosse mai stato nessun "trouble with Harry"; ad avvallare questa considerazione gioca il fatto che gli abitanti sono tranquilli e anzi discorrono di cose futili. Non male.
MEMORABILE: La ripresa finale con la scritta "The trouble with Harry is over".
Un Hitchcock sicuramente particolare irrompe con una commedia che sorprende per l'umorismo sottile e macabro che si fa strada poco per volta disorientando chi è abituato alla suspence e alla serietà delle situazioni dei suoi film. Il Maestro si diverte andando a ironizzare sulla placida vita dei pochi abitanti di un paesino americano e soprattutto sulla morte di uno di loro, con equivoci che coinvolgono tutti i personaggi coinvolti, compreso l'unico bambino che non è in grado di distinguere i concetti di ieri, oggi e domani. Grande fotografia.
Si può fare un film con tanta tensione senza mostrare nulla di raccapricciante? Si possono trasformare persone per bene in macchine di menzogne? Certo, se dietro alla macchina da presa però abbiamo quel genio della suspence che risponde al nome di Alfred Hitchcock. Dal ritrovamento del corpo e sino alla fine non riusciamo a capire che cosa sia successo veramente. Tanti registi dei giorni nostri dovrebbero vedere e rivedere questo film per capire come si fa cinema, anche e soprattutto senza effetti speciali.
Commedia dai toni macabri e un po´ grotteschi che Hitchcock decide di farcire pesantemente con dello humour tipico della terra di Albione. A volte si fa fatica a capire questa sottile ironia e si rimane facilmente interdetti. Splendidi i colori autunnali come cornice, ma se vogliamo essere sinceri il film è debole e difficilmente viene voglia di rivederlo, vuoi anche per la eccessiva verbosità dei dialoghi.
Divertente commedia di Hitchcock che qui sfodera tutto il suo black humor mettendo al centro della scena un cadavere che sarà sepolto e dissepolto per un'ora e mezza. I dialoghi sono spassosi e il finale un autentico colpo di genio. Molto suggestiva la fotografia, soprattutto dei bucolici esterni. Tutti gli attori sono in gran forma, bambino compreso, ma su tutti spicca sicuramente la "dolce" MacLaine, nel film già due volte vedova ad appena 21 anni. Un Hitchcock insolitamente giocoso, da non perdere.
Alto tasso ironico per una commedia degli equivoci in cui Hitch si diverte a rappresentare la morte in maniera scherzosa. Non c'è tensione e la violenza è solo teorizzata, in quanto si parla del presunto omicidio di diverse persone in cui la vittima è sempre il povero Harry, ma senza nessuna scena forte. L'unico tema tipicamente hitchcockiano è quello dell'innocente che diventa colpevole. Anche questo però è presentato in chiave parodistica. Lontano dal capolavoro ma originale e divertente. Prima collaborazione tra Hitchcock e il compositore Bernard Hermann.
Il fantastico Techincolor, abbinato a un'ambientazionale naturale autunnale, conferisce al film il carattere di una favola impressionista dove tutto appare sfocato e indecifrabile. La realtà, da sola, sembra insufficiente per distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è, mentre i protagonisti sono troppo impegnati a chiudere i conti con la morte, cinicamente vista come un qualcosa da sotterrare e dimenticare, possibilmente senza esserne toccati. Bello, anche se un po' ridondante.
Una spiritosa commedia nera sottilmente eversiva predestinata al fallimento commerciale anche se non ha nulla da invidiare ai più celebrati capolavori del regista inglese. Splendida l'ambientazione nei boschi autunnali del Vermont, un tripudio di colori che da solo vale la visione. La "commedia della vita" secondo Sir Alfred che si diverte a mettere alla berlina la morte, l’istituto del matrimonio e il mito del buon vicinato. Ottimo il cast in cui spiccano Gwenn panciuto elfo dei boschi, l'esordiente MacLaine e il Forsythe di Dynasty.
MEMORABILE: “Beato chi non desidera nulla, perché non resterà mai deluso”; “È ottimamente conservata e le conserve in fondo sono fatte per essere consumate”.
Hitch si concede un'escursione nell'ironia e nell'humour pur prendendo spunto da un fatto di per sé criminoso. I protagonisti sono gli "innocenti" nonché strambi abitanti di un paesino del Vermont dipinto di splendidi paesaggi autunnali. La mano del regista si vede comunque e la vicenda si dipana tra colpi di scena e continui capovolgimenti di responsabilità "assassine". Se vogliamo una piccola, particolare chicca, tra i lavori del grande maestro.
Gli abitanti di un piccolo paese americano si ingegnano ad occultare il cadavere di un uomo. Sorta di commedia nera, uno dei film minori del re del thriller che pur avendo una trama abbastanza intelligente e cinica ha nei ritmi la sua pecca più grande: troppo bassi. Non mancano comunque i momenti ilari. Finale piuttosto scontato. Esordio di Shirley MacLaine.
Alfred Hitchcock, proprio nel bel mezzo dei suoi più grandi successi thriller, si permette un passaggio nella commedia realizzando un film grottesco, intriso di humour inglese e ambientato negli splendidi scenari autunnali del Vermont. Ed è proprio la straordinaria fotografia che salva la pellicola, poiché il suo leitmotiv comico è ripetitivo e stanca presto. Tutto il film è praticamente incentrato sul seppellimento e disseppellimento di quello che poi è il reale protagonista. Seguono i classici equivoci. Che rendono il film guardabile ma lontano dal capolavoro.
Un Hitchcock diverso dal solito ma comunque molto ispirato, che sfrutta sino in fondo la sua passione per l'humor nero mettendo in piedi una commedia molto simpatica e grottesca, con punte di macabro per l'epoca modernissime. Il cast corale è perfetto, con un grande Gwenn e l'esordio di una radiosa MacLaine, aiutati da dialoghi quasi teatrali per la loro velocità e arguzia. Bellissima la location del paese, valorizzata dai bei colori della fotografia. Notevole.
Un gruppo di personaggi insolitamente bizzarri in un luogo che invece è il ritratto della spontaneità. Al contrario di quanto vorrebbe farci intendere, tutto è sovraesposto fin dall’inizio, in questa black-comedy finemente psicologica, spruzzata di abbondante humor nero, leggiadra e kitsch al tempo stesso e con un registro decisamente camp. Non imprescindibile se si pensa ai lavori del maestro, ma a suo modo essenziale. Delizioso il cast.
Mal (e poco) visto, incompreso, profondamente inglese, piccolo compiuto capolavoro di Sir Alfred. Con consumato e al contempo fragrante gusto dell'understatement, Hitch apparecchia questa gita nella campagna del Vermont facendone sia un disincantato pezzo di cinema cinema che una riflessione autoironica sul proprio magistero del brivido. Tutti gli elementi del film si acconciano ad "assecondarne" la serena leggerezza: la partitura plastica di Hermann, i colori autunnali di Burks, la deliziosa recitazione (grandiosi il sonnacchioso Gwenn e l'assennato svampimento della MacLaine).
MEMORABILE: Le inquadrature di Harry; Mildred Natwick.
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il bellissimo autunno del Vermont doveva essere il grande protagonista del film, ma una tempesta ha spazzato via tutte le foglie dagli alberi proprio sul più bello, queste foglie sono state raccolte e spedite a hollywood per girare in studio ma con le vere coloratissime foglie di quei boschi.
In Blu-Ray Universal Pictures dal 3 Settembre 2013.
CuriositàZender • 27/06/17 17:41 Capo scrivano - 48271 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
DiscussioneRaremirko • 1/01/18 22:23 Call center Davinotti - 3863 interventi
Do ragione agli utenti che dan due palline al film, in particolare a Minitina.
L'opera è ultramacabra e a tratti addirittura quasi indelicata, ed ai tempi posso capire come possa non esser andata giù a tutti (chissà, magari Week end con il morto gli deve qualcosa).
Qualche lungaggine, qualche momento divertente, qualcosa da ridere per una delle poche, se non l'unica, commedia nera del maestro, solo in parte riuscita.
Bella fotografia.
HomevideoRocchiola • 30/12/18 17:52 Call center Davinotti - 1274 interventi
Bluray Universal ottimo con immagine pulita e dalla definizione sorprendente soprattutto in alcuni esterni dai colori caldi ed equilibrati. Presentato nel corretto formato panoramico 1.85. Un bel salto avanti rispetto all'edizione in DVD. Audio mono DTS 2.0 di ottimo livello chiaro e potente.