Chiamato dai fratelli Avati che erano rimasti colpiti da un fatto di cronaca realmente avvenuto, Lamberto Bava si trova a dirigere il suo primo film in un'atmosfera in parte riconducibile a quella dell'ultimo lavoro di suo padre Mario, quel SCHOCK di cui Lamberto fu aiuto regista (e anche qualcosa di più, si dice). Ci sono sempre una madre paranoica (lì Daria Nicolodi, qui Bernice Stegers), un figlio (o una figlia, come in questo caso) dall'aria furbetta e non del tutto savio, un amante tragicamente scomparso. Trovatosi quindi in una situazione simile, Lamberto ha cercato di recuperare lo stile sospeso e raffinato del padre...Leggi tutto riuscendovi però solo in parte. Grazie alla sceneggiatura dei fratelli Avati si è evitato di ricadere nel banale ed effettivamente l'ambientazione americana (gli interni della villa in realtà sono sul Garda, ma tant'è...) ha conferito un'atmosfera insolita a quello che invece è chiaramente un dramma nero dallo stile tipicamente italiano, recitato senza troppa enfasi e con la giusta misura soprattutto da Stanko Molnar, che nel ruolo del ragazzo cieco sa rendersi credibile (pur senza entusiasmare). Quello che manca è uno sviluppo accattivante della trama, ferma a un paio di idee e aggrappata disperatamente all'unico colpo di scena (collegato a un freezer) che chi non conosce il film farebbe bene a non farsi svelare (anche se non è molto difficile arrivarci). Il ritmo è sonnacchioso, eppure la vicenda, forse per merito di una regia accorta che Bava jr. non saprà mantenere nel successivo DEMONI, sa a suo modo coinvolgere. Risibile quanto imprevedibile l'ultimo shock prima dei titoli di coda. Musiche jazzeggianti.
Debutto alla regia per Lamberto Bava dopo la sua collaborazione come seconda unità alla regia di Cannibal Holocaust e Inferno. Macabro è basato su un soggetto sviluppato in sceneggiatura da Antonio e Pupi Avati, Lamberto Bava e Roberto Gandus. La storia è abbastanza incredibile ed ascrivibile, più che al giallo, al "fantastico", campo nel quale il regista si dimostra particolarmente versato (Démoni e Démoni 2).
Non eccezionale, ma ben confezionato.
Interessante opera d’esordio di Lamberto Bava, uscita poco dopo la scomparsa del padre Mario. Pellicola che, pur senza essere un capolavoro, resta su livelli sempre interessanti per la sua intera durata, grazie in modo particolare alla prestazione notevole, quasi commovente, di Stanko Molnar, che (“nomen non omen”) mai annoia lo spettatore.
Il gusto malsano e necrofilo fanno avvicinare quest'opera a Buio Omega (per rimanere in territorio nostrano e non finire in Germania...). La figura della bambina è resa alla perfezione ed è molto inquietante come lo sono anche il resto dei personaggi. Buon esordio, a tratti scioccante, di Bava junior. Ottimi gli scenari in cui è ambientata la vicenda: trasudano morbosità.
Tramite l'occhio registico di Bava jr, Avati ribadisce la sua attrazione per i rapporti tra i vivi e i defunti, esplicitando gli spunti necrofili e i coiti post-mortem che ne La casa erano lasciati all'intuizione dello spettatore. La lentezza talvolta eccessiva e le musiche spesso non appropriate non abbassano il buon livello della pellicola, malsana ed inquietante e con brivido finale. Folle e affascinante la Stegers, "enfant terrible" la Zinny, candido e malinconico Molnar.
Thriller, venato di scene grandguignolesche, ad alto tasso di morbosità che, nonostante una sceneggiatura non certo perfetta, riesce a creare un'atmosfera notevolmente inquietante. Discreto esordio in celluloide per Bava jr che probabilmente confeziona, con questa sua opera prima, il suo miglior film, il quale lasciava presagire un futuro ben più roseo per un regista che invece incapperà in molti lavori pessimi o mediocri, non confermandosi più a certi livelli.
C'è la mano di Avati e si vede. Il miglior film di Lamberto Bava (che avrebbe dovuto continuare su questa strada invece di darsi a pellicole più facilone). Gli interpreti sono tutti in parte, l'ambientazione risulta suggestiva e fa da contorno ad una tetra litania folle che si dipana fino alla fine; prevedibile, ma non era questo il senso del tutto. Sottovalutato.
Gruppo di psicopatici in un interno-inferno. Tre protagonisti, due (madre e figlia) clinicamente pazze, il terzo (il ragazzo cieco), prigioniero di un'ossessione morbosa. Di angoscia ce n'è, ma non per l'incertezza sullo svolgersi degli eventi o sul finale, quanto per il vedere i tre protagonisti percorrere, senza un barlume di coscienza, il tunnel cieco della loro follia. Manca un personaggio "neutrale" con cui identificarsi e i tre psicotici sono abbastanza antipatici. Però, l'atmosfera c'è e il film è ben recitato, interessante.
Non mi è piaciuto. Storia poco appassionante, nessuna suspense, attori così così. Giusto un filo di morbosa curiosità per scoprire il segreto così gelosamente nascosto nel frigorifero da una povera pazzoide. Finale assurdo. Bava (figlio) e Avati, ovvero delle premesse enormi per partorire un modesto topolino.
Niente male. La Stegers (che non disdegna di mostrarci le sue grazie) è una buona interprete e anche Molnar si impegna. Gli ultimi 10 minuti sono un vero e proprio viaggio nella follia: minuto dopo minuto il palazzo dove si svolgono le vicende diventa sempre più claustrofobico e l'atmosfera si fa più malsana. Evitabile la sorpresa finale, un po' fuori luogo, ma sicuramente un'opera degna di essere vista. Belle musiche.
Per il suo film d'esordio, Bava Jr. si trova a dirigere un thriller necrofilo che rimanda alle atmosfere lugubri e malate del Buio Omega di Massaccesi, pur non raggiungendone le vette di disgusto e splatter. Anche questa volta infatti ci si trova al centro di una storia d'amore folle e macabra, costruita intorno a personaggi ambigui. Gli attori se la cavano bene, su tutti Molnar e la diabolica ragazzina Zinny, ma il film stenta a decollare e a parte gli ultimi 20 minuti il resto è abbastanza noioso, nonostante la sobrietà nella confezione.
Un più che notevole debutto per Bava jr., il quale azzecca subito l'ambientazione (la villa della Petacci) così come gli attori, dando al film quel tocco di malsano che ben lo caratterizza. La tensione c'è, ed è anche ben corstruita, anche se risente di qualche lungaggine di troppo. Nel complesso comunque non annoia e il finale, anche se intuibile ad un certo punto del film, è scioccante e irreale allo stesso tempo. Purtroppo per Bava, non si ripeterà più a questi livelli.
Ottimo esordio di Lamberto Bava alla regia con un film particolarmente riuscito, nonostante la sonnolenta ambientazione nella provincia americana anni 70. Non ci si annoia un solo minuto, nonostante l'assenza di scene particolarmente movimentate (tranne nel finale). Buona la prova del cast (molto brava la Zinny, nel ruolo della ragazzina malvagia). Film che resta tre le pietre miliari dell'horror-thriller all'italiana. Molto belle anche le musiche.
Credo che la componente musicale sia la parte più azzeccata della pellicola in quanto è veramente notevole. Il film invece non mi ha molto coinvolto, fatta eccezione per gli ultimi venti minuti dove la tensione cresce un po'. Peccato, perché il cast non era nemmeno male. A mio avviso meglio il Buio Omega di Joe D'Amato.
Riuscito film di Lamberto Bava, tratto da un fatto realmente accaduto: una donna sposata che non riesce a staccarsi dall'amante morto in un incidente stradale. Clima claustrofobico e confronto sull'orlo della follia tra madre e figlia adolescente con un ceco (bravo Molnar) che cerca, inutilmente, di non farle scontrare. Ritmo in crescendo con scena finale un po' pacchiana ma che resta impressa.
Discreto giallo "tardo" diretto con grazia da Bava e supportato da un cast discreto, soprattutto Molnar nella parte del ragazzo cieco. La trama, nonostante i QUATTRO autori, è ben poca cosa e con fatica riesce a reggere la pur modesta durata; però la tensione sicuramente c'è e così pure la curiosità dello spettatore nello scoprire come andrà a finire la vicenda. Si evita di cadere nel ridicolo per miracolo e credo sia decisamente la miglior qualità della pellicola. Discrete musiche e buona fotografia di Delli Colli.
Dopo la morte del figlio e dell'amante, June vive una realtà delirante in cui continua la sua storia di passione con un partner assente. Scritta anche dai fratelli Avati, questa storia si avvale di atmosfere misteriose e drammatiche, a supporto di un racconto valido che fa di quest'opera di Lamberto Bava un vero classico per gli amanti del genere e non solo.
Malato, disturbante, pregno di un'atmosfera morbosa e putrida. L'amore necrofilo nel suo massimo picco estremo (forse solo Buio omega si avvicina a questi straordinari livelli). Bava jr sforna quello che è il suo film migliore, con terribili infanticidi, personaggi soli e completamente folli, interni squallidi e soffocanti, che puzzano di morte, freezer che contengono orrori, sesso deviato e elogio alla pazzia. La passione della Stegers va alla pari con quella della Adjani di Possession, film col quale ci sono diversi punti in comune. Non si scorda più.
MEMORABILE: La Steigers in intimo, sul lettone, ansimante di sesso necrofilo; l'incidente al passaggio a livello; lo scioccante finale con Stanko Molnar.
Curioso ed eccentrico esordio alla regia (almeno dal punto di vista della "firma" unica) del figlio di Mario. Decisamente ben girato, con un'accorta direzione degli attori (alla cui mancanza d'empatia è dovuta buona parte della resa del climax), il film coglie bene l'atmosfera patologica del soggetto riuscendo a creare un universo autoreferenziale. Emerge tuttavia (pur se qui contingente alla "scrittura" dei fratelli Avati) quella che sarà la costante "impersonalità" stilistica di Bava Jr. Opera comunque avvolgente quanto straniata. Convincenti Molnar e Stegers.
MEMORABILE: Il bambino affogato; L'incidente d'auto; La "scoperta" da parte di Molnar della capa in frigo: a metà tra Voglio la testa di Garcia e Buio omega.
Ho trovato questo esordio di Bava jr. uno dei migliori da lui diretti. Alla sceneggiatura i fratelli Avati hanno scritto una storia che col passare dei minuti diventa sempre più interessante. Finale cult. Musiche forse inadatte. Bravo Molnar.
Il sole di New Orleans si colora di morte. La luce nera della "signora con la falce" è avvertibile dall'inizio alla fine; poi si rasenta l'assurdo, ma quante volte si parla di morte assurda? Bava jr riesce a ottenere il massimo da una sceneggiatura che non concede molta strada, con una vicenda praticamente circolare, basata sull'abitudine "malata" della protagonista che cerca di recuperare quanto perso, anzi sprecato. Mi è venuto pure in mente un pensiero che credo condivisibile, all'inizio: ma come è possibile non pensare "prima" ai propri figli? Il finale fa perdere mezza palla.
Deludente. Avevo sempre pensato che questo (grazie anche al fatto che alla sceneggiatura abbiano collaborato i fratelli Avati) potesse essere il film migliore di Bava Jr. Invece ci troviamo davanti a un filmetto deprimente, che fatica a procedere legato com'è a un'unica ideuzza (non molto sorprendente in verità); ad aggravare le cose c'è il fatto che non si prova empatia nemmeno con uno dei personaggi in scena. L'unico aspetto sufficiente è la recitazione dei due attori protagonisti. Demenziale la scena finale con relativa didascalia. *!
Buon esordio di Lamberto Bava, che in tutta la sua carriera raramente riuscirà a tornare a questi livelli. Qui, più che di horror vero e proprio, si tratta di un giallo con venature molto inquietanti e un'atmosfera morbosa resa bene sia dalla regia che dall'ottima colonna sonora. La sceneggiatura dei fratelli Avati funziona; non tanto nel prevedibile segreto nascosto dalla protagonista, ma nelle psicologie dei personaggi e nell'inaspettata svolta finale. Buono il cast.
Bava jr. gira uno dei suoi migliori lavori proprio all'esordio. Questo thriller a tinte horror è macabro come il titolo suggerisce e ben confezionato. Il cast di sconosciuti offre una prova sufficiente: bravo il croato Molnar nei panni del non vedente e anche la bambina; al contrario la colonna sonora non lascia ricordi particolari. Alcune sequenze sono interessanti.
Il primo film di Lamberto Bava come regista è un thriller con venature horror, più che altro dal punto di vista psicologico. Il difetto è l'estrema lentezza, specie nei primi 40 minuti, ai quali segue un secondo tempo più intenso; detto questo si guarda con interesse e, quando ci si rende conto di cosa combina la Stegers nel proprio letto, si capta al meglio il senso del titolo. Finale non eccelso, in media con il film che non è male ma nulla più. Molto meglio, fra gli horror di Bava, il successivo La casa con la scala nel buio.
La pellicola avrà "terrorizzato Dario Argento", come annuncia il manifesto originale, ma non me! Lo strombazzato esordio di Lamberto Bava alla regia (su soggetto di Pupi Avati) è purtroppo assai deludente; non tanto per quello che accade tanto per il contrario; sì, perché per essere macabro il film lo è e pure con un finale angosciante, ma la magagna è che per arrivarci tocca sorbirsi un’ora e mezzo in cui non accade niente o quasi, in cui tedio e sonnolenza fanno spesso capolino.
Il ferocissimo incidente iniziale sembra promettere un horror ad alta tensione, ma il primo lungometraggio di Lamberto Bava è invece lontanissimo dallo splatter e costruisce piuttosto un'atmosfera polanskiana, in cui il mistero prima di essere svelato ha bisogno di essere spiato (per di più da un cieco) in interminabili ma propedeutiche sequenze mute, sottolineate con insistenza da un uso invasivo della musica. Chi non si farà scoraggiare dalla lentezza dell'avvio verrà ripagato da un finale capace di far sobbalzare lo spettatore.
Bava jr. rinverdisce due novelle "macabre" del Boccaccio aggiornandole al cattivo gusto del nuovo horror anni Ottanta. Tutti gli snodi narrativi principali sono forzati (soprattutto il finale, assolutamente gratuito) e il Nostro non possiede né l'inventiva né il senso del grottesco per recare lo spettatore nelle lande della sospensione dell'incredulità. Per sua fortuna il trio di attori se la cava bene (bravo Molnar) recandogli in dote il miglior film della carriera. Discrete le musiche, pur se incongrue.
Visto e considerato che il debutto registico di Bava (non sempre brillante nella forma e lacunoso nella direzione del cast) poggia unicamente su un'idea (a dire il vero anche abbastanza sciocca) forse era meglio virare su un cortometraggio perchè prima del finale - nel quale almeno succede qualcosa - tocca sopportare più di settanta minuti di tedio che raggiunge picchi elevatissimi e che non permette nemmeno di respirare quell'aria perversa e malsana che - sulla carta - si voleva dare. In più c'è l'aggravante di una colonna sonora che si sposa male con le immagini.
MEMORABILE: L'incidente; Il metodo che permette di aprire il lucchetto; La perfidia della Zinny.
Anni 80: abbondano i thriller, privi di una sceneggiatura solida, che per inquietare ricorrono a scene splatter plateali. Non è questo il caso. Bava e Avati turbano davvero avvalendosi di pochi mezzi: una casa piena di gingilli e sufficientemente tetra, inquadrature impattanti che riempiono alcuni silenzi, musiche incisive molto anni 70. Poi c'è il cast, in cui il delicato Molnar si innamora della Stegers che sembra avere il viso di gomma e pare folle persino quando è immobile. Non è da meno la giovane e perfida (ma brava) Zinny. Macabro, decisamente macabro!
MEMORABILE: Finale inaspettato che, sul momento, fa sobbalzare. Poi si realizza, ironicamente, che si tratta di trash d'autore!
Il parto necrofilo e ossessivo di Lamberto Bava, girato quasi interamente all'interno di una grande casa vittoriana, dove il regista si diverte a nascondere e dissotterrare tutti gli orrori di una famiglia "multiproblematica". Film incredibile, pieno di momenti estremamente morbosi e con un finale shock da mattatoio umano. Uno degli horror anni 80 più belli di sempre.
Horror niente male di (strano a dirsi) Lamberto Bava. Il suo film d'esordio è coraggioso, con scene d'impatto e davvero crude. Gore spettacolare, trovate rivoltanti e per questo accattivanti. Azzeccata la scelta del personaggio cieco che lascia solo immaginare come fosse difficile la sua condizione in quelle circostanze. Azzeccata anche la scelta dell'attrice adolescente, capace di rendere la sua follia molto credibile.
MEMORABILE: La testa nel frigo; L'omicidio nella vasca; La scena finale.
Non amo affatto Lamberto Bava, ma Kesarju Kesarevo: gran bel film, morbosissimo nelle atmosfere e non parco di momenti graficamente violenti (si ricorda a lungo l'incidente stradale con decapitazione), bagnato da un finale efficace quandanche non originalissimo. Ottima la Stegers nel ruolo della psicopatica protagonista, un vizio mentale che sembra trasmesso anche alla perfida figlioletta. Poteva essere l'inizio di una grande carriera di genere; per il repentino passaggio d'epoca e limiti personali, invece, rimane solo un unicum.
Al suo esordio solitario alla regia Lamberto Bava realizza un film che mostra pregi e difetti tipici del regista, sempre bravissimo a creare l'atmosfera, un po' meno a mettere in scena sceneggiature già non perfette. E anche qui abbiamo infatti qualche buco di troppo, ma anche un clima torbido e morboso ottenuto con giochi di luce e con un cast che tutto sommato non sfigura. Prodotto e scritto dagli Avati, che trassero la storia da un giornale. Discreto.
Un titolo, un perché: perverso, cattivo, pregno di personaggi dalla mente distorta, di atmosfere soffocanti, di passioni e gelosie portate alle estreme conseguenze. Dopo un inizio mozzafiato il film inevitabilmente rallenta, forse perché troppo spesso si focalizza sugli amplessi notturni della protagonista (una bella e sinistra Bergers); tuttavia nel secondo tempo il ritmo ritorna alto con l'emergere di dettagli e situazioni sempre più inquietanti dirigendosi verso un finale spettacolare, un colpo di scena che attinge al soprannaturale.
Lamberto Bava raccoglie il testimone del padre ma non riuscirà mai ad eguagliarne i risultati, anche se, almeno in questo suo esordio, le colpe più che alla sua regia sono imputabili a una sceneggiatura con poche frecce al suo arco, e che forse sarebbe stata più adatta a un telefilm. Peccato, perché l'atmosfera ci sarebbe pure e i pochi attori presenti non recitano neppure male (la Stegers, che mostra anche le sue grazie, ha una sola espressione ma è quella giusta). Titolo calzante nella sua semplicità, discrete musiche di Ubaldo Continiello.
La trama ingrana troppo lentamente (a volte ci si annoia), un segreto che sarebbe stato opportuno scoprire più tardi viene svelato subito, la colonna sonora fa storcere un po' il naso e quello che il frigorifero nasconde non è così impronosticabile. Eppure tutti gli attori sono bravi, inoltre piacciono sia gli interni raffinati che soprattutto l'escalation finale (tardiva) di morte e pazzia, fino ad arrivare a un epilogo sì opinabile ma che lascia indubbiamente di sasso per come giunge inatteso. Impossibile ignorare i difetti di cui sopra, eppure il film resta impresso.
MEMORABILE: Gli ultimi secondi del film, scanditi da quel respiro d'ignota provenienza.
Una stanza, un trauma, un’ossessione, ma soprattutto una persistente paralisi morale e quel rapporto simbiotico e malato tra Jane e sua figlia Lucy. Poi c’è lui, Robert, spettatore non vedente tramortito da un senso di inabilità alla vita. L’horror di Lamberto Bava è un vortice ammaliante e degenerato, un microcosmo di perverse repressioni che riflette i mutamenti sociali, quali il matrimonio, la genitorialità e la solitudine. Audace Bernice Stegers. Chiusa finale da pelle d’oca.
Rimane fedele al titolo per buona parte della durata, raggiungendo discrete punte di devianza psichica e disgusto. La prima e l’ultima parte si dimostrano le migliori, mentre nel mezzo soffre dei momenti di stanca che si traducono in noia per mancanza di risvolti narrativi concreti. La scelta di New Orleans si rivela azzeccata perché dimostra di avere i connotati perfetti per il tipo di storia da raccontare. Non nasconde molto, preferendo mostrare omicidi e disagi mentali con una naturalità a tratti sconcertante. Non male gli attori, ognuno ben calato in un ruolo non facile.
Dopo Dèmoni, l'esordio in solitaria di Lamberto Bava rimane forse il suo lavoro migliore, cupa ed elegante vicenda di amore malato (con la necrofilia si va sul sicuro) e ancor più disturbante ritratto di disfunzionalità familiare (il rapporto sottilmente laiduccio che si scorge fra il cieco Robert e sua madre, l'impressionante escalation di follia e immoralità che ammorba l'apparente decoro di un caldo nido domestico). La narrazione si prende i suoi tempi, ma il regista sa come tenere sulle spine il pubblico e punta il tutto per tutto in un finale di allucinato parossismo orrifico.
MEMORABILE: L'omicidio domestico e la corsa disperata in auto dal tragico esito; Cosa c'è nel frigorifero della signora Baker?; L'ultimissima e inattesa sequenza.
Thriller morbosetto, vagamente horror con tendenze necrofile, di sufficiente classe da rimanere nel buon gusto. L'inizio è fulminante, e anche il finale è piuttosto movimentato, mentre la parte centrale ha un ritmo blando ma godibile. Malgrado sia prevedibile, il film riesce a creare tensione. Il cast convince, a cominciare da Stanko, ottimo nei panni del cieco, e anche l'angelica bimba luciferina non è da meno. Intrigante la bellezza matura della Stegers (all'epoca del film aveva appena 30 anni!), che regala un nudo frontale integrale, un topless e varie trasparenze di sottoveste.
MEMORABILE: L'iniziale alternanza tra morte e fasi salienti di un coito sentito; Il nudo della Stegers; La Stegers nei rapporti necrofili "Ora!"; La scena finale.
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Attento Markus! In una recensione di Amazon c'è scritto che manca l'italiano. Ma mi sembra stranissimo visto la copertina del dvd in italiano.
Cerca di appurare la cosa prima di comprarlo.
Cotola ebbe a dire: Attento Markus! In una recensione di Amazon c'è scritto che manca l'italiano. Ma mi sembra stranissimo visto la copertina del dvd in italiano.
Cerca di appurare la cosa prima di comprarlo.
Grazie Coty, in effetti conviene sempre esserne certi. Alla fine ho trovato in rete questo retro di copertina che parla di audio ita:
Markus ebbe a dire: Cotola ebbe a dire: Attento Markus! In una recensione di Amazon c'è scritto che manca l'italiano. Ma mi sembra stranissimo visto la copertina del dvd in italiano.
Cerca di appurare la cosa prima di comprarlo.
Grazie Coty, in effetti conviene sempre esserne certi. Alla fine ho trovato in rete questo retro di copertina che parla di audio ita:
Markus, ma il retro cover del dvd non e mica quello della Aegida? Ha l'italiano per forza, l'Aegida è italiana e a sentire gli esperti delle "visioni ottimali" si vocifera che non sia granchè...
Nella quarta giornata del Decameron vi sono almeno due novelle che hanno qualche appiglio con la trama.
La prima racconta (IV, 5) la storia di Lisabetta da Messina che conserva la testa dell'amato (ucciso dai fratelli) in un vaso di basilico, piangendolo sino alla morte. Il tema ritornerà in una poesia di Keats, Isabel or the pot of basil (1818).
Nella seconda (IV, 9) Guglielmo Rossiglione dà in pasto alla moglie traditrice il cuore dell'amante.
L'argomento del "cuore mangiato" torna anche nella prima novella della fatidica quarta giornata: Tancredi, principe di Salerno, serve in una coppa alla figlia Ghismunda il cuore dell'amante Guiscardo.
HomevideoZender • 10/03/17 09:47 Capo scrivano - 48908 interventi
Il film è uscito (uncut) in bluray con traccia italiana per la tedesca LFG:
Lucius ebbe a dire: Grazie Buio, è una delle perle della mia collezione. :)
Lucius, per caso hai il 45 giri de LA LICEALE AL MARE CON L’AMICA DI PAPÀ sempre firmato Continiello e su etichetta Fonola. È da 2 anni che sto cercando il lato B “I like to reggae”
No, perchè non mi interessa Alvaro Vitali. Poi se lo trovassi in giro a poco potrei pure prenderlo. Tutta la collezione è online, tranne quelli relativi a film non davinottati e alcuni 45 di film dati per dispersi o introvabili. Ciao.