Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

È il primo film di Di Leo tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco, un sodalizio destinato a durare e a produrre ottimi frutti. In realtà Di Leo si prende molte libertà e usa le idee di Scerbanenco adattandole al proprio crudo stile registico. Addirittura già mentre scorrono i titoli di testa assistiamo a una lunga scena di stupro e capiamo quanto sia abile il regista a riprenderla senza scadere in particolari “scabrosi”. Così inizia I RAGAZZI DEL MASSACRO che, in breve, da poliziesco con velleità di indagine psicologica sul sociale si trasforma in un vero e proprio giallo, degno di appartenere, per alcune trovate, al nascituro spaghetti-thriller....Leggi tutto E tutto il finale, girato con stile esemplare, lascia col fiato sospeso. Una delle grandi doti di Di Leo è sempre stata l’estrema abilità nella direzione degli attori e infatti, se escludiamo la prova tutto sommato incolore di Susan Scott (lo stesso Di Leo ammise di averla un po' “trascurata”), siamo di fronte a ritratti psicologici efficacissimi: il commissario Duca Lamberti di Pier Paolo Capponi è incisivo e credibilissimo, il gruppo di ragazzi non sbaglia praticamente nulla (e sono stati scelti con un perfetto criterio fisiognomico) e perfino il futuro collaboratore degli show con Raimondo Vianello, Enzo Liberti, trova la giusta misura per il suo personaggio del questore. Ma forse la qualità migliore de I RAGAZZI DEL MASSACRO è il ritmo, che insieme all'ottimo montaggio mantiene incollati al video. Di Leo riesce a creare interesse in ogni scena, inventa dialoghi crudi ma, quando serve, anche ironici. Forse la storia è un po' semplicistica, non ogni particolare è credibile, si sorvola su molte cose, alcuni stacchi musicali sono discutibili, ma è un film originale, attuale e che non perde un colpo. Bella prova corale.

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Homesick 14/07/07 20:36 - 5737 commenti

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Di Leo prende ancora spunto da Scerbanenco e giunge ad un film che è, al tempo stesso, indagine socio-psicologica e poliziesco-thriller, con tanto di colpevole da identificare. La tensione si mantiene su alti livelli e raggiunge il suo climax nella scena dello stupro, silenziosa ma di un realismo agghiacciante. Bravi e credibili Capponi e Margine. La parentesi rosa finale si poteva evitare, comunque...

Renato 15/07/07 15:52 - 1648 commenti

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Ottimo film di Di Leo, con un inizio fulminante -tratto distintivo del'opera del regista pugliese- in cui vediamo il massacro del titolo. Poi parte l'indagine del poliziotto, un eccellente Pier Paolo Capponi autore di una prova volutamente forzata ma senz'altro efficace. Di Leo mantiene la tensione alta per tutta la durata del film, che a distanza di oltre 35 anni ancora colpisce lo spettatore come un pugno nello stomaco: peccato soltanto per la scelta di cambiare il finale originario del romanzo di Scerbanenco, che era molto più coerente a mio avviso.

Cotola 1/01/08 20:31 - 9350 commenti

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Mediocre e deludente film tratto da un romanzo di Scerbanenco, che dopo un inizio folgorante e violento si perde progressivamente col passare dei minuti prendendo sempre le strade più semplici ed usuali fino ad arrivare ad un finale piuttosto gratuito e comunque troppo sensazionalistico. Per fortuna in futuro Di Leo farà molto meglio.

Stubby 2/01/08 18:50 - 1147 commenti

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Buon noir di Di Leo tratto liberamente da un romanzo di Giorgio Scerbanenco. La pellicola parte subito molto duramente sbattendo in maniera cruda "il fatto" davanti allo spettatore, con una scena priva di rumori, che rende il tutto ancora più forte. Ottima la scelta dei ragazzi, presi direttamente dalla strada. Sicuramente un buon film.

Herrkinski 9/06/08 17:25 - 8473 commenti

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Di Leo è un ottimo regista e si vede anche qui. Tuttavia questo film non è dei suoi migliori, principalmente a causa di un ritmo abbastanza lento, che non mantiene le promesse della prima parte. Lo svolgimento dell'indagine è buono e gli interpreti sicuramente adeguati e convincenti, ma il film tende a rallentare progressivamente con il passare dei minuti e perde la tensione per strada. Il finale inoltre è abbastanza deludente. Resta comunque un film molto forte e in anticipo sui tempi, se si considera l'epoca in cui è stato girato.

Giapo 4/08/08 10:01 - 247 commenti

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Adattando un romanzo di Scerbanenco (cui rimane molto fedele tranne che nel finale, ahimè completamente stravolto), Di Leo mette in mostra e denuncia con crudezza un mondo ai margini della società ignorato, di cui la classe benpensante non voleva sentir parlare. All'epoca in cui fu realizzato il film suscitò scalpore per le tematiche che sollevava, oggi tuttavia appare superato: anche se si segue piacevolmente per il buon ritmo con cui è diretto, la storia risulta un po' banale, troppo legata alla sua epoca. Molto meglio il romanzo.

Undying 9/08/08 15:59 - 3807 commenti

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Primo film del regista ispirato ai testi di Scerbanenco. Di Leo anticipa il disagio giovanile, l'uso di droghe (i ragazzi fanno da tramite per contrabbando tra Svizzera ed Italia) ed il malessere esistenziale che già attanaglia adolescenti inquieti e costretti a diventare (cattivi) adulti prima del tempo. La violenza multipla in una scuola (di recupero) si compie dietro l'effetto dell'anice lattescente ma una mente perversa è a capo dell'intera matassa. Di Leo evita facili scene ad effetto e persino lo stupro collettivo è realizzato (suggerito) à la Hitchcock, con montaggio frenetico.

Deepred89 10/08/08 15:02 - 3805 commenti

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Tra i migliori e più sottovalutati film di Fernando Di Leo. Freddo, essenziale e curiosamente attuale, riesce a coinvolgere dall'inizio alla fine grazie ad una sceneggiatura semplice ma efficacissima. Poco esplicita ma molto forte la scena dello stupro, accennata durante i titoli di testa ma mostrata completamente solo verso la fine. Buona la colonna sonora. Da non perdere assolutamente.

Trivex 14/09/08 11:19 - 1788 commenti

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Stupro e omicidio di una povera insegnante di sostegno da parte dell'intera classe di non certo teneri pargoli, ubriacati da un potente liquore, nasconde un retroscena davvero perverso. Ottima prova del grande Di Leo, ben supportato dal Capponi, commissario duro ma col cuore tenero e da una comunque "sorridente" Susan Scott. Il film è pervaso dai timori tipici dell'epoca, con la sessualità sempre in primo piano anche nelle sue forme inconsuete, ma con un relativo rispetto per l'attenzione al recupero sociale. Solo il finale è relativamente sottotono.
MEMORABILE: Gli interrogatori del commissario nei confronti dei giovani stupratori: drammaticissimi, anche se nessuno viene picchiato.

Bruce 20/11/08 11:29 - 1016 commenti

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Ispirato a Scerbanenco, il film anticipa la nota trilogia sulla mala dell’autore ed è della stessa pasta, con in più la volontà di rappresentare, in tono realista, il disagio giovanile e l'uso di droghe. Ad essere a capo dell'intera vicenda è una mente perversa. Roba seria, con attori che sotto la regia di Di Leo danno, come sempre, il massimo. Capponi è il bravissimo commissario, alle prese con il branco, interpretato non da attori e per questo ancor più veri e credibili. Di spessore e con un finale mozzafiato, da giallo vero. Ottimo!

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Fauno 15/01/09 15:55 - 2232 commenti

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Non troppo scorrevole come i capolavori del decennio successivo del grande Di Leo. Va un po' a compartimenti stagni e arriva alla fine senza carburante dopo una buonissima partenza. Da considerare valido per il tema dell'omosessualità a quel tempo poco trattato in modo così drammatico in un'Italia ancora piena di tabù. Attualissimo il problema delle bevande alcoliche ad altissima gradazione in grado di suscitare reazioni violente e imprevedibili.

Tomastich 7/03/09 10:45 - 1260 commenti

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Contemporaneo ad un altro film basato su Scerbanenco (Venere privata), riesce nettamente a superarlo in scioltezza, grazie alla fortissima indagine psicologica operata da Di Leo, grazie ai grandissimi primi piani (ed il buon uso della macchina da presa) e grazie soprattutto alla scelta di un cast che guarda con un occhio di riguardo al cinema neorealista e a Pasolini. Ecco, inquadrare il film di F.D.L. in una sorta di "secondo neorealismo italiano" è la cosa migliore da fare. (Per correttezza il primo è quello storico, il terzo quello di Marco Risi).

Ghostship 22/04/09 14:22 - 394 commenti

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Ottimo thriller-noir di un Di Leo ispiratissimo che dirige bene gli attori, imprime un bel ritmo ad una pellicola molto parlata che riesce ad appassionare. I personaggi sono tutti interessanti ed anche la soluzione finale (da puro spaghetti giallo) non è banale.

Stefania 21/06/09 22:32 - 1599 commenti

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Interessante questa storia di "ragazzi cattivi" di una Milano degradata, "ragazzi di vita" che la loro vita non l'hanno scelta e sono pieni di una rabbia frustrata che cerca una vittima. E persino la loro vittima, la sceglie qualcun'altro per loro... Il ritmo perde qualche colpo nella seconda parte, il finale di Scerbanenco era meno sensazionale ma, forse, più coerente e sicuramente ancora più triste. Ottimi i dialoghi e ottima prova degli attori.

Daidae 19/08/09 01:40 - 3291 commenti

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Non il miglior Di Leo ma comunque un bellissimo film. Capponi abbandona la parte dello sgherro calabrese per mettere su quella del commissario duro ma riflessivo... e gli riesce benissimo (tipico di un grande attore). Si dice che i giovani attori fossero realmente dei ragazzi disagiati. Un po' strano il finale.

Daniela 6/07/09 14:39 - 13013 commenti

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Avrebbe le carte in regola per essere un grande film noir: un ambiente degradato da "scuola della violenza", un tema allora scabroso, tante facce inedite (i ragazzi, le cui le scarse capacità recitative si traducono paradossalmente in un tocco di autenticità). Tuttavia, nonostante l'efficacia di alcune scene (in particolare di quella dello stupro, dura e senza compiacimenti), la sceneggiatura non convince in pieno, in particolare nel personaggio (superfluo) della maestrina che diventa amica del commissario. Comunque interessante, da vedere.

Il Dandi 18/02/10 13:04 - 1917 commenti

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Un Di Leo para-pasoliniano assembla un cast di non professionisti presi dalla strada (i ragazzi del titolo) e li fa mettere con le spalle al muro da un sanguigno Pier Paolo Capponi (degno erede del Commissario Ingravallo di Germi). Il regista guarda fin troppo avanti rispetto al poliziesco italiano non ancora codificato, con un clima grezzo e neorealista da noir metropolitano, potenti e allucinate scene di azione e violenza che anticipano anche i motivi del thriller. Uso non banale del commento musicale (di Silvano Spadaccino).
MEMORABILE: La collera di Lamberti (Capponi) negli interrogatori: "Vi perseguiterò fino nei riformatori, vi aspetterò fuori!"

Tarabas 31/05/11 21:32 - 1888 commenti

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"Ragazzi di vita" ammazzano barbaramente un'insegnante. Chi c'è dietro? Arruffato adattamento da un romanzo minore di Scerbanenco, in cui Lamberti diventa un commissario e Livia un'assistente sociale. Parte con una scena molto forte girata con originalità, poi però si perde tra sociologismi di carta velina e uno sviluppo a dir poco insulso, fino allo spiegone a cui si arriva stufi, anche per l'orrenda musichetta di sottofondo (colonna sonora? Non esageriamo). Anche il tosto agente Mascaranti subisce una metamorfosi e diventa un prepensionato. Mah.

B. Legnani 4/06/11 23:19 - 5618 commenti

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Curioso film del primo Di Leo, che mostra nell'incipit (più che nel resto del film) il suo talento. Bizzarro il modo di inquadrare i primi piani, sfrutattissimi come negli spaghetti western, ma con non stabilissima macchina a mano. Ne esce una cifra più personale che riuscita, ma assai caratteristica. Buono Capponi, opaca la Scott (a proposito: si capisce sin dal primo incontro, visto il periodo del film, che andranno a letto insieme, prima o poi), disuguale la prova del cast giovanile, selezionato e truccato pure secondo vieti canoni lombrosiani.

Luchi78 13/06/11 09:59 - 1521 commenti

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Di Leo incide pesantemente la sua impronta registica su questo noir, scabroso nelle intenzioni ma non troppo nelle immagini. Scricchiola il ritmo nella fase centrale del film, un po' troppo poliziesca e senza particolari colpi di scena. Molto meglio sia l'inizio che la fine, nonostante ritenga il finale piuttosto scontato. Giusto parlarne bene, ma non vi aspettate un capolavoro.

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Nando 26/06/12 11:43 - 3869 commenti

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Il disagio giovanile cavalcato da un'organizzazione laida che sobilla gli alunni di una classe. Il regista pugliese conosce bene le sfumature del torbido e narra con lucidità la vicenda. Alcuni momenti sono realizzati con tocco sapiente, nonostante qualche ovvietà e un ritmo non proprio serrato.

Addison 20/06/12 13:27 - 90 commenti

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Allucinante, fastidioso delirio omofobo (era l'anno del caso Lavorini) impreziosito dalla firma di un regista oggi di culto e forse non privo di qualche tormento interiore. Non mancano sequenze efficaci, soprattutto nella prima parte (Di Leo sapeva girare); un film vale non solo per quel che dice ma anche per quel che sottintende e il terrore che traspare nei confronti di un mondo giovanile violento, ingestibile, sessualmente irregolare francamente deve essere parso eccessivo anche allora. Cast così così, a parte un buon Marzio Margine.

Myvincent 13/09/13 14:14 - 3885 commenti

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Un gruppo di adolescenti delinquenti stupra una giovane insegnante sino alla morte e sul caso indaga un caparbio ispettore di polizia. Film dalle velleità sociologiche e criminologiche, fa un buco nell'acqua, specie a causa della recitazione poco convincente del protagonista Pier Paolo Capponi, tanto fotogenico quanto buono solo a sbraitare di qua e di là. Sul filone Milano violenta & co.

Giùan 15/03/14 07:20 - 4794 commenti

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Pur presentando accenni di superficialità nel racconto e tipizzazioni eccessive nella descrizione antropologica dei ragazzi, il talento di Di Leo sta nel sublimare tali debolezze in una prospettiva arrembante dal punto di vista cinematografico e leale sul piano sociologico (lo stesso isterismo gaio di Fiorello è più segno dei tempi che indice omofobico). Fernando trova nella scrittura asciutta di Scerbanenco come nell’adesione passionalmente carismatica di Capponi una sponda che trascende il genere poliziesco per incarnarsi in Cinema tout court.
MEMORABILE: Lo sguardo cristallinamente sensuale di Susan Scott; Certi particolari (il saluto che Duca riserva a Mascaranti nel finale); La strigliata nel cortile.

Saintgifts 23/04/14 09:23 - 4098 commenti

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Cinematograficamente parlando il film si potrebbe concludere dopo la scena dello stupro di gruppo, sovrastata dai titoli di testa e preceduta da una sommaria, ma efficace, presentazione dei soggetti attraverso un grandangolo deformante (quel tanto che basta) per descrivere come l'esteriore possa rappresentare anche l'interiore. Di Leo qui raggiunge il massimo delle sue capacità. Il resto del film invece denota la sua pochezza, attraverso una sceneggiatura piuttosto scarsa e una recitazione che mette in imbarazzo. Un b/n avrebbe giovato.

Maik271 28/07/14 10:46 - 436 commenti

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Pellicola ispirata all'omonimo romanzo di Scerbanenco, girata in maniera pulita e professionale da Di Leo. I giovani attori sono ben caratterizzati mentre il protagonista Pier Paolo Capponi, pur bravo, non mi ha convinto (come invece ha fatto la Scott). Nel film non si fa cenno alcuno alla seconda tragedia che si aggiunge al massacro della scuola e che coinvolge drammaticamente la vita privata di Lamberti. Coinvolgenti le musiche. Consigliato.

Xabaras 25/04/15 01:33 - 210 commenti

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Efficace poliziesco ispirato al terzo romanzo di Scerbanenco dedicato alle indagini del Duca Lamberti. Di Leo, ancora lontano dalla poesia noir di Milano Calibro 9, è tuttavia capace di alcuni guizzi registici che paiono comunque anticipare molto del suo cinema futuro: come non citare sotto questo punto di vista le agghiaccianti sequenze dello stupro (quelle all'inizio ma specialmente quelle mute nel finale), girate con rigore e secchezza abbacinanti. Anche se il caso viene risolto il finale è senza speranza: i giovani coinvolti non avranno futuro.

Victorvega 5/06/15 20:49 - 502 commenti

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Scerbanenco al cinema. Inutile fare raffronti tra libro e film, ma è opportuno evidenziare l'aderenza nello spirito, nelle ambientazioni di un film che mantiene la barra dritta portando in porto la storia con le opportune variazioni rispetto a quanto scritto sul libro (l'esigenza era, credo, vista la contemporaneità col libro, di tenere un finale che la maggioranza del pubblico non conoscesse). Lo sviluppo della parte finale appare però accellerato e il finale meno efficace e credibile. Piacciono le interpretazioni (anche quelle dei ragazzi di vita, molto credibili).
MEMORABILE: Lo stupro di gruppo.

Tersilli 27/07/15 14:46 - 61 commenti

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Ottimo film del grande Fernando Di Leo. Partendo dal romanzo di Scerbanenco, il regista realizza questa straordinaria pellicola tra il giallo e il noir metropolitano che tiene lo spettatore sempre sulle spine, senza lungaggini. Capponi è eccellente e i ragazzi sono tutti bravissimi. Girato magistralmente, con una bella fotografia e musiche notevoli. Da non perdere. Quattro e mezzo pieno!
MEMORABILE: Gli interrogatori ai ragazzi e gli stacchetti musicali; L'interpretazione di Capponi; Le inquadrature con la macchina da presa a spalla.

Samdalmas 2/10/15 18:55 - 302 commenti

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Primo film di Fernando Di Leo ispirato a un romanzo di Scerbanenco. Lo stupro e l’uccisione in classe della maestra viene raccontato con un lungo e straniante flashback, girato con estremo realismo. Pier Paolo Capponi rivela il suo talento nel ruolo del commissario, che riprenderà nel Gatto a nove code. Nel cast anche Susan Scott ed Enzo Liberti, doppiato in milanese, mentre i giovani attori non lasciano il segno. Non siamo ancora ai livelli di Milano calibro 9 ma il valore resta alto.

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Matalo! 1/02/16 14:40 - 1378 commenti

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Insomma... A Di Leo non mancava certo la capacità di mettere in scena la violenza. La scena dello stupro rivista da Carolino nel delirio è magistrale per riprese e musica. Ma non mancano le sciatterie o le cadute di stile (quei violini quando entrano i ragazzi...). Ambiguo nella morale finale, modesto in molti movimenti di macchina. Susan Scott inutile presenza. Di buono c'è la milanesità della messinscena, anche se la città si vede di striscio. Perché Duca Lamberti diventi "Luca" non si capisce.

Hackett 14/06/16 18:48 - 1868 commenti

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Solido dramma giallo di Di Leo che al solito ama mostrare la crudezza delle vicende senza molti fronzoli. Il racconto di base di Scerbanenco è solo leggermente smussato per questioni di narrazione e probabilmente di censura, ma l'ossatura di questo atipico giallo resta sostanzialmente la stessa e colpisce per ferocia e desolazione sociale. Bravi anche i giovani interpreti che raccontano una "peggio gioventù" inquietante e credibile.

Rufus68 22/09/16 22:15 - 3902 commenti

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Parte bene e si affloscia inesorabilmente: Capponi è sin troppo esagitato e il personaggio della Scott pleonastico (insinuando persino qualche nota dolciastra). Il film, grazie alla costellazione dei visi dei ragazzi e dei caratteri minori, rimane comunque un documento sociale in grado di render palpabili odori e atmosfere di un'epoca altrimenti irrecuperabile. Notevole la scena del massacro, giocata sul non visto e immersa in un bagno sonoro psichedelico.

Didda23 31/10/16 10:05 - 2452 commenti

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Indubbiamente il punto di forza dell'opera è la straordinaria capacità registica di Di Leo, che confeziona uno stupro potentissimo mantenendo un'eleganza formale di pregevole rispetto. Peccato che la sceneggiatura, nonostante rispecchi tutti i canoni del genere, sia poco avvincente e convincente vuoi per la costante (e fastidiosa) recitazione sopra le righe di Capponi, vuoi per un finale di inefficace presa. Discutibile la scelta di "puntare sulla teoria lombrosiana" nella decisione del cast giovanile. Poca incisiva la Navarro (la bellezza è assoluta).
MEMORABILE: Lo stupro; L'anice lattescente; Gli interrogatori.

Bubobubo 19/11/18 02:10 - 1847 commenti

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Il romanzo, tra i migliori e più originali di Scerbanenco, avrebbe meritato ben altra messa in scena di quella che propone Di Leo, giocata continuamente al risparmio, modificando certi personaggi e introducendone di nuovi (il perché lo si coglie nel finale, la parte più deludente di tutta la pellicola). La scena iniziale dello stupro, un caleidoscopio di vedo-non vedo che gioca su inquadrature e montaggio, è il classico specchietto per le allodole. Avviso ai curiosi: se dovete scegliere, ripescate il libro!
MEMORABILE: La scena dello stupro.

Thedude94 20/02/19 00:40 - 1142 commenti

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Notevole racconto cinematografico di un massacro, architettato con criterio e un pizzico di follia, girato in maniera eccellente da un Di Leo che ci mostra i momenti più crudi e drammatici così come nel suo stile. Un Capponi ottimo recita il ruolo del poliziotto di turno, coadiuvato da una Navarro bella ma abbastanza apatica; i ragazzi sono tutti davvero bravi nell'interpretare ruoli stravaganti e non facili. Insomma, un'altra degna perla nella filmografia di un cineasta coi fiocchi.

Pessoa 21/02/19 23:36 - 2476 commenti

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In piena rivoluzione sessantottina Di Leo va controcorrente sposando una famosa polemica pasoliniana e usa lo spunto di Scerbanenco per un discorso tutto personale sulla corruzione giovanile. Il film traccia un confine ben preciso tra bene e male, rinunciando alle concessioni facili per la platea (il film infatti incassò poco) con un piglio a tratti quasi documentaristico. Il cast, molto ben diretto, vanta un Capponi in stato di grazia che mena le danze con carattere. Comparto tecnico discreto e ritmo non proprio elevato, ma va benissimo così.
MEMORABILE: Gli interrogatori ai ragazzi; La buona prova di Enzo Liberti in un ruolo per lui insolito.

Jdelarge 7/07/19 13:32 - 1000 commenti

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Di Leo realizza un film che cerca il crimine partendo dal gradino più basso della scala sociale fino ad arrivare a sviscerare il marcio nei piani più alti, ovvero quelli aristocratici. La mano del regista si vede in particolar modo nelle sequenze più cruente e nei curatissimi primi piani, in grado di immortalare le terrificanti facce dei ragazzi. Complessivamente, però, il film risulta troppo verboso e prolisso. Interessanti le musiche.

Gabigol 28/09/19 13:54 - 626 commenti

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Stupisce la modernità del canovaccio narrativo, capace di avvalersi di un'apertura scioccante (lo stupro) e di proseguire con ritmo, ferocia e attenzione ai dettagli per almeno i primi trenta minuti. Dopo il film cala fisiologicamente, tra confessioni estemporanee e qualche dialogo superfluo di troppo: la parentesi romantica, in tal senso, è piuttosto riempitiva. Eppure gli ultimi venti minuti, forse frettolosi visto il taglio corale, restituiscono una conclusione non banale e a suo modo inquietante, anche se prevale la frettolosità.
MEMORABILE: La sequenza iniziale; Gli interrogatori; La strigliata in cortile; Il coltello a serramanico; Lo stupro rivisitato in chiave onirica.

Capannelle 30/12/21 00:12 - 4513 commenti

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Poteva essere molto di più per le premesse iniziali e per l'aver scelto una struttura più riflessiva rispetto al solito poliziesco dell'urla, insegui e spara. Ma perde quota con una parte centrale che assomma una serie di debolezze (poliziotti macchietta, note musicali sballate, recitazioni sopra le righe, snodi narrativi troppo semplificati) e un finale deludente, tra fughe alla zampognara e un colpevole agghindato come una strega. Dal punto di vista sociologico qualche giustificazionismo di troppo, ma anche il merito di aver portato in scena certe dinamiche del gruppo minorile.

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Markol94 20/02/22 20:56 - 55 commenti

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Ingiustamente sottovalutato, parte con una scena molto cruda per poi proseguire con un ritmo a tratti un po' lento ma che non annoia. Molto curati anche i dialoghi. Solo l'episodio che scatena gli eventi finali è poco credibile (Capponi che manda il ragazzo a prendere le sigarette come se niente fosse?!). Capponi (qui doppiato, ma con la sua voce forse avrebbe reso la metà) davvero bravo, anche i ragazzi lasciano il segno. Tra le seconde linee alcuni volti che diventeranno presenze fisse nei successivi film di Di Leo (Ceccarelli, Palladino, Geri...).
MEMORABILE: L'angosciante colonna sonora.

Gugly 18/02/24 18:35 - 1201 commenti

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Prima di Milano Calibro 9, asciutto e "settantiano", il primo incontro tra di Leo e Scerbanenco consegna un film che risente in modo eccessivo di stilemi "old sixty" (musica roboante, dialoghi esplicativi e spiegone finale della soluzione tra ispettore e questore, trucco e parrucco della Navarro da rivista di moda); tra poliziesco e noir vince il giallo, che cresce per tutto il film sino al sorprendente finale; più del protagonista a risaltare sono "i ragazzi del massacro", con facce che sembrano quelle dei ragazzi raccontati prima su carta e poi su pellicola da Pasolini.

Pinhead80 1/08/24 19:56 - 5200 commenti

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Un gruppo di ragazzi che frequenta una scuola serale, violenta, sevizia e uccide una povera insegnante. Le indagini saranno serrate ma nessuno dei giovani sembra essere intenzionato a collaborare con le forze dell'ordine. Di Leo prende un romanzo di Scerbanenco e lo fa suo proponendo un film iper violento e morboso capace di osare sin dalle primissime battute e portando alla luce argomenti per l'epoca molto scabrosi. L'incipit è davvero indimenticabile e risulta un vero e proprio pugno nello stomaco. Il ritmo è bello teso fino alla fine e la conclusione è più che soddisfacente.
MEMORABILE: La strana sostanza all'anice che aiuta i ragazzi a commettere la violenza.

Amatoriale 1/09/24 01:25 - 12 commenti

I gusti di Amatoriale

Tra giallo e noir, un film teso e asciutto, che scorre senza inceppi dall'inizio (fantastico) alla fine, pur risultando datato rispetto ai successivi classici di Di Leo. Il personaggio di Susan Scott è di fatto superfluo e questo determina forse anche il suo imbarazzo persistente nella recitazione. Chi ha letto Scerbanenco potrebbe rimanere un po' deluso dalla trasposizione dei personaggi di Duca e Mascaranti, ma appagato da ritmo e atmosfere

Nicola81 12/11/24 19:34 - 2896 commenti

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Di Leo debutta nel noir adattando l'omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco, al quale resta sostanzialmente fedele tranne che nell'epilogo, forse meno coerente ma più imprevedibile rispetto a quello letterario. Lo stile registico è ancora da affinare (i primi piani si sprecano), ma l'indagine sociologica sulla devianza giovanile è condotta senza reticenze e purtroppo si rivela attuale ancora oggi. Convincente Capponi, poco incisiva la Navarro, le facce pasoliniane dei ragazzi lasciano il segno. Musiche di Silvano Spadaccino non da buttare, ma con alcuni stacchetti fastidiosi.
MEMORABILE: La sequenza dello stupro, non troppo esplicita ma brutalmente realistica; Il finale.
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MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione B. Legnani • 29/07/15 11:37
    Pianificazione e progetti - 15087 interventi
    Tersilli ebbe a dire:
    Ciao Buono, scusami se ti rispondo solo adesso, io a Milano calibro 9 di palle gliene darei 10!!! Però il massimo è solo 5.

    Fernando Di Leo è un regista che adoro.


    OK. Grazie per la cordiale risposta.
  • Discussione B. Legnani • 29/07/15 11:39
    Pianificazione e progetti - 15087 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Buono, i voti non si discutono, se giustificati nella recensione. Pertanto suggerire un 6 palle a un film che potrebbe avergli anche fatto schifo, per quel che ne sappiamo, non ha senso.

    Francamente, non capisco il... rimbrotto.
    Ho chiesto un'informazione, ribadendo da sùbito il rispetto per la valutazione.
    Tersilli, non a caso, mi ha cortesemente risposto.
  • Discussione Trivex • 29/07/15 15:51
    Portaborse - 1320 interventi
    Anche a me è piaciuto molto.

    Tra l'altro ho la vhs ma non ho più il lettore vhs..:(

    Ho cercato il dvd tardi e lo stesso è fuori catalogo.
    Qualche cosa si trova a prezzi elevati..
  • Discussione Zender • 29/07/15 16:10
    Capo scrivano - 48372 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Zender ebbe a dire:
    Buono, i voti non si discutono, se giustificati nella recensione. Pertanto suggerire un 6 palle a un film che potrebbe avergli anche fatto schifo, per quel che ne sappiamo, non ha senso.

    Francamente, non capisco il... rimbrotto.
    Ho chiesto un'informazione, ribadendo da sùbito il rispetto per la valutazione.
    Tersilli, non a caso, mi ha cortesemente risposto.


    Perché Buono, quando dici se dài quattro palle e mezzo a questo, cosa dài a Milano Calibro Nove? Sei palle?
    sarebbe come a dire: "metti i voti con giudizio, Milano Calibro 9 è di molto superiore, fatti due conti". Ma non è affatto detto che uno non possa pensare che Milano calibro 9 sia peggio, nel qual caso la tua frase perderebbe di senso. Se non è questo che volevi dire ti assicuro che la forma era equivoca.
  • Discussione Tersilli • 29/07/15 16:22
    Galoppino - 123 interventi
    Trivex ebbe a dire:
    Anche a me è piaciuto molto.

    Tra l'altro ho la vhs ma non ho più il lettore vhs..:(

    Ho cercato il dvd tardi e lo stesso è fuori catalogo.
    Qualche cosa si trova a prezzi elevati..


    Anch'io cercavo il dvd che ora è fuori catalogo, speriamo che la Rarovideo lo faccia riuscire (prima o poi!).
  • Discussione Buiomega71 • 29/07/15 17:43
    Consigliere - 26702 interventi
    Resta il mio Di Leo preferito insieme a Avere vent'anni
  • Discussione Tersilli • 30/07/15 09:52
    Galoppino - 123 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Resta il mio Di Leo preferito insieme a Avere vent'anni

    Avere vent'anni lo devo ancora vedere, di Di Leo ho tutti quelli con Luc Merenda (Il poliziotto è marcio è un capolavoro assoluto), oltre a Milano Calibro 9, La mala ordina e Colpo in canna.

    Il prossimo che mi vedrò credo sia Il boss, gli altri due film della trilogia mi hanno lasciato veramente a bocca aperta, stupendi!!!
  • Discussione Deepred89 • 30/07/15 15:07
    Comunicazione esterna - 1610 interventi
    Il mio preferito di Di Leo insieme a La mala ordina. Milano calibro 9, per quanto più "perfetto" di questo, non mi ha trasmesso le stesse emozioni, nè gli ho trovato la stessa carica rabbiosa e viscerale. E il finale da giallo, che proprio non avevo messo in conto, secondo me è un tocco di classe.
    Ultima modifica: 30/07/15 15:08 da Deepred89
  • Homevideo Rocchiola • 30/09/19 09:39
    Call center Davinotti - 1290 interventi
    Recentemente ristampato nel luglio 2019 sempre dalla Rarovideo. Credo si tratti ovviamente della medesima edizione ma la copertina indica una durata di 90 minuti:
  • Discussione Capannelle • 30/12/21 00:22
    Scrivano - 3751 interventi
    Ma la storia dell'Anice lattescente come bevanda che manda fuori di testa come nessun altra è rimasta confinata a questo film (ed eventualmente libro) o esistono altri racconti che la pongono in cima alle sostanze da sballo, dell'epoca ovviamente?
    Perchè nella mia misera ignoranza non ne avevo mai sentito parlare.

    PS da denuncia penale gli stacchi musicali durante gli interrogatori
    Ultima modifica: 30/12/21 00:28 da Capannelle