Note: Episodi: "Acqua" (Villaggio), "Aria" (Celentano), "Terra" (Pozzetto), "Fuoco" (Sordi, che riprende il personaggio di Nando Moriconi presente in "Un giorno in pretura" e in "Un americano a Roma")
Celebre film ad episodi, piuttosto disuguali. Bello quello con Sordi, che rifà l’americano “de Roma”; divertente quello surreale con Pozzetto (in tv viene tagliata una scena con la Ralli, per cui lo spettatore non capisce, nel finale, perché Pozzetto parli di collànt). Più deboli quello con Celentano (nonostante una paio di battute notevoli ed una Lilli Carati in fiore) e quello con Villaggio (nel quale si vedono Carmen Russo e Luca Sportelli, non accreditati).
Gli episodi sembrano essere messi in sequenza dal peggiore al migliore, anche se tutti meritano per qualcosa. Paolo Villaggio non si esprime come in Fantozzi e il suo episodio è molto interessante. Quello di Celentano poi è molto particolare (geniale la figura di King Kong). La battuta di Pozzetto che dorme in macchina e dice: "Stanotte sono ospite di Pinin Farina" è indimenticabile, ma il pezzo forte è l'episodio con Alberto Sordi, che riprende il suo riuscito personaggio "americano".
Nell'epoca del digitale, dei menu di selezione e della manipolabilità dei filmati, la formula a episodi torna comoda per operazioni di sintesi, che consentano di estrapolare il buono (qualche cosa di Pozzetto, la banale ma esilarante scenetta della triplice spaccata, con trauma finale nell'insulso episodio di Celentano) dal mediocre (tutto il resto) e di enfatizzare l'ottimo: l'inopinato ritorno di Nando Moriconi, coattissimo bodyguard, le cui calamitose attenzioni ridurranno in gelatina il povero Ugo Bologna: fantastico.
Buon film ad episodi, che raccoglie i mostri sacri della comicità italiana. Si comincia con un divertente episodio, un po' spinto sulle inquadrature di giovani desnude (tra le quali possiamo ammirare Barbara Magnolfi), con Paolo Villaggio che crede di dover diventare donna, si prosegue con la coppia Melato e Celentano ballerini (la Melato si impegna di più), un discreto Pozzetto-Ralli-Salce con partecipazione di Boldi, poi l'apoteosi con l'Albertone nazionale, guardia del corpo di Ugo Bologna. Un ottimo film!
Mediocre commedia ad episodi di cui il più famoso, nonché migliore, è quello finale con Alberto Sordi scatenato nel ruolo del bodyguard dai modi di fare incompresibili, per chi lo ha assunto (un esilarante Bologna). Il resto è qualcosa di invedibile, con storie banali, scontate e attori allo sbando.
Non male l'idea dell'incubo che travolge il bravo Villaggio, ma l'episodio viene stiracchiato senza brio tra un travestimento e l'altro. Pallosa la storia tra una Melato in gran spolvero e un Celentano col pilota automatico. Pozzetto è sempre lui, surreale ed efficace con le sue immancabili battute. A salvare il film però ci pensa Sordi, irresistibile col suo martellante e indimenticabile "commenda", incarnato dal buon Bologna. Era obbligatorio fare di meglio con cotanto cast a disposizione, ma Corbucci si è pigramente limitato al minimo sindacale.
Quartetto di episodi con cast di all stars racchiusi in un unico film commercialmente riempi-sala. A parte la confezione puramente commerciale e fine a se stessa, la pellicola, pur in forma discontinua, allieta lo spettatore con quanto di meglio potevano offrire, seppur stancamente, gli attori presenti. L'episodio più ricordato è l'ultimo con Sordi, che fa il verso a se stesso reinterpretando nuovamente il Nando Moriconi di Un americano a Roma. Gli altri episodi sono piuttosto divertenti o quantomeno scacciapensieri. Un po' datato.
Intitolati con i nomi dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco) gli episodi di questo film di Corbucci sono qualitativamente non tutti all'altezza. Il più divertente è quello con Sordi che dimostra di sapere ancora sfruttare il personaggio di Nando Moriconi che viene fatto invecchiare in modo efficace e malinconico. Piuttosto divertente anche l'episodio con la coppia Celentano-Melato, mentre appaiono trascurabili gli altri episodi.
L’astrologica domanda del titolo è esile pretesto per unificare quattro episodi molto deboli, nonostante l’impiego di grossi nomi della commedia italiana. Il primo segmento vede uno sparuto Villaggio recitare il solito repertorio fantozziano; il secondo non è che una gara di ballo in cui la coppia Celentano-Melato fronteggia Lacayenne e una Carati simpaticamente smorfiosa; nel terzo si distingue solo Salce aristocratico snob; nell’ultimo (**1/2) Sordi si riappropria del Nando Moriconi di Un americano a Roma, promuovendolo a guardia giurata invadente e disastrosa. Mediocre.
Quattro episodi molto diversi tra loro, in cui si ride grossolanamente. Villagio, reduce dai fasti fantozziani, non rende al meglio. Celentano e la Melato giogioneggiano troppo, Pozzetto è bravino come proletario stralunato. Sordi riprende il vecchio personaggio di Nando Moriconi con risultati esilaranti ma, ahimè, lievemente scontati.
Film composto da 4 episodi. L’episodio con Paolo Villaggio è una piccola ma gustosa farsa; l’episodio con Celentano e la Melato è abbastanza prevedibile (però ci sono Jack La Cayenne e Lilli Carati!); il terzo episodio è divertentissimo: Pozzetto è al suo meglio ed è magistralmente supportato da Giovanna Ralli e Luciano Salce; il quarto episodio (con Alberto Sordi) mostra come è diventato Nando Mericoni vent’anni dopo Un giorno in pretura e Un americano a Roma: imperdibile.
MEMORABILE: L’episodio con Pozzetto: una serie continua di battute assolutamente esilaranti; l’episodio con Sordi (da vedere dopo aver visto Un americano a Roma).
Simpatico film a episodi, ma non certo fra i migliori. Quello di Villaggio non è poi male, ma in vesti femminili Paolo è davvero laido, grottesco nel senso peggiore del termine. Insignificante quelli con Celentano e Pozzetto (anche perché non sopporto né la Melato, né Giovanna Ralli, che oltretutto considero entrambe velleitarie da un punto di vista, diciamo così, "estetico"). Carino l'episodio con Alberto Sordi, anche se non eccezionale. A questo film do la sufficienza a malapena...
Film a episodi molto diseguali. La parte del leone la fa Sordi, che ripropone un americano a Roma 30 anni dopo: e in 30 anni Nando Mericoni non è riuscito a mettere la testa a posto, nonostante ora abbia un lavoro serio... memorabile ma un po' malinconico. Anche Pozzetto lavora, è un umile muratore che perà riesce ad avere una rivincita sociale... un po' particolare. L'episodio vale solo per la presenza di Pozzetto e Salce. Gli altri episodi (uno squallido Villaggio in vesti femminili, Celentano e la Melato ballerini) sono insignificanti riempitivi.
MEMORABILE: Sordi prepotente e menefreghista che alla fine avverte alla radio: "Mi hanno rapito il 'comenda', da oggi sono disponibile per un nuovo incarico".
Il film parte benino, con Villaggio che cerca strade un po' diverse dal suo classico Fantozzi e riesce a strappare qualche risata; un sonoro tonfo è invece l'episodio con Celentano e Melato, entrambi evidentemente fuori parte, anche a causa di una storia noiosa e per nulla comica. L'episodio con Pozzetto, vagamente "wertmulleriano", si salva solo grazie a qualche battuta riuscita del comico e alla partecipazione di Salce; il migliore rimane quello con Sordi, che riprende un suo vecchio personaggio, creando strepitose gag insieme a Bologna.
Quattro episodi che rispecchiano l'Italia di quegli anni. I migliori, per me: la gara di ballo con la coppia Celentano Melato (e c'è anche Lilli Carati), quello di Sordi con Nando Mericoni a Milano che fa il Gorilla K2 al commenda. Simpatici gli altri due: uno con Villaggio che deve cambiare sesso e immagina tutti i tipi di donna e l'altro con Pozzetto che se la vede con i ricchi, tra cui compaiono Giovanna Ralli e Luciano Salce. Nel complesso un bel film, riuscito.
Classico settantiano a episodi, con tutte le disuguaglianze del caso. Il primo episodio, con Villaggio che si prepara ad accettare l'idea di dover cambiare sesso, mi è sempre sembrato il migliore per originalità e sintesi. Non memorabile quello più milanese e sociale con Pozzetto. Celentano (nella gara di ballo) e Sordi (gorilla all'ammericana del commenda Ugo Bologna) sfoderano dei piacevoli cavalli di battaglia: ma alla fine entrambe le esecuzioni risultano troppo prolisse. Televisivo e notturno.
MEMORABILE: Villaggio si immagina moglie sottomessa ad un uomo neanderthaliano; il "buongiorno" cantato dai domestici al commenda.
Film ad episodi come di moda all'epoca (qui sono ben quattro). Quello con Villaggio parte non male ma poi è troppo ripetitivo, il secondo con la coppia Melato-Celentano è noiosetto, quello di Pozzetto non è malaccio ma non mi è piaciuto il finale. Imperdibile invece l'ultimo, con Sordi assistito da un grande Ugo Bologna, episodio divertentissimo di gran lunga migliore degli altri.
Quattro episodi, uno per ogni elemento in cui sono divisi i segni zodiacali, tanto per giustificare il titolo. Nel primo Paolo Villaggio rifà il suo unico personaggio (che adatterà in tutti i suoi lavori, con poche eccezioni) quindi smorfie e battute prevedibili. Poi il film sale di tono con un Celentano così così e una Melato sopra le righe ma che, nel contesto, ci sta. Surreale, al solito, Pozzetto, nel terzo episodio, e infine Sordi, in sella ad una rombante Harley-Davidson (Nando Moriconi adulto), che ha trovato il lavoro adatto a lui.
Divertente film in 4 episodi: quelli con Villaggio e Pozzetto sono brevi, simpatici ma poco incisivi, ma comunque ravvivati dai protagonisti; i veri gioielli del lotto sono quello con Celentano e la Melato (affiatati e bravi) ambientato nel mondo delle balere e delle gare regionali di ballo e, soprattutto, quello finale con un Alberto Sordi strepitoso, che rifà il personaggio di Nando Moriconi, questa volta guardia del corpo di un ricco commendatore. Un film discontinuo, ma nel complesso godibile.
L'episodio con Villaggio è tirato via alla peggio. Quello con Celentano e la Melato è divertente e ci ricorda un'epoca (quella del ballo lissio). Anche quello con Pozzetto, Giovanna Ralli e Luciano Salce mi diverte, con molti momenti felici, estrosi. Quello con Sordi non riesco a rivederlo: è minestra riscaldata, la replica di un film già noioso a suo tempo. Purtroppo Sordi era già diventato troppo cosciente dell'essere un'istituzione. Quello che ha di buono, l'ultimo episodio, è la sua brevità. Sarebbero stati capaci di farci tutto un film.
Usuale film ad espisodi "made in 70's" nostrano. L'episodio con Villaggio non è male, ma i travestimenti se li poteva evitare (sono deboluccio di stomaco), quello con Celentano e la Melato insenso, mentre quello con il trio Pozzetto, Ralli, Salce è discreto. Ma quello chi non si scorda è Alberto Sordi nei panni del mitico mitico Nando Moriconi di Un americano a Roma, stavolta 50enne e bodyguard, davvero divertente, anche per la presenza di Ugo Bologna nel ruolo a lui più congeniale del cumenda milanese. Un film appena sufficente.
Film suddiviso in quattro episodi che in linea di massima risultano piacevoli: Il primo, quello con Villaggio, è forse il più "stancante", ma si tratta di gusti personali ovviamente. I momenti più divertenti sono quelli con Sordi che, pur rifacendo un personaggio già conosciuto a tutti, risulta sempre divertente e unico. Prestigiose la partecipazioni di Giovanna Ralli e Ugo Bologna.
MEMORABILE: Sto bozzetto marchigiano o pijiano pe n'orecchio e o sbattono fori daa finestra!
Tra un trascurabile Villaggio, l’appena decente Celentano, un Pozzetto in buona forma e divertente nelle sue battute stralunate, chi si impone in modo prepotente in questo discreto film a episodi di Corbucci è la Maschera della Commedia dell’Arte di Sordi, che riprende per la terza volta il suo fortunato personaggio di Nando Moriconi, diseredato trasteverino sbruffone e arrogante ma, in realtà, vigliacco e pusillanime. Poliziotto privato alle dipendenza di un "cumenda", travolge tutti e tutto con la sua presenza scenica e con la sua energia comica.
MEMORABILE: Nando Moriconi: da fanfarone mite e bonario degli anni ’50 con il mito dell’America a funereo e molesto poliziotto. Un segno dei tempi.
Commediola a episodi dalla fama a mio parere piuttosto immeritata. Si parte con un Villaggio fantozzeggiante che diverte alle prese con una tramina sciocca, spassosa ma prevedibile (**), si prosegue con Celentano e Melato che salvano una storiella esilissima su un concorso di danza (**), si tocca il nadir con un Pozzetto strozzato da una sceneggiatura inconcludente (*!) e si deludono definitivamente le aspettative con un Sordi scontato e machiettistico (ho preferito nettamente Bologna), che raggiunge giusto i **. Guardabile, ma deludente.
Complessivamente debole e sotto le aspettative. Facendo il necessario spezzatino, l'episodio con Villaggio prende **! perché alla fine, anche se la storia non trionfa, l'attore il suo umorismo lo sa esprimere. Deludente (e molto) Celentano: noioso, non arriva al mediocre *!. Riprendiamo un po' di slancio (ma non troppo) con un Pozzetto meno incisivo del solito e ci riportiamo a **!. Terminiamo con l'episodio del gorilla, secondo me un po' fuori film e nemmeno troppo divertente, ma con il suo perché e quindi giudizio **, equivalente a quello finale.
Commedia a episodi con un ricco cast di attori con poche frecce al proprio arco - e quelle poche sono appannaggio degli episodi con Alberto Sordi (il migliore) e con Renato Pozzetto. Quelli con Villaggio e la coppia Melato (assai brava) e Celentano risultano invece deludenti e privi di mordente.
Commedia a episodi, riusciti soprattutto quelli di Pozzetto e Sordi. Sordi riprende il gorilla dell'Americano a Roma. Pozzetto sempre visionario e surreale con una storiella ben amalgamata. Celentano e la Melato così così, mentre Villaggio qualche sorriso lo strappa. Nel complesso molto meglio di altre pellicole simili.
Quattro big della commedia non sempre bastano per fare un buon film. Si ridacchia qua e là, con Sordi forse sin troppo macchietta col suo Nando Moriconi (impeccabile Ugo Bologna), Villaggio e Celentano abbastanza scontati. Ritengo migliore l'episodio con Pozzetto, a suo agio nella figura del proletario infuriato e cinico.
Film come questo mi ricorda che di commedie insulse, di minestre riscaldate con un cast ricco di attori del momento che ripetono alla nausea i loro personaggi più celebri, non se ne fanno solo ora. Si ride, per lo meno, ma tutto è tirato per le lunghe nonostante la brevità degli episodi e alla fine ci si annoia anche un po'. Dimenticabile.
L’avvio è faticoso, in quanto l’episodio con Villaggio sfrutta in maniera deludente uno spunto originale, mentre l’episodio successivo, a parte i numeri di ballo di Celentano e La Cayenne e il debutto della Carati, ha poco da offrire. Il film decolla solo con le buone battute di Pozzetto, impegnato in un episodio piuttosto naïf e soprattutto col crescendo rossiniano di Sordi, che ripropone l’”ammeregano” Moriconi, un vero terremoto che si abbatte sul malcapitato “cumenda” Ugo Bologna.
MEMORABILE: Villaggio spiega perché non riesce ad accavallare le gambe; Pozzetto “ ospite” di Pinin Farina; Tutto l’episodio con Sordi.
Si ha sempre l'impressione che regga più per la bravura degli attori coinvolti (non solo le star: grandi Salce e Bologna) che per le battute con cui diverte solo a singhiozzi. Non mancano infatti in oltre due ore di durata fasi eccessivamente stirate come la lunga gara di ballo o la festa notturna alla villa. Simpatica qualche uscita di Pozzetto ("Sei vergine?" "No, ho i collant" e la descrizione del milione di lire), l'equivoco con l'amante di Bologna e le parti oniriche dell'episodio con Villaggio. Molto diseguale e davvero troppo lungo.
MEMORABILE: Sordi con la motocicletta; La corsa in bicicletta di Pozzetto; La canzone di buongiorno dei domestici di Bologna; La canzone dei titoli di testa.
Sordi fa Un americano a Roma, Celentano balla come in Qua la mano (fra l'altro c'è anche Lilli Carati), Villaggio fa Fantozzi e Pozzetto Il ragazzo di campagna. Ergo, se amate questi attori non troverete nulla di nuovo in questa pretestuosa quadrilogia degli elementi diretta da Corbucci in cui recita perfino Luciano Salce e forse sarebbe stato meglio il contrario. Ci sono alcune battute degne ma francamente il peso del film poggia quasi interamente sulle spalle dei protagonisti, fortunatamente bravi.
Film a episodi molto mediocre, ove solo la bravura dei protagonisti riesce a tenere "alto" il ritmo. Brutto l'episodio con la coppia Melato-Celentano; divertente solo in parte quello con Villaggio che crede di dover diventare donna; un po' meglio l'episodio con Pozzetto, breve ma incisivo e con qualche buona battuta; il migliore è l'ultimo, con Sordi e Ugo Bologna. Film evitabile.
Quadruplice episodio che con l'escamotage dei segni zodiacali rappresenta tematiche degli anni 70: femminismo, lotta di classe, rapimenti. Come note sui singoli: Villaggio e Sordi ripetono caratterizzazioni già viste, la Melato si apprezza per la versatilità e Pozzetto riesce sempre a tirar fuori l'umorismo sarcastico. Discreto l'uso dei comprimari come La Cayenne, Salce e Bologna.
Quattro capitoli dalla resa altalenante. Il primo, con Villaggio, esce nello stesso anno del primo Fantozzi ed è un piccolo bignami del personaggio, qui alle prese con una storia azzeccata. Il secondo, con la Melato e Celentano, è il meno interessante: principalmente si balla e per quanto la Melato cerchi di caratterizzare il suo personaggio, finisce tutto li. Quello di Pozzetto prende una storia normale e la trasforma quasi in un trip, con questo suo personaggio stralunato. L'ultimo è il migliore, con Sordi fantastico nei panni di Nando Mericoni.
Gli elementi dell'oroscopo in quattro episodi trainati da mattatori della commedia, ma se il cast è estremamente ricco e fa ben sperare, la realizzazione pecca nel risultato. Dei quattro spezzoni si salvano quello di Celentano - con un bell'excursus nel mondo delle balere - e di Sordi, che ripropone uno dei suoi cavalli di battaglia col gorilla K2. Purtoppo Villaggio gira completamente a vuoto e Pozzetto, complice una sceneggiatura misera, non riesce a incidere come potrebbe. La stessa lunghezza complessiva stanca non poco e la diluizione delle gag risulta deleteria. Peccato.
Uniti da un comune denominatore particolarmente pretestuoso, quattro episodio che fanno assestare il risultato complessivo tra il medio e il mediocre. Come prevedibile, a spiccare è quello in cui Sordi nei panni di una guardia del corpo che rende la vita impossibile al cummenda che deve proteggere: rivedere dopo tanti anni Nando Mericoni suscita nostalgia venata da un velo di tristezza. Discreto l'episodio con Celentano e Melati ballerini, bruttino quello con Pozzetto muratore che rinuncia ad una grossa somma per togliersi una soddisfazione, pessimo l'episodio con Villaggio.
Quattro episodi tenuti assieme, invero piuttosto flebilmente, dal filo rosso dell'astrologia, ai tempi parecchio in voga. In tutti i segmenti uno script non particolarmente efficace lascia gli interpreti principali liberi di dar sfogo a caratterizzazioni tipiche della loro comicità che senza un'adeguata sceneggiatura finiscono per diventare scontate. Sordi se la cava un po' meglio degli altri grazie al suo mestiere e paradossalmente le risate migliori le strappano i caratteristi, più avvezzi a questo tipo di cinema. Un film mediocre, costruito per un pubblico che oggi non esiste più.
1° episodio: Villaggio interpreta un marinaio sfigato in pieno trauma psicologico. Episodio non del tutto convincente, spesso disorientante, con i tanti diversi travestimenti da donna. 2° episodio: Anche questo non convince del tutto. Troppo lunghe le sequenze nella sala da ballo. Mancano le classiche battute di Celentano. 3° episodio: Nettamente il migliore. Ricco di battute e dialoghi memorabili. 4° episodio: la ciliegina sulla torta. Un fantastico Sordi che rifa l'americano a Roma. Negli ultimi due episodi si ride sul serio.
MEMORABILE: Pozzetto: "Venti party? Cos'è, una clinica?"; "Alberto Sordi: "Io non sono americano... sono della scuola americana".
Niente di speciale questa commedia a episodi di livello altalenante: il migliore è l'ultimo con Sordi che riesuma Nando Moriconi nei panni del gorilla pasticcione, seguito da quello con Pozzetto, capace di ravvivare anche i copioni più mediocri. Fiacco e tirato per le lunghe quello con la coppia Celentano-Melato (bravi ma sprecati), pleonastico e scontato il primo con Villaggio. Tipica produzione che punta tutto sui nomi di richiamo del cast ma priva di idee originali, diretta da Corbucci con il pilota automatico: anche la messa in scena pare sciatta e tirata via.
L'episodio di Villaggio è pessimo. Il duo Celentano-Melato è frizzante, il Molleggiato non è ancora a suo agio al 100% al cinema ma già lascia intravedere le sue qualità. L'episodio non è nulla di che ma almeno è ben recitato. Pozzetto, nonostante la storia esile, riesce a divertire a suo modo e con semplicità (Ralli da infarto e Salce simpatico). L'episodio di Sordi è l'unico valido: Alberto travolge e sconvolge con il suo "ammeregano" a Roma. Episodio divertente e brioso nonostante l'ossessività reiterante (ma tipica).
Antologico d'antan, con quattro mostri sacri della comicità tricolore alle prese con gli elementi naturali dello zodiaco. Il ritmo è più da trotto, anche se nella parte dedicata al duo Celentano e Melato si galoppa al tempo delle balere romagnole. Villaggio diverte con la sua abituale prossemica, Pozzetto si lancia in un' agrodolce rappresentazione della discrepanza sociale e Sordi interpreta uno dei gorilla più invadenti della storia. Complessivamente può considerarsi un film simpatico e nostalgico, sebbene non completamente riuscito.
MEMORABILE: King Kong; L'arrivo di Sordi in casa del commendatore; La sfida in bici di prima mattina.
Film decisamente diseguale: l'episodio di Alberto Sordi, che riprende il suo storico personaggio dalle suggestioni yankee, è molto divertente e soprattutto mostra un'evoluzione nel personaggio stesso, che fa i conti con il tempo passato. Celentano riesce comunque a far ridere, Villaggio ha comunque un certo mestiere. La vera caduta la porta Pozzetto, in un episodio senza nerbo.
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Questo è l'articolo de "La Repubblica" che parla dell'omicidio avvenuto nella "nostra" villa. La data in calce è 23 dicembre 1990. Nell'articolo si parla anche di un film TV della Rai girato con Virna Lisi
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 16 aprile 1985) di Di che segno sei?:
Il disco di Frank Sinatra presente nella camera del commendator Bravetta (Bologna) è"Come dance with me!" with Billy May and his Orchestra, pubblicato nel 1959 (Fonte Wikipedia).
Vorrei citare 2 momenti nell'episodio di Pozzetto che mi sconvolgono (in positivo) tutte le volte che li vedo:
-il maglione nel frigorifero perché fa più freddo in casa che li dentro.
-"è da mezz'ora che ti faccio dei segni che fra i quali mi sembra di essere Noschese"
da Wikipedia: Noschese: imitatore, showman, comico e attore italiano, considerato il più fecondo e popolare imitatore della storia della televisione italiana.