"Sherlock" episodio per episodio

25 Gennaio 2012

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di questa serie. Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 2) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


STAGIONE 1 (2010)

***! Come sverniciare lo Sherlock dei "Ritchie-e-poveri" in tre agevoli mosse. Prima: attualizzarlo, mantenendo tutto quello che s'accorda al 2010 (le deduzioni-raffica alla Medical division, i gingilli-didascalici alla Tarantino). Seconda mossa: caratterizzare, per cui il Dr.Watson non è solo un belloccio-attillato come quello di Law ma ha il suo infausto background ad ispessirlo. Ditelo a Ritchie, che esiste l'opzione due. Terza: compilare il "the best" delle versioni anteriori, razziando il goth di Levinson nell'episodio dei suicidi-seriali così come il dileggio a la Wilder e le scorciatoie di Guy. (Brainiac)

***! Già solo il nome di Moffat tra gli sceneggiatori può far accrescere il valore della produzione inglese, aggiungiamoci la produzione BBC che difficilmente offre qualcosa di scadente e allora la qualità sale alle stelle. (Purtroppo) solo tre gli episodi, sebbene tutti di un'ora e mezza come dei film veri e propri, che però concentrano un gran numero di trovate rendendosi uno più interessante dell'altro (con l'apice raggiunto nel terzo). Sherlock negli anni duemila è da vedere a tutti i costi, che si sia fan dei romanzi o meno. (Rullo)

***!
Ottima versione del celebre detective che ne attualizza le gesta preservandone il profilo, senza stravolgimenti né eccessive strizzate d'occhio ai gusti giovanili odierni. I casi sono interessanti, gli interpreti azzeccati. Come spesso accede le serie tv britanniche hanno l'intelligenza di non perdersi in un numero spropositato di episodi (vedi Life on Mars, Luther) e questo è senza dubbio un pregio. (Hackett)

***! lo Sherlock dei giorni nostri è rispettoso dell'icona classica da cui trae origine, ma oltre ad offrire una interessante variazione di temi e timbri narrativi si dimostra prima di ogni cosa divertentissimo (sovente nelle faccende legate allo strepitoso Watson-Freeman, che si caccia sempre in strane situazioni). Parte col botto nel primo episodio sul tassista pazzo, si assesta nel secondo (ispirato a un racconto in particolare della narrativa di Holmes) e tocca picchi altissimi con il terzo titolo, con enigmi a raffica (dalle soluzioni e sviluppi al limite dell'imprevedibilità) e svariati tocchi di stile nella caratterizzazione dei personaggi principali. (Fabbiu)

01. UNO STUDIO IN ROSA (A Study in Pink)
*** Per conquistare gli sherlockiani che diffidano delle imitazioni, si usa un titolo che richiama l'esordio del duo (Uno studio in rosso), si conserva il meccanismo di incontro, si inverte il meccanismo Rache[l] (Rachele o Vendetta?) eccetera. È un caso di apparenti suicidi. La brillantezza dei caratteri fa il resto: l'episodio funziona bene. (B. Legnani)

02. IL BANCHIERE CIECO (The blind banker)
** Episodio troppo complesso per essere pienamente apprezzato, nonostante qualche momento azzeccato, come peraltro sempre accade nella serie. Il meccanismo rivelatore sta nell'alfabeto di un dialetto cinese... Così così. (B. Legnani)

03. IL GRANDE GIOCO (The Great Game)
** L’idea di base (Moriarty sfida Holmes a risolvere alcuni casi entro un breve lasso di tempo) è interessante, ma l’episodio è troppo fitto di vicende per farsi seguire nel modo migliore. Inverosimile la vicenda Vermeer. (B. Legnani)


STAGIONE 2
(2012)

****! Rispetto alla già ottima prima stagione, in questa seconda sessione di Sherlock tutta la produzione, da attori a sceneggiatori ha superato se stessa. Il livello di ogni singolo episodio si attesta su livelli qualitativi elevatissimi proponendo ogni volta casi credibili con talvolta colpi di scena. Bravissimo Freeman (non che gli altri siano da meno). Grande chiusura di stagione. (Rullo)


01. SCANDALO A BELGRAVIA (A Scandal in Belgravia)
**! Due vicende si intrecciano. Il caso di un inspiegbile morte lungo il fiume, che si rivela accessoria ad una macchinazione ben più complessa, con l’arrivo di Irene Adler, donna che entrerà in un rapporto erotico-intellettuale con Holmes. La puntata è ricca di dialoghi impeccabili, di risvolti sorprendenti, di battute finissime (la migliore è di Lestrade). Troppo veloce, però, la spiegazione del nesso fra i due casi. (B. Legnani)

02. I MASTINI DI BASKERVILLE (The Hounds of Baskerville)
*** Titolo che ovviamente richiama un noto romanzo di Conan Doyle. Forse è l’episodio meno intricato, almeno fino a questo punto della serie, magari un po’ troppo psicoanalitico, ma con il vantaggio di farsi seguire facilmente. Contiene una strepitosa deduzione di Holmes, al pub, su un uomo e su una donna (un pescatore disoccupato e sua madre) che cenano in un tavolo vicino a quello della coppia. (B. Legnani)

03. LE CASCATE DI REICHENBACH (The Reichenbach Fall)
***! Altro titolo di richiamo per gli sherlockiani, con parallelo fra la chiusura dell’opera libraria e dell’episodio (che ha qualche parallelo con Blade runner…). Notevole puntata, anche se la de-costruzione di anni di successi di Holmes è un po’ eccessiva. L’episodio funziona bene anche per la facilità nel farsi seguire, punto positivo mancante in non pochi episodi. (B. Legnani)


STAGIONE 3 (2013)

01. LA CASA VUOTA (The Empty Hearse)
**! Scopriamo che Mycroft parla il serbo e che dimostra di saper dar vita, in un dialogo serrato col fratello, ad un gustosissimo scambio di deduzioni e di repliche. La prima arte è commedia, più che altro, con l’interprete di Watson mirabile nei tempi comici. Più contenuta la parte di azione, un po’ debole rispetto agli standard, ma la prima parte è talora irresistibile. (B. Legnani) 

02. IL SEGNO DEI TRE (The Sign of Three)
*! L’episodio meno valido fino a questo momento. Il pranzo di nozze di Watson (che sposa, come da canone, una donna che si chiama Mary Morstan) vede Holmes sventare un omicidio, ma il meccanismo a flashback è troppo complesso e la soluzione dell’enigma lascia a desiderare. (B. Legnani)

03. L'ULTIMO GIURAMENTO (His Last Vow)
*! La terza serie si conferma la più debole delle quattro, con una pessima puntata di chiusura, a carattere fantapolitico, con risvolti alla "Quarto Potere". Tutto è incredibile, eccessivo, persino pesante anche per alcune lunghezze che paiono messe lì per arrivare all'ora e mezzo. C'è una buona sorpresa, ma attorno non c'è davvero nulla di interessante. Neppure l'umorismo. (B. Legnani)


STAGIONE 4 (2016)

01. LE SEI THATCHER (The Six Thatchers)  
**! 
Il fatto iniziale, con le deduzioni di Holmes, donde poi nasce la trama principale, è strepitoso. Poi la vicenda scade un po’, anche in una modalità violenta non necessaria, tradendo un po’ lo spirito della serie, per poi riprendersi nel prefinale. (B. Legnani)

02. IL DETECTIVE MORENTE (The Lying Detective) 
**! Episodio molto curioso, che si complica alla fine, per poter introdurre quello succesivo, ultimo della serie. Un po’ troppo psicoanalitico, a dirla tutta, col personaggio del “benefattore televisivo”, ma con alcuni momenti azzeccati, specialmente nei tocchi di commedia. (B. Legnani)

03. IL PROBLEMA FINALE (The Final Problem) 
*! Pessima chiusura della serie, addirittura con una sorella Holmes, in chiave quasi psico-fanta-scientifica. Probabilmente le idee erano finite e ci si è rifugiati nel più che inverosimile. Tutto è incredibile, dall’inizio sino alla fine, e la cosa genera solo sconcerto e delusione. (B. Legnani)

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