Location LE LOCATIONLE LOCATION

La nostra recensione di Babel

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La babele di lingue (grande uso di sottotitoli anche nella versione italiana), di suoni, di colori, di scenari che compongono tre vicende ambientate in tre continenti diversi dovrebbe trovare la sua unità nello stile ricercato e prolisso (due ore e mezza, decisamente troppe) del virtuoso Iñárritu. Il quale abbandona gli sfasamenti temporali di AMORES PERROS e 21 GRAMMI (nonostante i primi venti minuti possano trarre in inganno) per concentrarsi sulla regia pura e cercando - spesso con successo - di colpire con la sola forza delle immagini e la complicità...Leggi tutto di attori indubbiamente diretti al meglio. Il legame flebile, flebilissimo, che lega i tre segmenti separati della storia si intuisce solo molto avanti e pare un mero pretesto che arrivi a legare " fisicamente", oltre che concettualmente, le tre diverse vicende: in Marocco due ragazzini imbracciano un fucile e mentre si divertono a sparare colpiscono una turista americana (Cate Blanchett) che se ne sta seduta accanto al marito (Brad Pitt) in un autobus (errore di balistica, peraltro: è impossibile che, dal punto in cui spara, il bambino centri in quel modo la Blanchett). In Giappone una giovane sordomuta soffre d'incomprensione e non riesce a trattenere i propri impulsi sessuali. In Messico due bambini se ne stanno con la badante e Iñárritu si sbizzarrisce nel mostrarci come si festeggiano i matrimoni (un vezzo comune a moltissimi "autori") per poi passare ai problemi razziali. Ben musicato ma estenuante, BABEL è l'Iñárritu più "semplice" e insieme più ambizioso.

Chiudi

Tutti i commenti e le recensioni di Babel

TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/02/07 DAL BENEMERITO DILLINGER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/09/07
1
1!
2
2!
3
3!
4
4!
5

Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Dillinger 13/02/07 09:45 - 22 commenti

I gusti di Dillinger

Il bravissimo Inarritu dimostra come le differenze di civiltà e di cultura siano comunque insormontabili in epoca di globalizzazione come questa, e a farne le spese è sempre il più debole. L'esposizione scarna, essenziale, ma comunque coinvolgente dei fatti, spinge lo spettatore a più di una riflessione. Forse siamo tutti vittime di qualcosa di più grande di noi, degli eventi. Sentimento e violenza risultano ben calibrati. Da vedere. Apprezzabile anche la colonna sonora non originale (Santaolalla).

Milanoodia 20/02/07 18:48 - 10 commenti

I gusti di Milanoodia

A mio vedere il film non ha la sua forza nella sceneggiatura che aveva sostenuto i film precedenti del duo Inarritu-Arriaga (con quella destrutturazione che ormai stava diventando contemporaneamente punto di forza e limite intrinseco), ma in una regia capace di passare con disinvoltura dal deserto ad una Tokyo urbana e pulsante. Il filo che tiene unite le storie non si spezza perchè la messa in scena di Inarritu è più forte della sceneggiatura di Arriaga.

Attis78 26/02/07 17:31 - 22 commenti

I gusti di Attis78

Grande Inarritu. Dopo Amores Perros, 21 Grammi e i precedenti, un altro colpo azzeccato. La parte con Pitt è la meno indovinata, quella con Bernal e quella a Tokyo le migliori. I nordamericani non ne escon bene da questo film (ma chissà come mai poi...). Una regia maestosa e maestrale, senza dubbio alcuno.

Magnetti 12/05/07 11:17 - 1103 commenti

I gusti di Magnetti

Tre storie, temporalmente sfasate ed interconnesse, in diverse parti del mondo (lo splendido Marocco, il Giappone e il confine USA/Messico) raccontano drammi umani e l'incomunicabilità tra diversi (per razza, per condizione fisica o semplicemente egoismo) che si traducono in un profondo e amaro senso di solitudine. E' un film che mette alla prova lo spettatore non dal punto di vista della pura logica ma piuttosto da quello delle emozioni. Musiche suggestive e profonde. Ha il difetto di essere troppo lento, ma non si poteva fare altrimenti.

Galbo 29/05/07 18:49 - 12670 commenti

I gusti di Galbo

Dopo 21 grammi Inarritu dirige un film pieno di importanti messaggi (la solitudine e l'incomunicabilità su tutti) ma non raggiunge gli stessi risultati del film precedente. Il film risulta un po' forzato, privo di equilibrio (specie l'episodio ambientato in Giappone) ed eccessivamente lungo. Musiche molto belle ed ottima interpretazione con una speciale menzione per Brad Pitt, che si dimostra un'interprete maturo in cerca di grandi ruoli.

Flazich 22/02/08 07:48 - 685 commenti

I gusti di Flazich

Struttura narrativa vecchia e stantia (dopo America Oggi ogni regista dovrebbe pensarci un pochino prima di fare un film del genere) accompagnata da una trama "esagerata" in molti passaggi. Comprendo la volontà del regista di "trasmettere" allo spettatore, ma con certe scelte, se il film non ha un'impronta surreale, si rischia di finire nel grottesco. Purtroppo la versione che ho visto non presentava alcun sottotitolo e questo ha pesato, probabilmente, anche nel giudizio complessivo.

Tromeo 26/04/08 01:49 - 52 commenti

I gusti di Tromeo

Terzo riflessione sul caso da parte della coppia Inarritu-Arriaga, "Babel" è un altro stupendo film dalla sceneggiatura strutturata e dalla regia che cambia a seconda delle situazioni. Un gradino sopra 21 grammi e due gradini sotto Amores Perros, che resta il capolavoro della trilogia.

Herrkinski 8/07/08 19:19 - 8760 commenti

I gusti di Herrkinski

Terzo film di Inarritu, "Babel" sfrutta solo in parte il meccanismo "a incastro" dei precedenti due film, narrando tre storie ben distinte e solo marginalmente accomunate da alcuni eventi. Il film è un altro grande esempio di cinema, lento e pesante per qualcuno forse, ma del resto era inevitabile. Comunque il film appassiona, affronta temi talvolta scottanti e colpisce nel segno, oltre ad essere sorretto da una regia solida che ben dirige gli azzeccati attori (su tutti Pitt e il solito Bernal). L'episodio meno riuscito è quello sul Giappone.

Rebis 23/11/08 17:58 - 2480 commenti

I gusti di Rebis

Quattro storie in accordo corale per ridefinire l'allegoria del caos babelico, sfamato non già dalle divergenze culturali (cinque lingue in originale, più quella alienante del silenzio) - stratificazioni fondanti, premessa indispensabile di ogni processo comunicativo - quanto dalle prevaricazioni sancite dal potere istituito, qui reificato nelle armi da fuoco. Ci sono forzature e alcuni nessi risultano pretestuosi nell'economia del racconto, ma la tensione narrativa è preponderante, la direzione degli attori e l'uso delle musiche d'alta classe. Non innovativo, ma di stordente drammaticità.

Pigro 15/12/08 09:17 - 10144 commenti

I gusti di Pigro

Una americana ferita in Marocco da un pastorello, una giapponese sordomuta, una festa di nozze in Messico. E' il destino di questo mondo: tutto è collegato nonostante la babele delle lingue (il doppiaggio italiano è abominevole: appiattisce il senso stesso del film, in cui si contano almeno 6 lingue diverse continuamente intrecciate), nonostante i problemi siano profondamente diversi nel deserto magrebino, al confine messicano o nella metropoli moderna, tutti segnati dalla presenza della polizia e dal trionfo della stupidità umana. Capolavoro.

Rinko Kikuchi HA RECITATO ANCHE IN...

Spazio vuotoLocandina The brothers BloomSpazio vuotoLocandina ShanghaiSpazio vuotoLocandina Norwegian woodSpazio vuotoLocandina Pacific rim

Cotola 26/12/08 13:21 - 9560 commenti

I gusti di Cotola

Ennesimo film di Inarritu dove ,dietro le presunte profondità della sceneggiatura, si nasconde in realtà ben poca cosa. Certo il regista non è malvagio e lo script riesce ad intrecciare con sapienza le varie storie che lo compongono, ma ancora una volta il risultato finale non convince appieno. Le doti, forse, ci sono, la furbizia (quella è sicura) pure. Per cui, come si dice: se son rose...

Onion1973 3/01/09 12:54 - 163 commenti

I gusti di Onion1973

Un film brutto, con magre emozioni. Sgangherato dal punto di vista narrativo e mal raffazzonato dalla liaison del fucile. Composto di tre episodi concatenati dall'arma da fuoco, in realtà quello ambientato in Giappone (l'unico degno di nota) di fatto non c'entra nulla con gli altri due. Brad Pitt particolarmente cane. I personaggi fanno a gara a chi fa la cosa più stupida; più una descrizione della stupidità umana che un saggio sulla comprensione. La morale interculturale è banale: buoni e cattivi sono dappertutto (che novità!). Visivamente noioso. Fasullo.

Saintgifts 22/10/09 23:17 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Terzo film di Inarritu a concludere le Trilogia della Morte. A mio avviso il migliore. Stesso stile dei due precedenti ma questa volta più raffinato. Elemento che unisce le tre storie (anche qui), un fucile regalato maldestramente alla persona sbagliata. Si passa dal Marocco al Giappone con in mezzo anche personaggi americani. Ben evidenziate le differenze culturali e di vita tra i personaggi, alcuni altamente positivi altri cinici e duri. Girato bene e le escursioni temporali si seguono facilmente e si possono anche apprezzare. Molto bravo Pitt.

Beccafico 25/01/10 09:55 - 21 commenti

I gusti di Beccafico

Grandissimo film questo Babel. A metà tra i meltin'pot che spiazzano di Amores Perros e la lentezza ipnotica dei 21 Grammi questo qui è l'Inarritu più bello. Marocco, Giappone e Messico sono di fatto le terre di mezzo che entrano fino in fondo l'una nell'altra. Bisognava lasciare anche l'inglese e lo spagnolo senza doppiaggio. La scena dello stop alla dogana e la allucinante soggettiva silenziosa all'ingresso in discoteca della splendida Rinko Kikuchi sono due esempi di grande Cinema. Partecipe Pitt.

Luchi78 24/03/10 15:10 - 1521 commenti

I gusti di Luchi78

Anche se, come 21 Grammi, Babel non raggiunge i livelli di Amores Perros, rimane un buon film con stupende ambientazioni e uno stile narrativo molto più "misurato" rispetto al suo precedente. Anzi, i tre episodi non sono legati da fatti concreti narrati nella pellicola, ma bensì dal filo logico che sostiene tutto il film, ovvero l'incomunicabilità che mette a rischio la vita. Quando si affrontano temi così importanti è facile incappare nella banalità tanto quanto è difficile trovare lo spunto per rendere un film ottimo.

Pinhead80 27/11/10 12:02 - 5469 commenti

I gusti di Pinhead80

Con la solita maestria Inarritu riesce ad emozionare costruendo un film su diverse storie che, pur sembrando separate tra loro, si intrecciano in maniera drammatica (alla Amores Perros per intenderci). L'utilizzo di una colonna sonora ad hoc e di attori famosi alternati ad altri che famosi non lo sono, rende il film ancor più credibile. Gustoso.

Giùan 26/10/11 13:17 - 4955 commenti

I gusti di Giùan

Se, rispetto ad Amores perros, 21 grammi era già maniera, con la chiusura della trilogia Inarritu prova a trascender la propria scrittura senza però riuscirci. Alcune singole parti vanno a segno (l'episodio giapponese in particolare) ma la struttura policentrica è ormai incancrenita, il richiamo al fato perlopiù belluino, l'andamento estenuante e il dolore per esser più sincero avrebbe bisogno di un minimo di disincanto senza incombere immanente ed Autoriale. Il montaggio di Mirrone è sapiente, il doppiaggio "messicano" sgradevole. Adriana Barraza è vera.

Gaussiana 3/05/12 23:52 - 121 commenti

I gusti di Gaussiana

Secondo me il film meno riuscito della trilogia. La storia ambientata in Giappone non ha motivo di esistere, il collegamento è inconsistente e risulta, se possibile, più inestricabile delle altre fino alla nausea (il legame sembra più forzato che mai). Brad Pitt non sembra al meglio e tutte le situazioni hanno, a differenza degli altri due film, forzature, lungaggini, scelte incomprensibili da parte dei protagonisti, che le rendono poco convincenti. La trilogia di Inarritu merita comunque attenzione nella sua globalità.

Beffardo57 13/09/13 20:55 - 309 commenti

I gusti di Beffardo57

Forse pretestuoso, forse gratuito; il legame tra i tre episodi intrecciati è esile, il significato della operazione sfuggente. Però dopo la prima ora, almeno lo spettacolo prende quota e non è facile trovare un film di 143 minuti che regga l'attenzione dello spettatore. È comunque cinema; ci sarà pure sterile virtuosismo, ma sempre meglio di velleitarismi non accompagnati dalla padronanza del mezzo espressivo, come spesso capita. Si può vedere senza pentimenti.

Lythops 17/09/14 20:04 - 1021 commenti

I gusti di Lythops

Il film è una sorta di velo calato pietosamente sulle sofferenze umane o, meglio, su quelle provocate involontariamente da persone la cui unica colpa è quella di aver commesso un'azione senza riflettere sulle conseguenze che queste avrebbero potuto portare. Quelle di Babel sono vite distanti, con nulla in comune tra loro eppure che si ritrovano concatenate, si riuniscono in un cerchio, in un àmbito dal quale non potranno mai uscire. Film musicato da vari autori, Sakamoto sopra a tutti, attori ottimi tra i quali spicca un grande Brad Pitt.

Alejandro G. Iñárritu HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina BiutifulSpazio vuotoLocandina Amores perrosSpazio vuotoLocandina 21 grammi - Il peso dell'animaSpazio vuotoLocandina Powder Keg

Nancy 5/10/14 22:09 - 778 commenti

I gusti di Nancy

Splendido film, questo di Inarritu, che conferma le sue capacità dopo 21 grammi e Amores perros. In una babele chiamata mondo si incrociano i linguaggi e l'umanità più varia: dai berberi marocchini all'ipertecnologismo di Tokyo, dal perbenismo statunitense al campanilismo latinoamericano. Grandi prove per tutti gli attori (tra tutti Pitt spicca per bravura e carisma); una regia attenta e mai di troppo che evita sbavature e si mantiene nell'essenziale nonostante la lunga durata. Grande riflessione sulla stupidità umana e sul rapporto coi figli.

Redeyes 6/04/15 17:53 - 2499 commenti

I gusti di Redeyes

Babele come difficoltà di comunicazione ma anche come interscambio di culture e destini. Pitt/Blanchett sono la coppia blockbuster cui tutto ruota attorno, ma la vicenda non ne resta prigioniera finendo per mettere in luce anche le storie connesse. La vicenda della teen-ager asiatica per certi versi appare la più forzata delle tre per quanto interessante; più convincente il coming back Mexico. Rispetto ai precedenti un film più maturo, ma anche meno incisivo e poetico e zavorrato da una lunghezza che pare eccessiva.

Bizzu 29/04/15 00:56 - 218 commenti

I gusti di Bizzu

La torre di Babele dopo la sua caduta sparge la popolazione in giro per il mondo frastornata, divisa, ognuno con la sua lingua e i suoi confini. Qui si prova a ritrovare il bandolo della matassa, proponendo una sorta di destino unico e provando a far confrontare i diversi protagonisti con vari tipi di confini. La regia è da primi della classe e così pure il montaggio, che anche se anticipa quello che dobbiamo sempre vedere, aggiunge in curiosità. Manca l'obiettivo-capolavoro per un grave eccesso di programmaticità, che mina la credibilità.

Daniela 13/03/16 14:26 - 13295 commenti

I gusti di Daniela

Storie intrecciate fra nord e sud del mondo, fra ricchi e poveri, in una babele di lingue ed emozioni in cui le azioni, buoni o cattivi che siano i moventi da cui nascono, hanno esiti imprevedibili. Preso atto degli aspetti positivi - confezione accurata, abilità nel gestire tempi e spazi, buone prove attoriali, bellissima colonna sonora - la sensazione dominante è quello di un film più furbetto e modaiolo che sentito e essenziale, sensazione non nuova di fronte ai film del regista: quasi sempre mirabili dal punto di vista tecnico, non sempre convincenti per quanto riguarda i contenuti.

Capannelle 20/03/16 17:46 - 4578 commenti

I gusti di Capannelle

Un film in classico stile Iñárritu, con intrecciarsi delle storie e un inerpicarsi su viottoli narrativi che possono convincere o meno. La durata non si sente, il caleidoscopio di attori funziona (a parte un certo spreco di Blanchett) e non mancano riflessioni su problemi esistenziali umani e sul confronto tra culture diverse. Però non ti entra dentro del tutto, ti tiene in tensione ma non diventa veramente appassionante.

Ira72 20/03/17 14:47 - 1366 commenti

I gusti di Ira72

Quattro storie che si intrecciano, ben confezionate e interpretate, con un'ottima fotografia e un'emozionante colonna sonora. Ho anche apprezzato l'azzardata scelta di Pitt per un film di genere, nel quale la prestanza fisica e i precedenti ruoli che lo hanno reso celebre avrebbero potuto ritorcerglisi contro. Impresa ardua, ma vinta dall'attore che ci regala un ritratto intimo e commovente. La Blanchette - ça va sans dire - aggiunge quel tocco di grazia e bellezza in più, oltre alla bravura che già conosciamo. Un film sul caso della vita, ma non casuale.

Deepred89 17/03/18 22:43 - 3875 commenti

I gusti di Deepred89

Si rimane inizialmente folgorati da tale intreccio di colori, lingue e culture, storie apparentemente distanti anni luce che intuiamo essere intrecciate ma ancora non sappiamo come, messe in scena attraverso un'estetica a dir poco ammaliante e fascinosa. Poi le vicende si snodano e i limiti si fanno sentire, anche perché neppure l'idea dell'ontologica stupidità dell'uomo come motore del mondo riesce a rendere digeribili snodi come quelli del viaggio Messico - Usa e quel che ne consegue. Attori perfetti, dal primo all'ultimo.
MEMORABILE: L'accavallamento di gambe stile Basic instinct (ma qui ben più esplicito) nell'episodio giapponese, il più riuscito e intenso.

Paulaster 9/01/18 11:05 - 4924 commenti

I gusti di Paulaster

Intreccio di storie in diversi continenti legate dallo sparo di un fucile. La sceneggiatura è ben "incastrata" ma manca principalmente la parte emozionale: la fase migliore (la ragazzina giapponese coi suoi problemi sessuali) è di fatto scollata dal cardine. Anche la conclusione sconta un certo buonismo. Momenti di tensione (l’uccisione del bambino, la fuga dalla polizia) fin troppo esasperati rispetto alla dolente realtà. Bravo Pitt, Bernal pessimo.
MEMORABILE: La giapponese che ci prova col dentista; Lo sparo nel vetro del pullman; La falsa notizia che sarebbe stata una rapina invece di un incidente.

Enzus79 9/01/20 21:58 - 3287 commenti

I gusti di Enzus79

Quattro storie in quattro luoghi diversi legate da un un unico filo conduttore: le armi. Scritto dalla coppia Iñárritu/Arriaga, è unj film di forte impatto visivo ed emotivo, con scene anche al limite del cruento, il tutto però senza ipocrisia. La durata di due ore e passa non si sente più di tanto. Ottima l'interpretazione di Brad Pitt in un ruolo molto drammatico.

Noodles 31/07/20 23:31 - 2705 commenti

I gusti di Noodles

A quarant'anni da Antonioni, il regista Iñárritu realizza uno splendido affresco di totale incomunicabilità, gestendo come sempre alla perfezione i salti temporali con un ritmo veloce che consente allo spettatore di vivere con intensità e partecipazione alle due ore e mezza di film. C'è tanta filosofia ma manca la pretenziosità di 21 grammi. In compenso ci sono un grande cast e una fotografia straordinaria. La macchina a mano consente di entrare appieno nel dramma dei personaggi. Veramente un gran film, forse il migliore di uno dei registi più interessanti degli ultimi vent'anni.

NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Tre segretiSpazio vuotoLocandina PeterlooSpazio vuotoLocandina Adrienn PálSpazio vuotoLocandina La folie Almayer
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.