Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Piero68: Più che un omaggio al nonno alpino sembra un omaggio a uno dei capolavori del grande Monicelli. Peccato che Cevoli non sia nemmeno un'unghia del Maestro come del resto anche di Sordi e Gassman. Ne viene fuori un film brutto, vuoto, irritante, senza uno straccio di storia di base e con gag che hanno troppo il sapore di Zelig (come il tormentone della caramella al rabarbaro). Anche il cast, con attori mediocri, non aiuta e i soliti luoghi comuni finiscono con lo svilire ancora di più un film che si fa fatica a vedere fino in fondo.
Herrkinski: Un buon film d'avventura per famiglie, spesso tinto di commedia (formula che riprenderanno a breve anche Spencer & Hill in Io sto con gli ippopotami). La location africana è sempre di grande impatto visivo ed è ben fotografata; belle anche le musiche esotiche dei De Angelis e il cast, con un Gemma perfettamente a suo agio nel personaggio scanzonato e un Palance tipicamente cattivo; la Andress fa il suo mestiere senza troppa convinzione. Un film rilassante, con qualche momento di stanca ma nel complesso abbastanza buono.
Undying: Versione originale accorciata, con tutti i pro e i contro. Ci guadagna in ritmo, mantenendo inalterate le atmosfere da favola supportate da un uso perfetto della fotografia. La particolarità dei dettagli, i bei testi, le commoventi interpretazioni e le struggenti musiche restano alla base di un prodotto eccellente, solo limato nella durata essendo, in tal caso, stato approntato per una edizione cinematografica. Rimane, dunque, un film da vedere, mai datato e sempre affascinante.
Geppo: Devo dire che i film di Franco e Ciccio diretti da Civirani non sono sicuramente i migliori. Questo in particolare è sicuramente il peggiore della coppia tra quelli che ho visto: troppe gag banali, ritmi lenti. Peccato, l'idea di partenza era originale. Il montaggio è molto buono e l'idea del pappagallo siculo non è male.
Rambo90: Davvero un bel western, dove Lang (pur avendo a che fare con un sequel e quindi materiale non originale) riesce a intrecciare bene psicologia del personaggio, azione e ironia. Fonda è un protagonista perfetto, risoluto quanto basta e credibile, affiancato da Cooper che si dimostra una spalla efficace. Il tratteggio della cittadina del Sud ancora in preda al nazionalismo post guerra civile è riuscito e tutta la parte del processo molto spassosa. Bella la resa dei conti. Notevole.
Geppo: Un film dalla sceneggiatura scritta di corsa... Tecnicamente il prodotto è discreto ma anche banale, diciamo non proprio al livello degli altri film di Sergio Martino. La storia ha dei piccoli momenti divertenti ma anche curiosi, soprattutto perché Gigi Sammarchi passa un po' in secondo piano per fare spazio a Gianni Ciardo e quindi troviamo soltanto in parte la coppia "Gigi e Andrea". Le star femminili sono una bella e brava Moana Pozzi (che interpreta bene il suo personaggio) e un'insopportabile e deludente Tinì Cansino. Discreta la regia.
MEMORABILE: Silvio Spaccesi a pranzo da Andrea e Moana; I titoli di testa; La partita a tennis.
Galbo: Buon film bellico di produzione italiana, ma con i connotati del kolossal internazionale. Gli eventi bellici sono filtrati dalla sensibilità di un corrispondente di guerra. La realizzazione tecnica è di prim'ordine dalla fotografia alla ricostruzione ambientale fino alla colonna sonora. Anche la sceneggiatura è di buon livello con un'adeguata caratterizzazione dei personaggi. Ottima la prova del cast, nel quale spicca il grande Robert Mitchum.
Markus: Pur con qualche concessione al pruriginoso tipico del periodo, la pellicola di Festa Campanile si annovera come una raffinata e “pochadistica” commedia sbanca-botteghino cucita su misura di un Dorelli a proprio agio nel genere, ma con cui divide il successo con bellezze mozzafiato e un oggi invidiabile stuolo di caratteristi. Gli ariosi archi di Gianni Ferrio suonano spensierati sulle innevate montagne della Valmalenco e sulle trafficate vie della nostra solare Capitale. Si respira decisamente aria di "riflusso".
Gmriccard: La retorica e l’affettazione raggiungono livelli inaccettabili anche per i patiti del cinema di guerra. Peccato perché la tattica militare e molte scene, unitamente al racconto di un’importante battaglia, meritavano ben altro accompagnamento. Sono insopportabili i perfetti trucco, parrucco e mise delle vedove. Gibson colonnello sempre in piedi sembra scimmiottare l’omologo “surfista” di Apocalypse now, ma fallisce sia in virilità sia nel grottesco. Una visione al film va comunque data, se si ama il genere.
MEMORABILE: Il racconto dei bisnonni del cecchino di [f=3635]Salvate il soldato Ryan[/f]; Gli sguardi d’intesa (penosi e allibenti) di Gibson.
Markus: Un gradito ritorno al "vacanza-movie" di vecchio stampo a episodi; scelta felice che, se non altro, rende il film a tratti carino e a tratti meno e che, in linea di massima, mi ha laswciato soddisfatto e mi ha divertito. Merito senz'altro del cast di "vecchie" glorie del nostro cinema popolare ottantiano. Appare evidente che Vanzina, forse in mancanza di idee, ha voluto ripristinare quel tipo di comicità che nel suo decennio d'oro gli ha portato gloria e denaro. L'episodio più bello è quello di Proietti, il meno efficace quello con Greggio.
Caesars: Ogni volta che si vede un remake viene spontaneo chiedersi l'utilità (escludendo l'utile per i produttori, ovviamente) di tale operazione. Va detto che questa volta il rifacimento forse è migliore dell'originale (non che ci volesse poi molto), risultando un po' più coinvolgente e meno noioso anche grazie alla splendida presenza di Charlize Theron. Il resto del cast non si segnala né in negativo né in positivo, limitandosi a fare onestamente il proprio mestiere; peccato che Donald Sutherland resti in scena per troppo poco tempo.
Giacomovie: Considerando il soggetto e la trama ridotti all'osso, gli intenti di furbizia commerciale ed evidenti incongruenze, sembrerebbe scontata l'inutilità di una pellicola che invece trova nella componente visiva un sicuro angolo di rifugio. Gli scenari naturali che fanno da cornice alla scoperta della vita da parte dei due naufraghi sono incantevoli, quanto basta per renderlo ideale per una rinfrescante visione estiva. Inconsistentemente gradevole, statico ma si trova facilmente di peggio. **
Galbo: Un buon ritorno per Ethan Hunt, in quello che è uno degli episodi migliori (insieme al secondo) della serie Mission Impossible. Vincente l'idea di affidare la regia a Brad Bird, che assicura il ritmo giusto e garantisce una pellicola ad alto tasso di spettacolarità, che non dimentica (soprattutto grazie al bravo Simon Pegg) l'aspetto ironico ed in genere tutto quello che ci si aspetta da un film del genere. Positiva anche la scelta del "cattivo" Michael Nyqvist in un film che non deluderà gli appassionati della serie.
B. Legnani: Il problema non è la frettolosità delle riprese, ma la frettolosità nel redigere una sceneggiatura che discendeva da una buona idea, cosicché quello che poteva essere uno spunto molto intrigante (per quanto basato sull’abusato amore fra cognati) affonda qua e là in dialoghi banali o assurdi, ai quali improvvisamente si alternano tocchi invero notevoli, come il prefinale, girato splendidamente (e stavolta la riciclata, splendida, musica di Bacalov, non pare come i cavoli a merenda), prima del finalone dall’assurda genesi. Dallesandro monoespressivo come sempre, Macchia opaco, mentre la De Selle, dal cicciolinesco volto, sprizza sesso anche quando dice scemenze.
Lovejoy: Era scontato che dopo il boom al botteghino del film di Brest uscisse rapidamente il sequel. Peccato che quest'ultimo non sia all'altezza del film precedente. La storia è a dir poco prevedibile, dal primo all'ultimo minuto, i vari personaggi somigliano più a macchiette poco riuscite e le scene d'azione non sono granché. Gli attori, a parte la Nielsen, non erano male ma il film lo è, eccome! Da dimenticare.
Dusso: Girato con lo stile delle telecamere dell'epoca, è un'altra variazione sulla tesi del complotto lunare (ottima la trovata di andare sul set del film di Kubrick). Non è di certo un capolavoro e ad esempio le scene all'interno della Nasa sono poco credibili per come "i ragazzi" si aggirino con troppi permessi e libertà, benché utilizzino la scusa di girare un documentario. Guadagna molti punti con l'ultima parte cospirativa ai loro danni.
B. Legnani: Terribile spaghetti che parte da una sceneggiatura polselliana non troppo lineare (ça va sans dire...) e con tocchi involontariamente umoristici (incredibile il meccanismo alla Pollicino per non perdere la strada in un canalone con un solo bivio...) e si realizza con trascuratezze d'ogni tipo: cowboy che anziché sparare urlano "Noooo" fino a che vengono ammazzati, sparatorie a josa, evitabile e interminabile rissa nel saloon, macchina da presa posizionata non sempre in modo efficace. C'è poi una solare povertà di mezzi: il villaggio pare disabitato, evidentemente per risparmiare sulle comparse
Homesick: Si respira un’aria da feuilleton ottocentesco in questo dramma familiare e giudiziario ispirato ad un fatto di cronaca dell’inizio del secolo scorso: gli intrighi, le morbosità, i costumi, il décor decadente, le calli veneziane, il processo finale. I personaggi sono stereotipati e facilmente riscontrabili in molti romanzi, ma interpretati in modo impeccabile sotto l’esperta guida registica di Bolognini: spiccano il vesatile e impegnato Giannini e l'inquisitorio ed aggressivo Bozzuffi.
Matalo!: Ecco un film che non mancava mai di apparire durante le estati italiane della tv mattutina. Tom Skerritt con toscano in bocca e cuculo in testa schermaglia con Keith Carradine, incaricato dalla mafia americana di recuperare un pezzo da 90 italiano. Ma una banda avversaria si mette in mezzo. Colizzi perde colpi e realizza un film stanco e poco divertente, quasi tenero nel suo disfacimento progressivo, fino al finale en travesti dei protagonisti che non sono né Terence né Bud anche se Colizzi fa di tutto per renderli tali.
Saintgifts: Jean-Louis Trintignant piuttosto eclettico come interprete, dall'aspetto elegante di bravo ragazzo (Roberto, ne Il sorpasso), in un attimo si può trasformare in un individuo dalla personalità disturbata, come in questo film, diretto e scritto dall'allora sua compagna Nadine Marquand. In effetti è la sua interpretazione a dare un qualche valore a una storia piuttosto interessante, che in un certo senso ha precorso anche i tempi, ma che sceneggiatura e direzione non riescono a valorizzare quanto merita. Discreto il finale in bianco/nero.