Coproduzione italo-francese tratta della farsa militare “Les Gaîtés de l'escadron” di Georges Courteline, ALLEGRO SQUADRONE è uno degli antenati dei vari STURMTRUPPEN, ben diverso dai lavori seri e quasi epici che Sordi interpreterà di lì a poco (LA GRANDE GUERRA). Nonostante l'apparenza datata tuttavia (colpa prima di tutto di fotografia e musiche) il film regge bene ancora oggi grazie a un montaggio furbo, una sceneggiatura vivace e un cast di ottimi caratteristi. Tralasciando pure Vittorio De Sica (che nonostante appaia come primo nei titoli di testa si vede solo negli ultimi...Leggi tutto venti minuti), troviamo un Alberto Sordi in forma smagliante, all'epoca nel suo periodo più “comico” alle prese coi suoi caratteristici intercalare (“Pussa via”, “Ma che vvoi” eccetera): non gli mancano i gesti, le smorfie e quel modo di fare tipico da sbruffone romano che ne decreterà il successo. Quando in scena comprare lui il ritmo si alza e spesso si ride. Tra i comprimari italiani troviamo poi un ottimo Paolo Stoppa (il maresciallo detto “il sorcio”), Memmo Carotenuto (è il furiere, coprotagonista della scena più divertente del film, in cui deve vestire con due scarpe destre e due sinistre un paio di richiamati a cui mancano divise e bretelle) e Luigi Pavese (è il capitano medico). Resistono ancora alcune lungaggini, ma il film è sorprendentemente vivo e se escludiamo le noiose parentesi amorose tra Daniel Gelin e Silvana Pampanini, la storia del malato di gola (una specie di Macario meno convinto) e poco altro, ci resta una farsa un po' datata ma ancora potabile.
Sarà per la coproduzione italo-francese e per l'autore di riferimento (Courteline), ma ambientare le farsesche vicende di un improbabile squadrone nella Francia di fine 800 sa di artefatto (soprattutto se dagli attori, a cominciare da Sordi, trapela un’intensa italianità). Perché poi l’irrisione dei riti militari, con sketch anche corrosivi, sarebbe universale (facendo la tara alla vetustà di situazioni o battute dall’umorismo stagionato), e allora tanto valeva ambientarlo in Italia. Ad ogni modo, ritmo discreto, interpreti efficaci in una ben orchestrata coralità, e alcuni momenti divertenti.
Assai deludente (*!). Se non ci fossero Sordi e De Sica sarebbe un disastro. Il tentativo di far ridere ogni trenta secondi fallisce anche nei film comici di serie A, figuriàmoci qui. Cosicché l'Albertone, che è totalmente fuori film (fa un soldato francese che parla romanesco...) riesce spesso a far sorridere con le sue gag (c'è anche "pussa via!"). Idem per De Sica, che inventa un italiano francesizzato che diventa la trovata che salva parzialmente la parte finale del film, nella quale scorre la fase forse peggiore, con Gélin e la Pampanini.
Debole farsa non esente da difetti e passabile appena una volta. Innanzitutto manca una vera e propria storia in grado di reggere in piedi il film, scarno e noiosetto, nel quale l’unico vero bagliore di luce è rappresentato da Sordi, il solo a possedere la personalità necessaria per regalare un po’ di brio a un’opera poco incisiva. Il difetto principale, infatti, risiede proprio nella personalità degli attori, per la gran parte carenti di fibra. Non deve ingannare, invece, la presenza di De Sica, essendo il suo ruolo marginale e poco incisivo.
L'allegro squadrone francese dei primi del Novecento è un insieme di caricature più o meno riuscite di militari scansafatiche e pasticcioni che dal mattino alla sera ne combinano un po' di tutti i colori. Il vero mattatore è Alberto Sordi, che dà colore a una commedia simpatica ma sgangherata con una sceneggiatura che assomiglia più a un insieme di scenette montate alla bene e meglio che a una storia vera e propria. Chi ha fatto il militare si riconoscerà in alcune situazioni e ne riderà di buon gusto.
Fiacca commedia militaresca che si pone in un sottogenere che ha attraversato con alterne fortune tutto il cinema italiano del dopoguerra senza mai sopirsi del tutto. I punti deboli sono uno script inadeguato, comune a quasi tutti i prodotti simili, e un cast poco incisivo, nonostante la presenza di attori del calibro di Sordi, che tiene in piedi il suo personaggio col mestiere e De Sica, che si limita al gettone di presenza. L'unico a distinguersi è Stoppa, che ci crede fino in fondo. Discreta la confezione mentre l'ambientazione francese è quantomeno anacronistica. Mediocre.
Farsa militaresca a basso costo (due location messe in croce) basata più su una serie di sketch che su un vero e proprio soggetto, in grado di fornire comunque un discreto intrattenimento grazie a un montaggio serrato e a battute servite a ritmo incessante. Non tutte le trovate comiche sono sfruttate a dovere e il tutto si chiude in maniera quasi improvvisa, ma il ritmo è sufficientemente svelto da non far troppo notare i difetti. Buon cast, con De Sica che appare come "guest star" nell'ultima parte, rilanciando il film quando rischiava di sprofondare nella monotonia.
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HomevideoZender • 17/06/08 11:32 Capo scrivano - 48336 interventi
Per chi amasse questo film d'altri tempi è in uscita il 19 giugno 2008 il dvd Medusa in versione restaurata digitalmente. C'è anche Sordi, nel cast.
Audio: Ita.mono
Video: 1.33:1
LOCANDINA ANNI 80
La locandina creata per la riedizione al cinema del 1982 (grazie a Deepred per la ricerca, si è anche individuata un'uscita certa nei cinema di seconda visione l'11 agosto 1982 a Torino) utilizza una grafica che ricorda certe commedie scollacciate dell'epoca. La postura dei personaggi e l'inserimento di un fondoschiena femminile non c'entrano nulla con quel film, uscito nel 1954 con ben altre forme di censura. Qui sotto il nuovo manifesto affiancato a uno dei tanti appartenenti a film "in tema" del periodo:
Mentre per gli altri personaggi dell'Allegro squadrone sono state rielaborate nella locandina immagini degli attori prese dal film originale, per il volto di Alberto Sordi è stato palesemente riutilizzato il disegno della locandina (opera di Renato Casaro) del film Finché c'è guerra c'è speranza del 1974, utilizzata anche per il disco della colonna sonora:
L'attore romano aveva al tempo 54 anni e non certo i 34 di quando recitò nell'Allegro squadrone e vederlo più che cinquantenne alla guida di una jeep dell'esercito ha un effetto straniante. Qui il confronto tra il suo volto nella locandina del film (a sinistra) e in quella di Finché c'è guerra c'è speranza: