Senza i fratelli Vanzina (qui i due sono solo autori del soggetto) questo SAPORE DI MARE ha tutto un altro... sapore. Anche perché i due splendidi protagonisti e mattatori del primo capitolo (Calà e De Sica) sono stati sostituiti da due nuove leve del cinema giovanilistico destinate a monopolizzare tutte le successive operazioni low-budget in tema: Massimo Ciavarro e Mauro Di Francesco. Ciavarro, classico esempio di belloccio dal capello biondo e l'occhio azzurro, dimostra ancora una scarsa capacità recitativa (ma è destinato per fortuna a migliorare col passare del tempo), mentre Di Francesco, simpatico come...Leggi tutto sempre, riesce persino a rendersi credibile come latin-lover. Il suo personaggio è preso di peso da I FICHISSIMI, film in cui faceva appunto il garagista (d'accordo, non sarà chaffeur, ma...) per lo stesso Ugo Bologna (il noto "cumenda"), ma le nuove implicazioni sentimentali fanno capire quanto l'attore possa anche permettersi d'interpretare un Casanova tascabile senza far ridere i polli. Ed ecco il tasto dolente: in SAPORE DI MARE 2 non si ride quasi più. Scomparsi Calà e De Sica il film punta ormai tutto sul sentimentalismo e la nostalgia, sulle insistite riproposizioni dei motivi musicali più in voga nei Sessanta. Non è che il risultato sia così imperdonabile, perché in fondo il regista Cortini sfoggia una discreta padronanza del mestiere e un gusto stimabile per le immagini suggestive; manca però quel quid che aveva fatto del primo capitolo un film indimenticabile, una girandola di luoghi e situazioni memorabile. La Ferrari qui recita meglio, Gianni (Ansaldi) ripete se stesso ma è simpatico... manca però Marina Suma, a conferma che Cortini ha fatto piazza pulita di quasi tutti gli ex "divi". Di grandi nomi c'è solo Eleonora Giorgi, qui...
Nettamente inferiore al primo, anche perché sono assenti tutti gli attori che lo hanno reso un cult. De Sica, Calà, Suma sono sostituiti da Ciavarro, Di Francesco, Giorgi e altre starlettes destinate a scomparire. Ciavarro, bello ma scadente nella recitazione, lascia prendere il sopravvento al sempre simpatico Di Francesco. La sua storia d'amore con Alina è la cosa migliore del film. Soprattutto per l'epilogo (l'amore in gioventù non resta per sempre). Bella la colonna sonora Anni Sassanta, con incursione negli Ottanta (Tropicana).
Sequel molto garbato di Sapore di mare, che si lascia guardare senza il minimo problema, ma che lascia il migliore ricordo con uno che non vive nello stuolo dei ventenni. Siccome il professionismo non è fatto di noccioline, infatti, l'attore che resta impresso è il grande Ugo Bologna: il resto svanisce. Supefluo il finale "vent'anni dopo". Bellissima Isabella Ferrari.
Non raggiunge la qualità del primo film, soprattutto per le defezioni dei big del cast precedente, però non è nemmeno da disdegnare. Abbiamo due nuovi protagonisti ovvero Di Francesco (simpatico) e Ciavarro (bello), oltre alla partecipazione dell'affascinante Eleonora Giorgi. Sempre ben scelt le location e le musiche.
Il secondo mi piace molto più del primo per molti motivi, tra i quali: le canzoni (molte di più e molto più belle), la stupenda Pascale Reynaud (che interpreta nel film Alina, la ragazza della quale si innamora Mauro Di Francesco e che nella realtà diventerà la moglie di Di Francesco). Bravissima poi in questo film Eleonora Giorgi. Sinceramente la mancanza di De Sica e Calà (impegnati sul set di Vacanze di Natale) per me non si sente per niente. Inoltre ci sono scene molto più belle e simpatiche, rispetto al primo.
MEMORABILE: Quasi tutte le scene con Mauro Di Francesco e Pascale Reynaud.
Vanzina era ormai decollato e stava girando con la FilmAuro. I più modesti produttori della Dean film dovettero accontentarsi di un cast da reduci di guerra e dell'aiuto regista del film precedente. Tutto sommato, non è venuto fuori un brutto film, anche se imparagonabile alla confezione del precedente. Cortini si dimostra regista consapevole e ogni tanto infila qualche inquadratura dissonante e osa anche un mezzo piano sequenza nel finalone. Peccato sia prematuramente scomparso. Un po' più cupo del precedente, ma comunque divertente.
Mediocre seguito del grande successo dei Vanzina, i quali rimangono come autori del soggetto e della sceneggiatura; ma il gioco è risaputo e le varie vicende amorose alla fine risultano più noiose che appassionanti o divertenti. E poi, quando si affidano i ruoli da protagonisti a due Non Attori come Ciavarro e Di Francesco, il rischio di scadere nel trash è sempre presente. Unica nota positiva le presenze delle splendide Huff e Ferrari. Grandi come sempre Antonelli e Bologna. Bella colonna sonora.
Era inevitabile che dopo il grande ed inaspettato successo del primo film si confezionasse un sequel, che non vede più un Vanzina alla regia, né molti degli interpreti del precedente. Il film ricrea piuttosto stancamente il clima nostalgico già visto, con il solito uso sovrabbondante di musica d'annnata, piacevole ma troppo insistita. Alcune gag sono carine, ma il tutto si dimentica piuttosto in fretta. Evitabile.
Fiacco seguito del primo successo in cui tuttavia rimangono alcune situazioni interessanti quali l'amore che può anche consumarsi e soprattutto la signora di Eleonora che perde con classe e con altrettanta classe si rialza pronta ad una nuova avventura. Per il resto le gag sono abbastanza telefonate e nemmeno troppo divertenti.
MEMORABILE: la Giorgi che prova i vari tipi di cocktails
Incassato il grande successo commerciale di Sapore di mare era scontata l'uscita di un sequel. Sarebbe stato meglio evitare visto che viene fotocopiata la formula del precedente, fatta di storie d'amore all'acqua di rose e qualche scenetta che fa appena appena sorridere (il che rende il tutto stancante, quasi insostenibile). Pesantissime le assenze di De Sica, Calà e Nicheli rispetto a un anno prima, con il malcapitato Maurino Di Francesco che tenta invano di fare il supplente. Pessima e inutile la Giorgi.
Diciamolo chiaramente: se non fosse per gli insostituibili caratteristi, film di questo genere non avrebbero interesse. C'è il caro Ennio di nuovo bagnino, c'è Ugo Bologna commendatore che si sceglie come amante la Giorgi. Per il resto però... Solo queste le uniche cose da vedere. Segnalo lo scherzetto in gioielleria della Giorgi a Ugo Bologna.
Passabile seguito con meno battute volgari, più canzoni (per la verità inserite un po' a casaccio) e un ritmo leggermente più veloce. Peggiora il cast (fuori Calà, De Sica, la Lisi e Nicheli, dentro il bravo Mauro Di Francesco, il terribile Ciavarro e la brava Eleonora Giorgi, purtroppo utilizzata per in un ruolo scontatissimo) e la confezione (grande calo per quanto riguarda regia e fotografia). Si perde l'equilibrio tra umorismo e nostalgia, grande punto di forza del primo capitolo e il tutto possiede meno personalità. Non male comunque.
Non sono un amante dei sequel neppure quando il cast riesce a rimanere il medesimo e la storia è ben costruita, figuriamoci se, al posto della coppia goal Jerry-CDS, vanno in scena il modesto Mauro Di Francesco e lo squallido Ciavarro. A differenza dell'original one, qui si naviga a vista, provando a salvare il salvabile con l'avventura amorosa di Mauro Di Francesco e amica. Nonostante la colonna sonora, tam bella quam ruffiana, la nave affonda e Vanzina ha lasciato il posto di capitano a Cortini.
Sequel scontato ed animato da buon parte della combriccola del precedente. Mancano Calà, De Sica e la Suma ma subentrano Ciavarro, Di Francesco e la Giorgi. Solite schermaglie sentimental-amorose in salsa versiliese con abbondante musica anni 60 e situazioni non diverse dal lavoro vanziniano. Privo di originalità.
Le prime pulsioni amorose in un Italia che oramai non esiste più, saldamente ancorata a dei principi e a delle facezie probabilmente lontani anni luce da noi. La forza (e la debolezza) di questi prodotti risiedeva nell'ingenuità, caratteristica andata perduta negli odierni, a volte inspiegabilmente carichi di pretenziosità, prodotti affini. Ingenuità che malcelava una forte componente autobiografica, malinconica e quindi estremamente "sentita", in tutta la sua genuinità. La consueta playlist a tavolino fa da sfondo a questa piccola favola. ***
La pellicola ha due difetti congeniti: il peso di essere un mero "n. 2" e l'assenza di comici quali Calà e De Sica (in quel periodo impegnati in Vacanze di Natale). Furbo tentativo di riottenere il successo del primo capitolo "vanziniano", il film è fiacco e complessivamente meno convincente tuttavia non disprezzabile, specialmente se guardato di seguito al primo. Curioso aneddoto sentimentale: il film fece scaturire due veri matrimoni, quello di Ciavarro con la Giorgi e quello di Di Francesco con la Reynaud (qui Alina “la gioppina”).
Tolta la regia dei Vanzina e i comici più brillanti, era inevitabile realizzare un sequel non all'altezza del prototipo; questo secondo capitolo si lascia guardare, è diretto e confezionato in modo perlomeno corretto, ma ha il grosso problema di non far ridere quasi mai e di risultare un po' noioso, specialmente nel secondo tempo dove la parte sentimental/nostalgica prende il sopravvento. Grandi Bologna e Barra, come sempre; Di Francesco è simpatico e anche bravo, ma non può reggere tutto il film da solo. C'è decisamente di meglio, nel periodo.
MEMORABILE: Le parti con Di Francesco e Ugo Bologna.
Non dite ai nostalgici degli anni '80 che in quell'epoca per loro mitica la gente si struggeva di nostalgia per gli anni '60... Girato sull'onda del primo film questo seguito ne riprende atmosfere e personaggi, ed è tutto sommato ben scritto e girato: può dare fastidio il fatto che sia meno divertente e molto più malinconico ma alla fine il risultato è più che dignitoso. Una scelta più oculata dei protagonisti avrebbe reso il tutto più credibile: Ciavarro è un mezzo incapace e De Francesco, per quanto simpatico, non è mai stato un vero attore.
Non è neanche un brutto film, Sapore di mare 2: più semplicemente ha il torto di essere il sequel di una pellicola che si era mostrata in grado di sublimare tutti i luoghi comuni sulla nostalgia anni '60. Se il capostipite ha l'aura ancora del "Cinema", qui siamo nel paratelevisivo seriale, che diventerà poi purtroppo uno dei copyright vanziniani. Nello specifico, gli innesti di Ciavarro e di Maurino son giocoforza al ribasso ma dignitosi, la Giorgi prova a metterci cinismo ma di là c'era la classe di Virna. Il resto più o meno tiene. Cortini "riprende".
A me è piaciuto anche più del primo. Frizzante, divertente, giovanile... tutti gli attori fanno un'ottima figura, dai già rodati Bologna, Ferrari ed altri presenti nel primo episodio al valido Di Francesco e alla brava ma odiosa Giorgi. Molto buono, da riscoprire.
Nonostante il film sia al di sotto del primo capitolo, Cortini se la cava discretamente e riesce a ricreare le atmosfere nostalgiche ereditate dai Vanzina. Il cast viene confermato all'80%, con le pesanti assenze di De Sica e Calà, quest'ultimo idealmente rimpiazzato dal simpatico Mauro Di Francesco. Se la pellicola si lascia apprezzare il merito è di Maurino Di Francesco (senza di lui il film perderebbe moltissimo). Grazie al film nascono due amori fuori dal set, quello tra Ciavarro e la Giorgi e quello tra Di Francesco e la bella Pascale Reynaud.
MEMORABILE: Uberto/Mauro Di Francesco che rimpiange la sua Alina con uno struggente tramonto riflesso sul paio di Ray-Ban che indossa.
Film-fotocopia del precedente, solo non diretto da Carlo Vanzina e con il cast in parte rinnovato. La musica e l'ambientazione non cambia, gli anni '60 al mare; come se non si potesse rifarlo negli anni '80, ma tant'è, in quegli anni era riscoppiata la nostalgia degli anni '60, con cantanti, un po' invecchiati, che riproponevano i brani che li avevano resi celebri. È il caso di Gino Paoli, che appare in un cameo alla fine del film cantando la canzone che dà il titolo al film. A parte Mauro di Francesco, il resto del cast è veramente pietoso. Out.
I Vanzina cambiano casa di produzione e si portano a Cortina Calà e De Sica per girare l'inimitabile cult natalizio. Qui la location è la stessa del primo film, ma la freschezza dell'anno precedente scema presto. Alcuni attori sono confermati, ma la caratura delle due pedine perse è irraggiungibile. Bravo e convincente Di Francesco, che pur confermando la sua comicità e goffaggine si trasforma estemporaneamente in latin lover, mentre Ciavarro fa solo il bello del gruppo; sempre splendide le Ferrari e la Huff e bravissimi Bologna e Barra; comunque gradevole!
Le defezioni di Calà e De Sica rendono il film piatto e monotono; il resto del cast è mediocre, con un Ciavarro che recita male e lo stesso dicasi per Ansaldi e la Ferrari. L'unico da salvare è Di Francesco, che cerca di rimediare all'assenza del più quotato Jerry. La colonna sonora cerca di rendere il film più accettabile, ma non sempre ci riesce.
Sequel non indigesto ma decisamente sottolivello: era meglio resettare tutto, perché del capostipite vengono riconfermati alcuni personaggi secondari qui costretti ad aumentare di importanza senza averne il potenziale. Ma soprattutto manca l'occhio attento dei Vanzina, che nella loro ambientazione d'epoca sapevano assicurare all'operazione-nostalgia un'appassionata sensibilità: qui invece la rievocazione degli anni '60 sembra pretestuosa e priva di qualsiasi notazione di costume, al punto che se non fosse per le canzoni nemmeno si comprenderebbe.
MEMORABILE: Di Francesco che, come dice lui stesso, ripete con Ugo Bologna lo scontro di Alberto Sordi con Claudio Gora in Una vita difficile.
Seguito praticamente immediato di un successo cinematografico. Il risultato sembra essere sicuramente più sbiadito anche per la mancanza di De Sica e Calà che nel primo film erano di sicuro le colonne portanti. Colonna sonora sicuramente indimenticabile e per quel che concerne gli attori... beh si salvano in pochi: Di Francesco, la Ferrari e la Giorgi. Ci sono comunque alcune gag simpatiche. Menzione per Ennio Antonelli nei panni dell'indimenticabile bagnino.
Perse le colonne del primo capitolo (De Sica e Calà), sostituita la regia con tale Cortini, il film diventa simile a un qualsiasi prodotto tv senza alcuna pretesa. Zeppo di comparse e caratteristi noti per ovviare all'assenza di primedonne, l'essenza principale dovrebbe pesare su Ciavarro e De Francesco, che però non hanno le spalle sufficientemente larghe. Anzi, il primo addirittura è quasi totalmente privo di capacità recitativa e si limita a faccette. Gag e battute deprimenti completano il quadretto. Carrellata infinita di brani dell'epoca.
Sequel dignitoso ma sicuramente inferiore al primo capitolo. Massimo Ciavarro e Mauro di Francesco non valgono De Sica-Calà. Si respirano comunque anche qui gli anni 60. A tratti il film è anche spassoso, merito soprattutto di "Maurino", che tiene vivi e alti i toni. Sempre graziosa Isabella Ferrari e frizzante la Giorgi. Godibile.
Difficile ripetere il successo del primo episodio, tuttavia Cortini confeziona una bella commedia che scorre via velocemente fra belle musiche e tanta malinconia. Trovo che l'idea di sostituire i vecchi cavalli vincenti sia azzeccata e riesca a dare nuova freschezza a una storia che ripercorre le orme della precedente. Molto ben riuscita la storia fra Uberto e Alina, finale triste da una parte ma pieno si speranza dall'altra. Gran bel film.
Quando plebei e patrizi frequentavano gli stessi luoghi di vacanza. Gli amori estivi giovanili dovrebbero dominare, in questo tipo di film, e così è, ma ciò che salta più all'occhio è la ricchezza che faceva (e fa) status symbol. Donne pronte a vendersi, con orgoglio, per sistemarsi, ricchi cafoni e giovani che vogliono sembrare quello che non sono. Episodi legati da troppe canzoni dell'epoca che fanno commuovere chi quegli anni ha vissuto e hanno dato però un'idea sbagliata ai giovani del 1983. In confronto i film dell'epoca erano capolavori.
Pedestre séguito dell’”operazione nostalgia” di Vanzina. Rispetto al predecessore pesano l’assenza di originalità e il cast più povero (Di Francesco è tutto sommato simpatico, ma la Giorgi non è la Lisi, mentre Ciavarro è solo un viso da fotoromanzo). Eppure il risultato, grazie alla regia professionale, ai caratteristi (Bologna, Barra e Antonelli) e alle canzoni, è dignitoso, malgrado il film si dimentichi in fretta (tranne, forse, la bellezza della Ferrari).
Visto il successo del capostipite, era inevitabile il sequel. Qui, però, vengono a mancare molti degli elementi fondamentali: senza Vanzina alla regia e senza Calà, De Sica e Nicheli nel cast (anche se quest'ultimo è sostituito dal bravo Bologna), il film si riduce a una pedissequa operazione nostalgia che non offre nulla di nuovo rispetto al primo capitolo e, anzi, ne diventa la fotocopia sbiadita. Buone le musiche.
Sequel del cult di Vanzina, il film di Cortini mantiene alcuni attori del precedenti ma ne cambia altri. La ricetta è sempre la stessa ma anche dopo ripetute visioni non dispiace. Da segnalare nel cast due grandi come Bologna e Antonelli, che rubano la scena al resto del cast (tra i giovani meglio Di Francesco e la Ventura degli altri). Meravigliosa la dolcezza della Reynaud.
Eccoci servito a furore di popolo il sequel del film di Vanzina, ma questa volta in cabina di regia troviamo Bruno Cortini. Il film cerca di essere una fotocopia del precedente ma il risultato è decisamente inferiore. Vuoi per il cast rimaneggiato, vuoi perché l'effetto sorpresa è svanito, il film non riesce a convincere mai del tutto. Come al solito tanta bella musica che, quella sì, rende nostalgici.
Cortini replica in maniera pressoché identica la stessa formula dei Vanzina limitandosi a togliere le figure più carismatiche e rendendo di conseguenza la commedia più omogenea e piatta. Gli intrecci amorosi la fanno da padroni, accompagnati da una serie continua di brani del passato per aumentare l’enfasi delle scene. Nel complesso è piuttosto innocuo, un po’ ripetitivo e banale. Non c’è molto di interessante e il film si pone come un semplice scacciapensieri per riempire un caldo pomeriggio d’estate.
Era inevitabile un sequel del famoso film balneare vanziniano e, nonostante gli inevitabili cambiamenti del cast, il tutto risulta abbastanza godibile e adatto per una serata disimpegnata. Tuttavia le scene scanzonate e le musiche dell'epoca da sole non bastano e la mancanza di quelli che erano i veri collanti del cast (Calà e De Sica) si fa sentire. L'eccesso di sentimentalismo nella seconda parte del film non giova all'atmosfera. Poteva uscire di peggio, comunque.
Fotocopia del primo capitolo, fallisce miseramente il tentativo di rimanere allo stesso livello. L'assenza di Calà e De Sica si nota moltissimo, sostituiti da un Ciavarro che rende la pellicola ancora più un fotoromanzo della precedente. Il ritmo è veramente blando, complici situazioni troppo sciocche che non reggono la prova del tempo. La baracca si salva in parte grazie a Di Francesco, che però da solo non riesce a tenere a galla l'impianto; colpa anche di personaggi troppo macchiette come quello della Giorgi.
A neanche un anno da Sapore di mare ecco il sequel, che purtroppo si rivela di tutt'altro livello. Lo scettro della regia passa da Vanzina a Cortini e pure il cast cambia ampiamente; vengono infatti a mancare i comici più importanti come De Sica e Jerry Calà. Oltre alla regia e al cast rimaneggiato A non convincere è la trama, sempre la stessa. A non fare affondare totalmente il film sono le interpretazioni dei vari caratteristi, tra cui il bagnino Elio Antonelli col suo "Non se poleee".
Ritroviamo, nel sequel quasi doveroso, molti dei personaggi/attori del fortunatissimo film di Vanzina. Qui cambia la regia e, al di là delle classiche vicende balneari e di qualche errore storico temporale (Corea-Italia si giocò nel 1966!) si perde un po' di qualità nel cast. Tra Lisi e Giorgi il gap c'è e la mancanza dei fratelli Calà e De Sica è mitigata solo in parte da un Maurino Di Francesco nel suo periodo migliore. Ad ogni modo sempre godibile.
A rivederlo dopo anni ci guadagna! Sarà la nostalgia, o la qualità delle commedie talmente scesa negli anni. Non è male come sequel, almeno ha il merito di non ricalcare "pari pari" il fratello maggiore. Completamente "vestito" con le hit della musica anni '60, presenta storie "balneari" abbastanza ben interpretate da tutto il cast. Da vedere senza troppa puzza sotto il naso. Spiccano su tutti Mauro Di Francesco e Eleonora Giorgi.
Sull'onda del successo del primo capitolo abbiamo questo degnissimo sequel di Cortini, che se da una parte ha forse il demerito di decimare il cast originario, dall'altra ha il merito di conferire alla storia una malinconia se vogliamo ancora superiore a quella percepita nel precedente film. Oltre a consacrare come sex symbol Massimo Ciavarro. Nel cast anche una pimpante Eleonora Giorgi e un sorprendente Mauro di Francesco, qui praticamente protagonista. Dignitosissimo.
MEMORABILE: L'exploit di Maurino di Francesco, semplicemente perfetto.
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Durante la sequenza del ballo fra Di Francesco e la Reynaud viene trasmesso il brano "L'ora dell'amore" dei Camaleonti, vale a dire la cover di "Homburg" dei Procol Harum.
Ma è sembrato solo a me, o c'è il grande Jimmy il fenomeno che vende la Gazzetta sul lungomare, poco prima che Uberto convinca il Cummenda a prestargli il motoscafo?
Molto brutto, rivisto ieri sera (dopo diversi anni che non lo rivedevo) lo trovato ancora peggio dell'ultima volta che lo avevo visto. Cast pesamentemente sotto tono, le assenze di Calà e De Sica si sentono come un macigno.
MusicheAlex75 • 13/07/20 19:26 Call center Davinotti - 710 interventi
Samuel1979 ebbe a dire:
Durante la sequenza del ballo fra Di Francesco e la Reynaud viene trasmesso il brano "L'ora dell'amore" dei Camaleonti, vale a dire la cover di "Homburg" dei Procol Harum.
Bellissima canzone, peccato che nell'estate 1965 (in cui sono ambientate le vicende del film) non fosse ancora stata composta. All'epoca i Procol Harum neppure esistevano.
DiscussioneAlex75 • 23/07/20 13:50 Call center Davinotti - 710 interventi
Ruber ebbe a dire:
Molto brutto, rivisto ieri sera (dopo diversi anni che non lo rivedevo) lo trovato ancora peggio dell'ultima volta che lo avevo visto. Cast pesamentemente sotto tono, le assenze di Calà e De Sica si sentono come un macigno.
Alla lunga, si fa ricordare più per le musiche (con le quali all'epoca, ma anche allora, si poteva "vincere facile").
Nell'intervista a Francesca Ventura, lei dice, quando parla della lavorazione di questo film, che tutti loro attori erano nello stesso hotel in Sardegna. Il chè significa che alcune location probabilmente sono sarde e non solo sul litorale laziale.
Secondo me si è confusa con il successivo Giochi d'estate, sempre di Cortini, girato appunto in Sardegna.
Probabile. Questi errori - nei ricordi degli attori - sono frequenti. Ricordo che un'attrice de L'occhio nel labirinto (forse la Danning) diceva di avere girato in Sardegna, invece era l'Isola d'Elba...