Villetta con ospiti - Film (2020)

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La nostra recensione di Villetta con ospiti

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Non c'è niente da fare: quando ci si sposta nel Nordest per raccontare le sordide connivenze dell'alta borghesia veneta e i segreti inconfessabili di chi non ci pensa due volte per comportarsi intimamente nel peggiore dei modi, il richiamo a Germi (considerata l'assenza di altri veri punti di riferimento) si fa inevitabile; al di là del suo valore, magari discutibile, SIGNORE & SIGNORI è diventato l'icona di di una mentalità e di un mondo ben precisi, che si riaffacciano qui con l'aggiunta di elementi precipui fortemente drammatici affogati nel nero. I caratteri non sono disegnati con la necessaria...Leggi tutto efficacia e se funzionano è soprattutto grazie al mestiere di chi li interpreta, a cominciare da un Giallini perfetto per il ruolo (peccato venga sfruttato solo marginalmente). Gallo tratteggia con la dovuta, rivoltante ambiguità il suo commissario ma inizialmente gigioneggia troppo in dialetto, Michela Cescon rientra nella norma come madre spaesata e indecisa sul proprio ruolo all'interno della famiglia, la Blanc con altezzoso cipiglio s'incarica di intercettare le sopravvissute tracce di commedia germiana mentre Cristina Flutur, la madre rumena che ha convinto il figlio a raggiungerla in Italia, è eccellente nell'infondere convinzione e straziante realismo al suo personaggio. Verso la metà il registro infatti cambia, virando nel dramma dopo aver navigato fin lì senza una rotta precisa, limitandosi a mostrare il lato oscuro dei protagonisti senza mai troppo insistere e anzi perdendosi un po' nel dilungarsi inutilmente ad approfondire le personalità del gruppo di rumeni. L'unica vera figura germiana, che davvero sembra uscire dall'antico classico, è l'ortopedico dipinto con tracotante levità da Bebo Storti, che rientrerà in scena in un secondo tempo quando nella villetta del titolo convergeranno un po' tutti. A piccoli passi si accede a un kammerspiel livido, saltuariamente agghiacciante, magari un po' forzato e caricaturale negli atteggiamenti dei protagonisti ma capace di coinvolgere appieno (solo il Don Carlo di Vinicio Marchioni sembra sposarsi non troppo bene al contesto). A tratti impacciato, goffo nell'affrontare temi che richiederebbero sempre una lucidità e un'attenzione massima, il secondo tempo ci accompagna nell'abisso senza che si spenda una lacrima in più del necessario, affrontando con cinica freddezza ciò che al cinema siamo abituati a veder trattato con enfasi ben diversa. Ma è chiaramente su questo che il film fonda la sua forza, e visivamente compiaciuti da una fotografia e una regia che tagliano gli spazi della villa come lame riconosciamo in Giallini la figura che offre le maggiori sfaccettature e riassume nelle espressioni cupe dell'attore la gravità del momento. Si può sicuramente eccepire per il finale scarsamente incisivo e piattamente consequenziale, ma è tutto da gustare l'interminabile momento in cui c'è da spiegare di volta in volta l'accaduto a chi sempre più stenta a crederci. Se quindi la prima parte è blandamente derivativa e zoppicante, la seconda recupera centrando il bersaglio e mostrandoci come fin lì ci fossero state fornite solo tracce utili a identificare il carattere dei personaggi, pennellate fugaci più riconducibili a un quadro d'insieme di scarsa inventiva che non si capiva a cosa potesse essere funzionale. Non tutto gira come deve (soprattutto nella prima deludente metà), si avverte una superficialità che sconfina talvolta in un approccio banale evitabile, in un'esposizione facile esageratamente accentuata nella sua grettezza, ma siamo certi che le cose non potrebbero davvero andare così?

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Tutti i commenti e le recensioni di Villetta con ospiti

TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/09/20 DAL BENEMERITO PAULASTER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/09/20
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Capannelle 6/09/20 00:39 - 4572 commenti

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Si parte con la descrizione del contesto ambientale, classicamente ispirato dalla provincia italiana dove dietro alla rispettabilità e alla carità si celano comportamenti meno nobili e maldicenze assortite. E' una parte filante, con anche coralità dei personaggi ma che sconta un eccessivo didascalismo; tutto è apparecchiato, insomma, tanto che le parti meno prevedibili sono quelle legate alla famiglia dei rumeni. Una volta all'interno della villa parte un dramma senza sconti, di impostazione teatrale ma assai efficace. Gallo e la Cescon sugli scudi, quasi accessorio Giallini.

Markus 5/09/20 16:50 - 3766 commenti

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Parte come una sorta di commedia italica di moderna concezione per tingersi, nella seconda parte, di un dramma piuttosto empatico. L'ambientazione veneta, sempre ben gradita per estetica e suoni vocali (l'ottima Cescon) è qui addizionata - per assecondare un po' tutti i gusti - di romanità (Giallini), "napoletanità" (Gallo) e "milanesità" (Storti). Il delitto per caso è trattato con un certo garbo e il film riesce nel tentativo di rendersi avvincente. Qualche momento superfluo qua e là toglie un po' di smalto.

Paulaster 2/09/20 09:46 - 4902 commenti

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In una villa di facoltosi imprenditori avviene un incidente. Noir ambientato nel Nordest per una storia di provincia. Tema di ordinarie meschinità, tradimenti e corruzione (dai quali i ricchi riescono sempre a scampare). Denuncia poco originale con personaggi scarsamente delineati: l’ipocondriaca Cescon fa qualcosa in più, Giallini è in ombra e la Blanc è l’unica veramente nel personaggio. Inverosimili le dinamiche conclusive tra la presenza del prete e la risoluzione con la madre del ragazzo.
MEMORABILE: La Cescon in crisi per la pioggia alla festa; L’autolesionismo della figlia.

Daniela 12/09/20 23:27 - 13288 commenti

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Il prologo con la festa paesana con il suo contorno di maldicenze e piccoli scandali sembra preludere a una commedia di costume acida alla Germi ma, dal colpo di pistola in poi, il clima cambia bruscamente ed il film si trasforma in un noir di impianto teatrale schierando una galleria di mostri paradossalmente unitaria nella sua variegata provenienza regionale. L'unico personaggio adulto che conquista la nostra empatia è costretto realisticamente a prendere atto della realtà in un epilogo brusco ma congruo con quanto visto in precedenza.  Bella sorpresa, buona la prova del cast.

Galbo 20/06/21 20:45 - 12655 commenti

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La storia di una ricca famiglia borghese nel nord est italiano non può non richiamare alla memoria anzitutto Germi ma anche un più recente Virzì. Il film del regista De Matteo è purtroppo lontano dai suoi presunti modelli di riferimento per una sceneggiatura poco sviluppata, che rende il film monocorde almeno nella prima parte, laddove nella seconda aumenta la tensione drammatica che rende l'opera maggiormente godibile anche grazie ad una buona ambientazione e ad un cast in forma, Giallini e Gallo anzitutto.

Caesars 24/03/23 09:05 - 3999 commenti

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Davvero poche novità sotto il sole: solito ambiente borghese di paese in cui tutto è di facciata e dietro di essa si nasconde l'anima nera della società. Il racconto è diviso abbastanza nettamente in due parti: la prima, più debitrice a Germi, è la meno riuscita; la seconda, anche se un po' troppo programmatica nella sua denuncia a tutte le varie istituzioni, funziona un po' di più, grazie anche all'intensa prova della brava Cristina Flutur. Regia nella norma, senza grandi vette né gravi cadute, così come il cast.

Puppigallo 4/04/23 12:12 - 5492 commenti

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Sembra ispirarsi a un tragico fatto di cronaca in cui però si era trattato, pare, di uno "scherzo" finito in tragedia. Gli attori se la cavano bene, italiani e non, dando credibilità alla vicenda. Certo, la sceneggiatura non è particolarmente elaborata e non ci sono guizzi registici, restando nell'ambito del mestiere. Ma il fatto che, pur essendo praticamente esente da ritmo, il tutto regga fino all'epilogo, che fa tristemente pensare a ciò che potrebbe facilmente avvenire nella realtà, sta a significare che il meccanismo comunque funziona.
MEMORABILE: Il dottore consiglia di mettere una bibbia in mano all'anziana dolorante preoccupata così legge qualcosa; Il peggio scaturito dalla situazione.

Gugly 8/04/23 23:16 - 1220 commenti

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Si inizia con vizi privati e pubbliche virtù in una realtà provinciale del nord- est, appena suggerito, poi esplode il dramma che si ispira alle diatribe sulla detenzione di armi e la legittima difesa; nessuno si salva nella parte kammerspiel dove, sorprendentemente, Giallini è lasciato ai margini e ad incidere sono Gallo, la Cescon e Marchioni con una parte breve ma intensa; tuttavia si aspetta un guizzo che non arriva laddove la cattiveria della matriarca della famiglia (un'esemplare Erika Blanc) sembrava preannunciare evoluzioni della cinica commedia all'italiana degli anni d'oro.
MEMORABILE: Il personaggio della Blanc che sparla del genero delineando un personaggio alla Sordi del 2000.

Victorvega 27/04/23 18:02 - 502 commenti

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Per circa tre quarti d'ora il film vaga delineando i personaggi e l'ambiente di contorno e si rimane in attesa del punto d'attacco, che in ogni caso arriverà a metà. Da quel momento, termina il clima descrittivo e inizia un vero e proprio cupissimo thriller, nel quale i difetti precedenti dei personaggi vengono esasperati. Ben diretto e recitato, soprattutto da una Flutur molto efficace e con la giusta faccia. Sostanzialmente un bel film. Curiosa l'ambientazione, che da Bassano si "ritira" nel Lazio (ma i motivi produttivi si possono ben immaginare...).

Gabrius79 28/04/23 01:05 - 1516 commenti

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Film a due facce: nella prima parte ci troviamo di fronte a una superficiale analisi dei personaggi che non regala grossi sussulti, ma nella seconda il registro cambia e ci si lascia coinvolgere dalla vicenda noir grazie a un buon cast in cui sono da segnalare Giallini, Gallo e la Cescon, mentre in tono minore fanno capolino Marchioni e Storti. Cameo simpatico di una Blanc senza peli sulla lingua.

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Alex 64 8/05/23 17:04 - 78 commenti

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Inizio film esageratamente noioso, i protagonisti si descrivono coi dialoghi poi inizia un lungo sottotitolato dei romeni che rischia il soporifero. La svolta dopo lo sparo nella villa, che richiama recenti episodi di cronaca italiana vissuta realmente. Difficile dire se data la trama si poteva realizzare qualcosa di più convincente anche sul piano della recitazione (nella compagine è il solito Massimiliano Gallo ad avere la meglio). Il tutto comunque avrebbe voluto una sceneggiatura più ricca e circostanziata. Buona l'idea del prete Casanova a coronare lo squallore più completo.

Giùan 24/06/23 08:26 - 4946 commenti

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Il cinema di De Matteo continua a destreggiarsi nel difficile bilanciamento tra ammirevoli intenti (e in buona parte composizioni) di analisi socio-antropologica del Belpaese in (som)movimento (con un occhio alla nostra commedia più severa) e un didascalismo, narrativo ancor prima che etico, che cinematograficamente sembra non tener il passo dell'intuizione e del disegno. Così qui molte figurine stingenti (la ragazzina autolesionista, il prete bello, lo stesso Giallini e potremmo continuare) depotenziano un contesto definitivo, di non reticente crudeltà. La Blanc dà punti a chiunque.

Cotola 31/08/23 17:29 - 9540 commenti

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Di fattacci che allignano nella piccola provincia è piena la letteratura, specie francese, nonché il cinema. Se poi tali fattacci avvengono in Veneto è difficile non pensare a Germi. Eppure il film si lascia guardare, sebbene il suo marchio di fabbrica sia l'assoluta prevedibilità. Non è difficile capire sviluppi narrativi e come si chiuderà la storia. Risultato finale forse un po' meglio del solito grazie al bel cast e ad una sceneggiatura che sa delineare bene ambienti, situazioni e personaggi. Nulla di che, ma più che vedibile.

Redeyes 22/01/24 14:43 - 2495 commenti

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Interessante spaccato sul profondo nord. Se la prima parte va un po' coll'autopilota anche a causa di tratteggi dei personaggi un po' dozzinali e caricaturali (vedi Gallo), nella seconda si cerca di approfondire quest'ultimi a cominciare dal fattaccio. Si apprezza un cast piuttosto in palla (tranne forse Marchioni), ma la sceneggiatura manca sempre di quel guizzo che può far svoltare la pellicola. Si giunge alla didascalica chiusura con un senso di incompiuto.
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