Commedia in classico Buzzanca-style diretta da un Nando Cicero ispirato che si avvale di una buona sceneggiatura degli specialisti Sandro Continenza e Raimondo Vianello (da un soggetto, piuttosto banale, di Francesco Longo). Mattatore assoluto Lando Buzzanca, ovviamente, cui spetta la parte del marito disperato perché la moglie (Rossana Podestà) non riesce a dargli un erede. Cominciano così una serie di vani tentativi di ingravidarla che culmineranno con l'accettazione di lei di una ragazza (Gloria Guida) disposta ad offrire il proprio utero. Ma siamo sicuri che lui voglia la giovane solo per averne un figlio? Scontata l’ambientazione catanese, un po' stereotipati...Leggi tutto i (pochi) personaggi di contorno, ma Buzzanca è in forma smagliante e, diretto con piglio sicuro da Cicero, offre una delle sue migliori performance, confermandosi attore di talento e non solo semplice guitto. IL GATTO MAMMONE dimostra quanto si possano fare buone commedie pure partendo da soggetti non certo trascendentali. E anche se c'è qualche cedimento di troppo (soprattutto nella parte centrale, in cui si avverte una fastidiosa monotonia nella riproposizione di situazioni molto simili), il film dà subito dopo qualche colpo di coda che risolleva il ritmo. La sceneggiatura non lascia spazio a improvvisazioni (fortunatamente; Buzzanca a briglia sciolta può diventare pesante) e si chiude con una gag inattesa e azzeccata. Come indovinata è la figura del padre morto (fisicamente identico a suo figlio), che compare gigantesca e ammonitrice dietro chiese e montagne.
Semideludente. Buzzanca in forma, ma il film, monocorde, non mantiene le promesse. La Guida è al primo film non VM18. Come in L’arbitro c’è l’imitazione mussoliniana: “L’uomo... non è uomo… se non è PADRE!!!". La musica delle apparizioni del padre è quella dell’inizio delle trasmissioni RAI. La trovata del training autogeno viene dal fatto che la prima squadra a realizzarlo, all'epoca, era stato il Cesena, clamorosamente salito in Serie A. La Mancini fa l'infermiera.
Commedia erotica poco entusiasmante. La buona idea di partenza viene sviluppata nel modo più banale possibile, e i momenti divertenti scarseggiano. Discrete le ambientazioni, anche se la regia appare piuttosto rozza e banale. Buoni gli attori: Buzzanca, in una parte simile a molte altre, funziona bene; bravissima la Podestà, forse la migliore del cast; Gloria Guida, anche se ha dato di meglio (forse anche per il ruolo secondario che ricopre) è sempre uno spettacolo. Discreta la colonna sonora.
Tipicamente ciceriano, cioè a dire svincolato dal genere per via di un impianto surreale (le apparizioni) e per la presenza di brutti (e sovente sfigati) figuri. Buzzanca è ben immerso nella parte e la Guida è alla sua massima forma (fisica, purtroppo non artistica) che viene affiancata a quella della bella e brava Rossana Podestà. C'è anche Tiberio Murgia che aggiunge un tocco di stravaganza al tutto (come sempre).
Riuscito solo a metà...
Brillante prova di Buzzanca con Cicero, ben serviti da una sceneggiatura di Vianello e Continenza che, pur con le inevitabili concessioni ai cliché, valorizza l'estro dello scatenato Lando (in una delle sue riuscite migliori) e crea i presupposti per gli eccessi di Cicero, la parte migliore del suo cinema, che si sfrena ad esempio nella strepitosa sequenza ambientata nell'abitazione della subumana fattrice, o nelle apparizioni del babbo. La Guida è un pezzo di legno, ma che bel pezzo (terribile, ma appropriato, il doppiaggio veneto).
Sguaiata commedia alla siciliana che, dopo un rapido, divertente inizio (l’incubo di Buzzanca) scende sempre di più, fino a precipitare del tutto. Colpa di una trama sterile e ripetitiva e di un cattivo gusto generalizzato, insopportabile nelle sequenze in cui compare la vedova e le cacofonie “pierinesche” di casa sua. Anche le apparizioni del padre del protagonista stancano presto. Buzzanca e la Guida ripropongono i consueti ruoli, per cui la sola ragion d’essere è la bellissima Podestà con il suo physique du rôle da donna sicula.
Un discreto e secco ambo del binomio Nando Cicero/Lando Buzzanca (che non usciranno più assieme sulla stessa ruota cinematografica). Il film ha un'atmosfera abbastanza originale, quasi cupa e in qualche modo claustrofobica, ed entrambi (attore e regista) paiono piuttosto controllati e poco disposti a lasciarsi andare. In tal senso però la sceneggiatura di Vianello e Continenza avrebbe dovuto esser più strutturata per permettere al film di decollare sul serio. Bravo comunque Lando. Bellissima la finta imbelle Gloria.
Commediaccia scollacciata poco curata sul versante della sceneggiatura e della regia: funzionano personaggio ed interpretazione di Lando Buzzanca, qui nel periodo della sua massima "forma" artistica (la metà degli anni '70); peccato che la sceneggiatura sia costruita unicamente sui soliti e triti luoghi comuni del genere...
Commedia erotica che gioca sugli stereotipi del macho siculo, della moglie sottomessa e della suocera impicciona, nonché sull'atavica paura di non poter procreare ("l'uomo non è uomo finché non è padre!"), la regia di Cicero lascia la sua inconfondibile impronta, con gli abituai exploits fantastico-grotteschi. Divertente anche la dinamica tra la Guida, servetta veneta finta ingenua, e il focoso Buzzanca, ma solo nelle schermaglie iniziali, poi si rientra nel monotono solco della prevedibilità. Riuscito... ma a metà!
MEMORABILE: L'incubo di Buzzanca, lapidato dall'intero paese; l'armadietto traboccante di Settebello Hatù; la laida bruttezza della vedova aspirante madre.
"Abbiamo fatto 68 (dice Lando) e facciamo 31 (risponde Gloria)". Questa battuta può riassumere benissimo il tenore di questa debole commedia che verte sul solito discorso del rapporto matrimoniale (e su quello con la società locale) secondo le regole siciliane più conosciute. Le corna arrivano in seconda battuta, dopo l'altro elemento importante virile, quello di essere in grado di procreare. Gli elementi ci sono tutti, ciononostante il film non riesce a divertire né tantomeno a intrigare, con inserti di cattivo gusto che abbassano la media.
Trama imprescindibile per le commedie di bassa qualità dell'epoca. Tradimenti, paternità intesa come attestato di virilità e tutto il peggio che la commedia italica riesce a dare quando è di basso profilo. Buzzanca fa la sua parte con impegno. Gloria Guida è graziosa ma artisticamente mi sembra proprio poca cosa.
Siciliano vuole diventare padre a tutti i costi. Commedia di costume sulla virilità maschile e sul ruolo paterno, parte in maniera leggera e finisce in farsa. Buzzanca è nel ruolo in pieno, mentre il personaggio della Guida è al contrario grossolano; la Podestà si nota poco. Brevi scollacciature non portano al becero, invece la conclusione (con troppe insistenza sulla figura del di lui padre) sarebbe meglio cadesse nel grottesco.
MEMORABILE: Lo strip della vedova; La lapidazione; Murgia che vende i propri figli.
Stavolta dietro alla camera a riprendere Lando non c’è Festa Campanile o altri artefici della commedia sofisticata e il linguaggio, così come il tenore generale delle battute, ne risente. Tuttavia è presente una profonda indagine sul mascolino italico che emerge nell’esilarante conflitto tra l'attrazione verso la fresca e giovane “fattrice” e l'innato senso della famiglia e dell’intimità domestica.
MEMORABILE: La visione durante la funzione religiosa, una delle vette della comicità di Buzzanca.
Commedia d'ambientazione sicula in cui un baffuto Buzzanca può sbizzarrirsi nel dar vita a un personaggio classicamente schiavo dei cliché ancestrali dell'isola, dall'ossessione della virilità fino all'ombra delle corna; Cicero per una volta rinuncia alla commedia scorreggiona (salvo per una scena con un bambino) e confeziona un lavoro abbastanza scorrevole seppur a tratti ripetitivo, coadiuvato da un cast di facce giuste. La Guida (doppiata in veneto) è bella come sempre, ma il film in sé rimane modesto, a parte la buona prova di Buzzanca e qualche gag tutto sommato riuscita.
Allegra pochade (che astrattamente tratterebbe di temi seri) in cui Buzzanca si scatena nel suo ruolo di maschio siculo; malgrado qualche nudo siamo sotto la soglia della volgarità, a divertire sono i tentativi del protagonista di diventare padre ma quando arriva la bella ragazza i buoni propositi di "sacrificio" vacillano (lui può, se lo fa la moglie)... Adeguati i comprimari a partire dalla Podestà, abbastanza trash la Guida doppiata in veneto, ma è funzionale alla storia; eroe morale della vicenda la secca vedova, una sorta di Tina Pica in salsa sicula e sottoveste!
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CuriositàZender • 16/07/09 09:37 Capo scrivano - 48273 interventi
Dalla prestigiosa mostra itinerante "I flani di Legnani" curata per l'appunto dal caro Buono con il contributo al restauro di Zender, ecco il flano diIL GATTO MAMMONE:
* Gloria Guida qui, come nel contemporaneo La novizia, ha una parlata con cadenza veneta.
In questo caso, alter ego vocale dell'attrice è Micaela Esdra.
* Sul set non correvano buoni rapporti tra Lando Buzzanca e Tiberio Murgia, stando a quello che quest'ultimo dice sinteticamente, a Marco Giusti, e cioè che "Lando Buzzanca è una bestia!" (testuali parole).
Murgia tende poi ad evadere e non approfondisce ulteriomente il discorso.
In questo film Buzzanca interpreta il ruolo di un uomo che non riesce ad avere figli e, per non perdere la faccia davanti ai compaesani, fa credere loro di non volere figli e acquista giornalmente pacchetti di preservativi, che poi sistema nei mobili di casa.
Qui è successo che, probabilmente, la produzione non è riuscita a recuperare scatole a sufficienza di "Settebello" ed è ricorsa ad un "riempitivo d'emergenza". Potevano però nascondere la marca "Mister Baby" dallo scatolone azzurro, che fa rendere poco credibile la scena (a meno che non esistessero in produzione preservativi per bambini precoci)
DiscussioneZender • 19/03/13 18:52 Capo scrivano - 48273 interventi
Mauro ebbe a dire: PRESERVATIVI PER BAMBINI PRECOCI?
In questo film Buzzanca interpreta il ruolo di un uomo che non riesce ad avere figli e, per non perdere la faccia davanti ai compaesani, fa credere loro di non volere figli e acquista giornalmente pacchetti di preservativi, che poi sistema nei mobili di casa.
Qui è successo che, probabilmente, la produzione non è riuscita a recuperare scatole a sufficienza di "Settebello" ed è ricorsa ad un "riempitivo d'emergenza". Potevano però nascondere la marca "Mister Baby" dallo scatolone azzurro, che fa rendere poco credibile la scena (a meno che non esistessero in produzione preservativi per bambini precoci)
Ahah, effettivamente... Strano però un errore così marchiano...
La finale di Coppa dei Campioni che Lollo Mascalucia (Lando Buzzanca) vorrebbe vedere in televisione invece della trasmissione sul secondo canale proposta da Marietta (Gloria Guida) è Roma-Östers IF, sedicesimi di finale di Coppa UEFA, del 5 novembre 1975, terminata 2-0. Dai pochi istanti della partita, riusciamo a sentire la nazionalità dell'arbitro e vedere il colpo di testa del primo gol di Pellegrini. Oltre alla posizione dei giocatori in campo si veda anche la linea perpendicolare alla porta sul terreno di gioco:
DiscussioneGugly • 27/02/23 00:47 Archivista in seconda - 4713 interventi
Solo a me sembra che la secca vedova possieda lo stesso modo di parlare di Tina Pica, con accento della Trinacria anziché partenopeo?