il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

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foto di scena inedite
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358310 commenti | 68019 titoli | 26807 Location | 14091 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Maladolescenza (1977)
  • Luogo del film: La casa di Silvia (Ionesco)
  • Luogo reale: Velden am Woerthersee: Hotel Seeschlossl Velden, Klagenfurter Strasse 34, Austria, Estero
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  • Film: Confidenza (2024)
  • Luogo del film: La strada dove Vella (Germano) si ferma per offrire un passaggio a Teresa (Rosellini)
  • Luogo reale: Via Luigi Cimara, Roma, Roma
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Gianni Demartiis

    Gianni Demartiis

  • Romano Iannelli

    Romano Iannelli

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Luluke
Autentico gioiello di JT Mollner, che dopo un interessante esordio, di diversi anni prima, conferma grandi capacità di scrittura nel riempire di suggestioni una trama che sulle prime non sembra presentare elementi di originalità. Ingenerando il dubbio su chi sia il cacciatore e chi la preda in un rapporto a due che dopo aver allargato il suo orizzonte, coinvolgendo altri personaggi, rivela progressivamente una realtà del tutto diversa dalle aspettative. Duro e spiazzante nella messa in scena, il film valorizza un cast solo in apparenza minore, in cui eccelle la Fitzgerald.
Commento di: Thedude94
Western ambientato agli inizi del '900 scritto e diretto da Potsy Ponciroli, il quale sceglie come protagonista un magnetico e misterioso Tim Blake Nelson, perfetto per il ruolo che deve interpretare. La violenza, il sangue e le pistole fanno da cornice a uno scenario desolante, di praterie contadine e di cambiamenti imminenti verso la nuova civiltà americana, ma il vecchio contadino Henry ha una storia nascosta da mostrare a delle persone indesiderate. Un film davvero sorprendente, che non allenta mai la tensione e riesce a toccare le corde giuste. Piacevolissimo.
Commento di: Luluke
Storia di Rodney Alcala, killer autore di un numero imprecisato di omicidi di giovani donne e come Bundy in grado di mimetizzare la sua indole criminale. Al punto di riuscire a farsi selezionare per una puntata del "Gioco delle coppie" degli USA e là essere scelto da quella che stava per diventare la sua ennesima vittima. Kendrick, alla sua prima regia, mostra padronanza dei tempi di una narrazione fredda e non sempre lineare. Omicidi solo accennati, attenzione più rivolta alla psicologia di personaggi e ambiente. Il finale desta qualche perplessità, ma resta un film niente male.
Commento di: Kinodrop
Un'improbabile turista in miniatura entra in un ristorante sul mare pretendendo di essere servita nonostante l'orario e via via si comporta da cliente molto esigente, mangiando, bevendo, ballando e svignandosela poi al momento del conto. Un simpaticissimo corto misto di live acting, stop motion e marionette che ha per protagonista la paffutella figlioletta di un anno del regista che recita con la deliziosa disinvoltura e spontaneità della sua età. Una scenografia coloratissima da depliant turistico, elementare ma per questo più evocativa che mai.
Commento di: Noodles
Uno dei migliori film di Woody Allen, che dimostra ancora una volta che i suoi film a base di battute surreali sono stati la parte migliore della sua carriera, senza nulla togliere comunque ai numerosi, buoni film successivi. Si parodia a più non posso la letteratura russa e Woody è davvero scatenato. Si ride dall'inizio ala fine senza un momento di noia o di stanca. E il tutto ha anche una notevole confezione. Il cast di contorno, compresa la brava Diane Keaton, regge benissimo tutto il gioco. E in mezzo alle risate non manca qualche bella riflessione. Film davvero imperdibile.
Commento di: Anthonyvm
Impiegato del governo perseguitato da incubi scopre che i propri ricordi e la realtà che lo circonda non coincidono, in più un mucchio di gente armata gli dà la caccia. Discreta partenza pollackiana per questa produzione di Corman, con l'odissea paranoide di C. Thomas Howell affrontata a suon di sparatorie e arti marziali. Peccato che, una volta svelati (e spiegonati) i fantascientifici twist di metà percorso, il ritmo si smorzi, maturando la sensazione che lo script non sia in grado di mettere a frutto i suoi (troppi) ingredienti. Ne esce un mediocre B-movie solo in parte godibile.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Torna alla regia il toscano Andrea Muzzi, attore in un buon numero di film tipicamente legati alla sua regione. Una commedia che lo vede come protagonista nei panni del solito bamboccione perditempo (vive col padre, Marco Messeri) che si suppone abbia grandi idee ma non i mezzi per realizzarle. Lo vediamo infatti fin da piccolo armeggiare con un razzo al quale ha agganciato una gabbia con un gatto, convinto di poter spedire la povera bestiola sulla Luna. Lo assiste l'inseparabile amico Fulvio, poco convinto di un'operazione spazio che finirà infatti col micio schiantato al piano...Leggi tutto di sotto del palazzo.

Cresciuto, Sergio non ha perso l'iniziativa, ma i soldi proprio non arrivano e vive alle spalle del padre (la madre è morta). Ogni tanto vede il figlio avuto da Clara (Cecchi), da cui si è separato, e l'ha convinto (dal momento che il ragazzino gioca a calcio in porta) di aver conosciuto e di frequentare ancora il grande Dino Zoff. Ma intanto c'è da sbarcare il lunario. Mentre Fulvio (Galligano) qualche soldo lo tira su con piccoli lavori da meccanico, lui cerca ancora la grande idea che mai riesce a concretizzare. Finché, sfruttando lì a Chiusi (Siena) un piccolo spazio malandato di cui è proprietario, si mette in testa di aprire con Fulvio un'agenzia che aiuti il prossimo a ritrovare il sorriso e che chiamano “Felici e contenti”.

Inaspettatamente i clienti arrivano: chi perché ha un nuovo telefonino spettacolare ma nessuno che lo chiami (Handel), chi perché si sente grassa (Morozzi) e non sopporta di vedere la collega di lavoro “secca e allampanata” ammirata da tutti... Sergio e Fulvio hanno una soluzione per tutti. Magari alla buona, a volte scarsamente funzionante (come quando vengono assunti per comunicare a un padre di famiglia che il loro figlio è gay) ma che un po' di soldi comincia a fruttare. Tanto che il nuovo compagno (Bruschetta) di Clara, un macellaio abituato a considerare l'ex di lei un fallito e da questo rinfrancato, inizia a innervosirsi. La trama non dice molto di più, aggiungendovi l'amicizia (interessata) del padre (Messeri) di Sergio con la bella vicina di casa (Poggi).

Il cast conta molti volti noti (c'è anche un cameo – in ospedale - del veterano Sergio Forconi) e qualche personaggio spassoso, come l'autistico ragazzone del bar (Mancini) che sciorina dati inutili in sequenza. Si seguono le vicissitudini dei clienti dell'agenzia (Daniela Morozzi è la migliore, davvero brava), la vita rassegnata di Sergio e nel complesso non ci si annoia, il che è indice di una regia comunque discreta (con Muzzi, dietro la macchina da presa, c'è Riccardo Paoletti). Hendel, che viene appositamente chiamato su richiesta al cellulare dal protagonista nei momenti meno indicati (un po' come il Raniero di Verdone), si vede poco ma è piuttosto divertente, Bruschetta e Messeri garantiscono una recitazione di livello, la Poggi è ancora splendida e luminosa e c'è pure Dino Zoff nei panni di se stesso che compare nell'ultima scena per dare qualche amorevole consiglio al figlio di Sergio.

La sceneggiatura (alla quale ha collaborato anche Ugo Chiti) non offre chissà quali dialoghi ed è chiaro come si punti soprattutto sulla simpatia e l'affiatamento del cast, quindi sul consueto clima amichevole e brillante comune alle tante produzioni toscane low budget. Una commedia con qualche buon momento, moderatamente divertente, nel complesso superiore a tanti prodotti analoghi ma ancora carente nella messa in scena e poco strutturata.

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Nella corsa a ficcare gli squali in qualsiasi zero budget movie che possa anche solo sfruttarne il nome nel titolo e nel disegno della locandina, si iscrive abusivamente anche questo SHARK GIRL, che lambisce il tema per trasformare in squalo (“bianco”, non si sa in virtù di cosa) un'avvenente biondona influencer, Heidi (Johnston). “Trasformare” poi è una parola grossa: ci si limita a piazzarle in bocca una dentatura simile a quelle draculesche utilizzate a Carnevale per farle poi fare esattamente quello che Dracula (e nessuno squalo) fa.

Dopo un'introduzione...Leggi tutto caotica in cui si capisce solo che dev'essere esploso qualcosa in qualche centrale sul mare, vediamo Heidi posare in spiaggia per il suo fidanzato fotografo (Bertroche), intenzionata a moltiplicare i suoi follower. E' lui a spingerla a tuffarsi dove nessuno fa il bagno causa inquinamento delle acque. Lei, pur riluttante, lo fa e... scompare, mentre il fidanzato alza le spalle e non vedendola più se ne va pensando ok, l'aspetterò a casa. La sera stessa, a Venice Beach (California), una coppia di innamorati viene sbranata sulla sabbia proprio da Heidi, che sfoggia la suddetta dentatura draculesca (senza canini, ma cambia poco) e attacca al collo le sue vittime. Tornata dal fotografo, poserà per lui insieme a un'altra influencer (Hogan) chiamata dallo stesso prima di divorarsi entrambi senza che nessuno si chieda che fine abbiano fatto. Sienna (Ameerah), l'amica del cuore di Heidi, ignara di tutto, è solo contenta che lei sia tornata single e progetta grandi vacanze, ma quella pensa solo a mangiarsi chi le capita a tiro.

Di squali nemmeno l'ombra, e la cosa non cambierà fino alla fine: presenze nominali richiamate esclusivamente dalla supposta natura di Heidi e dalla sua dentatura. Si parla insomma di una semplice ragazza da curare, alla quale penserà un professore (Guest) di Sienna ormai in pensione, ormai datosi all'alcol ma che conserva un siero creato – ma guarda un po' – proprio per far rientrare gli istinti omicidi di chi si è trasformato in squalo bianco (evidentemente fatto piuttosto comune, in zona). Ora basterà rintracciare Heidi e spararglielo in vena come da istruzioni, cosa tuttavia non semplice.

Cercando vanamente di dare spessore alla protagonista, i due registi (e sceneggiatori) provano a farle venire qualche scrupolo quando sulle prime vorrebbe mordere a sorpresa la povera Sierra “demordendo” subito dopo, ma sono spunti davvero miseri. I personaggi sono sbozzati male, in modo quasi primitivo come nei peggiori shark-movie, e la confezione (al di là di una fotografia quasi accettabile, rispetto alla media) è classicamente povera, da produzione ultra-indipendente che non ha nemmeno voglia di abbozzare una trama che vada al di là del contagio vampiro-zombesco tirato avanti da un unico portatore.

Effetti speciali che si riducono a un po' di sangue al momento del morso. L'unico personaggio di vaga importanza, al di là delle due ragazze (quella buona e quella cattiva), è un sedicente giornalista youtubbaro che affianca Sienna in tutta l'avventura, convinto di fare lo scoop della vita. Qua e là riempitivi di prolungate danze a ritmo di musica moderna e un po' di ragazze in bikini. Il finale si apre con chiarezza a un temibile sequel. Associabile al filone animali assassini solo se si vuol considerare Heidi uno squalo bianco come ci viene detto nel film...

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Riproponendo tale e quale la formula dei suoi MISSION: IMPOSSIBLE, che al cinema già era di fatto una replica di James Bond, Tom Cruise non può che trovarsi a suo agio, anche se qui l'azione dura e pura è stemperata dall'affiancamento alla sempre deliziosa Cameron Diaz, dal celebre sorriso che abbaglia. Un film di coppia, con un agente tra i più inscalfibili della storia che si lancia in acrobazie di ogni genere favorito dalle nuove frontiere del digitale, che permettono evoluzioni un tempo impensabili...Leggi tutto al prezzo di qualche evidenza digitale di troppo. Tutto fa gioco per un diluvio d'azione che, come da tradizione per i film alla 007, ci porta da un angolo all'altro del globo per donare al tutto quell'internazionalità sempre apprezzabile nelle grandi produzioni d'azione.

La storia si apre in aeroporto, con i due protagonisti che vengono casualmente in contatto scontrandosi per due volte incidentalmente. Poi il viaggio in aereo insieme, durante il quale l'agente Roy Miller (Cruise) fa strage di chi tenta di sottrargli qualcosa che lui ha e ancora non sappiamo cosa sia. June Havens (Diaz), chiusa durante lo scontro in toilette, ignara, ritorna a sedersi e capisce che qualcosa non va: cadaveri un po' ovunque e un pilota che non c'è più, accoppato pure lui. Niente paura: ci pensa Roy! Messosi ai comandi, porterà la donna in salvo, atterrando in un campo poco prima che il velivolo esploda. Il tempo di spiegarle di stare accorta, di evitare di salire su qualsiasi veicolo se invitata da persone che le dicono di volerla condurre in un posto sicuro, e i due tornano alle loro vite.

Per ben poco, perché June viene subito braccata dall'FBI che le spiega come Roy sia un traditore in possesso di una speciale pila "perpetua" chiamata Zefiro di cui lo Stato deve assolutamente rientrare in possesso. C'è da credergli? Non si sa; ma intanto, mentre quelli se la portano in auto sulle superstrade di Boston, piomba sul parabrezza Roy che spara a destra e sinistra, vola da un mezzo all'altro e nel frattempo parla a testa in giù a una sempre più sconvolta June, che sembra non potersi più affrancare dal protezionismo esasperato di Roy, col quale inevitabilmente dovrà fare i conti. Così ecco i due finire prima a Salisburgo, poi in un'isola sperduta della Azzorre (in realtà è la Giamaica) o a Siviglia, dove la scena madre non potrà che essere ambientata all'Alhambra, con una breve puntata per le strade in moto, inseguiti dai tori e perfino nell'arena...

James Mangold cerca di girare quanto più velocemente possibile l'azione, rallentando di tanto in tanto per lasciare spazio a qualche momento di tenerezza e di ironia tra i due protagonisti, quiasi credibili in panni che invece non lo sono affatto. E' un semplice gioco di fughe e inseguimenti condito da un'elementare trama spionistica, vuoto e superficiale come si addice a un giocattolone action come tanti, in cui il valore aggiunto sono i due spiritosi divi, le location spettacolari e ovviamente gli effetti speciali, ripresi con competenza per fornire il giusto grado di entertainment. Musiche e suoni ben calibrati, fotografia luminosa, sorrisi complici a profusione e i Persol di Cruise indossati anche nei frangenti meno indicati...



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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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