La morte e la fanciulla - Film (1994)

La morte e la fanciulla
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Death and the maiden
Anno: 1994
Genere: drammatico (colore)
Note: E non "La fanciulla e la morte".
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Caesars 14/05/07 14:51 - 3773 commenti

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Dramma a forti tinte ambientato in un non meglio precisato paese dell'America latina. Sigourney Weaver interpreta una donna, vittima di feroci torture al tempo della dittatura ormai finita, che crede di riconoscere in un dottore il suo feroce aguzzino. Lo imprigiona e lo sottopone ad un sommario processo incaricando il marito di assumere il ruolo di avvocato difensore. Ha preso un abbaglio o ha veramente trovato il suo persecutore? Polanski è grande nel tenere alta la tensione drammatica per tutta la durata del film. Da vedere.

Cotola 14/01/08 18:39 - 8998 commenti

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Una donna crede di riconoscere il suo torturatore nell’uomo che il marito ha portato a casa. Mette così in piedi una specie di processo ai danni dell’uomo per ottenerne la confessione di colpevolezza che si trasformerà in un vero e proprio gioco al massacro. Splendido dramma da camera, teso, claustrofobico e coinvolgente come succede sempre più di rado nel cinema odierno. Un perfetto esempio di Kammerspiel, impreziosito oltre che da una grande regia, da una prova attoriale di grandissimo livello.

Galbo 8/08/09 14:01 - 12372 commenti

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Di chiara impostazione teatrale (è infatti tratto da una piece di un autore cileno), La morte e la fanciulla (il titolo si riferisce a un quartetto di Schubert) è un film complesso che parte quasi come un thriller politico per diventare poi un dramma psicologico che ha al centro il tema dello scambio di ruoli tra vittima e carnefice. Molto buona la regia nel costruire la tensione ed ottime le interpretazioni del cast.

Daniela 28/07/09 14:08 - 12606 commenti

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Interpretato in maniera superba da Weaver, intensa e febbrile, e da Kingsley, campione dell'ambiguità, questo film tratto da un dramma teatrale, di cui conserva l'impianto con la quasi unità di tempo e di luogo, coinvolge e turba, ponendo questioni non banali sulla giustizia e sulla vendetta, alimentate dall'incertezza sulla reale identità del personaggio del medico: torturatore o vittima di un equivoco? Bello, anche se avrei preferito un finale aperto, che lasciasse i tre personaggi sul bordo della scogliera e lo spettatore con i suoi dubbi

Coyote 18/01/11 22:42 - 185 commenti

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Tre attori, una casa, una notte. Le tre unità aristoteliche (azione, luogo, tempo) rigorosamente rispettate in un film fatto di primi piani, racconti orali, sentimenti suggeriti e narrati. La tensione non cala nonostante i colpi di scena, numerosi all'inizio, tendano a diminuire con lo scorrere dei minuti, lasciando spazio all'intensità dei dialoghi.

Luchi78 9/04/10 23:34 - 1521 commenti

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Polanski ha il grande pregio di mantenere per tutto il film il filo della tensione alto e costante, compito non facile in una situazione così ristretta dal punto di vista dei personaggi e dell'ambientazione. Forse manca qualche picco emotivo o qualche escamotage per rendere ancora più ambiguo il personaggio interpretato da Ben Kingsley. Straordinaria la Weaver, quasi non me l'aspettavo...

Enzus79 2/12/10 16:29 - 2864 commenti

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Polanski si è dimostrato con questo film un grande regista. Con soli tre attori e una location, questo poteva sembrare un riciclaggio di qualche film "hitchockiano", ma è semplicemente un film superbo, anche se il finale lascia un po' spiazzati. Weaver e Kingsley meritano un applauso.

Rebis 11/12/10 20:42 - 2331 commenti

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Qualcosa dev'essere andato storto nell'adattare alla forma cinema il testo teatrale di Ariel Dorfman perché le azioni dei personaggi appaiono sempre un po' sopra le righe: si genera un fastidioso alone d'inverosimiglianza che si dissolve solo nel grandioso finale che disambigua la realtà rivelando che non esiste nemesi per il male se non riabilitandolo nel tessuto sociale. Perfetto il cast: dalla nevrile, bellissima Sigourney, al laido e sfuggente Ben Kinsley, fino al dimesso Stuart Wilson. Luci stranianti di Tonino Delli Colli al limite dell'astrattismo. Imperfetto, ma sostanzioso.

Stefania 30/05/11 03:19 - 1599 commenti

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Poche ore, pochi metri quadri in cui si condensano un dilemma morale, un dibattito etico: ha diritto ad una giusta difesa chi si è accanito contro vittime indifese? E ancora, se il dottor Miranda è colpevole, c'è in lui una possibilità di riscatto? Di quanto male, e di quanto bene, è capace un essere umano? Un film "quarto grado", incalzante, torchiante, che non smette di porre domande e non accontenta con soluzioni definitive. Potrà riscattarsi Miranda, potrà dimenticare Paulina, potrà, per entrambi, "la Morte e la Fanciulla" tornare ad essere, semplicemente... un quartetto di Schubert?
MEMORABILE: Miranda a Gerardo: "Tua moglie è folle...". Gerardo: "No, è questo Paese che è folle". La qualità irreale, metafisica, della luce nel pre-finale.

Nando 1/06/11 09:47 - 3806 commenti

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Ispirato da una piece teatrale di origine cilena, il film è una una lucida analisi delle personalità, della vendetta e della confessione come espiazione definitiva. La tensione cresce a strati generando un clima notevolmente inquieto ed efficace. Il taglio teatrale è evidente ed il cast si mostra validamente.

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Homesick 21/06/11 17:57 - 5737 commenti

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La pièce di Ariel Dorfman su vittime e torturatori consente a Polanski di soffermarsi sulla dialettica tra vendetta e giustizia, insinuando un persistente dubbio di innocenza che si dissipa solo nell’ultimo confronto finale. Stilisticamente l’opera è un omaggio a Hitchcock: climax tensivo raggiunto in uno spazio circoscritto dalle tre unità drammatiche ed articolato in piani sequenza, campi, controcampi e incalzanti dialoghi carichi di rabbia e angoscia. Luci pittoriche soffuse dal nostro Tonino Delli Colli vegliano l’estenuante tête-à-tête notturno fra la Weaver, Kinglsey e Wilson.
MEMORABILE: La seconda confessione di Kingsley; il rapido scambio di occhiate tra i tre a teatro mentre il quartetto d’archi esegue “La morte e la fanciulla”.

Matalo! 22/06/11 17:48 - 1378 commenti

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In questo kammerspiel Polanski enfatizza l'impostazione teatrale da cui il film deriva per dare più claustrofobia. Memore delle esperienze vissute durante il nazismo, con questo film cerca una via d'uscita alle problematiche personali, un superamento dell'odio. Attori magnifici, Weaver col giusto sguardo di ira trattenuta dal desiderio di Giustizia, Wilson imbelle quanto basta e Kingsley doppio in bene e in male. La confessione sulla scogliera, con la camera puntata addosso come un fucile, è tra le massime scene del regista!
MEMORABILE: La scena a teatro, che chiude il film.

Herrkinski 21/08/11 02:11 - 8052 commenti

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Di chiaro stampo teatrale, il film di Polanski si sviluppa con quella che sembra un'inesorabile lentezza; ma il ritmo apparentemente sospeso è in realtà una tensione emotiva di forte impatto, che non può annoiare lo spettatore, in quanto necessaria ad instaurare un clima claustrofobico, afoso, carico di disagio. Il lato "giallo" del film lascia ben presto spazio a un dramma psicologico di gran classe, interpretato da un trio di attori in stato di grazia. Perfetta la location marittima e l'atmosfera nebbiosa e notturna; il finale fa riflettere.

Capannelle 12/01/12 09:00 - 4394 commenti

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Un gioco al massacro psicologico fra tre individui, in realtà le anime di un paese che cerca una modalità per fare i conti con un terribile passato. Un Polanski molto bravo come i suoi interpreti, specie Kingsley in un ruolo assai ambiguo. Finale al fulmicotone e beffarda ma significativa scena di chiusura (quella al concerto). Davvero notevole.
MEMORABILE: La scritta introduttiva "In un qualunque paese del sudamerica..." a significare che a quel tempo uno valeva l'altro.

Belfagor 6/03/12 00:42 - 2689 commenti

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Impostazione classica nel rispetto delle unità aristoteliche per questo massacro psicologico a tre, con Sigourney Weaver che spicca nei panni di una donna perseguitata da una dittatura sudamericana che confronta quello che crede essere il suo aguzzino. La prima parte è svolta in modo impeccabile, con una tensione claustrofobica ben generata dalla sinergia fra i tre attori. Purtroppo, Polanski perde la bussola e degenera in un finale posticcio e discutibile nell'esasperazione sadomasochistica del rapporto fra vittima e carnefice.

Vawe 1/04/12 20:19 - 61 commenti

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Una di quelle pellicole che lasciano un segno scalfito nella mente. Toccante e affilato; Polanski riesce a trasmettere un film dalla trama semplice, dotato di una sola ambientazione e da tre soli personaggi, fulcro di un dramma, un po' sopra le righe se vogliamo ma di autentica drammaticità. Tre personaggi forti che non vogliono sottomettersi al controllo altrui, facendosi leva l'un l'altro per dare voce alle proprie ragioni. La Weaver è sublime nel dare corpo a una donna che non si piega alle violenze subite cercando la verità.
MEMORABILE: Il beffardo finale.

Mco 11/10/12 16:41 - 2323 commenti

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Le note di Schubert contestualizzano un concerto di torture, prima (che non vediamo) e dopo (cui assistiamo). La Weaver ci offre tutta la sua bravura per passare da vittima a carnefice, sputando gli stessi veleni acidi che le vomitarono addosso in gioventù. E noi soffriamo con lei, aneliamo a conoscer la verità. La diegesi è come una strada che nei suoi primi tratti è dolce e gaudiosa ma, improvvisamente, si getta in un burrone. E da quello strapiombo sia Kingley che noi fatichiamo a tirarci su. Gran bel film.

Pigro 2/09/13 09:54 - 9623 commenti

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Al quartetto di Schubert che dà il titolo al film manca uno dei quattro protagonisti: ce ne sono tre, e cioè il carnefice, la vittima e il testimone, in una spietata resa dei conti con la memoria delle dittature sudamericane, ma manca qualcosa che trasformi il rancore in senso etico della storia. Polanski compone un teatrale, hitchcockiano, claustrofobico, angoscioso gioco al massacro, tra giustizia e vendetta, da cui non usciranno vincitori, perché la verità è insostenibile e, in fin dei conti, inutile. Cupo, assordante, desolante.

Saintgifts 1/08/15 11:07 - 4098 commenti

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Il film è notevole. Polanski è riuscito a creare un clima che non è fatto solo di tensioni, paure... c'è anche tanta ambiguità (ed è questa la parte più interessante) tra vittima e carnefice, oltre al ribaltamento di ruoli a distanza nel tempo. Per un dramma del genere c'è bisogno di personaggi di una certa cultura e di una certa posizione sociale... ecco così che emerge un altro aspetto fondamentale nei rapporti più estremi tra esseri umani; la violenza è comunque presente, ma viene meno l'aspetto animalesco e si arriva a diverse conclusioni.
MEMORABILE: Un plauso a Tonino Delli Colli.

Rocchiola 22/04/16 12:02 - 952 commenti

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Film che ripropone la tipica situazione polanskiana del regolamento di conti tra un esiguo gruppo di persone in uno spazio circoscritto, già adottata nel classico Cul-de-sac e nel più recente Carnage. Questo è forse il suo miglior dramma da "camera", una riflessione dolorosa sul rapporto tra vittima e carnefice e sull'interscambiabilità dei predetti ruoli. La milgior Weaver di sempre. Il finale sulla scogliera non è casuale in quanto l'acqua è un elemento ricorrente nella filmografia di Polanski e la verità resta un concetto piuttosto ambiguo.
MEMORABILE: Kinglsey: "Non dovevo sedurvi o essere carino, eravate in mio potere"; Il finale sulla scogliera; La cattura del presunto aguzzino.

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Lythops 14/07/16 09:42 - 1019 commenti

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Una voce e un odore di quelli che non si dimenticano, un quartetto di Schubert che non si può dimenticare perché ha fatto da sottofondo a torture sono una prova schiacciante, nella mente della vittima che si trova sola col proprio tormento e cerca in tutti i modi di spegnerlo. Delli Colli fotografa il film per quello che è, con luci marcatamente teatrali, gli interpreti si adeguano. Avrei preferito un'altra attrice al posto della Weaver che, pur brava, il fisico sudamericano non lo ha. Bel film comunque.

Giùan 23/08/21 19:20 - 4528 commenti

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Eloquente eppure imprevedibile, il court drama polanskiano getta nuovi fasci di luce distorta su un tema che da La passeggera (del connazionale Munk) a Il portiere di notte ha attraversato il cinema del dopoguerra. La comunicazione vittima/carnefice è qui "aumentata" dalla presenza dissonante del personaggio di Wilson, col quale il pubblico è portato ad identificarsi perdendosi poi nel dedalo dei sensi di colpa del compagno/avvocato, del presunto parossismo ossessivo di lei (scandalosamente brava Weaver), nella presunzione d'innocenza dell'evidentemente colpevole Kingsley. Repulsivo.

Paulaster 23/10/18 10:08 - 4375 commenti

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Vittima di torture sotto una dittatura ritroverà il suo aguzzino. Revenge movie con piccoli accenni thriller per raccontare le conseguenze di chi ha subìto l’oppressione sul popolo inerme. Polanski non insiste sul versante psicologico puntando a una confessione dai toni spesso didascalici e innaturali (i ricordi suggeriti); nel finale ritrova sincerità, ma non calca sul lato emotivo. Di nota solo qualche buona inquadratura durante l’interrogatorio. La Weaver interpreta la sofferenza ricevuta e avrebbe anche potuto essere più risoluta.
MEMORABILE: Il racconto del sequestro da ragazza; La confessione di Kingsley sulla scogliera.

Ira72 24/10/18 15:05 - 1305 commenti

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Polanski è particolarmente capace nel creare grande tensione in ambienti claustrofobici avvalendosi del minimo indispensabile: una casa sperduta nella brughiera e tre attori in parte. Operazione rischiosa ma guidata con maestria. La desolazione e l'isolamento fanno da cornice a dialoghi drammatici, spietati, rancorosi e vendicativi, dove una Weaver intensa, ben incarna le sofferenze atroci a cui furono sottoposti i cosiddetti "Desaparecidos". Kingsley si conferma talentuoso anche in questo ruolo altalenante e ambiguo, fino al drammatico finale.

B. Legnani 12/11/19 22:00 - 5519 commenti

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Quasi unità di luogo e d'azione, assai meno di tempo. Polanski sviluppa le sue tematiche più note, ma il realizzarsi dell'attesa catastrofe si risolve in modo anomalo: o con lo squillo del telefono o con il ritorno della corrente. Pre-finale particolare, con pezzo di bravura di Kingsley, il quale provoca allo spettatore una mescolanza di strane sensazioni, a partire da un poco di sollievo, del quale è difficile stabilire esattamente le ragioni (certamente più d'una). Umano e importante è conoscere la verità, ma non sempre è cosa fruttifera o vincente.

Thedude94 2/12/19 23:18 - 1084 commenti

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Polanski decide di mettersi alla prova realizzando magistralmente un film difficile, ricco di suspense e di temi importanti. Gli attori sono eccellenti, capitanati da una bella Weaver, che assieme soltanto a Kingsley e Wilson ci fa capire che con poche persone e una sola location si può realizzare una grande opera. La regia è ottima, così come la fotografia e la sceneggiatura, che si espande su un tema molto delicato e tende a finire in maniera perfetta, con una chiusura del cerchio incontestabile. Film di livello internazionale.

Jdelarge 5/01/20 11:52 - 1000 commenti

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Si tratta chiaramente di un buon film, ma che non sembra riuscire a dire qualcosa di più riguardo alle tematiche care a Polanski. La trama è essenziale e la recitazione straordinaria di Sigourney Weaver, alla quale si aggiunge un ottimo Ben Kingsley, aiuta sicuramente la buona riuscita del film. Suspense e ritmo non mancano, ma i principali snodi narrativi arrivano in maniera un po' comica. Il finale è coerente con il resto del film. Bellissima la fotografia.

Myvincent 18/01/20 08:28 - 3722 commenti

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Un film denso, profondo che mette a confronto vittima e carnefice, molti anni dopo le torture subite da un'allora fanciulla in un "campo di concentramento" in Sudamerica. Ad assistere un terzo uomo, la legge che dovrebbe conciliare i giudizi finali. Solo tre attori in scena in un crescendo di emozioni, in bilico fra dubbio e certezza, in cui spiccano senz'altro la classe e la bravura di Sigourney Weaver. Un Polanski al solito uomo di grande sensibilità e cultura.

Il ferrini 4/06/20 01:46 - 2337 commenti

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Date una stanza e tre attori a Polanski (ma anche soltanto due, vedi Venere in pelliccia) e la tensione è assicurata. Complice anche una  straordinaria Weaver il film non ha un attimo di calo e, nonostante l'evidente impianto teatrale, regala più d'una perla di regia, qui di stampo smaccatamente hitchcockiano (l'auto fatta sparire nell'acqua non può non ricordare Psyco). Angosciante la colonna sonora, più che mai centrale nella vicenda, e un finale genuinamente emozionante. 

Minitina80 9/01/21 18:42 - 2976 commenti

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Un film complesso tratto da un’opera teatrale dalle radici profonde che necessita di essere contestualizzato per poterne comprendere appieno il significato. È giocato per intero sui dialoghi, non ricorrendo a espedienti facili e concedendosi il lusso delle intense prove attoriali da cui trae la forza vitale. Molto, infatti, ricade sui tre protagonisti che simbolicamente rimandano a concetti di ampio respiro. Elementi che lo rendono un prodotto non proprio immediato, ma con le dovute accortezze ci si accorge che la sostanza non manca.

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Jandileida 25/07/21 18:35 - 1558 commenti

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Quando c'è da buttarsi dentro una stanza a far litigare pochi attori Polanski non è secondo a nessuno. In questo kammerspiel anglo-francese il regista polacco rimodula i paradigmi lui/lei/l'altro e vittima/carnefice; e lo fa con la consueta classe in regia tenendo lo spettatore sulla corda. Qua e là si nota una certa tendenza didascalica, altrimenti detta sindrome dello spiegone, che toglie un po' di immediatezza al racconto. Tra la Weaver alla ricerca dell'Alien del suo passato e l'equivoco Kinsgley si finisce quasi per preferire il posato e morbido Wilson.

Anthonyvm 4/11/21 02:05 - 5615 commenti

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Thriller psicologico da camera tratto da un'opera teatrale, sviluppato fra tre personaggi nell'arco di una tormentatissima nottata. Polanski carica senza indugi la molla della tensione innescando concatenazioni di dubbi e di false certezze, fra quesiti morali non dappoco (la Weaver estorce confessioni adoperando la stessa iniquità dei reazionari che l'hanno torturata) e riflessioni sul concetto stesso di verità (il dottore mente? Paulina è folle? Si avrà mai una risposta univoca?). Ottimi dialoghi gestiti da un cast sublime (grandissimo Kingsley). Perfetto il finale sullo strapiombo.
MEMORABILE: La bevuta fra uomini; La macchina gettata giù dalla scogliera; Come sodomizzare il dottore senza coinvolgere il marito; Kingsley chiede di fare pipì.

Noodles 27/12/22 09:08 - 2196 commenti

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Tratto da una pièce, è un thriller che poggia per metà sull'interpretazione strepitosa dei tre protagonisti, Kingsley e la Weaver soprattutto, e sulla continua aria di ambiguità che si respira per tutta la pellicola, che non si risolve mai veramente e lascia lo spettatore con tanti interrogativi. Roman Polanski, oltre ad essere regista sopraffino, sa come far scervellare lo spettatore e come tenerlo incollato alla sedia, peraltro senza spettacolarizzare per forza. La claustrofobica ambientazione fa il resto. Perfetta la sceneggiatura. I fan non lo perdano, e neanche gli altri.

Deepred89 4/01/24 13:07 - 3701 commenti

I gusti di Deepred89

Avvalendosi di due protagonisti praticamente perfetti, Polanski riesce a catturare l'attenzione per oltre un'ora e mezzo nonostante un soggetto basico, mentre la raffinata sceneggiatura ci conduce per mano verso la risposta - fortunatamente palesata nell'ottimo pre-finale - alla domanda che tutti ci poniamo durante la visione, ovvero la colpevolezza o innocenza del sequestrato. Magari privo di particolari scossoni a livello emotivo o di soluzioni particolarmente originali, ma la scommessa del regista è decisamente vinta e il film intriga senza cedimenti.
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  • Discussione Columbo • 31/05/11 15:30
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Direi che nonostante i suoi impulsi omicidi nei confronti del dottore, Pauline cerchi un piuttosto un risarcimento psicologico al dramma vissuto. Lo otterrà ma l'epilogo sarà amaro.
  • Discussione Stefania • 31/05/11 16:16
    Addetto riparazione hardware - 604 interventi
    Columbo ebbe a dire:
    Direi che nonostante i suoi impulsi omicidi nei confronti del dottore, Pauline cerchi un piuttosto un risarcimento psicologico al dramma vissuto. Lo otterrà ma l'epilogo sarà amaro.
    In effetti, questo è un ulteriore elemento di duplicità del film: il contrasto tra l'esigenza di rivalsa e di risarcimento personali di Paulina, e l'esigenza di verità e di giustizia di un intero Paese, perché ciò che è avvenuto è una tragedia storica, collettiva, non privata. Direi che, per buona parte del film, queste due istanze sono in conflitto, ma i due termini del conflitto sono, in questo caso, Paulina e suo marito Gerardo, come Presidente della Commisione d'Inchiesta, e non Paulina e Miranda. Non c'è che dire: è sicuramente un film dalle molteplici sfaccettature, un thriller dell'etica!!!
  • Discussione Rebis • 31/05/11 22:03
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Carissima Stefania,
    come già ti accennavo La Morte e la Fanciulla è per me un film assai controverso: la prima volta che lo vidi mi apparve programmatico e artificioso, mentre rivisto con maggior senno e maturità ne ho - credo - riconosciuto la portata, per quanto continuo a pensare che rimanga disequilibrato tra resa del dramma storico ed esercizio di astrazione volto a “universalizzare” i significati. Mi sembra tu abbia colto in pieno tutti i quesiti che si succedono nel film e che - a conti fatti - sono il motore dell'interesse che monta nello spettatore. Credo però che Polanski, questa volta, per quanto riguarda strettamente il racconto, non lasci quasi nulla all'ambiguità, mentre credo il sentore d'indeterminazione sia più una questione di clima, di messa in scena piuttosto che di sostanza. [Seguono spoiler] Ora, al primo quesito, come scrivi tu stessa, è il monologo sulla scogliera a dare una risposta: Miranda è colpevole, la cosa lo lacera e cerca di rimuoverla, perché in qualche modo rappresenterebbe la scoperta, l'ammissinone della propria abiezione. Mentre al secondo quesito è proprio la sequenza del concerto, secondo me, a rispondere. È vero che scrivo nel commento "il grandioso finale che disambigua la realtà" ma poi aggiungo "rivelando che non esiste nemesi per il male se non riabilitandolo nel tessuto sociale": vale a dire che Paulina una volta ottenuta la confessione rinuncia all'esercizio della violenza non per grazia, ragionevolezza o virtù, ma perché sa che la peggior vendetta che può infliggere a Miranda è quella di lasciarlo libero di ritornare a casa, nella sua famiglia ORA che ha conosciuto la sua vittima, che ha scoperto che è viva, che esiste (ancora), ora che non può più negare nulla a se stesso, con la consapevolezza del dolore cha ha generato. Peggio ancora, dovrà assistere al concerto con davanti agli occhi la vittima della sua abiezione. Ecco, scusa se mi sono dilungato ma spero di averti restituito il mio punto di vista! Grazie di coinvolgermi in queste stimolanti conversazioni :)

    PS: tanti saluti dalla volpe della Patagonia, che recentemente si è appropriata di un... piranha!
    Ultima modifica: 31/05/11 22:03 da Rebis
  • Discussione Stefania • 31/05/11 23:51
    Addetto riparazione hardware - 604 interventi
    Sì, hai ragione: sapere di essere malvagio, e sapere di poter riuscire a non esserlo, ma non sapere mai se, e per quanto, si riuscirà a non esserlo, guardare in faccia la propria mostruosità e non poter chiudere gli occhi! Sarà sempre in bilico, vacillante sull'orlo di quel precipizio, il dottor Miranda, ogni giorno della sua vita!
    Se questa è la vendetta di Paulina, allora veramente è una vendetta grandiosa e terribile, sai perché? Perché assomiglia tanto... alla Giustizia!! Forse in effetti la scena finale nel teatro è reale, con quel gioco di sguardi... Miranda guarda verso Paulina, che non ricambia lo sguardo, eppure Miranda abbassa gli occhi, poi si volta verso i suoi bambini, come per aggrapparsi a loro: è sempre in equilibrio precario sull'orlo di un strapiombo! E allora "La Morte e la Fanciulla" è solo un Quartetto di Schubert sì... ma solo per Paulina!
    E, tra parentesi, non ci si può stancare di lodare Kingsley che, nelle ultime due scene, è letteralmente un attore prodigioso...

    P.S: ah, la volpe si è presa un piranha, addirittura? Ho piacere, ma dove lo tiene... nella vasca da bagno? :DDD
  • Discussione Rebis • 1/06/11 10:29
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Stefania ebbe a dire:


    P.S: ah, la volpe si è presa un piranha, addirittura? Ho piacere, ma dove lo tiene... nella vasca da bagno? :DDD


    Nella teca. Ha preso il posto della salama. Se l'è pappata lui :D

    PS: bellissima riflessione sul film, condivido tutto...
  • Discussione Matalo! • 22/06/11 18:09
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Per me lo sguardo di Miranda è quello dell'impunito, di chi forse avrebbe preferito essere gettato nello strapiombo. La scena è volutamente artificiosa e studiata. In quella scena secondo me si esprime un concetto attraverso il linguaggio del cinema. E' ben peggio per Miranda continuare a vivere. La vera giustizia è quella che non usa le stesse armi di chi commette il male. Ma forse Miranda non è nemmeno tutto "male". Forse il personaggio più "spregevole" è il marito.Non credo sia un caso che sia una donna la protagonista; per tanti motivi, anche ovvi certo. Ma solo una donn a può avere una determinazione una fiducia in ciò che gli suggerisce l'Istinto, la memoria uditiva, un'"altra ragione".Il marito,quando deve veramente cioè faccia a faccia FARE qualcosa che, per incarico, gli spetterebbe di dovere, ma al di là di scrivanie,pratiche,microfoni,ufficialità si comporta mediando e cercando un compromesso o addirittura screditando quasi la moglie,per PAURA che sia tutto vero.Ci sono dei motivi "oggettivi" per mettere in dubbio la moglie ma lui in verità "SA" che la moglie non si sbaglia.
    Ultima modifica: 22/06/11 18:11 da Matalo!
  • Homevideo Rocchiola • 22/04/16 12:09
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Il DVD della Cecchi Gori è ancora disponibile a pochi euro. Certo non è il massimo poco definito ed abbastanza sbiadito nei colori, ma non si trova di meglio in attesa di una riedizione adeguata magari in bluray.
    Ultima modifica: 28/04/16 08:28 da Rocchiola
  • Discussione B. Legnani • 12/11/19 22:24
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    Visto per la prima volta.
    SPOILER
    Pensando alle mie reazioni, la cosa che più mi ha colpito, del prefinale sulla scogliera, è la strana e mista sensazione di quasi sollievo che mi ha procurato. Cerco di capire da cosa essa derivi, ma non sono certo di individuare correttamente:
    1) Kingsley è colpevole, per cui la terribile nottata trascorsa non colpisce un innocente, ma un colpevole.
    2) Kingsley confessa e si mette alla mercé dei vendicatori: emerge la "vera verità".
    3) Kingsley confessa e, nell'ammissione dell'atroce verità, esiste una piccolissima parte "umana". E' stato decisamente esecrabile, ma avrebbe potuto esserlo ancora di più: forse qualche vita è stata davvero da lui salvata, seppur a prezzo carissimo.
    4) L'avvocato potrebbe ucciderlo, ma non ce la fa: se l'avesse fatto, conosciuto il carattere e il personaggio, il rimorso lo avrebbe torturato per sempre.
    ***
    Alla fine dei conti, dal ciglio della scogliera si allontanano tre perdenti. Lei più di tutti, ma la scena del teatro, che giudico tutt'altro che superflua, mostra che lei è uscita più forte dalla vicenda, perché regge lo sguardo senza bisogno di conforto altrui. Sugli sguardi degli altri due ci si potrebbe dilungare a dismisura.
    Ultima modifica: 12/11/19 22:26 da B. Legnani
  • Discussione Rebis • 16/11/19 14:52
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Grazie Buono per l'intervento, direi che condivido le tue impressioni, anche se avrei bisogno di una revisione per poterne parlare in modo più preciso.