Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Faggi: In un delirante monologo Nerone (anche qui bistrattato) proclama, riferendosi soprattutto a se stesso, che "gli dei e i geni sono invulnerabili". Ciò dopo aver ordinato al riluttante console Marco Valerio di sterminare i cristiani e mentre Roma brucia (in un tripudio di cartapesta e modellini), ovvero quando questo noioso, stereotipato e prevedibilile peplum, zeppo di combattimenti alla spada, volge (finalmente) al termine. L'assenza di guizzi nella routinaria regia condannano l'ambaradan al contrappasso dell'inceneritore.
Galbo: Vero e proprio piccolo capolavoro della [tragi]commedia all'italiana, rappresenta uno dei primi road movie mai realizzati. La forza del film è quella di avere colto nella figura del protagonista il carattere insieme vanaglorioso e vigliacco dell'italiano medio e di avere scelto per interpretarlo l'attore migliore sulla piazza per il ruolo, quel Vittorio Gasmann che di rado sarà così a suo agio nel cinema. È un film sulla solitudine e sulla ricerca di sè con un finale memorabile.
Herrkinski: Credo che questo film abbia un valore speciale solo per quelli che, magari da bambini, l'hanno visto negli anni '80. Infatti oggi il film è invecchiato piuttosto male, presenta molti stereotipi del periodo storico, ma credo rimanga comunque un interessante fantasy con molte sequenze degne di nota (in particolare i duelli a suon di spada). Stile spesso da videoclip, musiche dei Queen memorabili anche se un po' pacchiane, effetti speciali ormai datati ma per l'epoca efficaci. Lambert non è un grande attore, ma in qualche modo questo ruolo rimane suo.
MEMORABILE: "Ne rimarrà soltanto uno"; L'arrivo del cattivo in città.
Elsup: Discreta pellicola, a metà strada fra il drammatico e la commedia, fra l'adolescenziale e l'adulto. Descrizione cinica della provincia americana, in stile fumettistico da supereroe, ma nel contempo anche molto realistico. Originale la sceneggiatura, forse un po' di adrenalina stile Tarantino non avrebbe giovato.
Galbo: Celebrato film di Joshua Logan, appare funzionale sopratutto per le belle intepretazioni degli attori principali (Holden, la Novak e la Russell) ma anche e sopratutto per avere efficacemente colto gli umori e i caratteri delle cittadine di provincia americana, sconvolte dall'arrivo del "nuovo" (uno straniero in questo caso). Il limite del film, comunque molto godibile, è senz'altro il ritmo lento, più teatrale che cinematografico, con cui è stato girato.
Gestarsh99: Sull'onda del revival balneare promosso dai Vanzina, Corbucci fa una siesta intellettiva e festeggia il periodo d'oro della riviera romagnola con questa commediuccia vacanziera ad episodi frizzantina ma esilissima, che paradossalmente acquista visibilità solo quand'è impallata dalle forme eclissanti di Serena Grandi-Seni. Villaggio si rinfantozzisce in un figuro puritano e represso a metà tra un Tognazzi in saldo e un Buzzanca al pesto verde. Improponibile poi, in tempi odierni di MO[r]IGErata osservanza, lo sketch con la Brigliadori in estro, "stangata" da un malabimbo venale e precocissimo...
MEMORABILE: L'ossessione "felina" di Villaggio; Le boe di galleggiamento della Grandi; Pappalardo che riemerge dalle acque adriatiche come uno zombi fulciano...
Matalo!: Sembra un film di Ferdinando Baldi con Tony Anthony, ma qui abbiamo Brando, caspita! Bella fotografia, musiche che anticipano il Mucchio selvaggio e l'enfasi artistoide di Furie, già vista in Colpo su colpo, con inquadrature stravaganti e dialoghi sentenziosi. Molto spag è passato sotto questo film, così almeno sembra. Furie rincara la dose di dilatazione e di iperrealismo da risultare ridicolo e deludente. Una bella scena; il monologo di Brando in controluce ma il testo che recita è poca cosa. Fernandez sprecato in un ruolo che Sancho avrebbe risolto meglio.
MEMORABILE: L'articolato braccio di ferro con scorpioni di Durango.
Bruce: Western comico-avventuroso per famiglie. Nulla di reale, i buoni ragazzi scozzesi non si fanno mai male, ma il film è apprezzabile per il gran ritmo, il tono scanzonato, divertente, la regia precisa, l'allegra colonna sonora di Morricone. Così tra tanti pugni, mille colpi di pistola e qualche buona trovata, si arriva all'happy ending.
Faggi: Niente di che ma simpatico, questo western umoristico e scanzonato che non manca di dosata ed efficace violenza e tratta con ironia alcuni dei tópoi cardine del genere (pistoleri infallibili, ambite miniere d'oro, rivoluzioni). La regia ha carattere, i personaggi reggono la parte e diverse sequenze sono genuinamente divertenti. Intrattenimento senza pretese e con una sua dignità.
MEMORABILE: "Sapete cosa vi dico? Questa rivoluzione può finire solo in un modo: a puttane" (così Spirito Santo e poi stacco su una dozzina di "signorine").
Lupus73: Pozzetto sindaco di un paesotto con moglie avvenente (la Guida) insidiata dal playboy del paese (Maccione) che però ha un infarto a casa sua mentre ci prova. Film sottovalutato ma davvero brillante, con una buona sceneggiatura che non risparmia trovate notevoli (soprattutto dopo il fattaccio) di un Pozzetto davvero in forma, spalleggiato da un buon Maccione e dalla controparte femminile. Abatantuono è in locandina ma la parte è secondaria (la ciliegina sulla torta): il "suo terrunciello" capogang che nottetempo terrorizza il paese. Vale la pena.
Paulaster: Killer solitario che si nutre di espressi e indizi peregrina per l’Europa per arrivare al suo obiettivo di morte. Personaggio intrigante, chiacchierate che si lasciano ascoltare con il neo di essere senza grande fascino visivo: il motivo sono i ralenti pomeridiani che non sono molto efficaci e gli ambienti, non troppo ricercati. Quando si avvicina al suo scopo il film diviene quasi ipnotizzante e, sebbene la critica al sistema sia blanda, ha un fascino di calma vendetta.
Rambo90: Commedia d'impostazione teatrale, giocata sulle menzogne e sugli equivoci, abbastanza divertente, soprattutto grazie alla prova di De Sica, che nei duetti con Carotenuto riesce a dare il meglio di sè. Il resto del cast non è malvagio: ci sono due simpatici sketch con Talegalli, una giovanissima Elke Sommer e un Pisu forse troppo sopra le righe. Comunque Bianchi è un regista che ci sa fare, con questo tipo di pellicole. Buono.
Pinhead80: Film debitore e a metà strada tra Una notte da leoni e Funeral party. Le cose migliori si vedono nella parte centrale, quando gli amici dello sposo cominciano a combinarne di tutti i colori. Sono proprio loro che trainano una pellicola che vede nei due sposi gli anelli deboli della catena. Si ride a intermittenza soprattutto grazie a battutacce alquanto volgari. Passabile.
Gabrius79: Una commedia culinaria esile ma piacevolmente diretta da Francesco Falaschi che mescola sentimenti e qualche sorriso. Vinicio Marchioni funziona bene e i momenti migliori sono i suoi duetti con uno straordinario Luigi Fedele nei panni di un ragazzo affetto da sindrome di Asperger. Solarino un po' in ombra, Haber in un cameo che lascia il segno. Il film scorre liscio ma forse tende a sciuparsi nel finale; difetto comunque quasi ininfluente, perché comunque lo spettacolo è godibile.
Gestarsh99: Assieme a Nico, suo film d'esordio del 1988, uno dei migliori prodotti con protagonista il gelatinato esperto di aikido Steven Seagal. Un action/poliziesco violentissimo e sbrigativo, in cui la strenua indomabilità incolume dell'agente Gino Felino dovrà fare i conti con la presenza indesiderata di un villain rozzo e brutale (il Forsythe futuro sceriffo "old-style" ne La casa del diavolo), rinnegato persino da quella "mafia buona" di coppoliana memoria. Ritmo scattante, ambigue connivenze utilitaristiche, rapidi passaggi truculenti e pochissime chiacchiere.
MEMORABILE: Seagal che conficca un cavatappi tra gli occhi del suo acerrimo antagonista.
Giùan: Polanski, abituato a maneggiare e rimasticare i generi cinematografici con predilezione particolare per il thriller, torna qui al giallo hitchcockiano molti anni dopo Frantic. "The ghost writer" se da una parte è più anodino e meno personale nell'intreccio rispetto al precedente "francese", si giova tuttavia di un McGregor che si cala perfettamente nella parte del Cary Grant disorientato e sommerso in una realtà più grande di lui e viene infine riscattato da un finale luciferino e non conciliato. Confezione di classe: bravo Brosnan, bellissima Kim Cattrall.
Galbo: Quasi una rilettura del classico di Cassavetes in versione black. Un crime movie la cui protagonista è una donna di colore al soldo della malavita, che si prende cura di un ragazzo che ha reso orfano. Il film è ben interpretato da un cast scelto con cura, con vecchie glorie come Glover e una tosta protagonista. Purtroppo, al di là della trama poco originale, si avverte una messa in scena scarna, frutto verosimilmente di un budget ridotto che impedisce al film di elevarsi al di sopra della mediocrità.
Galbo: Due donne che condividono una parte del loro passato, si ritrovano in un momento particolare della vita di entrambe. Un film che non può prescindere dalle fascinose protagoniste, aderenti al loro personaggio e in grado di trovare un buon feeling reciproco. La psicologia dei personaggi è ben tratteggiata e l’ambientazione anonima è funzionale ad una storia di solitudine e bilanci amari dell’esistenza. Un buon film.
B. Legnani: Film piccolo piccolo, con gag superate (Rizzo spiega, con metàfore agricole, educazione sessuale, per far capire a Buzzanca i rischi dell'accoppiamento; per vedere se ha capito gli chiede "Che succede se l'aratro traccia il solco?" E Lando: "È la spada che lo difende!"), ma con attori che è sempre piacevole vedere (si pensi a Paul Muller nel ruolo dell'inquisitore o a Didi Perego in quella della suora).
A far corona all'attrice principale, Igli Villani (parente della Loren), tante ragazze fra le quali, assai carina, la c.s.c. Ileana Rigàno.
B. Legnani: Decoroso, ma invecchiato. È interessante notare come il personaggio, calcatissimo, di Walter Chiari funzioni egregiamente quando gli fa da efficacissima spalla un Enzo Robutti sobrio ma con occhio semichiuso e significativo, mentre nel contesto familiare risulta troppo fracassone. Salce irresistibile, Cortese eccessiva, Méril "normale". Perfetto Chevalier, che pare pulcino nella stoppa, mentre non è al meglio la Fani. Ruoli vistosi per i c.s.c. Stracuzzi e Mancini. Strappa più di una risata, ma dal processo in poi cala assai.
B. Legnani: Il primo quarto d'ora è ottimo: serrato come montaggio e come sequenza degli avvenimenti. Poi la regìa di Coletti deve fare i conti con una trama tutta sentimenti e pentimenti che scade per via del banale (la prostituta di buon cuore), per via di interpretazioni così così (il francese Frank Villard è un simil-Nazzari che non rende come l'Amedeo nazionale), con un finale che cerca di chiudere con la sorpresa e invece la rovina con l'incredibile sbrigatività degli ultimi tre minuti.
Saintgifts: Piero Vivarelli, artista piuttosto variegato e dalla vita privata non comune, scrive canzoni come "Ventiquattromila baci" ma scrive e dirige anche film come questo, che ben riesce a rendere il clima di una Berlino divisa e dei suoi abitanti, un crogiuolo di stili di vita i più diversi, che vanno dal più sfrenato materialismo fino alle nostalgie politiche più estreme, sia di una parte che dell'altra. Il protagonista è stretto nella morsa della famiglia e dell'amore, usata come ricatto ai suoi aneliti di libertà, che sfociano in un secco finale.
MEMORABILE: Rita (Nana Osten) per le strade di Berlino Est.
Gestarsh99: È un po' fissato Morales con le intromissioni domestiche clandestine e gli ospiti furtivi e invisibili, perché anche qui, dopo un accenno introduttivo alla stigmaticità geminina, la storia prende rapida la piega del mistery "molestatorio", cucicchiato per l'occasione attorno alla disabilità penalizzante della protagonista. Ci si tiene stretti al vecchio corrimano di Terrore cieco e Gli occhi della notte, sobbarcandosi anche gli aggravi melò che il paella-thriller si porta di suo in saccoccia. Gratuito di girotondi inconcludenti; facilino e accomiatante come un familiare di cui si conoscono vizi, virtù, abitudini e reazioni.
MEMORABILE: L'iniezione intraoculare amorevolmente somministrata dal figlio alla mamma ingannatrice...